Vorrei morire in silenzio come un
fantasma
nell'incantato deserto dell'oblio.
Ma morire vorrei a primavera
perché tutto ch'è bello è a primavera.
La morte che non temo ma che stimo
vorrei non mi strappasse a tradimento.
Ho combattuto sempre a viso aperto
e così vorrei cadere nella mia bara.
Vorrei una bara aperta a tutta luce
per consentire agli occhi non più vivi
di poter fissare ancora l'immensità
immensità di pianure sterminate
di colline di montagne di boschi
di suoni di colori di profumi
di cielo nella forma immacolata
di quella immensità che sarà pace.
La pace al mio spirito ribelle
a cui piacque e dispiacque anche se
stesso.
E morire vorrei a primavera
perché il vento che s'alzerà d'autunno
possa spolverare la mia bara
e inabissare tutto di me stesso
pregi e difetti amori e sentimenti
e farmi scivolare nell'eterno
tra l'anonima folla
lento e sia nessuno a vedermi
nessuno a sentire la porta
che al cadere del vento lenta
silenziosa si chiuda dietro di me
perché nessuno mi pianga.
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