I MONACI BASILIANI
I Basiliani, Monaci di rito Bizantino, provenivano dalla Cappadocia, da
Costantinopoli e dalla Grecia in seguito, appunto, alla lotta
iconoclastica sopradescritta approdando nell'Italia Meridionale ed in
Sicilia. Però è necessario tenere presente che secoli prima, avendo
avuto grande fortuna la Regola di San Basilio (329-379) in Occidente, vi
affluirono molti Monaci Basiliani già nel V e Vl secolo durante i quali,
ispirati alla suddetta Regola, fondarono molti Monasteri Paleocristiani.
Basta ricordare che il successo di questa Regola fu tale da far ispirare
ad Essa San Benedetto per redigere nel 529 la Sua "Ora et Labora".
Conseguentemente ci fu una rapida diffusione dei Benedettini che ebbe
come risvolto una temporanea sparizione dei Basiliani. Temporanea perché
questi ripresero presto il loro flusso migratorio nell'Italia
Meridionale dal 726 all'842, dietro la sopraccitata lotta iconoclastica.
Chiaramente si ipotizza che l'ondata migratoria verso l'Occidente, anche
se diminuita dopo la fine dell'iconoclastia, abbia avuto sempre una
certa continuità anche dopo gli anni Mille. Infatti, questo, viene
avallato dagli stessi affreschi rupestri, la cui data di composizione,
viene ascritta dagli esperti, agli inizi del secondo Millennio, vale a
dire dal 1200 in poi. Tuttavia, qualunque fosse stata la data di approdo
dei Monaci in Contrada "Pozzelle", ci sarà voluto non poco tempo
affinché essi si ambientassero nei luoghi dove operarono. Seguendo
ancora altre ipotesi, i primi Monaci erano forse degli asceti e quindi
eremiti? Giunsero in gruppi? Trovarono ospitalità presso pastori o
famiglie che certamente a quel tempo abitavano quella Contrada per la
presenza dei pascoli e dell'acqua? Ammesso che avessero trovato
ospitalità presso famiglie, trovarono in queste piccole comunità anche
una certa tradizione cristiana? Allora era conosciuto il culto di
Sant'Antonio Abate, protettore degli animali e, specialmente del porco,
col quale il Santo Eremita veniva rappresentato; sufficientemente noto
era anche alla cristianità dell'Italia Meridionale il pensiero del
suddetto Santo che esortava i fedeli alla santità attraverso "L'ASCESI
INDIVIDUALE COL TOTALE RIFIUTO DEL MONDO". Supponendo, quindi, che i
Monaci trovassero o meno un certo spirito di Fede nelle suddette
comunità o che addirittura non ci fossero state neanche queste ad
accoglierli, sorpassando perciò supposizioni e ipotesi di qualsiasi
genere, rimane la certezza che Essi, anche se non necessariamente
perseguitati e emarginati, ma soltanto travagliati dai disagi per la
sopravvivenza, portarono l'arte con gli affreschi nonché la Loro
cristianità con la Loro Fede.
In una parola, quali Araldi della Fede, portarono in Contrada "Pozzelle"
il Loro "KÉRYGMA", I'annuncio della "Buona Novella" che oggi giunge a
noi ad alta voce, tramite i loro affreschi. Chiaramente, e dalla loro
vocazione di essersi donati a DIO, e da quella sorta di tormento che
dilania l'anima dell'artista cui nulla lo appaga del Mondo, ecco
maturare in Essi quei giusti fermenti di vita ascetica che in momenti di
grazia e di serenità, tradussero il loro intimo travaglio in creazioni
artistiche orbitanti attorno alla Vita di Nostro Signore Gesù Cristo.
Oggi Luce per la Fede nonché Messaggio Artistico per l'Arte.
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