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Donato M. Mazzeo  MASCHITO
Maschito  Storia e Leggenda Verso il Futuro
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MASCHITO PERCHÉ?

Secondo la nostra ampia ed annosa ricerca, le cause per cui, questo paese che oggi conta poco meno di 2000 anime (vds. i grafici sul trend demografico dal 1561 ad oggi) abbia potuto essere così denominato, possono essere almeno tre:

a)   Il presunto “Ratto delle donne venosine” da parte dei profughi in gran parte di sesso maschile, ivi immigrati nel secolo XV, dall’Epiro, Majna, Korone e Scutari.

b)   L'attributo di origine latina “masculetum”, come terra ferace di viti maschie, con molta probabilità di Aglianico che produce il pregiato ed ancora unico D.O.C. di Basilicata.

c)   L'omonimia con un paese balcanico (dell’odierna Albania meridionale) che gruppi di immigrati qui stanziatisi avrebbero dato all’ospitale terra maschitana, in ricordo struggente e nostalgico dei luoghi natìi.

Ma la terra di Maschito, per molti secoli, inglobata a vario titolo nella proprietà della Mensa Vescovile di Venosa, dall’epoca romana nota come città natale del sommo Poeta latino Quinto Grazio Placco, rimane fra i polverosi annali della storiografia lucana in disparte, quasi in silente e fiduciosa attesa di riscatto da un iniquo oblio.

Al pari di altri numerosi centri urbani e sparsi casali (Cigliano, ad esempio) attualmente scomparsi ed opportunamente censiti dal grande storico Prof. Tommaso Pedìo.

Tanto a fronte di austere vestigia ed eredità etniche (da Giorgio Kastriota, detto Skanderbeg, deriv. lskander-bey, ai suoi valorosi soldati “Stradiotti” e luogotenenti Lazzaro Mattes, Demetrio Reres, Alessio Mesuca ecc.) che ripopolarono e rifondarono un centinaio di casali e borghi già abbandonati, a causa di carestie e pestilenze, del Mezzogiorno italiano. Ed ancora oggi, da tanto, caratterizzati e perciò conosciuti.

Adagiata fra le fertili e nerastre colline di Mustafà e Manes. il nucleo abitativo originario sul territorio già indiviso di Maschito  come si evince dai disegni approssimativi ma preziosissimi di tavolari, compassatori e regi agrimensori d’epoca (1726 - 1728)  si erge da sempre, con pochi terreni pianeggianti, sino a raggiungere quota 600 metri sul livello del mare che da qui dista 80 miglia.

Infatti, a quasi cento Kilometri di distanza, si raggiungono le antiche saline di Margherita di Savoia, in provincia di Foggia, nel cui Archivio di Stato, fra le ingiallite carte del fondo “Dogana delle pecore”, è stata reperita un’illustrazione riportata in questa pubblicazione.

Da numerose e pazienti indagini archivistiche si evincono, pertanto, le coordinate storico-culturali di una terra che, nel “pantha rei”, nel fluire incessante del tempo ha offerto di sé una fisionomia articolata ed originale. Dal punto di vista dei personaggi che hanno dato lustro a Maschito (in particolare negli ultimi secoli di questo millennio) degni di nota sono il Beato Fratel Rosario ADDUCA, il poliglotta  medico missionario Paolo Emilio SAVINO, i celebri fratelli giureconsulti Rosario e Luigi GIURA (questi anche Ministro dei Lavori Pubblici, Ponti e Strade e poi Vice-Presidente del Consiglio nel Governo Prodittatoriale di Garibaldi) la cui epigrafe nella piazza principale fu dettata, nel mese di settembre del 1912, da Giustino Fortunato jr.

 

 

 

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