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EMIGRAZIONE

DA RAPONE..... OLTREOCEANO
 


RACCONTI E TESTIMONIANZE DI VITA

A cura del C.S.I.

Circolo Culturale Sportivo Italiano – Rapone

 

 

 

PREFAZIONE   I
 

Emigrazione RaponeL’emigrazione, piaga antica di interi popoli.

Si emigrava per vari motivi, uno su tutti la ricerca di terre fertili. Essa venne praticata anche da popoli altamente civilizzati come i Greci. S’interruppe nel Medioevo per riprendere su larga scala soprattutto dal XVII secolo in poi. In Italia l’emigrazione ebbe inizio alla fine del XIX sec. Assumendo in poco tempo un ritmo impressionante, fino a raggiungere la cifra di ca. 1000000 all’anno. Le regioni più soggette a tale fenomeno furono quelle dell’Italia centro-meridionale e il Veneto. Mete degli emigranti erano l’America meridionale (Argentina) e settentrionale.

Dopo la II guerra mondiale, il flusso migratorio fu rivolto maggiormente verso i paesi dell’Europa, quali la Francia, la Svizzera, la Germania, il Belgio, assumendo carattere temporaneo e stagionale. Non dimentichiamo poi l’esodo dalle regioni meridionali verso le grandi città della valle padana, specie quelle del “triangolo industriale” e l’emigrazione dei contadini (stranieri in patria).

Quali le cause? Crisi occupazionale sia nel settore agricolo che in quello industriale e mancanza di un indirizzo socio-politico rivolto alle classi più disagiate.

Per la gente di quei tempi, la causa più rilevante fu quella agricolo-economica: insufficienza dei mezzi di sussistenza, esiguità del reddito, scarso utilizzo delle risorse naturali. Malgrado però il grande salasso di braccia da lavoro (non so quanto oggi può consolarci), l’emigrazione risultò in sostanza benefica, perché molti emigranti dopo qualche anno facevano ritorno in paese e acquistavano col denaro risparmiato un proprio campo o una propria casa. Risparmio che nascondeva anni di sacrifici, a volte di umiliazioni, e di duro lavoro svolto lontano dagli affetti più cari.

Per non dimenticare, il C.S.I. di Rapone, a quasi un anno dalla sua istituzione, è lieto di dedicare loro, nel mese di Agosto p. v., una giornata di festa da trascorrere tutti insieme.

Essa deve essere non solo di monito, anche per le future generazioni, a ricordare ma anche segno tangibile di riconoscimento per aver saputo, i nostri emigranti, con la loro intelligenza e la loro capacità creativa, tenere alto nel mondo il nome del paese natio. L’appello che rivolgo a tutti i cittadini, dal primo all’ultimo è di lavorare uniti affinché l’emigrazione del 3° millennio e a seguire sia rivolta unicamente a scambi culturali, commerciali e turistici per evitare che in futuro paesi come Rapone diventino soltanto delle “conchiglie vuote” (Primo Levi).

 

Cappiello Nicola

 

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PREFAZIONE   II
 

Più che doveroso, in qualità di parroco della comunità di Rapone, è profondamente sentito il mio intervento per manifestare un vivo ringraziamento a chi in questi mesi ha lavorato non poco per la stesura di questo prezioso volume con l’intento di valorizzare la storia dei cittadini raponesi che attualmente risiedono in altre località lontano dalla patria per motivi di lavoro.

La stesura del libro si inserisce nell’ambito delle attività del CSI, atto a promuovere anche iniziative di questo genere per creare una memoria storica e valorizzare il patrimonio culturale del paese.

Il volume arricchito di fotografie rende visibile la situazione concreta di quel processo sociale che, nel dopo guerra, ha visto coinvolte molte famiglie italiane, specie quelle del Sud.

Avverto l’esigenza di esprimere apprezzamento per tutti coloro i quali fecero scelte coraggiose per assicurare alla propria famiglia una vita dignitosa, lavorando con sacrificio e dedizione.

Sono certo che ovunque hanno apprezzato la vostra laboriosità e la vostra onestà, radicate nei valori inculcati dai vostri genitori che con tanto amore vi hanno fatto crescere pur nelle immancabili difficoltà del tempo.

Sono passati tanti anni, e qualcuno rivedendo le foto del passato certo si commuoverà e tornerà con la mente a quegli anni difficili ma carichi di speranza.

Un grazie sincero lo esprimo anche a nome dei giovani di questo paese, i quali sono certo, nutrono nei vostri confronti una grande stima. La vostra testimonianza è anche motivo di incoraggiamento a non vanificare il tempo della giovinezza, ma a valorizzarlo con progetti di vita concreti così come avete fatto voi.

Ci separano tanti chilometri e viviamo in contesti territoriali diversi, ma abbiamo in comune l’appartenenza a luoghi sociali e di fede che le distanze non possono offuscare. Per questi motivi è per tutti noi un’occasione gioiosa incontrarsi a Rapone, e se questo non fosse possibile per svariati motivi sappiate che la nostra e vostra comunità non vi ha dimenticati.

Certo che questi sentimenti sono ricambiati, saluto tutti voi e vi benedico nel nome del nostro glorioso patrono San Vito Martire. 

   

Il parroco don Michele Cavallo

 

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PREFAZIONE   III
 

I racconti, le testimonianze e le immagini racchiuse nel volume “Emigrazione da Rapone……. Oltre Oceano”, rappresentano vicende umane di un’epoca, non del tutto estinta, caratterizzata da situazioni economico-sociali difficili da vivere e persino da comprendere.

Le famiglie, peraltro numerose, dedite per gran parte ai lavori agricoli, traevano appena il necessario per il sostentamento quotidiano e l’artigianato, ancorché più redditizio, non permetteva alcun concreto progresso. In questo contesto si delineava d’obbligo la via dell’emigrazione.

Le testimonianze qui raccolte sono il segno tangibile della tenace volontà di emergere, di progredire, di affrontare una vita a misura d’uomo.

Gli scritti sono quelli di tanti protagonisti del fenomeno Emigrazione e sono lasciati così, integrali come trasmessi, per salvaguardare la loro meravigliosa genuinità.

A tutte le famiglie e le persone presenti in questa pubblicazione, e a tutti quelli che per un futuro migliore hanno dovuto lasciare il paese d’origine, giungano i sentimenti di profonda stima ed affetto di tutta la comunità di Rapone.

 

        Armando D’Auria

 

 

 

 

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agg. al 08/01/2007

 


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