Home Page

Artisti Lucani

Guest Book

Collaborazione

Torre Molfese

le OPERE

S. Arcangelo


<< INDIETRO

H  O  M  E

AVANTI >>


STORIA DELLA MEDICINA PER IMMAGINI

ANTONIO MOLFESE
 

RAMON Y CAJAL: 'IL CARTOGRAFO' DEL SISTEMA NERVOSO

L'ILLUSTRAZIONE

Gli insegnanti erano sicuri che dal timido e testardo Santiago Ramón y Cajal (1852-1934) non sarebbe venuto nulla di buono, eppure il figlio del medico di campagna era destinato a diventare il più importante scienziato medico della Spagna e un neuroanatomista di fama mondiale. In un affollato laboratorio di Barcellona cominciò a dare i suoi primi contributi alla neurologia e alla psichiatria. Per quarant'anni, Ramón y Cajal unì a un'insaziabile curiosità scientifica, una inventiva che portò alla scoperta di nuove tinture per le sezioni da analizzare al microscopio, estese osservazioni e un'innata capacità artistica volte a scoprire tutta una serie di nuovi elementi anatomici e funzionali sul sistema nervoso e sulle patologie che lo riguardano. Nel 1906 ricevette il premio Nobel per la Medicina.

 

PREMESSA

È importante curare la dimora terrena dello spirito immortale.

Il termine 'neurologia' non compare nel Dictionnaire del Littré — al quale è nota soltanto la 'nevrologia', cioè la 'parte della anatomia che tratta i nervi' — ma diventa una scienza veramente autonoma solo a partire dal XIX secolo, quando viene meglio compresa l'anatomia del sistema nervoso.
Già gli Egizi (1500 a. C.) avevano parlato di cefalea, vertigini ed epilessia, così come di fratture del cranio con otorragie, e di fratture della colonna cervicale con deficit motorio dei quattro arti, di incontinenza e priapismo.
Anche Ippocrate, un clinico eccellente, descrive le paralisi difteriche, le amiotrofie secondarie, parla delle paraplegie e delle ferite del cranio che possono comportare convulsioni localizzate.
Galeno considera il cervello 'il principe dei visceri' e constata che la sua compressione priva immediatamente l'animale di qualsiasi movimento e sentimento, anche se il cuore continua a battere; egli approfondisce le sue conoscenze neurologiche sulla patologia del midollo spinale e constata i danni che la sezione trasversa del midollo comporta sulla cessazione parziale o totale di parte dei movimenti. Approfondisce ancora di più la materia, chiarendo che la compressione, la legatura o la sezione di un nervo periferico comportano la paralisi dei muscoli innervati dal nervo in questione e l'anestesia del territorio cutaneo corrispondente.
La neurologia dal Medioevo al Rinascimento vive delle scoperte avvenute in precedenza e solo nel XVII secolo, con il primo trattato sull'anatomia del cervello, vengono chiariti alcuni punti essenziali sulla sua irrorazione, come ad esempio il fatto che nonostante l'occlusione della carotide e della vertebrale del lato sinistro, il paziente non presenta alcun deficit neurologico.
Il secolo XVIII è effettivamente il secolo dell'Illuminismo per la fisiologia del sistema nervoso, in quanto prende l'avvio da fatti sperimentali. Infatti, viene scoperta la elettricità animale e muove i primi passi la istologia, fino a giungere al rivoluzionario studio del sistema nervoso realizzato da Camillo Golgi. I due istologi più prestigiosi di questa generazione, Golgi e Ramón y Cajal, saranno insigniti del premio Nobel nel 1906.
Prima di parlare dettagliatamente degli studi sul sistema nervoso realizzati da Ramón y Cajal, sarà bene accennare ai numerosi studiosi, che nello stesso periodo contribuirono con le loro ricerche al progresso della neurologia. Sebbene essa avesse da tempo affascinato i medici
(1), lo studio delle malattie nervose divenne un ramo specializzato soprattutto per merito degli insegnamenti e degli scritti della scuola francese; i primordi di questa nuova scienza vanno cercati in Francia e molto si deve a Guillaume-Benjamin-Armand Duchenne (1806-1875), il quale, indifferente a ogni ambizione pratica, peregrinò oltre trent'anni per gli ospedali parigini, desideroso soltanto di contribuire all'avanzamento della specialità(2).
Nato a Boulogne, figlio di un capitano navale, Duchenne studiò medicina a Parigi, tornando poi nella città natale, onde esercitarvi la professione; qui ebbe occasione di trattare con la corrente di Faraday — allora una novità — uno di quei malati di reumatismo cronico che tanto volentieri si rivolgevano al professionista più giovane. Fu così che lo scienziato si rese conto come fosse inutile infiggere aghi nella pelle per stimolare il muscolo: bastava porre una spugna bagnata sugli elettrodi. A avendo in tal guisa scoperto un mezzo onde studiare l'azione muscolare, vi si dedicò con infinita pazienza e applicazione.
Dopo molti anni di pratica a Boulogne, Duchenne, in possesso oramai di una certa esperienza, sì trasferì a Parigi
(3), recando con sé l'inseparabile strumento, destinato a renderlo celebre; osservò e descrisse molte malattie non note fino allora alla scienza medica, come ad esempio l'atassia locomotoria, l'atrofia muscolare progressiva e la paralisi bulbare, ma il suo maggiore titolo di gloria è certo rappresentato dalla grande opera Physiologie des mouvements, apparsa nel 1867. In essa, l'autore dimostra come i muscoli non si muovano mai singolarmente, ma sempre in gruppi, e come lo stesso muscolo possa adempiere a diverse funzioni. Se Duchenne non raggiunse la fama in vita, e anzi dovettero passare diversi anni prima che le sue vedute fossero debitamente apprezzate, alcuni suoi contemporanei ebbero maggiore fortuna(4).
John Hughlings Jackson nacque nei pressi di York, ove trascorse anche l'infanzia; svolse gli studi di medicina a Londra, per diventare poi insegnante di patologia, indi di fisiologia, infine primario al London Hospital. Fin dagli inizi della carriera si era interessato alla neurologia e si era adoperato per la fondazione, nel 1859, dell'Ospedale Nazionale per Paralitici ed Epilettici, oggi National Hospital, Queen Square. Le sue prime ricerche riguardavano le afasie legate a lesioni cerebrali, confermando la scoperta del Broca che nei soggetti usi ad adoperare la mano destra, la lesione ha sede nell'emisfero cerebrale sinistro. Altro problema fu quello dei movimenti epilettici localizzati, noti ora come 'epilessia jacksoniana', poiché egli ne dimostrò il nesso con lesioni nell'area dei centri motori della corteccia cerebrale; Hughlings Jackson, inoltre, si dedicò molto alla classificazione dei movimenti muscolari patologici in alti, medi e bassi, a seconda del livello della lesione responsabile nel sistema nervoso centrale. Con tutto ciò, egli non era un astratto teorico, come si comprende dal fatto che ogni sua deduzione è documentata da numerose e minuziose storie cliniche.
Lo studio clinico della neurologia si giovò grandemente, in questo periodo, delle ricerche di laboratorio volte a indagare i minuti dettagli microscopici delle strutture nervose e a elaborare i migliori metodi di colorazione delle fibre e cellule nervose; i capiscuola in questo campo furono Camillo Golgi (1844-1926), e lo scienziato spagnolo Santiago Ramón y Cajal, madrileno (1852-1934), che allargò notevolmente le nostre conoscenze sull'istologia del sistema nervoso centrale. Di quest'ultimo abbiamo anche un'avvincente autobiografia, di particolare interesse in quanto dà un'idea della medicina spagnola, tanto poco conosciuta e apprezzata all'estero; fra le opere di questo autore ci piace inoltre ricordare una raccolta di deliziosi saggi, intitolata Charlas de Cafè (Madrid 1921).
Buona parte dei progressi erano dovuti all'istologia (affascinante nuova scienza emergente) e al fatto che nel 1870 Camillo Golgi , allora modesto medico di campagna, aveva descritto la 'nevroglia', il fine intreccio di lunghi prolungamenti cellulari che, partendo dai corpi delle cellule, costituiva una fitta rete che in parte terminava nelle pareti dei vasi
(5). Ma per il professore, che nel 1876 aveva ottenuto la cattedra di istologia a Pavia, come per Gerlach e per molti studiosi, le lunghe fibre nervose costituivano una rete continua che univa in un tutto unico il sistema nervoso(6).
Nel 1887 Santiago Ramón y Cajal, che fino ad allora si era occupato di anatomia, apprende l'esistenza dell'impregnazione argentica di Golgi e da quel momento abbandona ogni altro studio per consacrare tutta la sua attività alla struttura del tessuto nervoso; migliorata la tecnica del Golgi (il nuovo procedimento prende il nome di 'doppia impregnazione') inizia una esplorazione sistematica che lo porta su posizioni opposte a quelle di Gerlach e Golgi, più vicine a quelle di His e Forel. Egli adotta il concetto di 'neurone' proposto da Waldeyer nel 1891 e postula l'esistenza di una materia nervosa 'discontinua', in cui le cellule stabiliscono una 'contiguità' per mezzo dei loro prolungamenti.
Cajal elabora la teoria del neurone, che è una unità anatomica, genetica e funzionale, e conseguenza diretta di questa indagine è una dottrina fisiologica che va sotto il nome di 'legge della polarizzazione' (l'eccitazione, proveniente sia dal centro sia dalla periferia, percorre la cellula in una sola direzione, dai dendriti al neurite, attraversando il corpo cellulare); all'unità del neurone si aggiunge anche una proprietà funzionale chiamata genericamente 'trofica', che interviene in caso di danno
(7).
Con Cajal la struttura del sistema nervoso viene rinnovata in senso 'cellulare', mentre esso era concepito come un tutto continuo fin dai tempi di Galeno, che aveva affermato la synèkeia ('continuità') della sostanza cerebrale; il tessuto nervoso diventa per la prima volta discontinuo e l'opera scientifica di Cajal rappresenta la prima e, per il momento, definitiva rottura con la ipotesi galenica. Rappresenta anche il logico completamento della dottrina virchowiana, per la quale il 'popolo di cellule' paragonabile a quello degli esseri viventi era composto di tanti individui.
Se un contributo notevole alla conoscenza del sistema nervoso veniva portato dall'istologia, non inferiori per numero e importanza erano i dati acquisiti dalla fisiologia sperimentale e dalla clinica; quello dei riflessi
(8) si annunciava come un nuovo, promettente campo di indagine (il riflesso patellare era stato scoperto da Friedrich Otto Westphal nel 1875, mentre il fenomeno di Babinski era del 1896).

 

LA SCHEDA

Gli austeri padri del ginnasio di Jaca erano tutti d'accordo: Santiago Ramón y Cajal non avrebbe fatto molta strada. Secondo il loro giudizio il suo rendimento scolastico era scarso, non utilizzava la sua memoria, la predisposizione per l'arte gli serviva più per sfogare il proprio risentimento che per approfondire lo studio, appariva cocciuto e testardo e né le fustigazioni né i digiuni sarebbero riusciti a farlo cambiare. Così, dolorante e mezzo morto di fame, il ragazzo fu rispedito dal padre, un medico di campagna che conduceva una vita modesta nel villaggio di Ayerbe, nei Pirenei spagnoli. Il padre ne provò rabbia e delusione: aveva sperato che il figlio diventasse un medico come lui, ma forse, come sostenevano i suoi insegnanti, era davvero destinato a fare il commerciante.
Queste furono le esperienze giovanili di colui che doveva invece diventare il più importante scienziato, istologo e neuroanatomista della Spagna, nonché un personaggio ammirato sia dagli uomini di scienza coevi, sia da politici, educatori e perfino contadini.
Santiago era nato undici anni prima, il 1° maggio 1852, a Petilla, un piccolo villaggio sui Pirenei. Era il maggiore della famiglia in rapida crescita di Don Justo Ramón Casasús e Dofia Antonia Cajal. Secondo l'uso spagnolo, il bambino prese sia il cognome del padre sia quello della madre, Ramón y Cajal. Il giovane Santiago imparò presto i vantaggi della solitudine per una persona la cui mente percorre strade diverse da quelle comunemente considerate convenzionali. Egli era attratto dall'ambiente esterno, dalla storia naturale e soprattutto dall'arte, e spesso, con grande costernazione del padre e dei vicini, escogitava tutta una serie di insolite monellerie per alimentare i propri interessi. Fu iscritto più volte alle scuole regolari, ma ogni volta doveva ritirarsi perché non rendeva e preferiva dipingere e fare passeggiate nelle montagne circostanti. A scopo educativo, tra un corso scolastico e l'altro, il padre lo mandò a fare l'apprendista, prima da un barbiere e poi da un calzolaio; poi, finalmente, Don Justo riuscì a mandare il figlio all'Università di Saragozza, iscrivendolo al corso propedeutico di Medicina.
Fortunatamente l'anno seguente, il1869, il padre fu nominato professore di anatomia presso la Facoltà di Medicina di Saragozza e fu subito preso dall'entusiasmo di insegnare al figlio a diventare un abile dissettore. Così padre e figlio trovarono infine un interesse comune, e le capacità artistiche di Santiago divennero finalmente compatibili con le ambizioni del padre. In una stanza per le dissezioni un po' isolata, studiavano insieme l'anatomia delle ossa e del corpo umano, mentre Santiago disegnava con precisione le strutture rivelate dai loro studi. Con orgoglio, Don Justo aveva pensato di pubblicare i disegni e gli acquerelli del figlio in un atlante di anatomia, purtroppo però i locali macchinari per le arti grafiche non erano abbastanza progrediti da assicurare delle riproduzioni soddisfacenti.
Nel 1873, Santiago divenne maggiorenne, si laureò in medicina e fu chiamato sotto le armi. Dopo aver prestato servizio nel corpo medico dell'Esercito spagnolo, durante diverse campagne controrivoluzionarie strategiche ma non cruente, fu promosso a un grado equivalente a quello di Capitano e fu inviato in missione a Cuba, dove era scoppiata una rivolta. Fu posto a capo di un'infermeria decisamente sfornita, a Villa Hermosa, nei pressi di una palude. Ben presto Santiago iniziò a soffrire, insieme ai suoi pazienti, di una combinazione di malaria, dissenteria e alimentazione insufficiente. Nella primavera del 1875, quando la sua richiesta di congedo fu finalmente accettata, era un uomo molto malato; inoltre, da quando era a Cuba, aveva ricevuto lo stipendio solo una volta.
Dopo un periodo di convalescenza trascorso a casa, Santiago Ramón y Cajal divenne assistente di anatomia alla Facoltà di Medicina dell'Università di Saragozza. Nel giugno del 1877, si recò a Madrid per sostenere l'esame di dottorato in medicina. A Madrid fece un'esperienza che avrebbe dato una svolta alla sua vita: uno dei professori dell'Università gli mostrò un microscopio e alcuni preparati microscopici. Profondamente incuriosito, Ramón y Cajal spese tutti i propri risparmi per comprare un microscopio, un microtomo e alcune altre apparecchiature, e a Saragozza il suo fu l'unico microscopio professionale che l'Università poteva vantare.
Tuttavia, la vita del giovane professore non fu molto facile. Indebolito dagli attacchi di malaria, nel 1878 Ramón y Cajal iniziò ad avvertire i sintomi della tubercolosi e dovette trascorrere un altro lungo periodo di convalescenza. Durante il soggiorno di cura a Panticosa, assistito dalla sorella Paula, Santiago prese l'abitudine di passeggiare per le montagne, dedicandosi all'hobby della fotografia. La combinazione di aria fresca, cibo adeguato e un nuovo interesse per la vita lo aiutarono a guarire.
Al suo ritorno a Saragozza Ramón y Cajal ebbe una promozione, diventando direttore del Museo di anatomia, e con questa modesta sicurezza economica poté sposare Dofia Silveria Fafianàs Garda. Nonostante i dubbi manifestati dalla famiglia, sia la salute sia la carriera del giovane professore trassero beneficio dal matrimonio.
Intanto che si occupava con cura della famiglia, la Sefiora de Ramón y Cajal incoraggiava il marito a perseguire la via della ricerca scientifica.
L'insegnamento dell'anatomia a Saragozza condusse Ramón y Cajal a maturare un certo interesse verso l'istologia, ovvero lo studio dei tessuti. Il microscopio gli rivelava i segreti delle strutture piccolissime, invisibili a occhio nudo; la sua attrezzatura consisteva, oltre all'adorato microscopio, in pochi libri di testo di dubbia autorità e in una o due riviste straniere. A ciò si aggiungeva, tuttavia, un'insaziabile curiosità e la capacità di concentrarsi e di lavorare con uno zelo quasi frenetico. Se si pensa all'ambiente in cui lavorava, i progressi da lui realizzati in questo campo sono ancora più stupefacenti: i suoi incarichi universitari erano stati fino ad allora irrilevanti, e non aveva conosciuto nessuno dei grandi ricercatori del tempo. Secondo le sue stesse parole, per lingua e per tradizioni egli viveva isolato dalla strada maestra della scienza.
Nel 1884, Ramón y Cajal venne nominato professore di anatomia presso l'Università di Valencia. Nel 1885 un'epidemia di colera deviò temporaneamente i suoi interessi verso lo studio della batteriologia e le sue ricerche in questo nuovo campo attirarono l'attenzione favorevole di alcuni ambienti governativi. Tuttavia egli scelse di tornare all'istologia e, nel 1887, accettò la cattedra di istologia presso l'Università di Barcellona.
A Barcellona l'allora trentacinquenne Ramón y Cajal iniziò seriamente l'attività che lo avrebbe distinto e che avrebbe rafforzato la sua posizione di ricercatore medico. Inizialmente, egli notò che quasi tutte le scoperte pubblicate in ambito istologico erano incomplete e necessitavano di ulteriori approfondimenti, cosa che stimolava la sua curiosità. Inoltre, aveva appreso da un neuropsichiatria di Valencia, il dottor Luis Simarro, dell'uso della tintura d'argento cromato per i tessuti nervosi, sviluppato dall'italiano Camillo Golgi di Pavia. Il dottor Simarro, come molti altri ricercatori del settore, incluso lo stesso Golgi, avevano successivamente smesso di usare tale metodo perché si era rivelato inaffidabile. Il primo importante passo di Ramón y Cajal fu di avvalersi della propria esperienza in ambito fotografico per migliorare la metodologia d'impiego della tintura di Golgi. In seguito, intraprese uno studio sistematico dell'intero sistema nervoso, tingendo le cellule e i tessuti con una chiarezza mai raggiunta prima. Inoltre, egli scoprì che si potevano ottenere risultati ancora migliori colorando le cellule nervose degli embrioni di pulcini, di uccelli e di giovani animali, prima che il rivestimento di mielina desse alle cellule la forma di cilindri, nascondendole alle tinture rivelatrici. A queste tecniche associò l'altro suo grande talento, il disegno, e le sue illustrazioni, eseguite con grande abilità, gli permisero di spiegare ciò che vedeva. Iniziò piuttosto timidamente a pubblicare le sue scoperte, che però contraddicevano le opinioni degli istologi stranieri; vi fu infatti una reazione di scetticismo in merito alla validità delle sue ricerche, mentre alcuni dei suoi connazionali stigmatizzarono l'audacia con cui stava sfidando le asserzioni di eminenti istologi stranieri.
Per controbattere tali critiche, Ramón y Cajal s'imbarcò, con la stessa intensità con cui si dedicava alle ricerche scientifiche, in una nuova fase della sua vita: si iscrisse all'Associazione degli anatomisti tedeschi, iniziando anche a studiare il tedesco, in modo da riuscire a leggere la letteratura medica tedesca e a comunicare in quella lingua. Ramón y Cajal era deciso a dimostrare la validità delle sue scoperte ai colleghi tedeschi.
Nell'ottobre del 1889, dai suoi magri risparmi prelevò quanto bastava a finanziare la propria partecipazione al Convegno dell'Associazione degli anatomisti tedeschi presso l'Università di Berlino, portando con sé i suoi disegni e le migliori fra le sue preziose diapositive di campioni analizzati al microscopio.
Incontrando solo curiosità e un sempre maggiore scetticismo, Ramón y Cajal attese con pazienza l'occasione di dimostrare la validità le proprie scoperte. Prima di tutto, annoverare uno spagnolo tra loro era considerato dai membri dell'Associazione un fatto senza precedenti: la Spagna, infatti, non vantava istologi di fama e, per di più, la maggior parte dei presenti erano sicuri e compiaciuti delle proprie convinzioni. Tuttavia l'attesa occasione finalmente si presentò e, con l'aiuto di due o tre microscopi, Ramón y Cajal, in un francese stentato, cercò di spiegare i propri preparati. Dopo alcuni istanti quei pochi convegnisti che avevano avuto la cortesia di ascoltare la dimostrazione abbandonarono ogni scetticismo e si congratularono con il loro coraggioso collega spagnolo. Come era riuscito, gli chiesero, a ottenere tali risultati, quando invece le loro ricerche avevano portato solo a degli insuccessi? Egli spiegò loro i metodi utilizzati. Le sue dimostrazioni fecero guadagnare a Ramón y Cajal il sostegno e l'amicizia di Albert Von Kolliker, Presidente degli istologi tedeschi e, attraverso lui, anche di Waldeyer, His, van Gehuchten, Bardeleben, Schwalbe e dell'istologo svedese Retzius. Il professor Kolliker gli disse: «Sono lieto che il primo istologo che la Spagna abbia prodotto sia una persona distinta come lei, una persona degna della nobiltà della scienza».
I frutti del lavoro di ricerca di Ramón y Cajal, riconosciuti a livello internazionale, ottennero molti consensi e riconoscimenti in patria. Nel 1892, gli fu assegnata la cattedra di Istologia normale e Anatomia patologica presso l'Università di Madrid. Le sue nuove scoperte furono ampiamente pubblicate, e vari paesi gli conferirono numerosi onori. Nel 1894, egli ricevette il più alto riconoscimento che gli scienziati inglesi potessero attribuire: Sir Michael Foster, segretario della Royal Society di Londra, lo invitò a tenere presso tale istituzione la Croonian Lecture, mentre l'Università di Cambridge gli conferì un dottorato.
Anche se Ramón y Cajal non mancava di apprezzare tutti quegli onori, egli li considerava come riconoscimenti attribuiti alla propria patria, piuttosto che a se stesso. Per sé, egli chiedeva solo di poter continuare il proprio lavoro, e la vita gli avrebbe concesso altri 40 anni di proficua attività. Voleva essere sicuro che qualcuno dopo di lui continuasse le sue ricerche; in effetti fu così, grazie alle ricerche dei suoi studenti più famosi, tra i quali ricordiamo Río Hortega, Nicholas Achikarro, Tello, de Castro, Villaverde, Sànchez, il figlio Jorge Ramón y Cajal Fahanas e il fratello Pedro.
La mole di ricerche scientifiche svolte da Ramón y Cajal durante la sua lunga vita densa di attività è davvero ragguardevole. Nel 1888, egli aumentò il grado di applicabilità della tintura di Golgi; nel 1903, elaborò una propria formula per una tintura di nitrato d'argento che metteva in evidenza chiaramente le cellule e le fibre nervose; nel 1913, utilizzò una tintura d'oro sublimato per gli astrociti, che permise di osservare un'altra porzione di tessuto nervoso. Successivamente i suoi allievi approfondirono ulteriormente questi studi, applicando una tintura di carbonato d'argento. «Per quanto riguarda il mondo dell'infinitamente piccolo» scrisse Garrison
(9) «la sua visione era più ricca, di conseguenza sin dall'inizio fu più fortunato di molti altri ricercatori, e in questo ambito le sue capacità artistiche con matita e pennello furono di grande aiuto».
Secondo Garrison, tra i maggiori contributi di Ramón y Cajal alla scienza medica, nonché alla neurologia e alla psichiatria, sono da ricordare le spiegazioni circa «la base strutturale e di sviluppo della dinamica dei neuroni; la trasmissione degli impulsi; la localizzazione delle funzioni; e la degenerazione e rigenerazione del sistema nervoso [...] I suoi trattati enciclopedici sulla neuroistologia e sulla degenerazione e rigenerazione del sistema nervoso sono i suoi capolavori [...]». Fu autore di più di 250 pubblicazioni, diresse una rivista del settore e scrisse numerosi libri, tra i quali i tre volumi intitolati Struttura del sistema nervoso dell'uomo e degli altri vertebrati (1897-1904), che uscirono anche in un'edizione in francese nel 1911, La degenerazione e la rigenerazione nel sistema nervoso, in due volumi (1913-14) e un'autobiografia in due volumi. Queste pubblicazioni hanno offerto a medici e neurochirurghi una comprensione della struttura cellulare e del funzionamento di tutte le parti del sistema nervoso, nonché un concetto più chiaro della struttura del cervello e delle caratteristiche dei tumori al cervello a cui poter fare riferimento allo scopo di soddisfare le esigenze dei loro pazienti.
Il grande scienziato non ignorava la necessità di conciliare il faticoso lavoro di laboratorio con altri interessi. Alla sua famiglia, costituita da ben sei figli, dedicò sempre affetto e attenzioni; la passione per la fotografia lo stimolò a inventare nuovi metodi, e nel 1912 scrisse un libro sulla fotografia a colori. Egli era solito rilassarsi e svagarsi facendo delle lunghe passeggiate per i parchi e i sobborghi di Madrid e, come si usa in Spagna, quasi ogni pomeriggio si recava al solito caffé per conversare con gli amici. Dalle discussioni filosofiche fatte davanti a una tazza di caffé scaturì un interessante volume di aneddoti e aforismi intitolato Chiacchiere in caffetteria.
Nonostante i sentimenti di ostilità che aveva suscitato la Guerra ispano-americana del 1898, Ramón y Cajal venne invitato negli Stati Uniti d'America l'anno seguente per presenziare a una cerimonia presso l'Università di Clark e per ricevere un dottorato ad honorem. Nel 1900 ricevette il premio Mosca, in occasione del Congresso internazionale di medicina tenutosi a Parigi, e nel 1904 gli fu assegnata la medaglia Helmholtz dall'Accademia reale prussiana. Nel 1906 l'Istituto reale svedese conferì il premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina a Ramón y Cajal e a Golgi: era la prima volta che un istologo riceveva questo grande onore. La medaglia gli fu consegnata direttamente dal Re svedese Oscar II, nel corso di una cerimonia che ebbe luogo a Stoccolma. Insieme a tale riconoscimento gli giunse anche un sostanzioso premio in denaro, di cui in effetti aveva parecchio bisogno.
Nel 1922, all'età di 70 anni, Ramón y Cajal si ritirò dall'Università di Madrid, dove era rimasto per ben trent'anni, ma continuò a lavorare, a scrivere e a dare consigli agli studenti dal tavolino del suo caffé. Nel 1932 il governo fece costruire un nuovo laboratorio a cui venne dato il suo nome: 'El Istituto Ramón y Cajal'. Egli fu invitato a lavorare lì, ma le stanze gli sembrarono troppo grandi e i soffitti troppo alti, quindi preferì l'angusto laboratorio di casa sua, nell'Avenida Alfonso XII. Sebbene durante gli ultimi anni la sordità e la debolezza della vecchiaia lo costringessero a rallentare il ritmo, secondo Penfield, suo ex allievo che lo andò a trovare in quel periodo, Santiago Ramón y Cajal continuava a lavorare con vivace impazienza, elaborando un'apologia finale per il primo frutto delle sue ricerche, la teoria neuronale.
Negli ultimi anni scrisse ancora un'altra importante opera intitolata Il mondo visto ad ottant'anni. Ramón y Cajal mori a ottantatré anni, il 17 ottobre 1934.
Possiamo avere un'idea della filosofia di vita di Ramón y Cajal, che peraltro gli permise di conseguire i suoi numerosi successi, dalle sue stesse parole in Chiacchiere in caffetteria: «Quando si affronta la vita a viso aperto, bisogna ammettere che non è tanto il pensiero della nostra morte che ci rattrista, quanto la consapevolezza che con essa verremo strappati via dal seno dell'umanità, e quindi privati per sempre della speranza di assistere allo svolgimento della battaglia eroica che da sempre si disputa tra la mente umana e le cieche forze della natura».
A Ramón y Cajal sarebbe piaciuto l'estremo tributo che il governo spagnolo ha reso alla sua memoria: una nuova edizione completa dei suoi scritti.

 

NOTE

1 - Robert 'Whytt, dell'università di Edimburgo, descrisse la meningite tubercolare nel 1768. Nel 1770 Domenico Cotugno, napoletano, scrisse un trattato sulla sciatica. James Parkinson, londinese, pubblicò le sue osservazioni sulla Paralysis agitans nel 1817. Moritz Heinrich Romberg (1795-1873), la cui clinica berlinese fu meta di molti studenti, scrisse il primo trattato moderno sulle malattie nervose, intitolato appunto Lehrbuch der Nerven-Krankheiten; basata sull'osservazione personale, quest'opera contiene la prima illustrazione limpida delle atassie. A Wilhelm Heinrich Erb (1840-1921), eminente neurologo tedesco di Heidelberg, dobbiamo numerosi contributi originali alla materia, quali gli studi sul significato dei riflessi tendinei e sui rapporti tra tabe dorsale e sifilide, nonché il perfezionamento della tecnica elettrodiagnostica.

2 - Sir Arthur Keith lo considera una delle figure più notevoli che siano mai apparse sulla scena medica.

3 - Duchenne bazzicava gli ospedali parigini seguendo attentamente i pazienti e registrandone i miglioramenti, spesso con grave sacrificio personale. All'inizio qualche medico s'indispettiva dell'intrusione di questo mediconzolo di campagna, o almeno lo aveva in sospetto; altri, più bonariamente, lo consideravano un innocuo mattoide. Infine tuttavia, la pazienza e perseveranza del Nostro trionfarono,sicché poté svolgere il compito che si era proposto, dedicandovisi fino alla morte.

4 - Jean Martin Charcot (1825-93), essendosi presentato sulla scena in modo più ortodosso, divenne uno degli insegnanti più celebri dell'epoca. Fu oratore forbito, scrittore limpido e mirabile maestro. Fece della sua clinica alla Salpetrière la mecca dei neurologi del mondo intero.
Pierre Marie (1853-1940) descrisse molte affezioni fino allora sconosciute del sistema nervoso, scoprendo inoltre la causa dell'acromegalia, contribuendo alle conoscenze sull'afasia e studiando le lesioni dei nervi periferici nei feriti della Prima guerra mondiale.
Joseph-Jules Dejerine (1849-1917) è ricordato come autore di un importante trattato sull'anatomia del sistema nervoso centrale. Joseph Babinski (1857-1932) si rese celebre con gli studi sull'isterismo e la scoperta del riflesso patologico che porta il suo nome. John Hughlings Jackson (1834-1911) fu pioniere della neurologia moderna in Gran Bretagna .
Sir William Richard Gowers (1845-1915), il cui nome si tramanda nella designazione del fascio cerebrospinale laterale e nella sindrome da lui descritta, fu autore di un Trattato di ofialmologia medica, da lui stesso illustrato e fu tra i primi a riconoscere l'importanza dell'oftalmoscopio in neurologia. Scrisse il Manual of Diseases of the Nervous System, il cui primo volume uscì nel 1886 e viene considerato ancora oggi il 'Vangelo della Neurologia'.

5 - Nel 1873 Golgi aveva scoperto un nuovo sistema di colorazione per i preparati microscopici di tessuto nervoso: la cosiddetta 'impregnazione argentica' , ottenuta con cromato d'argento, che metteva in evidenza le cellule e le terminazioni nervose. Negli anni seguenti Golgi lega il suo nome all'organo nervoso situato tra muscolo e tendine (1880), al ciclo del parassita malarico (1893) e alrapparato di Golgi' nel citoplasma (1898).

6 - A questa concezione della unità reticolare in istologia faceva riscontro in fisiologia la dottrina di una localizzazione circoscritta delle funzioni psichiche elementari nel sistema nervoso centrale. Ma intanto la teoria reticolare incontrava dei critici severi in His e Forel, che nel 1886 avanzarono l'ipotesi delle 'terminazioni libere' del cilindrasse e dei dendriti e in Cajal, che iniziava in quegli anni un ciclo di ricerche dedicate all'istologia del sistema nervoso che sarebbe durato per tutta la sua vita.

7 - È il corpo della cellula a mettere in funzione il processo rigenerativo quando il neurite sia danneggiato, mentre le cellule di Schwann, disseminate attorno al cilindrasse, cooperano soltanto alla sua nutrizione; anche nei processi patologici il neurone manifesta la sua autonomia e, entro certi limiti, la sua indipendenza dalle altre unità contigue.

8 - A menzionare la 'funzione riflessa' del midollo era stato Marshall Hunt nel 1833, mentre gli 'archi riflessi' appaiono negli scritti di Wernicke fra il 1870 e il 1880.

9 - F. H. Garrison, Ramón y Cajal, «Bulletin of the New York Academy of Medicine, 5, 6, giugno 1929.



 

"Ehrlich: le Origini della Chemioterapia"  SEGUE >>       

 

 

 

[ Mailing List ] [ Home ] [ Scrivimi ]