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STORIA DELLA MEDICINA PER IMMAGINI

ANTONIO MOLFESE
 

IL CODICE DI HAMMURABI

L'ILLUSTRAZIONE

L'ambientazione di questo quadro è la stanza del trono di Babilonia dell'anno 2000 a.C. La figura centrale è il medico, che difende con dignità le proprie prestazioni professionali dalle critiche di un paziente insoddisfatto, in barella, il quale invoca l'applicazione delle drastiche sanzioni del Codice di Hammurabi. Il Re, lo scriba con in mano uno stilo e una tavoletta di argilla morbida, i cortigiani, le guardie, i sacerdoti, gli amici del querelante e del convenuto e i soliti spettatori sono i personaggi di questo dramma della medicina accaduto 4000 anni fa.

 

PREMESSA

Chiedi il tuo compenso quando la malattia è all'acme, perché il malato, una volta guarito, dimenticherà certamente quello che hai fatto per lui.

La Mesopotamia, considerata il luogo d'origine della civiltà, era un territorio molto fertile situato tra il deserto dell'Arabia e le montagne dell'Asia Minore. Le condizioni orografiche che si vennero a creare tra questi due climi estremi, fecero di questa terra un angolo di paradiso, dove sorsero dapprima la civiltà sumerica e più tardi quella sumerico-accadica(1).
Reperti archeologici e studi approfonditi hanno messo in luce la grandezza di questa civiltà, durata circa 2000 anni
(2); erano fiorenti l'agricoltura e l'allevamento del bestiame, esistevano sistemi di irrigazione e di trasporto via terra e via acqua e molte abitazioni, specie della capitale Ur, erano fornite di sistemi fognari e stanze da bagno. Era in uso la ruota, scoperta che facilitava i trasporti, e l'impiego di un rame indurito con cui si costruivano utensili e strumenti affilati, considerati dagli archeologi veri e propri bisturi. Inoltre, erano coltivate le scienze matematiche.
L'invenzione della scrittura per mezzo di segni incisi su tavole di terracotta e l'elaborazione di un calendario segnarono l'alba della storia registrata, e furono decisive anche per il progresso della medicina. Alcune tavole rinvenute negli scavi hanno attinenza con la medicina e nel Museo Wellcome di Londra è possibile osservare il sigillo di un medico sumero (3000 anni a.C.); anche al Louvre si trova un sigillo appartenuto a un medico babilonese (2300 a.C.).
Il regno di Sumer
(3) e Accad era fiorente intorno al 2000 a.C.; questa mirabile civiltà diede origine poi, al Sud, a quella babilonese, con capitale la celebre Babilonia, mentre il Nord divenne possedimento degli Assiri, con capitale prima Assur e poi Ninive.
Hammurabi
(4) (1768-1750 a.C.), uno dei primi Re di Babilonia, fu un uomo erudito e un abile amministratore. Con la vittoria su Rim Sin, egli riuscì a riunire tutta la Babilonia e l'Assiria sotto un unico scettro, ma Hammurabi è soprattutto noto per aver raccolto in un unico testo, il Codice che porta il suo nome, tutte le leggi che regolavano la vita e i rapporti degli abitanti della Mesopotamia.
Si tratta di una stele di diorite nera, originariamente collocata nel tempio di Babilonia, che fu rinvenuta a Susa nel 1902 e ora è conservata al Louvre. La stele è alta circa due metri e mezzo; nella parte superiore è raffigurato il Re mentre riceve le leggi dal dio; al di sotto vi è un lunghissimo testo scritto in caratteri cuneiformi: 16 colonne sul lato anteriore, 28 sul retro.
È la più antica raccolta di leggi che si conosca, e il primo scritto a contenere la parola 'medico'. Infatti, oltre che di proprietà, di matrimonio, di crimini, il Codice si occupa anche delle leggi attinenti alla professione medica e riporta, in particolare, norme per i compensi dei guaritori, punizioni a chi percuote una donna incinta, disposizioni sull'allattamento non materno.
Non è un vero e proprio testo di medicina, ma piuttosto di deontologia medica (oltre che di diritto civile e penale), e non reca descrizioni di malattie, ricette o suggerimenti di rimedi. Il Codice di Hammurabi, comunque, presume l'esistenza di una professione medica, e di medici come categoria ben organizzata. Infatti, dispone norme per indurre i professionisti di Babilonia
(5) a usare i mezzi idonei a curare malattie e per scoraggiare gli improvvisatori 'ciarlatani', dal momento che prevede pesanti pene pecuniarie e punizioni per i trasgressori.
A quell'epoca la pratica della medicina, anche se dominata dalla superstizione e dalle credenze magiche e religiose, aveva raggiunto un livello notevole; come conferma lo stesso Erodoto, la fiaccola del sapere sembra sia passata alla Grecia, da Babilonia e dall'Egitto e persino dalla Persia e dall'India. Sappiamo poco della medicina babilonese, sebbene il Codice di Hammurabi, come si è detto, presupponga l'esistenza di una professione medica che doveva far parte della categoria dei sacerdoti, in quanto le idee religiose e i riti magici prevalevano sulle nozioni mediche (ad esempio, in Mesopotamia era molto diffusa la divinazione
(6))..
Il primo Impero babilonese cadde presto e verso il 1600 a.C., appena 150 anni dopo il regno di Hammurabi, passò prima ai Cassiti, poi agli Elaniti e infine agli Assiri, che nel periodo di massima espansione, dominavano su un territorio che si estendeva dal Golfo Persico al Mediterraneo e all'Egitto. Il Re Assurbanipal II (884- 859 a.C.) ampliò enormemente l'Impero, conquistando la Siria, la Fenicia e la Babilonia.
Nel palazzo di Sennacherib (704-681 a.C.), in due stanze costruite in epoca più tarda a ridosso del palazzo, Henry Layard nel 1845 trovò 30.000 tavolette d'argilla incise in caratteri cuneiformi: era la biblioteca del mitico Assurbanipal.
Assurbanipal (669-626 a. C.) fu un grande mecenate e fece costruire una biblioteca a Ninive che doveva superare per splendore quella di Babilonia (lo riferisce Erodoto di Alicarnasso, vissuto nel V secolo a.C.).
Di questi òstraka (tavolette di argilla) ben 800 hanno attinenza alla medicina, parlano di malattie e di demoni che le hanno causate: ve n'è uno per le malattie consuntive, un altro per i disturbi del fegato, un terzo per le disfunzioni femminili.
Per cacciare i demoni vengono descritti esorcismi o cerimonie eseguiti dai sacerdoti. Ma vi erano anche dei rimedi semplici e più scientifici: dall'acqua alle erbe, dai cataplasmi ai clisteri. Anche se 'avvolte' in formule magiche, nella biblioteca di Assurbanipal erano elencate 250 sostanze vegetali e 120 minerali, una farmacopea assai ricca, oltre che rimedi dettati dalla superstizione, come gli escrementi di maiale o dello stesso uomo, come la liquirizia, l'anice, la mirra, il papavero, la canapa indiana.
Lo zolfo era indicato nella scabbia, la belladonna per arrestare l'eccesso di saliva, nella bronchite e nell'asma. In un dente cariato, per calmare il dolore, si poteva mettere una pasta fatta di semi di giusquiamo e gomma; qualche altra tavoletta consigliava l'applicazione di senape, mandragora e canapa indiana. Fu rinvenuto anche il sigillo del medico sumero Urlugaledina, un ostetrico; in esso si legge la scritta: «O Edinmugi, servo del dio Girra, che aiuta le madri nel letto del parto, Urlugaledina è il tuo servo».
Le nostre conoscenze sulla civiltà mesopotamica si sono notevolmente arricchite grazie alle scoperte archeologiche: sono stati rinvenuti documenti di inestimabile ricchezza, che vanno dall'epoca dei Sumeri finoalla caduta di Babilonia e riguardano la pratica della medicina e sono scritti sia su tavolette di argilla sia su papiri.
Le formule (II millennio a.C.) che vi troviamo incise, parlano di vegetali — mirto, timo, foglie di salice, palma di dattero, fico, gomma di varia origine —; di prodotti animali come il latte, la pelle di serpente, le squame di tartaruga; e di sostanze minerali come il sale marino, il salnitro, l'argilla di fiume; e infine di ceneri alcaline, ottenute per combustione della salicornia (pianta di cui sono ricche le acque salmastre).
Le piante venivano utilizzate sotto forma di decotti e i solventi, oltre che l'acqua, erano la birra, il latte o il vino di palma. Oltre a quelle già segnalate vanno citate il giusquiamo, il cipresso, la morella, la cicuta, il piretro, il selamo, l'elleboro nero, lo zafferano, l'alloro rosa, la ruta e alcuni tipi di resine come lo storace, il galbano, la trementina, la mirra e l'opopanaco. Le sostanze minerali comprendevano l'allume, lo zolfo, il solfuro di arsenio, il cloruro di ammonio.

 

LA SCHEDA

La striscia di terra fertile compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, nota come Mesopotamia e oggi parte dell'Iraq, viene spesso chiamata 'la culla della civiltà'. Contemporanea dell'antico Egitto, nelle sue due valli attigue vivevano, già 6000 anni fa, delle comunità organizzate nelle quali, a partire dal 3000 a.C., è stata attestata l'esistenza di medici. Quindi, nel momento in cui i popoli della Mesopotamia cominciano a registrare gli avvenimenti più importanti su tavolette di argilla o di pietra, la pratica della medicina è già una professione pienamente riconosciuta.
A differenza della civiltà egizia, i popoli, le lingue e i governi della Mesopotamia subirono molti mutamenti nel corso dei secoli durante i quali fiorì l'antica civiltà. Sebbene diversi gruppi etnici — Sumeri, Accadi, Amoriti, Assiri, Elamiti e Caldei — si siano avvicendati sulla scena storico-politica di questa antica terra, l'antica cultura autoctona riuscì sempre a prevalere e ad assorbire ogni nuovo arrivato.

Nonostante le vicissitudini politiche, quindi, la civiltà mesopotamica fu essenzialmente una sola, ed è comunemente conosciuta col nome di 'babilonese'. Nel corso dei millenni, i modelli sociali, religiosi e lo stile di vita variarono poco; la pratica delle arti mediche non subì mutamenti rilevanti e nell'antica Mesopotamia i concetti fondamentali riguardanti la malattia e la sua cura sembrano rientrare nell'ambito religioso.
Si conoscono sigilli di medici sumeri e ricette mediche sumere risalenti a circa 5000 anni fa; possediamo inoltre una documentazione piuttosto estesa sulla medicina della Mesopotamia, scritta in caratteri cuneiformi su tavolette di argilla.
Tuttavia, uno dei documenti più significativi per la medicina è il Codice di Hammurabi. Si tratta del corpo di leggi più antico che si conosca, promulgato dal re babilonese Hammurabi verso la fine del suo regno. Nonostante i pareri contrastanti sul periodo preciso in cui collocare il regno di Hammurabi, esso dovrebbe comunque essere compreso tra il 2123 a.C. e il 1686 a.C.; di conseguenza, l'origine del Codice può essere collocata intorno al 2000 a.C., anche se si tratta senza dubbio della codificazione di leggi, usi e costumi molto più antichi.
Questo interessantissimo documento, inciso su un pilastro di diorite nera attualmente conservato al Louvre, tratta un po' tutti gli aspetti della vita economica e familiare dell'antica Mesopotamia.
Dei suoi 282 paragrafi, 11 si riferiscono alle pratiche di medici e veterinari. Ne riportiamo qui di seguito i paragrafi 215-224:
«Se un dottore ha curato un uomo libero con un coltello di metallo per una ferita grave e l'uomo libero è guarito, oppure ha aperto il tumore di un uomo libero con un coltello di metallo, e ha curato l'occhio dell'uomo libero, dovrà ricevere dieci sicli d'argento».
«Se è il figlio di un plebeo, riceverà cinque sicli d'argento».
«Se è uno schiavo, il proprietario dello schiavo darà due sicli d'argento al dottore».
«Se un dottore ha curato un uomo con un coltello di metallo per una ferita grave, e ha causato la morte dell'uomo, o ha aperto il tumore di un uomo con un coltello di metallo e ha distrutto l'occhio dell'uomo, gli verranno tagliate le mani».
«Se un dottore ha curato lo schiavo di un plebeo con un coltello di metallo per una ferita grave e ne ha causato la morte, dovrà rendere schiavo per schiavo».
«Se gli ha aperto un tumore con un coltello di metallo e ha distrutto il suo occhio dovrà pagare la metà del suo prezzo in argento».
«Se un dottore ha sanato l'osso rotto di un uomo libero o ha guarito la sua carne malata, il paziente darà al dottore cinque sicli d'argento».
«Se è il figlio di un plebeo, gli darà tre sicli d'argento».
«Se è uno schiavo, il padrone dello schiavo darà al dottore due sicli d'argento».
«Se un dottore di buoi o di asini ha curato un bue o un asino per una ferita grave, e lo ha guarito, il proprietario del bue o dell'asino darà al dottore un sesto di un siclo d'argento come compenso».
Si tratta di un documento un po' macabro che attesta l'esistenza di una professione medica regolare e riconosciuta, che 4000 anni fa cercava di praticare almeno un tipo di chirurgia minore, si assumeva le proprie responsabilità legali e operava con un sistema variabile di compensi, regolato dal governo e basato sulla condizione sociale dei pazienti.
L'influenza di questo Codice si estese al di fuori di Babilonia, come dimostrano il Vecchio Testamento e le antiche filosofie giudaiche dell'occhio per occhio, dente per dente'. Abramo, originario di Ur, città-Stato della Mesopotamia, fondò la nazione ebraica all'incirca nello stesso periodo in cui Hammurabi governava Babilonia. Come afferma Sigerist
(7): «Attraverso il Giudaismo, il Cristianesimo e l'Islamismo, le antiche istituzioni della Mesopotamia sono sopravvissute fino a oggi, sia in Occidente sia in Oriente».
Nell'antica Mesopotamia si credeva che l'aria fosse infestata da demoni portatori di malattie, i quali potevano attaccare gli umani nel momento in cui gli dèi, offesi da un peccato commesso dal paziente, smettevano di proteggerlo. Ma anche gli stregoni potevano indurre tali demoni ad agire. Per questi atti di stregoneria il Codice di Hammurabi prevede delle pene e persino la pena di morte.
La divinazione era particolarmente diffusa presso gli abitanti della Mesopotamia e venivano utilizzate diverse tecniche. Il sistema babilonese di interpretazione dei sogni è considerato ancora efficace dai superstiziosi. L'osservazione delle stelle, sebbene venisse fatta a scopi magici anziché scientifici, fece loro acquisire numerose conoscenze di astronomia. Dal momento che il fegato degli animali sacrificati era un'altra fonte di profezie e divinazioni, e i sacerdoti si specializzavano nell'osservazione e nell'esame di tali organi, sono stati ritrovati anche dei modellini in argilla di fegato di pecora straordinariamente precisi.
La divinazione era anche usata per diagnosticare le malattie: i dottori cercavano di individuare quale peccato avesse commesso il paziente, quale dio doveva essere placato e quale demone andava scacciato. La cura consisteva quindi prima di tutto in preghiere e sacrifici di animali agli dèi, poi in esorcismi (recitazione di formule magiche) per scacciare gli spiriti. Spesso questi canti raggiungevano una grande bellezza poetica. Oltre a ciò, venivano usate droghe e pratiche fisioterapiche.
In Mesopotamia la separazione tra medicina e sacerdozio non giunse mai ai livelli raggiunti in Egitto, tuttavia è attestata una certa tendenza in tale direzione. Secondo il famoso libro sulla prognosi, «quando il sacerdote esorcista si reca in casa di un malato...» si può rilevare che all'osservazione dei presagi si sostituisce l'osservazione dei sintomi.
Le anamnesi annotate sulle tavolette di argilla di Babilonia sono meno elaborate, ma simili nello stile e nel contenuto a quelle che si trovano sui papiri egizi, consistendo nella descrizione dei sintomi, nella prognosi e nelle indicazioni sulla cura da seguire. Dai testi incisi sulle tavolette d'argilla è possibile riconoscere alcune condizioni patologiche, come l'emicrania, l'otite media, l'ittero, la pleurite e i calcoli renali.
L'armamentario terapeutico dei medici dell'antica Mesopotamia era molto ricco di droghe, anche se si pensava che esse avessero un valore magico anziché farmacodinamico.
Tra gli elementi identificati nelle ricette mediche babilonesi troviamo lo iosciamo, l'elleboro, la mandragola, l'oppio, la canapa indiana e la belladonna, nonché sostanze minerali e animali. Thompson Campbell
(8) afferma di aver trovato 250 sostanze vegetali e 120 minerali in un 'Erbario Assiro' ricostruito da alcune tavolette scritte in cuneiforme ritrovate nella biblioteca del re Assurbanipal.
Anche in base agli standard moderni, alcune delle terapie prescritte sembrano piuttosto ragionevoli. Ad esempio, il papavero e la mandragola erano utilizzati per alleviare il dolore e indurre il sonno, la senape come revulsivo, l'elatere come lassativo, lo zolfo per la scabbia, la canapa indiana per le nevralgie e la depressione, la belladonna come calmante per alleviare gli spasmi della vescica, la dismenorrea e l'asma.
Come quelle dell'antico Egitto, anche le pratiche mediche della Mesopotamia, e soprattutto le conoscenze relative alle droghe, ebbero senza dubbio una certa influenza sulla medicina della Grecia antica e di conseguenza, anche se indirettamente, sulla moderna pratica medica.
Tuttavia, come sottolinea Ackerknecht, molto più importante fu la forte influenza che Babilonia esercitò sul Giudaismo, trasmettendogli gran parte dei suoi miti, teorie e leggi, compresi i concetti di contagio, isolamento e giorno settimanale di riposo. È proprio dal Giudaismo che la civiltà occidentale ha ereditato tali concetti, che nel corso dei secoli sono stati enormemente importanti nella prevenzione delle malattie.

 

NOTE

1 - A partire dal 5000 a. C., degli uomini scesero dal grande arco di montagne che circondavano la Mesopotamia: cominciarono a coltivare la terra e costruirono dei villaggi. Successivamente altre popolazioni raggiunsero le fertili pianure; tuttavia, non si insediarono stabilmente, ma continuarono una vita nomade. Questa differenza fu all'origine di un profondo contrasto tra le due comunità, quella degli agricoltori e quella dei nomadi, contrasto che fu anche violento e durò alcuni secoli. Poi, con il tempo, le due comunità si amalgamarono: i nomadi si inserirono nella società e appresero il modo di vita e la religione degli agricoltori e da questa unione nacque un nuovo popolo, i Sumeri (con capitale Ur, a 150 miglia a sud di Babilonia), che non furono però l'unico popolo ad abitare la Mesopotamia. L'arrivo e l'affermarsi di altri popoli, come gli Accadi e poi i Babilonesi (con capitale Babilonia, o Babele) e quindi gli Assiri (con capitale Ninive, 300 miglia a nord di Babilonia), ha reso la storia di questa regione estremamente vivace e complessa. La definizione 'mezzaluna fertile' è stata coniata da un archeologo americano, J. H. Breasted, tra XIX e XX secolo. Di per sé la zona a cui si fa riferimento ricorda, solo con molta approssimazione, una mezzaluna. Ma la definizione ha avuto successo, perché lascia intuire il futuro sviluppo in quell'area dell'Islamismo che nella mezzaluna ha il proprio simbolo.

2 - La cronologia sintetica della civiltà mesopotamica è la seguente: - 5000 a.C. circa: primi villaggi neolitici;
- 3000 a.C. circa: nascono le città-Stato dei Sumeri e viene inventata la scrittura;
- 3000-2000 a.C.: affermazione e tramonto di Ebla;
- 2500-1500 a.C.: civiltà urbana nella Valle dell'Indo;
- 2300 a.C.: Sargon crea il primo impero in Mesopotamia;
- XVIII secolo a.C.: Hammurabi fa di Babilonia il centro di un grandeIimpero.

3 - Le città sumeriche non nacquero all'improvviso: il nucleo originario era un villaggio agricolo, che risaliva anche a 5000 anni a.C. Il villaggio lentamente si allargava e nascevano nuovi quartieri, destinati a diverse attività, fino a che, intorno al 3000 a.C., troviamo nella Terra di Sumer una ricca civiltà, caratterizzata dalla presenza di molte città: Ur, Uruk, Eridu, Lagash, Nippur.

4 - Questo grande sovrano estese il potere di Babilonia fino alla Siria e al Mediterraneo, ma volle essere ricordato non solo per le sue conquiste. Si fece rappresentare mentre era a colloquio nientemeno che con il dio del sole, Shamash, e mise queste parole all'inizio del suo codice: «Un uomo oppresso, il quale abbia una causa, deve recarsi dinanzi alla mia statua, la statua del Re del giusto ordine, deve farsi leggere la mia stele scritta e ascoltare le mie parole molto stimabili; la mia stele deve chiarirgli la sua causa, così che egli possa vedere il suo diritto». Il Codice di Hammurabi mette in luce l'intenzione di imporre una sola legge in tutta la Mesopotamia. Questo principio — un solo impero, una sola legge — è davvero una grande novità. In genere la città dominante non si preoccupava di amministrare i territori conquistati; si limitava a pretendere un atto di sottomissione e a riscuotere più o meno periodicamente un tributo (cioè delle tasse). Con il codice di Hammurabi, invece, inizia a delinearsi il progetto di uno Stato unito non solo dalla forza, ma anche da un'unica legge.

5 - I Babilonesi avevano un'usanza assai saggia: portavano i malati sulla piazza e coloro che passando si avvicinavano al malato, si informavano sulla sua malattia e, se per caso qualcuno aveva sofferto lo stesso male o aveva veduto un altro sofferente per la stessa causa, lo consigliava e lo esortava a fare quanto egli stesso aveva fatto o aveva visto fare a un altro per vincere la stessa malattia. E non era permesso ad alcuno di passare oltre in silenzio, senza aver domandato al malato quale male avesse.

6 - Dai modelli di fegato in terracotta trovati in Babilonia si è potuto dedurre che la divinazione era molto diffusa. Il modello di un fegato di pecora — diviso accuratamente in quadrati, ciascuno dei quali aveva al centro un buco per un piuolo di legno — veniva confrontato con il vero fegato di una pecora sacrificata: ogni alterazione della superficie del fegato fresco veniva riportata con cura sul punto corrispondente del modello, nel quale veniva conficcato un piuolo, sicché dal risultato del confronto si potessero trarre auspici. Di simili oracoli si legge anche nella Bibbia: «[...] il Re di Babilonia sta nel bivio [...] per consultare la sorte [...] interroga gli dèi familiari, scruta il fegato d'un animale» (Ezechiele XXI, 26).

7 - H. S. Sigerist, Primitive and Archaic Medicine, New York 1967.

8 - R. Thompson Campbell, Assyrian Medical Text ftom the Originai in the British Museum, London 1923.



 

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