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S. Arcangelo


ANTONIO MOLFESE

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I PRIMI VENTI ANNI DELLE ATTIVITA’ CULTURALI DEL CENTRO REGIONALE LUCANO DELL’ASAS E CENTRO STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE
 

 

TORRE MOLFESE E CULTURA IN BASILICATA

Venti Anni di Convegni al servizio delle classi più deboli. E’ con immenso piacere che raccolgo gli argomenti dei convegni tenuti a S. ARCANGELO dal Centro Studi sulla Popolazione Torre Molfese in questi ultimi 20 anni. La spinta iniziale è stata fornita dall’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, che, tramite il Presidente del tempo Prof Angelo Capparoni, affidò allo scrivente l’incarico di costituire in Basilicata il Centro Regionale Lucano dell’ASAS. Spero di aver compiuto un buon servizio per la collettività, dal momento che l’impegno mentale e finanziario è stato notevole anche se la Regione Basilicata è stata presente come ha potuto. Abbiamo trattato gli argomenti più vari, ma mai ci siamo allontanati dallo spirito che ci ha spinti a creare questa struttura: portare sollievo e sostenere le categorie più deboli. Nella presente pubblicazione saranno riportate le locandine originali dei vari convegni e saranno illustrati in breve gli argomenti trattati, in modo che il lettore possa avere una rapida sintesi delle attività e degli argomenti svolti in questo arco di tempo. A breve pubblicheremo una più ampia sintesi della attività svolte presso la TORRE MOLFESE, che, da un rudere, come era stata ridotta dal tempo e dai vandali, è risorta a centro di nuova cultura per il nostro territorio. Auguriamo alla Torre Molfese ed alle manifestazioni culturali ivi realizzate ancora lunga vita.

ROMA 21/2/2015

 


XX Anniversario-1996-2015 del Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria
Centro Studi sulla Popolazione
Torre Molfese - San Brancato di Sant’Arcangelo (PZ)

XX Anniversario del Centro Regionale Lucano


Sono passati venti anni da quando, nella Torre Molfese restaurata, si è insediato il Centro Regionale Lucano (1996) e si è cominciato a parlare di salute, benessere e migliori condizioni di vita. Infatti, con l’istituzione del centro, emanazione dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria con sede a Roma Lungotevere in Sassia n.3, antico e prestigioso ente morale, i temi affrontati durante questo arco di tempo hanno riguardato gli anziani, i giovani e il problema dell’alcool, i prodotti alimentari tipici della Regione Basilicata, la sicurezza stradale, la medicina popolare, l’alimentazione naturale quale fonte di benessere e infine le malattie prevalenti sul territorio. Sono tutti argomenti interessanti ed attuali, che hanno rappresentato per il Centro Studi sulla Popolazione un banco di prova non indifferente, affrontati con competenza e professionalità anche grazie alla partecipazione di qualificati relatori italiani e stranieri. La Torre, sede del centro in questi venti anni, ha mostrato il meglio di se stessa, in quanto, di notte, con la sua illuminazione quasi surreale, è stata paragonata ad una candela in un bosco, di giorno svetta tra ulivi e viti ed ha permesso ai numerosi visitatori di ritrovare immagini, documenti e foto che erano quasi scomparsi dalla loro memoria. Le numerose foto esposte, che ogni anno aumentano, hanno rappresentato scorci di panorama (attraverso le cartoline d’epoca), attrezzi agricoli (ormai non più usati e quindi reperti da museo), ricordi dell’emigrazione (molto attiva nella nostra zona), la riforma agraria ed alcuni avvenimenti importanti della nostra regione. I venti anni di attività sono solo l’inizio di una vita più lunga del Centro Regionale Lucano, che auguriamo quanto quello della Torre, costruita ben cinque secoli orsono a difesa del Monastero di S. Maria D’Orsoleo. La cappella votiva della Santa Croce, annessa alla torre, rappresenta poi un punto d’incontro e di raccoglimento, ma anche un esempio unico di cappella extra moenia restaurata, riconsacrata e dislocata sul ridente paesaggio.
 


Elenco attività svolte dal centro regionale lucano nei venti anni di attività (1996)
Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria - Centro Studi sulla Popolazione, Torre Molfese - San Brancato di Sant’Arcangelo (PZ)

Il Centro Regionale Lucano è una emanazione dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria di Roma A livello regionale il Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria si prefigge, di effettuare ricerche sul territorio, sulle modificazioni che avvengono nella popolazione ed in particolare sulla condizione:

- dei giovani, per quanto riguarda abitudini alimentari, uso di sostanze eccitanti ed inebrianti, alcol compreso, disagio giovanile, educazione scolastica ed inserimento nel mondo del lavoro.

- degli emigranti e delle loro famiglie in terra straniera, nonché dei gruppi familiari rimasti nel paese di origine, per individuare le cause del disagio e dei loro bisogni.

- degli anziani, per ciò che riguarda il numero, lo stato di salute, la situazione abitativa, i bisogni primari per il miglioramento della loro condizione di vita nel nucleo familiare.

- delle persone in situazione di handicap, per promuovere iniziative tese a soddisfare i bisogni loro e delle loro famiglie, a rimuovere, anche come supporto alle autorità preposte, gli ostacoli di ordine materiale, economico, sociale e culturale, che di fatto limitano il pieno rispetto delle dignità umana Si intende quindi operare per contribuire al processo di soluzione dei problemi e di educazione, nel corso del quale si dovrà portare una persona disabile a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, con la minor restrizione possibile delle sue scelte operative, pur nell’ambito della limitazione della sua menomazione.

Il Centro Regionale Lucano si ripropone anche di ricercare sul territorio pratiche di medicina popolare (mediante l’utilizzo delle piante officinali autoctone), tramandate oralmente e che rappresentavano un tempo le sole pratiche che il popolo si poteva concedere dato l’alto costo della medicina ufficiale.
La sede del Centro Regionale Lucano è situata in una torre del XVI secolo restaurata – TORRE MOLFESE San Brancato di Sant’Arcangelo - diretto dal Prof. Dott. Antonio Molfese.
 


Si elencano i convegni che sono stati tenuti dall’inizio dell’attività che è avvenuta l’11 maggio 1996:

Torre Molfese 11 maggio 1996: Convegno “Il futuro dell'anziano in Basilicata alla soglia del terzo millennio. Prospettive nazionali e locali”.

Torre Molfese 22 maggio 1998: Convegno “I giovani, gli adulti e l’alcool. Prima indagine conoscitiva nella Regione Basilicata, realizzata dalla Doxa per l’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool”.

Torre Molfese – Monastero Santa Maria di Orsoleo 7 settembre 1999, Convegno “Proposte operative per il migliore utilizzo del complesso di Santa Maria di Orsoleo: Museo archeologico e scuola di restauro”.

Torre Molfese 20 maggio 2000 “Educazione alla Salute e alla Sicurezza nella Scuola”

Torre Molfese Convegno 21 maggio 2001: “Salute e natura – Piante Officinali e prodotti naturali nella Medicina Popolare di Basilicata…….”.

Torre Molfese Convegno 11 maggio 2002: “Telemedicina e Teleformazione Nell’assistenza e Cura di Soggetti Non Autosufficienti”.

Torre Molfese Convegno 17 maggio 2003: “Dieta Mediterranea e Salute la Specificità dei Prodotti Lucani”

Torre Molfese Convegno 22 maggio 2004: “ Terza Età… e Oltre una Esistenza Migliore ad Ogni Età della Vita”

Torre Molfese Convegno 21 maggio 2005: “Malattie Prevalenti sul Territorio. Stili di Vita, Prevenzione e Cura” Torre Molfese. Convegno 20 maggio 2006: “Malattie Prevalenti nell’agricoltura moderna”.

Torre Molfese Convegno 26 maggio 2007: “Inquinamento ambientale e danni alla salute umana”.

Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 17 maggio 2008: “Realizzazione di un centro di monitoraggio dell’inquinamento ambientale sul Monte Pollino (acquisizione e studio dei dati, obiettivi da raggiungere a breve e lungo termine e gestione del centro)”.

Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 23 maggio 2009: “SPORT E SALUTE” Mens sana in corpore sano”

Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 29 maggio 2010: “L’ anziano in famiglia: l’ assistenza sanitaria integrata sul territorio. Un’ esistenza migliore ad ogni età della vita”.

Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 28 maggio 2011: “L’incidenza dei tumori sul territorio in Basilicata . Quale prevenzione e cura?”.

Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 26 maggio 2012: “L’emigrazione a 150 anni dall’unità d’Italia. Dalla Basilicata sotto tutti i cieli”.

Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 25 maggio 2013: ”Malattia e famiglia. Le associazioni di volontariato a sostegno della vita. Realtà presente ed operante in Italia e all’estero”.

Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 31 Maggio 2014: “Malattia e famiglia. Le associazioni di volontariato a sostegno della vita. Realtà presente ed operante in Italia e all’estero”.

Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 30 Maggio 2015: “Malattia e famiglia le associazioni di volontariato a sostegno della vita in italia e all’estero. L’importanza dei centri di ascolto”.
 


ACCADEMIA DI STORIA DELL'ARTE SANITARIA
CENTRO REGIONALE LUCANO

TORRE MOLFESE - CONTRADA MEDERICO
S. BRANCATO DI S. ARCANGELO (POTENZA)

L'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria, fondata il 22 aprile 1920 ed eretta ad Ente Morale con R.D il 14 Maggio 1922, ha sede a Roma, nei locali del Museo Nazionale di Storia dell'Arte Sanitaria, al Lungotevere in Sassia n.3. Suo fine è la diffusione e l'incremento degli studi di arte sanitaria, in tutti i suoi aspetti e rapporti. Il suo statuto iniziale, approvato con R.D nel 1934, è stato modificato con D.P.R il 12 Novembre 1987. Sono suoi Enti Fondatori e Membri permanenti del Consiglio di reggenza: Ministero della Sanità, Ministero per i Beni culturali ed ambientali, Ministero della Pubblica Istruzione, Ministero per l'Università e la Ricerca scientifica e tecnologica, Ispettorati di sanità del Ministero della Difesa, Sovrano Militare Ordine di Malta, Croce Rossa Italiana, Ordine dei SS Maurizio e Lazzaro, Comune di Roma. L'Accademia é sotto la tutela e la vigilanza del Ministero per i Beni culturali ed ambientali in quanto dalla stessa dipende il MUSEO STORICO NAZIONALE DELL'ARTE SANITARIA.
Le finalità dell'Accademia sono: la gestione e l'arricchimento del Museo Storico Nazionale dell'Arte Sanitaria, della Biblioteca e dell'Archivio, la diffusione e l'incremento degli Studi di Arte Sanitaria, in tutti i suoi aspetti e rapporti, l'attività divulgativa e la pubblicazione periodica di Atti e Memorie; i Concorsi a premio. L'attività didattica principale è costituita da Masters post-universitari, organizzati dall'Accademia in collaborazione con docenti universitari; inoltre, in quanto polo didattico riconosciuto dalla Federazione degli Ordini dei Medici, l'Accademia svolge anche corsi di aggiornamento obbligatori per medici specialisti.
L'Accademia ha sede in Roma ed è divisa in due sezioni: una di scienze storicosanitarie e l'altra di scienze storico-biologiche. L'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria è retta da una Giunta Esecutiva e da un Consiglio di Reggenza. Il Corpo accademico é composto da 150 Membri, accademici a vita, divisi in due classi, nominati per decreto dell'Ente tutore su proposta dell'Assemblea Generale.
L'Accademia opera sul territorio nazionale attraverso i suoi Centri regionali ed interregionali. Essi esplicano, come stabilito dallo statuto istitutivo, anche attività di didattica con la realizzazione di corsi post-universitari di perfezionamento e specializzazione, seminari di aggiornamento e corsi di formazione.
Il Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria è ubicato presso la Torre Molfese – Contrada Mederico, San Brancato di Sant’Arcangelo (PZ). Nelle pagine seguenti illustreremo la storia del centro che opera in Basilicata.
 


ANNO 1996

Il Centro Regionale Lucano ha iniziato la propria attività l’11 maggio 1996, organizzando un Convegno: “Il futuro dell'anziano in Basilicata alla soglia del terzo millennio. Prospettive nazionali e locali”, che ha trattato il problema degli anziani in Basilicata ed al quale hanno partecipato numerose personalità e studiosi della materia.
Nei paesi industrializzati, e in particolare in Europa, si assiste ad un aumento progressivo dell'età media della popolazione e della percentuale degli ultrasessantenni; tale fenomeno ha avuto un andamento costantemente crescente negli ultimi trent'anni e si prevede che il problema degli anziani diventerà di sempre maggiore importanza, sia da un punto di vista demografico sia per le implicazioni di carattere socio-sanitario. In alcune regioni italiane appare costante l'incremento degli anziani ed è evidente la carenza di strutture sanitarie specificamente rivolte all'anziano; nasce pertanto l'esigenza di una programmazione socio-sanitaria in grado di rispondere alle necessità della popolazione anziana in crescente aumento. Appare di fondamentale importanza intervenire sul piano della prevenzione, attraverso l'utilizzo di moderne tecniche informatiche, per valutare lo stato di salute dei cittadini in fase presenile e senile, al fine di perseguire un miglioramento della qualità di vita ed una riduzione dei rischi di malattia.
La cura della persona anziana spesso non può portare alla guarigione, proprio per le caratteristiche della patologia che più frequentemente la colpisce (patologia degenerativa e neoplastica), e lo scopo della medicina generale, specie di quella geriatrica, deve però essere sempre quello di realizzare, mantenere e recuperare la migliore qualità di vita possibile e l’autosufficienza, che sono strettamente correlate. Nessun governo, anche se con mezzi finanziari disponibili, è in grado di provvedere completamente alla soddisfazione delle esigenze degli anziani sia sul piano economico che sul piano morale; occorre una fattiva collaborazione da parte di tutti i cittadini e soprattutto delle famiglie. Numerosi e vari sono gli orientamenti circa il problema dell'assistenza agli anziani in relazione allo stato fisico e psichico del soggetto da curare, ma ciò che è più importante da risolvere è la conoscenza dettagliata del problema sul territorio circa l'entità numerica, ma soprattutto sulla qualità dei bisogni, che, per quanto possibile, debbono essere orientati verso una particolare epoca della vita, la vecchiaia, che è la più difficile da vivere.

Al convegno ha partecipato:
il PROF. AMADUCCI, CAPO PROGETTO FINALIZZATO INVECCHIAMENTO DEL CNR
il PROF. GIUSEPPE NAPPI, DIRETTORE DELLA CLINICA NEUROLOGICA DELL’UNIVERSITÀ DI PAVIA.
il DOTTOR TEODOSIO VERTONE, COORDINATORE DIPARTIMENTO SICUREZZA DELLA REGIONE BASILICATA,
il DOTTOR BIAGIO GERARDI DELLA ASL N. 2
il DOTTOR GERARDO CALVELLO, DIRETTORE CENTRO ELABORAZIONE DATI DELLA REGIONE BASILICATA.
il DOTTOR DECIO SCARDACCIONE, DOTTORE COMMERCIALISTA

È stato inaugurato il Centro per lo Studio dell’Invecchiamento posto nella Torre Molfese.
Il Centro si è prefissato anche nell'ambito dell'attività di ricerca e di studio, di realizzare una prima analisi del problema dell'emigrazione da S. Arcangelo, piccolo paese agricolo, verso l'America Latina a partire dal 1936. Questo studio, che è in fase di pubblicazione, è nato come supporto al Progetto Colombo 2000, che, ideato dal Prof. Giuseppe Nappi dell'Università di Pavia, viene condotto nelle regioni di Basilicata, Calabria, Lombardia e Molise, oltre che in Argentina (Buenos Ayres, La Plata, Cordoba,). Esso si prefigge di studiare la malattia di Alzheimer; la malattia di Parkinson; Corea di Huntington; le Psicosi affettive cicliche; la Cefalea a grappolo; la Sindrome premestruale, e di valutare se contesti sociali, culturali, economici, ambientali e geografici diversi in popolazioni geneticamente omogenee, italiane ed argentine, possano spiegare eventuali differenze nell'occorrenza di tali patologie. La valutazione delle potenziali interazioni fra genetica e ambiente è un argomento di ricerca che ha avuto negli ultimi anni un formidabile impulso dallo sviluppo della biologia molecolare e può trovare nella realtà Argentina uno straordinario laboratorio naturale. Infatti, sul territorio argentino è presente una consistente comunità di emigrati italiani, che presentano un patrimonio genetico identico a quello delle popolazioni di provenienza. La malattia può essere considerata come un processo a genesi multifattoriale, risultante dal complesso combinarsi di fattori genetici e fattori ambientali; numerose sono le evidenze circa la validità di questo paradigma, ma poco noto e' il peso dei due fattori nel determinismo di quelle malattie che non hanno una chiara impronta genetica o ambientale. Le popolazioni di emigrati Italiani in Argentina presentano una predisposizione genetica uguale a quella delle popolazioni italiane di origine, ma sono state esposte ad insulti ambientali profondamente diversi; in queste popolazioni ci si attende pertanto che ogni variazione di occorrenza delle malattie considerate sia una spia dell'importanza di fattori ambientali come causa di quella malattia.

In occasione del convegno sugli anziani è stata coniata, in ricordo della manifestazione, dalla Zecca Italiana una medaglia ed è stato distribuito un decalogo a tutti gli anziani che vi hanno partecipato.

 

CENTRO PER LO STUDIO DELL’INVECCHIAMENTO E PER MIGLIORARE LA CONDIZIONE DELL’ANZIANO IN BASILICATA
TORRE MOLFESE – SAN BRANCATO DI SANT’ARCANGELO (PZ)
11 MAGGIO 1996
DECALOGO DEI DIRITTI FONDAMENTALI DEGLI ANZIANI

1 Diritto alla riverenza: vedete negli anziani il simbolo della grandezza e della continuità della vita umana e dedicate ad essi affetto e riverenza per quanto hanno fatto per il benessere e il progresso della società. In essi onorate quel valore che avete già riconosciuto ai vostri genitori, e che un giorno vorrete attribuito a voi medesimi da parte dei vostri figli.

2 Diritto alla sicurezza sociale: cooperate ai programmi e agli sforzi per assicurare agli anziani i mezzi indispensabili per l’esistenza, per migliorare le loro condizioni e per assecondare il processo di un felice allungamento della vita terrena; create intorno agli anziani un ambiente di tepore e di soddisfazione che coroni la gioia degli anni trascorsi. Ove occorra, supplite con la vostra forza a quella affievolita degli anziani nella salvaguardia dei loro interessi.

3 Diritto al benessere fisico: ponete gli anziani in grado di restare in uno stato di sufficienza fisica finché è possibile e più a lungo possibile ed apprestate le cure necessarie, anche di carattere preventivo, per curare le forme morbose comuni alle altre classi di età e quelle tipiche della vecchiaia.

4 Diritto alla riabilitazione: stimolate e aiutate gli anziani, quando sia possibile, a uscire dallo stato di menomazione e di inferiorità, nel quale essi siano venuti a trovarsi per cause fisiche, psichiche o morali, e a recuperare capacità e dignità ripristinando per essi condizioni normali o quasi normali di vita.

5 Diritto all’affetto e alla comprensione: attribuite grande importanza al carattere dei vecchi e cercate con tutti i mezzi a vostra disposizione, di affinarlo ed evolverlo giacché in quei vecchi, in cui si trova dignità, gentilezza e cultura, non par grave la vecchiaia, mentre un carattere bisbetico e rozzo rende incresciosa questa come ogni altra parte della vita. Non dimenticate che il vecchio se è amato, ama, se è compreso, comprende, ma se è negletto, trascura, se è odiato, odia.

6 Diritto alla decorosa abitazione: soddisfate il bisogno vivissimo di ogni anziano di non perdere la propria libertà di ambiente, particolarmente di conservare una soddisfacente abitazione. Ove non sia possibile per l’anziano disporre di un’abitazione indipendente, oppure permanere presso i propri familiari, apprestate per essi un asilo decoroso che serbi nella sua struttura i pregi del carattere familiare.

7 Diritto all’attività: l’anziano, con il suo sapere e la sua esperienza, può far ancora molto per il bene comune: non sciupate questa fonte di ricchezza e non lasciate intristire l’anziano nell’inutilità.

8 Diritto alla ricreazione: date modo all’anziano, entro i limiti delle sue possibilità, di partecipare alla vita intellettuale, spirituale e ricreativa della comunità come diritto di ogni cittadino.

9 Diritto alla coesione familiare: salvaguardate la coesione dei rapporti familiari e particolarmente favorite l’intesa fra gli anziani coniugi e fra essi e i loro discendenti.

10 Diritto alla preghiera: considerate l’anziano una creatura che si sta avvicinando al giudizio di Dio, favorite la sua preghiera che dà ali all’anima e rinvigorite in lui la fede nei valori eterni della vita.
 


ANNO 1998

CONVEGNO SU "I GIOVANI GLI ADULTI E L'ALCOOL" PRIMA INDAGINE CONOSCITIVA NELLA REGIONE BASILICATA REALIZZATA DALLA DOXA PER L'OSSERVATORIO PERMANENTE SUI GIOVANI E L'ALCOOL.

CENTRO LUCANO DELL'ACCADEMIA DI STORIA DELL'ARTE SANITARIA,

TORRE MOLFESE S. BRANCATO DI S. ARCANGELO (PZ).

Si è tenuto il 22 Maggio 1998 presso l'aula magna del Liceo Scientifico di S. Arcangelo (PZ) il Convegno su "I Giovani gli Adulti e l'Alcool" Prima Indagine Conoscitiva nella regione Basilicata realizzata dalla DOXA per l'Osservatorio Permanente sui Giovani e l'Alcool. Il convegno è stato organizzato per valorizzare il Centro Lucano dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria ubicato presso la Torre Molfese San Brancato di S. Arcangelo (PZ). La scelta è stata opportuna per il fatto che S. Arcangelo è situato nella media valle dell'Agri al confine tra Potenza e Matera, dove la nuova istituzione potrà arrecare enormi benefici al territorio, dal momento che potrà contribuire nel promuovere - iniziative culturali (come la istituzione di un museo archeologico e di una scuola di restauro annessa), - valorizzazione turistica (inserendo il monumento nel percorso turistico ruderi della Cavallerizza, Torre Molfese, Monastero di Orsoleo) - formazione culturale, specie dei giovani in attesa di prima occupazione.
I lavori, come da programma, sono stati aperti dal Prof. Antonio Molfese, Consigliere del Ministero della Sanità e Presidente della Pro Loco, il quale, dopo i ringraziamenti di rito, ha illustrato l'importanza assunta da questa indagine, che è la prima che la DOXA ha realizzato in Basilicata e che ha permesso di affrontare il problema dell'alcolismo, sottostimato nella regione, per i danni che può provocare nella popolazione.
Ha affermato poi che l'alcolismo dal punto di vista medico-sociale può definirsi quella forma di assunzione di bevande alcoliche eccedente il consumo quotidiano alimentare o superante il quadro delle abitudini sociali dell'insieme della collettività considerata; in Europa, come in Italia ed in Basilicata in particolare, il problema dell'abuso di bevande alcoliche ha assunto proporzioni allarmanti per i rischi di cui è causa. La constatazione poi del diffondersi dell'alcolismo a classi prima esenti, quali quella femminile (le casalinghe e le giovanissime), costituisce un motivo di enorme preoccupazione. La diffusione sempre maggiore dell'uso di alcol contenuto nelle bevande alcoliche fa rilevare come determinate persone possano acquisire verso la sostanza stessa tolleranza ed assuefazione, con conseguenti disturbi fisici e psichici, ed andare incontro anche ad un rischio acuto (incidenti stradali, incidenti sul lavoro) e/o cronico (malattie alcool- correlate), che può interessare alcune fasce di popolazione, specie i giovani e gli anziani.


Ha preso poi la parola:

Il PROF. GIANNI IACOVELLI, VICE PRESIDENTE DELL'ACCADEMIA DI STORIA DELL'ARTE SANITARIA, il quale facendo riferimento alle indagini già avviate dal Centro Pugliese dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria ha posto l'accento sul problema del consumo delle bevande alcoliche, che anche in Puglia ha mostrato un aumento per alcune categorie come le casalinghe e i giovani, specie per le patologie alcol- correlate.

Il DOTT. VITA IN RAPPRESENTANZA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA, il quale ha manifestato la disponibilità degli organi regionali ad approfondire il problema dell'alcolismo sulla base delle indicazioni che verranno dall'indagine DOXA eseguita in Basilicata. In particolare ha ribadito che la regione sta portando sul territorio una politica per contenere i danni prodotti dall'abuso di bevande alcoliche che prevede l’istituzione di particolari strutture che debbono seguire le persone che abusano di alcool.

Il DOTT. ROSSI, SEGRETARIO DELL'OSSERVATORIO PERMANENTE SUI GIOVANI E L'ALCOOL DI ROMA, che ha puntualizzato e fatto un'analisi dettagliata dei risultati dell'indagine, mettendo in evidenza che la tendenza dei giovani lucani è orientata più verso gli aperitivi che verso il vino e la bevanda più consumata è la birra soprattutto in compagnia. Il vino si conferma bevanda a consumo prevalentemente domestico mentre gli aperitivi si bevono al bar. L'atteggiamento dei lucani rispetto alle bevande alcoliche è duplice: da una parte è forte la convinzione che l'alcool in generale sia sempre e comunque dannoso, che bere molto equivale a drogarsi e che chi beve alcolici ha maggiori problemi nello studio e nel lavoro e rischia di diventare violento.

Il PROF. BUTTOLO, il quale ha portato l'esperienza da psichiatra del problema dell'alcolismo nel nord- est della nazione e ha messo in evidenza che solo di recente il Ministero della Sanità ha pubblicato le “linee di indirizzo per la prevenzione, la cura, il reinserimento sociale ed il rilevamento epidemiologico in materia di alcol dipendenza”. In particolare il decreto ha previsto un intervento: a) a livello regionale, che prevede la raccolta dei dati sui soggetti con problemi e patologie alcol-correlate, la loro prevenzione, cura e riabilitazione e l’aggiornamento degli operatori sanitari; b) a livello locale, che prevede la formazione di équipe per l’alcol-dipendenza, che operi sul territorio, attuando programmi terapeutici individuali multidisciplinari ed interventi socio riabilitativi.

IL DOTT. VITO DE FILIPPO L'ASSESSORE ALL'AGRICOLTURA DELLA REGIONE BASILICATA, il quale ha confermato l'interesse del suo assessorato al problema pur rendendosi conto che, mentre da una parte è bene che non vi sia da parte della popolazione l'abuso di bevande alcoliche, pur tuttavia essendo la Basilicata una delle maggiori produttrici di vino si trova a dover fare i conti anche con i produttori, i quali debbono utilizzare al meglio la produzione. Con l’industrializzazione dei processi di fabbricazione delle bevande alcoliche a medio contenuto di alcol e dei superalcolici si è avuta un’enorme disponibilità in tutte le parti del mondo, condizione che ha contribuito non poco alla loro diffusione.

IL MONSIGNOR ANTONIO SILVESTRELLI PRESIDENTE DELLA FISPA, il quale ha affermato che le misure relative alla cura delle persone riconosciute dedite ad abuso di bevande alcoliche e quindi considerate alcolisti sono ispirate al principio che lo stato deve attivamente intervenire per limitare i danni provocati dall’abuso di tali sostanze. Bisogna per questi soggetti intervenire per prevenire l'abuso di bevande alcoliche mediante una prevenzione che può essere primaria, secondaria e terziaria; è verso la prevenzione terziaria, la riabilitazione ed il reinserimento che bisogna rivolgere gli sforzi; in campo alcologico, la riabilitazione ed il reinserimento possono essere assunti come una tappa preventiva importante. Dovrebbero essere previste al più presto delle strutture pubbliche, territoriali, in grado di fornire adeguate prestazioni di trattamento, riabilitazione e reinserimento sociale dei soggetti portatori di PPAC (patologia prevalentemente alcolica). Tali servizi, in relazione alla genesi multifattoriale dei PPAC, devono essere in grado di occuparsene con il massimo di qualificazione e professionalità nell’ambito di un’attività integrata e multidisciplinare. E' intervenuto poi il Dott. Tramice ed il Prof. Cudemo che, ognuno per proprio conto, hanno illustrato le proprie esperienze fatte in ospedale e nella scuola rispettivamente.
Durante il Convegno è stato dato in omaggio ai partecipanti il volume del Prof. Molfese dal titolo "Alcolismo e guida dell'automobile in Italia e nei paesi Scandinavi", che illustra la ricerca compiuta nella Comunità Europea, rivolta allo studio dell'organizzazione dei servizi di prevenzione, alla valutazione dei metodi di trattamento e cura (assistenza sanitaria e sociale dell'alcolista), nonché alla prevenzione dei danni causati da guida di autoveicoli sotto influenza di bevande alcoliche. L'autore, dopo aver descritto il fenomeno dell'alcolismo in Italia (con particolare riguardo alla guida di autoveicoli in stato d'ebbrezza), ha passato in rassegna il problema e il modo in cui viene vissuto nei paesi scandinavi Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia. Per quanto riguarda questi paesi, oltre ad illustrare l'organizzazione dei servizi di prevenzione e i metodi di trattamento e cura, si è soffermato sui danni causati dalla guida di autoveicoli sotto influenza di bevande alcoliche.
La manifestazione è terminata alla Torre Molfese, dove è stato servito un ricco buffet in un suggestivo paesaggio, con l'omaggio ai relatori di una medaglia in argento raffigurante la Torre coniata appositamente dalla Zecca di Stato.
 


ANNO 1999

Il Convegno organizzato dal Centro Regionale Lucano Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, dalla Pro Loco e dal Comune di Sant' Arcangelo su PROPOSTE OPERATIVE PER IL MIGLIOR UTILIZZO DEL COMPLESSO DI SANTA MARIA DI ORSOLEO: MUSEO ARCHEOLOGICO E SCUOLA DI RESTAURO, si è tenuto il 7 settembre 1999 con lo scopo di vedere realizzato il desiderio della istituzione nel complesso restaurato, di un museo e di una scuola-laboratorio di restauro per i reperti museali messi alla luce sul territorio; tutto ciò per valorizzare nel migliore dei modi le numerose risorse che il nostro territorio ci mette a disposizione. Dal momento che politici illuminati, già molti anni orsono, su consiglio del sovrintendente del tempo, si fecero promotori di una legge (mi riferisco al senatore Coviello), per cui nel complesso monumentale di Orsoleo dopo i necessari lavori fossero istituiti un museo ed una scuola di restauro, e dal momento che la Regione, che ha acquistato la chiesa e gli immobili annessi nonché un’area circostante il complesso monumentale, ha finanziato il restauro (in via di completamento) con la supervisione della sovrintendenza di Potenza e Matera, spetta ora alle autorità locali Comune, Comunità Montana e Pro Loco, di attivarsi per rendere realizzabile ciò che era stato deciso molti anni prima. Oggi il restauro è in via di completamento, e dal momento che le parti già restaurate soffrono di nuovo di "mancanza d'uso" (mi riferisco alla chiesa che dovrebbe almeno una volta alla settimana essere aperta e in cui alla Domenica essere celebrata la Santa Messa) è tempo che si concretizzi con le risorse che abbiamo la realizzazione al più presto per il restaurato monumento di ciò per il quale era stato predestinato. L’istituzione di un museo delle genti italiche potrebbe essere inserito in un percorso turistico locale che, partendo dai "muri dei giardini" ( mi riferisco ai ruderi esistenti sulla sponda destra del fiume Agri, immensa dimora costruita da Eligio Della Marra pare da parte di architetti francesi, conosciuto come "viridario" di Sant' Arcangelo, e alla quale era annessa una "carriera", dove venivano allenati cavalli facenti parte di una razza speciale, della quale non è stato tramandato nulla o quasi nulla), passando attraverso la Torre Molfese del XVI secolo con annessa cappella votiva, entrambe restaurate, giunge a Orsoleo, situato su una collina che domina la valle del fiume Agri, ma visibile anche dalla valle del fiume Sinni.
Porta patens esto nulli claudatur honesto (Questa porta è sempre aperta alle persone oneste).

Al Convegno hanno partecipato:
IL PROF. ANTONIO MOLFESE E LA SIGNORA ELVIRA D’ALESSANDRO DELLA PRO LOCO SANT’ARCANGELO
L’AVVOCATO TERESA TEDESCO, SINDACO DEL COMUNE DI SANT’ARCANGELO
l’ARCHITETTO MICHELE SPAZIANTE, BENI AMBIENTALI E ARCHITETTONICI DI POTENZA
IL PROFESSOR ROMUALDO COVIELLO, SENATORE DELLA REPUBBLICA
IL PROFESSOR GIOVANNI BULFARO, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA
PROFESSOR ANTONINO MONTELEONE, SENATORE DELLA REPUBBLICA
IL DOTTOR VITO DE FILIPPO, ASSESSORE ALLA AGRICOLTURA

La realizzazione di un museo permetterà di valorizzare i numerosi reperti ritrovati nelle nostre contrade e disseminati nei musei vicini e molte volte non esposti per mancanza di spazio o perché non restaurati, mentre la scuola-laboratorio di restauro concepita secondo le direttive dell' Unione Europea permetterà a docenti e ad alunni provenienti dall'Europa, ma anche da altri continenti (America del Nord e America Latina), di rendere viva l'istituzione per il continuo ricambio di persone e di idee che si avrebbe.
A questo proposito il "progetto Raffaello", di recente finanziato, che prevede di sostenere i progetti di cooperazione per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale europeo anche per i prossimi anni, potrà contribuire in associazione con la regione Basilicata, il Comune, la Comunità Montana e la Pro Loco a portare a termine un’azione congiunta per valorizzare i beni culturali già esistenti, quelli possibili anche mediante la realizzazione di progetti speciali per la riqualificazione della immagine del proprio artigianato anche artistico, un tempo spontaneamente presente sul territorio ed ora quasi scomparso.
Al nuovo millennio l'Italia arriva con un problema non risolto: l' integrazione delle aree meridionali (compresa la Basilicata) con il resto del paese; dovendo contare sempre più sulle proprie potenzialità per ridurre le distanze, l' unica via percorribile è quella del turismo, dal momento che le enormi ricchezze del sottosuolo non hanno apportato alcun beneficio al territorio, per il fatto che i soggetti interessati alla soluzione del problema si sono e si stanno comportando come i capponi di Renzo di manzoniana memoria.
 


ANNO 2000

CENTRO REGIONALE LUCANO
DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA
CONVEGNO “EDUCAZIONE ALLA SALUTE E ALLA SICUREZZA NELLA
SCUOLA” – TORRE MOLFESE – S. BRANCATO DI SANT’ARCANGELO (PZ)
20 MAGGIO 2000

Organizzato dal Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria e dalla Pro Loco di Sant’Arcangelo, si è tenuto il 20 maggio 2000 presso l’aula magna del Liceo Scientifico di Sant’Arcangelo il convegno che è stato aperto dal Preside Prof. Francesco Damiano, il quale ha ringraziato il Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, che annualmente organizza riunioni su argomenti di attualità: quest’anno è toccato alla educazione alla salute e alla sicurezza nella scuola.
Il Prof. Antonio Molfese, Direttore del Centro Regionale Lucano, dopo i ringraziamenti alle autorità, alle persone presenti al convegno e agli Enti che hanno patrocinato e reso possibile la manifestazione, tra cui il Consiglio Regionale di Basilicata, l’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria di Roma, l’Ordine dei Medici della provincia di Potenza e di Matera, l’Automobil Club di Potenza e di Matera ed i componenti del Consiglio della Pro Loco, ha illustrato il tema del convegno.
L'educazione sanitaria della popolazione, specie degli alunni delle scuole, è il primo obiettivo che si è posto il Servizio Sanitario Nazionale; si ritiene che solo attraverso un’intensificazione dell'informazione ed una modifica di alcuni comportamenti negativi per la salute (fumo, alcol, droga e psicofarmaci), possano essere attuate forme di prevenzione ed evitate molte malattie croniche ad andamento degenerativo, che incidono notevolmente sul bilancio sanitario. Si tratta di mettere ciascuna persona di fronte alla responsabilità che ha nei confronti della propria salute e della propria sicurezza; oggi l'educazione alla salute ed alla sicurezza, specie nella scuola, punta sempre alla modificazione consapevole degli atteggiamenti negativi. Se è ben vero che difficilmente si riesce a modificare un comportamento sull'individuo isolato, a meno che questi non sia altamente motivato, migliori risultati si ottengono utilizzando le tecniche di gruppo; all'inizio del terzo millennio l'educazione alla salute e alla sicurezza nella scuola, modulata per fasce di età, servirà a rendere l'individuo consapevole che la salute è un bene prezioso, che deve essere difesa quando esiste a tutte le età e non ricercarla quando è scomparsa. Nell'ambito degli interventi informativi ed educativi del Ministero della Pubblica Istruzione, la Legge 26 giugno 1990, n° 162, detta le norme circa le attività di educazione alla salute e di prevenzione delle tossicodipendenze; il Ministero inoltre promuove e coordina le attività di educazione e di informazione sui danni derivanti dall'alcolismo, dal tabagismo, dall'uso delle sostanze stupefacenti e psicotrope, nonché sulle patologie correlate. Il Ministero della Pubblica Istruzione assegna, annualmente ai Provveditorati agli Studi, fondi per le attività di educazione alla salute e questi ultimi, d'intesa con i Consigli d'Istituto e con i servizi pubblici per l'assistenza socio-sanitaria ai tossicodipendenti, dovrebbero istituire Centri di Informazione e Consulenza rivolti agli studenti delle scuole secondarie superiori; la partecipazione attiva degli studenti può poi favorevolmente condizionare la realizzazione di iniziative nell'ambito dell'istituto con la collaborazione del personale docente che abbia dichiarato la propria disponibilità. La civiltà moderna, apparentemente così ricca di comodità e di benessere, nasconde delle notevoli insidie per la salute dell'uomo e della donna adulti; sono insidie che generalmente dipendono dal nostro stesso modo di vivere. L'uomo di oggi, non è un mistero, si concede troppi alcolici, fuma troppo (anche se non mancano certo i rapporti scientifici sulla dannosità del tabacco) e beve troppo caffè; e su questa strada lo sta seguendo anche la donna, diventata accanita fumatrice e consumatrice di bevande alcoliche, come denunciano chiaramente le statistiche. Tra le insidie più tremende della civiltà non è possibile dimenticare quella della droga, un flagello che interessa praticamente tutto il mondo e che giornalmente miete le sue vittime, particolarmente tra le persone giovani. Le insidie della civiltà, in poche parole, racchiuse soprattutto nelle cattive abitudini quotidiane dell'umanità (e fra queste bisogna anche considerare l'uso di psicofarmaci) conducono ad un'altra, e non certo minore, insidia, che è una delle più salienti caratteristiche di questo secolo: la sfrenata, massiccia motorizzazione. Oggi moltissimi hanno l'automobile, tutti o quasi tutti aspirano a possederla, ma essa incide negativamente sulla salute perché limita il movimento e l'attività fisica e soprattutto perché è alla base di quella che è stata definita una delle maggiori malattie di questi tempi: l’infortunistica da incidenti della strada.

La PROF.SSA TUCCI DOCENTE E REFERENTE PER L’EDUCAZIONE ALLA SALUTE DEL LICEO CLASSICO “PLAUTO” DI ROMA, ha parlato sull’esperienza di educazione alla salute ed alla sicurezza nella scuola e sugli sforzi da fare per modificare i comportamenti negativi degli alunni presi singolarmente così come in gruppo ed ha portato l’esperienza di un liceo romano.

Il DOTT. FRANCESCO SOLIMENA, DIRETTORE DELL’AUTOMOBIL CLUB DI POTENZA, ha parlato dell’educazione alla sicurezza specie dei giovani nuovi patentati ed ha accennato al PROGETTO PILOTA DI INSEGNAMENTO DELLE NORME DI PRIMO SOCCORSO PREPARATORIO AL CONSEGUIMENTO DELLA PATENTE DI GUIDA DELL'AUTOMOBILE, DA METTERE IN ATTO IN CASO DI INCIDENTE STRADALE (DIRETTIVA CEE 1263/80).

Il DOTT. LUIGI DE TRANA, PRIMARIO DI ANESTESIA E RIANIMAZIONE DELL’AZIENDA OSPEDALIERA S. CARLO DI POTENZA, ha parlato della necessità di prendersi bene cura del paziente traumatizzato per evitare che soccorsi, intempestivi e mal condotti, possono portare enorme danno al traumatizzato ed ha ribadito anche il concetto che le morti evitabili sono quelle per le quali nella prima ora dall’accadimento dell’evento sono state messe in atto misure idonee e tempestive per soccorrere il traumatizzato.

La DOTT.SSA MARIA MANDIA, ASL 2 di SALERNO, ha illustrato, tramite uno scritto, l’educazione alla salute motoria per contenere i paramorfismi e i dismorfismi, ed ha trattato delle posizioni errate assunte dagli alunni nei banchi di scuola, dall’eccessivo peso dei libri trasportati, dall’insufficiente movimento che provoca unitamente alla cattiva alimentazione un eccesso di peso, che molto spesso si tramuta in obesità.
Inaspettatamente, ma molto ben accolta, è intervenuta la PROF.SSA LUIGIA MELILLO, PRESIDENTE DELL’IRSSAE BASILICATA E DIRETTRICE DEL CENTRO REGIONALE CAMPANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA, la quale ha portato il suo saluto al convegno esprimendo lodi al tema scelto, dal momento che l’educazione alla salute ed alla sicurezza nella scuola è un importante tema da trattare continuamente aggiornandolo alle necessità dei tempi.

Il DOTTOR VITO DE FILIPPO, ASSESSORE ALLA SOLIDARIETÀ E SICUREZZA SOCIALE, NONCHÉ VICE PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA ha chiuso il Convegno.

Agli oratori al termine del convegno è stata data in omaggio una serigrafia raffigurante la sede del Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, ed è stato offerto a tutti i partecipanti un rinfresco presso la Torre Molfese, torre del XVI secolo, di avvistamento e di protezione del Monastero di Orsoleo, immersa in un incantevole paesaggio di uliveti e vigne.

PROGETTO PILOTA DI INSEGNAMENTO DELLE NORME DI PRIMO SOCCORSO PREPARATORIO AL CONSEGUIMENTO DELLA PATENTE DI GUIDA DELL'AUTOMOBILE. DA METTERE IN ATTO IN CASO DI INCIDENTE STRADALE (DIRETTIVA CEE 1263/80).

Il numero elevato di vittime in conseguenza di incidenti stradali ha già da tempo richiamato l’attenzione dei governi e dei paesi dove maggiore è l’incidenza, specie degli studiosi della sicurezza del traffico, quali medici, giuristi, sociologi, tecnici e costruttori di automobili a ricercare il modo come far diminuire, o quanto meno contenere, il numero dei morti e feriti a causa del traffico sempre in aumento.
Gli studiosi che analizzano le cause degli incidenti considerano ormai il comportamento del guidatore la causa prima dell’evento, specialmente quando esso è influenzato da particolari stati psicofisici indotti anche da farmaci e da bevande alcoliche. La grande diffusione delle terapie farmacologiche più svariate da parte di soggetti che continuano le loro ordinarie occupazioni, tra cui la guida di veicoli a motore e lo svolgimento di attività a rischio, costituisce un potenziale rilevante fattore, peraltro di difficile valutazione nei singoli casi, di pericolosità. A questo fenomeno si aggiunge, oggi, anche quello dell'alcol, delle droghe d’abuso ed infine l’uso frequente di farmaci e droghe associati all’alcol. Dal momento che il comportamento dell’uomo è la causa prima dell’evento-incidente, specie quando esso diventa imprudente e negligente, è necessario intervenire preventivamente sul soggetto attivo modificando i suoi atteggiamenti, spesso errati, con norme di educazione stradale e comportamentale alla guida di autoveicoli. E' verso il fattore umano che bisogna agire e fare sì che migliorino i requisiti fisico-attitudinali del conducente, siano intensificati ed approfonditi gli accertamenti periodici sui guidatori, anche mediante prove sui simulatori di guida, sia attuata un’educazione alla salute e alla sicurezza nelle scuole, sia informato il conducente del rischio connesso ad un’incongrua alimentazione ed all’assunzione di bevande alcoliche e psicofarmaci prima di mettersi alla guida di un autoveicolo. L'educazione sanitaria della popolazione giovanile, soprattutto degli alunni delle scuole, si pone lo scopo di mettere ciascuna persona di fronte alla responsabilità che ha nei confronti della propria salute e della propria sicurezza e di rendere l'individuo consapevole che la salute è un bene prezioso e deve essere difesa, quando esiste, a tutte le età e non ricercata quando è scomparsa.
Alla luce di questi problemi, è stato dato alle stampe un volume - Molfese A. "Alterazioni psicofisiche del guidatore da sostanze voluttuarie (alcol, sostanze stupefacenti) e psicofarmaci” - Simone Editore di Napoli - ed è stato realizzato presso il Centro Regionale Lucano dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria, Torre Molfese, S. Brancato di Sant'Arcangelo, un convegno dal titolo: "EDUCAZIONE ALLA SALUTE ED ALLA SICUREZZA NELLA SCUOLA", che si è tenuto il 20 maggio 2000 presso l'aula magna del Liceo Scientifico di Sant'Arcangelo (PZ), durante il quale sono stati discussi, da addetti ai lavori, i problemi inerenti al tema in discussione. Il convegno, oltre che dibattere sui messaggi da fornire per modificare alcuni comportamenti negativi per la salute (L. 26 giugno 1990 n° 162 art. 26 comma 1), ha gettato le basi a che personale qualificato (medici di Enti Pubblici, di Croce Rossa e di Assistenza Pubblica Volontaria) possa impartire negli ultimi due anni delle classi delle scuole secondarie superiori norme di primo soccorso, anche a coloro che intendono conseguire la patente di guida (Direttiva Cee 1980/1263); è un esperimento pilota che sarà iniziato in Basilicata, con l’ausilio degli Automobile Club di Potenza e Matera, e che potrà essere esteso agli automobil club delle rimanenti province italiane e porterà notevole beneficio soprattutto ai giovani, sempre più esposti ai pericoli della strada.
Il progetto pilota è stato presentato ufficialmente al XII Convegno Commissione Tecnica Automobile Club d’Italia “L’uomo e l’automobile, la mobilità in ambiente urbano nel quadro di uno sviluppo sostenibile”, tenutosi dal 22 al 24 giugno 2000 a Paestum (Salerno), dove, alla presenza di esperti provenienti da tutta Italia, è stato accolto con entusiasmo e a cui numerosi automobil club hanno già formalmente aderito. È stato preparato, quindi, un “MANUALE DI PRIMO SOCCORSO NELL’INCIDENTE DELLA STRADA”, che sarà distribuito nelle ultime due classi delle scuole secondarie superiori della regione Basilicata, con il quale gli studenti potranno, sotto la guida di medici qualificati, apprendere in 10/12 ore di lezione le nozioni di primo soccorso. Al volume a stampa viene allegato un filmato esplicativo in videocassetta ½ pollice “LA NUOVA RICETTA PER LA VITA” tradotto dall’americano, che impartisce le nozioni fondamentali da mettere in atto in caso di arresto cardiaco e respiratorio. Sarà in questo modo recepita la Direttiva CEE 80/1263 che finora è risultata disattesa.

Prof. Antonio Molfese - Direttore del Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia Dell’Arte Sanitaria – Torre Molfese S. Brancato di Sant’Arcangelo (PZ) - V.le Mazzini, 123 - 00195 Roma – Fax. 06/37350101.

 

ANNO 2001

Il Centro Regionale Lucano dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria Torre Molfese Centro Studi sulla Popolazione Contrada Mederico S. Brancato di S. Arcangelo (PZ) ha organizzato un convegno su:

“SALUTE E NATURA – PIANTE OFFICINALI E PRODOTTI NATURALI NELLA MEDICINA TRADIZIONALE POPOLARE DI BASILICATA”

Il convegno si è tenuto il 19 maggio 2001 presso l'Aula Magna del Liceo Scientifico S. Brancato di S. Arcangelo (Potenza). Lo studio della medicina popolare riveste una grande importanza antropologica in quanto raccoglie, ricerca, conserva, interpreta e tramanda il patrimonio del sapere popolare, che la vita moderna così consumistica e caduca rischia di cancellare. In questi ultimi anni si è avuta una rivalutazione della medicina popolare che si collocava come “altra medicina” rispetto a quella ufficiale. Fino ad allora essa era stata dominata dal tecnicismo più spinto, dal laboratorio, dall’industria che hanno orientato ed imposto, alcune volte prevaricando, sia ai malati in atto, che a quelli potenziali l’uso ed oserei dire quasi l’abuso di farmaci. La riscoperta della medicina popolare e della medicina non convenzionale ha assunto un tono esotico perché spesso “l’arte del guarire” ritorna a noi da terre lontane attraverso il “turismo medico”, attraverso le terapie orientaleggianti apprese da guru, santoni ed agopuntori e infine da una ventata di ritorno ai prodotti naturali, sollecitati forse inconsciamente da tutti i disastri ecologici causati dalla tecnologia. Sensibili a questa spinta di ritorno alla natura anche organizzazioni mediche nazionali ed internazionali hanno favorito, stimolato e finanziato studi per chiarire il meccanismo di azione ed i principi attivi presenti in molte cure empiriche fatte con erbe e prodotti naturali. Sull’onda di queste riscoperte non sembra inutile una rivisitazione della medicina popolare di casa nostra, una mescolanza ben riuscita di magia e medicina quale risultato della sapienza popolare. La medicina popolare, regionale lucana in particolare ed italiana in generale, possiede un patrimonio di nozioni accumulate attraverso secoli di enorme interesse; essa affonda le sue radici nella notte dei tempi, affianca rimedi empirici e rimedi magici sempre più spesso confermati dalla medicina ufficiale e sottolinea la strenua lotta sostenuta in passato dalle classi subalterne in difesa della propria salute.

Alla presenza di un qualificato e numeroso pubblico ha aperto il convegno il:
PROF. ANTONIO MOLFESE, DIRETTORE DEL CENTRO REGIONALE LUCANO E PRESIDENTE DELLA PRO – LOCO DI SANT’ARCANGELO, il quale ha illustrato l’importanza che riveste ancora la medicina popolare nella cura di alcune malattie sia con l’impiego di erbe medicinali che di prodotti naturali.


Hanno preso poi la parola:

LA PROF.SSA SIMONETTA FASCETTI, FACOLTÀ DI AGRARIA DELL’UNIVERSITÀ DI BASILICATA, che ha illustrato le piante officinali che con più frequenza si trovano in Basilicata e quale è il loro impiego sia in medicina che in altri usi;

Il PROF. FRANCESCO CAPASSO, FARMACOLOGIA SPERIMENTALE DELL’UNIVERSITÀ DI NAPOLI FEDERICO II, il quale ha parlato dell’importanza che le erbe officinali offrono nell’estrarre alcuni principi attivi, che opportunamente manipolati dagli scienziati, servono a curare mali che la farmacologia clinica riesce alcune volte a fatica a debellare;

Il DOTT. GERARDO DELFINO, AMMINISTRATORE UNICO DELL’ALSIA DI BASILICATA, che ha fornito dati su come produrre sul territorio le piante officinali e soddisfare in parte le richieste sempre più massicce che provengono dalle case farmaceutiche;

Il DOTT. VITO DE FILIPPO, ASSESSORE ALLA SICUREZZA E SOLIDARIETÀ SOCIALE – VICE PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA, il quale ha tracciato le linee su come sfruttare la coltivazione di erbe officinali, da istituzioni pubbliche e private, che, adeguatamente seguite, porteranno benefici economici a molte zone della Basilicata. È stato distribuito ai partecipanti un volume di Antonio Molfese “Medicina popolare in Basilicata”, che raccoglie le ultime pubblicazioni sull’argomento.

Il Convegno si è concluso alla Torre Molfese, immersa in un paesaggio di olivi e viti, dove la Pro Loco di Sant’Arcangelo ha offerto un gradevole rinfresco nonché una serigrafia in argento in ricordo della manifestazione.

 

ANNO 2002

CENTRO REGIONALE LUCANO DELL'ACCADEMIA DI STORIA DELL'ARTE SANITARIA TORRE MOLFESE CENTRO STUDI SULLA POPOLAZIONE CONVEGNO: “TELEMEDICINA E TELEFORMAZIONE NELL’ASSISTENZA E CURA DI SOGGETTI NON AUTOSUFFICIENTI”

Il convegno si terrà l’11 maggio 2002 presso l'Aula Magna del Liceo Scientifico
S. Brancato di S. Arcangelo (Potenza)

La telemedicina rappresenta l’integrazione, il monitoraggio e la gestione dei pazienti, nonché l’educazione degli stessi e del personale di assistenza e cura con l’uso di sistemi che consentono un pronto accesso alla consulenza di esperti ed alle informazioni del paziente, indipendentemente da dove esso o le informazioni risiedono. Ha la finalità di assicurare un’assistenza medica a pazienti lontani dai centri sanitari, ma anche di rinnovare il sistema sanitario con particolare attenzione ai servizi d’emergenza, di organizzazione medica, di educazione sanitaria, di didattica, di addestramento ed aggiornamento professionale. Tutto ciò comporta enormi benefici per i cittadini in quanto i confini spazio-temporali tra tipologie di assistenza medica si spostano di continuo: potendo far viaggiare le informazioni, infatti, non è più necessario, in molti casi, concentrare in un unico luogo l'offerta di servizi, causando spesso la moltiplicazione delle medesime competenze. Nell'ambito della pratica clinica quotidiana, queste innovazioni tecnologiche possono offrire un valido contributo alla diagnosi tramite il confronto tra più soggetti che lavorano in condivisione su uno stesso caso. I supporti tecnologici che fornisce questa nuova disciplina potrebbero essere impiegati, oltre che nell'abbattere i "tempi morti" dell'assistenza all'abitante di una comunità di montagna, di un'isola o di un contesto urbano decentrato anche sul territorio, per l’assistenza e cura, specie del soggetto non autosufficiente,che potrebbe essere curato a domicilio. L’introduzione della telemedicina sta venendo a modificare i rapporti tra medico e paziente ma anche tra gli stessi medici e potrà servire, se correttamente impiegata, a migliorare le prestazioni sanitarie, a razionalizzare i servizi, a ridurre i costi e a favorire l’educazione sanitaria anche a distanza. Le nuove tecnologie (teledidattica e teleformazione) sono utilizzate anche per realizzare aule virtuali interattive in cui persone spazialmente distribuite in diverse località sono coinvolte in un processo di insegnamento e di apprendimento e assolvono quindi ad un duplice compito: quello di fornire mezzi tecnologici di utilizzo pratico per la diagnosi, assistenza e cura del paziente e quello di formare, aggiornare ed educare i potenziali fruitori all’utilizzo delle tecnologie impiegate che sono in costante, continua e rapida evoluzione.

PROGRAMMA:
9:30 - A. Molfese medico giornalista Apertura dei lavori:
9:45 - Marcello Canali – Ministero delle Comunicazioni. Telemedicina: la rete sul territorio.
10:00 - Luigi Gentilini –Direttore Scientifico Med e Med Teleformazione.
10:15 - Giuseppe Germanò – Docente di Medicina Interna Università La Sapienza Telematica in sanità
10:30 - Trasmissione di un ECG, di una radiografia ed una cartella clinica per il consulto a distanza con l’Istituto di Medicina Domani di Genova e il Policlinico Militare Celio di Roma, ed un collegamento in tempo reale con un istituto di Ricerca di San Diego, California (USA).
11:30 - Luigia Melillo, Presidente IRRSAE di Basilicata. Teledidattica sul territorio
11:45 - Vito De Filippo – Assessore alla Sicurezza Sociale. Vice Presidente Regione Basilicata - Chiusura dei lavori e dibattito.
12:00 - Rinfresco Torre Molfese


ANNO 2003

PROGRAMMA
Auditorium Polifunzionale, Viale Europa, S. Brancato di Sant’Arcangelo (PZ)

DIETA MEDITERRANEA E SALUTE.
LA SPECIFICITÀ DEI PRODOTTI LUCANI

La nutrizione alimenta la qualità della vita

  9:30 - Antonio Molfese medico giornalista Apertura dei lavori
  9:45 - Giovanni Lacertosa Metapontum Agrobios. Metaponto (MT). Il valore biologico dell’olio extravergine di oliva.
10:00 - Emilia Carnovale – Istit. Naz. di Ric. per gli Alimenti e la Nutrizione – Roma. Qualità nutrizionali dei prodotti tipici lucani.
10:15 - Video su: Colture Biologiche e specificità dei prodotti lucani.
10:30 - Donato Scavone, Presidente della Lega delle Cooperative – Potenza. Produzioni mirate e commercializzazione.
10:45 - Carmine Nigro, Assessore alle Attività Produttive e Politiche dell’Impresa – Regione Basilicata, Potenza. Prodotti di qualità e valore aggiunto.
11:00 - Donato Salvatore, Assessore all’Agricoltura e Politiche Agrarie. Regione Basilicata – Potenza. Conclusioni e chiusura del convegno.
12:00 - Rinfresco Torre Molfese.

Il vecchio detto popolare “noi siamo quello che mangiamo” assume un nuovo, importante significato alla luce delle più moderne acquisizioni nutrizionistiche; oggi, più che mai, l’alimentazione è tornata alla ribalta come fattore primario di salute e di benessere per tutto l’organismo. Con un’alimentazione giusta (dieta mediterranea), bene equilibrata nei suoi componenti, completa, adatta alle diverse età della vita è possibile mantenere la migliore efficienza dell’organismo, sfuggendo a tutta quella serie di malattie, che trovano appunto negli errori alimentari la loro prima radice. Il rapporto esistente tra salute e alimentazione era già noto agli antichi, che non avevano le conoscenze scientifiche dei nostri esperti, ma che già vedevano i danni di un’alimentazione sempre uguale o troppo abbondante o carente in qualche elemento. È nota la dipendenza della salute del cuore e dei vasi dal contenuto di grassi nella dieta, i pericoli del sovrappeso e come l’aterosclerosi non sia altro che il risultato di una lunga somma di errori dietetici. Individuare quantitativamente e qualitativamente 1‘adeguatezza della nutrizione è importante nelle più diverse condizioni di sviluppo e di situazioni fisiologiche, così come, nella prevenzione e nella cura di un gran numero di malattie, rappresenta oggi il centro focale della ricerca nella scienza della nutrizione. Fondamentale è la necessità di conoscere, praticamente, quali alimenti usare, e in quale misura, per promuovere una maggiore salute e un più largo benessere dell‘organismo. In questi ultimi tempi le coltivazioni biologiche (a base di prodotti naturali) per produrre alimenti costituenti la dieta mediterranea si sono estese sul territorio e, dopo una naturale latenza, molti benefici apporteranno ai consumatori abituali, alle persone sane che vogliono mantenersi tali, scegliendo in ogni occasione l’alimentazione più idonea a quanto stanno facendo (sport, guida dell’automobile, studio, ecc) oppure al particolare momento fisiologico che stanno attraversando (crescita, vecchiaia, gravidanza, ecc) oppure al tipo di lavoro abituale (sedentario, leggero, pesante, ecc). Per un lungo periodo di tempo le grandi scoperte della farmacologia hanno messo in ombra l’importanza dell’alimentazione e oggi le molte controindicazioni sull’uso dei farmaci hanno risvegliato un vasto interesse sul ruolo che svolge la dieta nella prevenzione e anche nel trattamento di molte malattie. Un‘alimentazione adeguata, come è la dieta mediterranea, può creare delle abitudini di vita che da sole varranno a tenere lontani certi malanni e può risultare più efficace del farmaco più prestigioso e attivo.

 

ANNO 2004

Nell’anno 2004 l’argomento del convegno è stato
“TERZA ETA’… E OLTRE. UNA ESISTENZA MIGLIORE AD OGNI ETÀ DELLA VITA”.

ATTI DEL CONVEGNO
PROGRAMMA

Auditorium Polifunzionale, Viale Europa, S. Brancato di Sant’Arcangelo (PZ)

9:30 - Antonio Molfese medico giornalista Apertura dei lavori.
9:45 - Vincenzo Marigliano, Dipartimento Scienze dell’invecchiamento. Università “La Sapienza” – Roma. “Invecchiamento: problema del III millennio”.
10:00 - Alessandro Ciammaichella, Primario Medico - Roma. “Stili di Vita dell’anziano”.
10:15 -Video: Consigli di Centenari. 10:30 - Vincenzo Costigliola. Presidente European Medical Association. Bruxelles. “La Terza Età in Europa”.
10:45 - Salvatore Tardi, Primario Geriatra Ospedale Civile – Matera. “Come migliorare la condizione dell’anziano sul territorio”.
11:00 – Antonio Capano, Direttore Museo Nazionale dell’Alta Val D’Agri Grumento Nova. “L’anziano nel mondo antico”.
11:30 - Conclusioni e chiusura del convegno.
12:00 - Rinfresco Torre Molfese.

Il convegno si è tenuto il 22 maggio 2004 presso l’Auditorium Polifunzionale, Viale Europa, San Brancato di Sant’Arcangelo ed hanno partecipato numerosi oratori. Ha aperto i lavori il giornalista Antonio Molfese, Medico e Direttore del Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, Centro Studi sulla Popolazione – Torre Molfese – San Brancato di Sant’Arcangelo, che, dopo una breve introduzione sul problema relativo agli anziani, ha presentato gli autorevoli oratori.
Il Prof. Vincenzo Marigliano, Direttore dell’Istituto per lo studio dell’invecchiamento dell’Università La Sapienza di Roma, ha tracciato le linee di intervento più attuali per la prevenzione, la cura e l’assistenza degli anziani. Ha introdotto il concetto di medicina preventiva, una branca della medicina che permette di prevedere mediante l’utilizzo di tecniche di laboratorio, di analisi statistica, di calcolo delle probabilità, di identificazione dei fattori di rischio genetici ed ambientali di malattia, di pronosticare la probabile storia clinica del singolo individuo, in qualsiasi momento, o di rallentarne lo sviluppo, suggerendo stili di vita e/o terapie personalizzate; dovrà inoltre aiutare il singolo individuo a saper “amministrare e spendere” la riserva funzionale dei propri organi, il patrimonio funzionale del proprio organismo per raggiungere una età adulta ed anziana in buone condizioni.
Il Prof. Alessandro Ciammaichella, Primario Medico di Roma, ha illustrato gli stili di vita che l’anziano deve seguire per poter raggiungere in buona forma e condizione un’età avanzata data l’attuale elevazione della speranza di vita.
Il filmato “Consiglio di centenari”, presentato a metà del convegno, ha mostrato le interviste realizzate a Roma ad alcuni centenari, i quali hanno, a loro giudizio, elargito i consigli su come raggiungere l’età di 100 anni.
Ha ripreso la parola il Dott. Salvatore Tardi, Direttore del Servizio di Geriatria presso l’Ospedale di Matera, il quale ha illustrato le attuali metodiche per l’assistenza degli anziani sul territorio, anche in relazione ad una ricerca che l’Università La Sapienza di Roma sta conducendo con l’Università di Basilicata sull’argomento.
Ha poi esposto il suo contributo il Dott. Vincenzo Costigliola di Bruxelles, Presidente dei Medici Europei, il quale ha illustrato la strategia che si pone l’Unione Europea per quanto attiene l’assistenza agli anziani; ha ribadito che la politica improntata dalla Commissione della Comunità Europea è rivolta a tre obiettivi comuni: accessibilità per tutti, alta qualità delle prestazioni, un valido sostegno finanziario.
Ha poi preso la parola il Dott. Antonio Capano, Direttore del Museo dell’Alta Val d’Agri, il quale, con ricchezza di particolari, ha illustrato la figura dell’anziano nell’antichità cui era improntata quella dei nostri nonni fino agli anni 50.
Ha concluso i lavori il Dott. Vito De Filippo, Presidente del Consiglio Regionale di Basilicata, il quale ha illustrato le attuali politiche della Regione verso gli anziani, improntate, secondo i modelli europei, a che gli stessi vivano nel proprio ambiente fino a quando è possibile.
Il Convegno si è concluso alla Torre Molfese dove ai partecipanti è stato servito, come ogni anno, un variegato buffet nel quale erano anche presenti i prodotti tipici della Regione.
Nell’ambito dell’argomento scelto lo scorso anno su “COLTIVAZIONI BIOLOGICHE E ALIMENTAZIONE MEDITERRANEA DELL’ANZIANO”, sono scaturite delle proposte operative con i vari studiosi che hanno partecipato alla manifestazione.
Sono state poste le basi per eseguire una ricerca a livello internazionale sul consumo dell’olio d’oliva e l’insorgenza di placche ateromasiche a livello della biforcazione della carotide.
La ricerca ideata dal Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, sarà diretta dal Dipartimento per lo Studio dell’Invecchiamento della Università La Sapienza di Roma, diretta dal Prof. Vincenzo Marigliano anche con l’ausilio del Centro Europeo di Medicina con sede a Bruxelles. Come partners stranieri della ricerca vi saranno studiosi norvegesi, greci, francesi e romeni. La ricerca inizierà in Basilicata ed avrà come fulcro il territorio che riguarda Sant’Arcangelo e continuerà in una regione del nord Italia (Lombardia, Piemonte).
Nell’ambito di questa ricerca è scaturito un invito rivolto al Direttore del Centro Regionale Lucano di tenere una conferenza in Inglese a Oslo e Bergen (Norvegia) 26 settembre – 03 ottobre 2004 sulla Dieta Mediterranea e sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari (si parlerà anche dell’impiego dell’olio d’oliva).
Dalla discussione del convegno tenuto nel 2004 e vista la ottima accoglienza del film sui centenari, è scaturita una proposta di ricerca congiunta tra il Centro Regionale Lucano, il Dipartimento per lo studio dell’invecchiamento e l’Assessorato alla Solidarietà e Sicurezza Sociale della Regione Basilicata sul monitoraggio dei centenari in Basilicata oltre che a Roma.
Allo scopo sono stati già avviati dei contatti per rendere la ricerca operativa in breve tempo.
Numerosi enti, dato l’aumento della mortalità per tumori nella zona, hanno spinto il Sindaco del Comune di Sant’Arcangelo a richiedere al Centro Regionale Lucano una ricerca negli ultimi trent’anni sulla insorgenza di tumori nel territorio e sulla mortalità dei soggetti colpiti. Anche questa ricerca sarà avviata appena saranno reperite le risorse finanziarie.
Nella prima settimana di maggio e di settembre è stata allestita, nella sede del centro, come ogni anno, una mostra fotografica: Medicina popolare in Basilicata, storia della medicina per immagini, riforma agraria, attrezzi di lavoro per l’agricoltura.
La mostra è stata inaugurata presso la Torre Molfese San Brancato di Sant’Arcangelo il giorno 3 settembre ed è terminata il 10 settembre 2004 (orari 9-12 / 16-19). È stato portata avanti la raccolta di materiale storico, riguardante Sant’Arcangelo e la nostra regione, nonché la conservazione di materiale riguardante i registri di battesimi, matrimoni e morti di Sant’Arcangelo sia su microfilm che su supporti magnetici e sarà acquisito anche il catasto onciario (se possibile, sarà avviata la interpretazione e la trascrizione dello stesso).
Come già in precedenza sarà organizzato d’intesa con gli enti locali (Comune, Comunità Montana, Pro Loco) un convegno per trovare una degna soluzione al Complesso Monumentale di Santa Maria di Orsoleo in via di avanzato restauro.

Nell’ambito di approfondimento degli studi in questione, il Prof. Dott. Antonio Molfese:

ha redatto uno studio pubblicato in due volumi dalla Alfa Wassermann di Bologna (il primo volume è uscito nel settembre 2003) su “EVENTI SANITARI E SOCIALI DALL’UNITA’ D’ITALIA AL TERZO MILLENNIO. ASSISTENZA SANITARIA, MALATTIA, EPIDEMIA, EMIGRAZIONE”; il secondo è stato pubblicato nel dicembre 2004.

ha pubblicato a cura del CONSIGLIO REGIONALE DELLA REGIONE BASILICATA “LE MASSERIE NELLA VALLE DELL’AGRI. MASSERIE DI CAMPO E DI ALLEVAMENTO: LAVORI TRADIZIONALI, USI E CONSUETUDINI”, in cui, tra l’altro, un capitolo è dedicato alle malattie tradizionali in agricoltura con particolare riguardo alla loro cura mediante rimedi popolari.

ha pubblicato un volume “STORIA DELLA MEDICINA PER IMMAGINI” edito dalla Pfizer Italia (sono 28 tavole a colori in lingua inglese tradotte in italiano distribuite ai medici dalla Parke Davis negli anni ’50 e ’60).


ANNO 2005

Auditorium Polifunzionale, Viale Europa, S. Brancato di Sant’Arcangelo (PZ) - 21 maggio 2005

MALATTIE PREVALENTI SUL TERRITORIO. STILI DI VITA, PREVENZIONE E CURA

PROGRAMMA

  9:30 - Antonio Molfese medico giornalista
  9:45 - Clemente Crisci, Dipatimento di Chirurgia Toracica Ospedale “Careggi” Università Firenze
10:00 - Alessandro Ciammaichella, Primario Medico - Roma.
10:15- Gabriella Cauzillo Direttore Osservatorio Epidemiologico Regionale Dipartimento di Sicurezza Sociale Regione Basilicata - Potenza
10:30 - Renato Sartini Giornalista “La Repubblica”
11:30 - Vito De Filippo – Presidente Regione Basilicata-Potenza
12:00 - Rinfresco Torre Molfese

La malattia, intesa come stato peggiorativo dell’individuo, è strettamente legata alle vicende sociali, economiche, politiche e culturali di un popolo, in un’epoca determinata; un tempo predominavano le malattie della miseria, attualmente quelle del progresso.
Esse, come fenomeno biologico, non sono immutabili, ma si modificano profondamente nel tempo, sia per fenomeni naturali (immunità), sia per fenomeni artificiali determinati dall’uomo (miglioramento delle condizioni socio-economiche, risanamento dell’ambiente, provvedimenti di ordine igienico-terapeutico). Le modifiche si manifestano sotto il profilo: epidemiologico, nel senso che varia la loro distribuzione nella popolazione, clinico, nel senso che varia enormemente la loro sintomatologia, tanto che alcune volte è difficile riconoscerle.
Le malattie del presente, diversamente dalle malattie del passato, non godono tutte di “certezze eziologiche”, e non sempre sono “certificate” nelle loro cause biologiche: l’ipertensione arteriosa, l’aterosclerosi non hanno cause né uniche né semplici, ma multiple e complesse.
I tumori, poi, hanno cause addirittura ancora poco conosciute in gran parte, oppure ipotetiche o controverse.
Vecchia e nuova è la disuguaglianza di fronte alla malattia; i componenti della famiglia italiana, specie in alcune regioni che dispongono di un unico, basso reddito, scontano in termini di minore salute e di minor sopravvivenza tutta una serie di handicap: minore disponibilità di accesso alle cure e di ottenere prestazioni qualificate, minore istruzione, informazione ed educazione sanitaria. Si può inoltre essere socialmente disuguali non solo per fame o denutrizione, ma anche per ipernutrizione o malnutrizione.
Le migliori condizioni di vita, le maggiori conoscenze mediche in campo diagnostico e terapeutico e, soprattutto, gli interventi di prevenzione delle malattie hanno permesso di incrementare notevolmente la durata della vita media; la priorità della medicina è dunque non tanto l’obiettivo di far vivere di più, quanto quello di far vivere meglio.
Ogni civiltà, ogni epoca e territorio hanno avuto ed hanno una loro storia delle malattie.


ANNO 2006

CONVEGNO

“MALATTIE PREVALENTI NELL’AGRICOLTURA MODERNA”
Auditorium Polifunzionale, Viale Europa, S. Brancato di Sant’Arcangelo (PZ) 20 MAGGIO 2006

PROGRAMMA

  9:00 - Antonio Molfese medico giornalista
  9:30 - Dott.ssa Cristina Martini, Primario Pneumologo ASL n. 2 Villa D’Agri- Potenza, “Le malattie respiratorie in agricoltura.
10:00 - Prof.ssa Ivana Greco, Preside della Facoltà di Agraria, Università della Basilicata (Potenza). ‘Metodologie innovative nell’agricoltura moderna’.
10:30 - Prof. Antonio Martino, Direttore Unità Complessa di Trauma Center del Dipartimento di Emergenza Ospedale “Cardarelli”, Napoli. ‘Malattie acute e infortuni in agricoltura’.
11: 00 - Prof.ssa Rosanna Cerbo, Responsabile Centro Medicina del Dolore, Policlinico “Umberto I”, Università “La Sapienza”, Roma. ‘Sindromi algiche nelle malattie dell’agricoltura moderna’
11: 30 - Prof. Aldo Di Carlo, Primario di Dermatologia Infettiva Istituto “S. Gallicano”- IRCCS, Roma: “La dermatite seborroica e l’olio extravergine d’oliva”.
12:00 - Prof. Alessandro Ciammaichella, Primario Medico - Roma. “OGM (organismi geneticamente modificati) in agricoltura: luci ed ombre”.
12:30 - Dott. Enrico Mazzeo Cicchetti, Presidente Ordine dei Medici della Provincia di Potenza - Conclusioni.
13:00 - Rinfresco Torre Molfese.

O fortunatos nimium, sua si bona norint, Agricolas! At latis otia fundis

O fortunati appien gli agricoltori se i lor beni sapessero! La pace essi han nei larghi campi.

(Virgilio)

Siamo nel pieno di una trasformazione radicale del secolare mondo rurale, sia come territorio agricolo, sia come società, che soltanto 40 anni or sono impiegava oltre 8 milioni di lavoratori nell’esercizio delle attività agresti e ora ne occupa soltanto 1 milione, ottenendo più del doppio della produzione. Questa trasformazione, che colpisce gli ordinamenti agricoli e le strutture familiari e sociali, provoca cambiamenti nel paesaggio, nei costumi di vita e quindi anche nell’insorgenza delle malattie ad essa connesse. Indice di questa autentica rivoluzione non sono tanto i fattori tecnici, come ad esempio la presenza di oltre 2 milioni di trattori agricoli attuali di fronte ai 50 mila che operavano nel 1951, quanto l’evoluzione culturale delle moltitudini di operatori del settore, siano essi salariati, piccoli agricoltori, coltivatori diretti, grandi imprenditori. La società rurale è cambiata in tutto il paese, ma le situazioni che si sono venute a creare negli ultimi decenni sono diverse da zona a zona; accanto a molte e vaste zone di esemplare rinnovamento ve ne sono altre, assai cospicue per superficie, in generale declino. In alcune aree naturalmente fertili e con una società molto evoluta è stato possibile realizzare un’armonica integrazione fra agricoltura, industria e servizi, tale da offrire l’immagine di un tipo di società cui ispirarsi sia per l’ordinamento economico e sociale, sia per la conservazione dell’ambiente e della stessa salute. Le nuove opere e l’impiego delle tecnologie necessarie per soddisfare le esigenze di un’agricoltura moderna, che sostiene una industria avanzata, in sintesi il nuovo mondo rurale, hanno condizionato la insorgenza di nuove malattie che nel convegno gli oratori avranno modo di illustrare. Il mito del lavoro agricolo, sereno, igienico, bucolico e salutare va definitivamente sfatato. L’ambiente di lavoro agricolo, con le sue innumerevoli variabili, che rendono difficile il suo adeguamento all’uomo, è dunque da considerarsi esposto ad un rischio ben più ampio di quello della fabbrica o di altre imprese. In molte zone, poi, la povertà del suolo agrario, l’abbandono degli allevamenti zootecnici e dell’antica selvicoltura continuano a spingere alla emigrazione le popolazioni in età da lavoro, con il conseguente degrado delle case sparse, dei borghi rurali e anche delle piccole opere idrauliche che assicuravano, in molte aree collinari, la regolazione delle acque. Anche questo provoca un malessere psicofisico, forse più nocivo delle patologie in quanto tali.


ANNO 2007

CENTRO REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA CENTRO STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE
SAN BRANCATO DI S. ARCANGELO

“INQUINAMENTO AMBIENTALE E DANNI ALLA SALUTE UMANA”

Auditorium Polifunzionale, Viale Europa, S. Brancato di Sant’Arcangelo (PZ) 26 maggio 2007

PROGRAMMA

  9: 30 - Antonio Molfese medico giornalista
  9: 45 - Paolo Bonasoni- Consiglio Nazionale delle Ricerche Bologna. ‘Le stazioni di ricerca in alta quota per lo studio dell’atmosfera e del clima’.
10:00 - Federico Valerio- Laboratorio di Chimica Ambientale Istituto Nazionale Ricerca sul Cancro- Genova. ‘Andamento delle concentrazioni dei policiclici aromatici e loro fonti ’.
10:15 - Massimo Lopez, Primario Oncologia Medica I.F.O. - Roma. ‘Inquinamento ambientale e tumori’.
10:30 - Clemente Crisci Dipartimento Chirurgia Toracica “Careggi” Università di Firenze. ‘Inquinamento ambientale ed effetti nocivi sull’apparato respiratorio’.
10:45 - Rocco Galasso CROB – Istituto Oncologico Regionale - Rionero in Vulture (Pz). ‘Inquinamento ambientale e danni alla salute sul territorio’.
11:00 - Vincenzo Sigillito, Direttore ARPAB Potenza. ‘L’inquinamento ambientale nella Valle dell’Agri’.
11:15 - Antonio Ciaschi, Direttore generale IMONT - Istituto per lo Studio della Montagna- Roma. ‘Inquinamento ambientale e proposte per il futuro’.
11:30 - Dibattito.
12:00 - Rinfresco Torre Molfese.

L’inquinamento dell’atmosfera è la conseguenza dell’immissione nella stessa di sostanze chimiche che, per qualità e quantità, ne alterano le caratteristiche di salubrità, causando un impatto negativo sulla salute delle popolazioni ad esse esposte. Purtroppo non è sempre facile individuare i rapporti tra concentrazione dell’inquinante, esposizione (o dose) ed effetto, che variano molto al variare dei soggetti esposti (a parità di dose), anche per una stessa tipologia. Le sorgenti di inquinamento, naturali ed antropiche, sono dunque molto differenziate per qualità, quantità e distribuzione territoriale, per cui è sempre difficile elaborare criteri generali che valgano per tutti. Poiché alla definizione di inquinante è associato anche il rischio di effetti nocivi, reali o possibili, è importante mettere in evidenza che l’eventuale danno può essere causato dagli inquinanti (primari), direttamente generati nei processi chimici che caratterizzano le varie attività industriali, oppure da sostanze inquinanti (secondari), formate successivamente per reazioni chimiche nell’atmosfera. Entrambi, nella maggior parte dei casi, anche combinati insieme, sono responsabili dei danni alla salute umana tramite l’ambiente. L’epidemiologia ambientale è la scienza che cerca, con l’aiuto dei numeri, ma anche delle tecnologie avanzate, di dare un volto ai nemici della salute che si nascondono nell’aria e nel suolo. Le «Air Quality Guidelines for Europe» (1987) hanno indicato le concentrazioni atmosferiche di inquinanti al di sotto delle quali non ci sarebbero rischi per la salute umana (valore soglia). Numerosi studi epidemiologici (1990), hanno fatto superare questo concetto, documentando danni anche a livelli ritenuti di salvaguardia, ma, nonostante ciò, non hanno recato giovamento alla legislazione in materia, dal momento che la distinzione tra innocuità e rischio accettabile rimane tuttora una questione oggetto di dibattito. È stato dimostrato che la relazione tra esposizione a sostanze tossiche ed eventi rilevanti sul piano sanitario è presente anche per modesti livelli di inquinamento ed è coerente con il modello definito “doserisposta senza soglia”: con l’aumentare della concentrazione di inquinanti, anche al di sotto dei livelli di attenzione ed allarme, cresce il numero di persone che vanno incontro a disturbi o malattie. L’istituzione di un centro per lo studio dell’inquinamento atmosferico e delle modificazioni del clima sul Monte Pollino potrà rappresentare un mezzo per limitare i danni anche alle generazioni future.


ANNO 2008

CENTRO REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA CENTRO STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE
SAN BRANCATO DI S. ARCANGELO

“REALIZZAZIONE DI UN CENTRO DI MONITORAGGIO DELL’INQUINAMENTO AMBIENTALE SUL MONTE POLLINO
(ACQUISIZIONE E STUDIO DEI DATI, OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE A BREVE E LUNGO TERMINE E GESTIONE DEL CENTRO)”

Complesso monumentale S. Maria d’Orsoleo Sant’Arcangelo (PZ) - 17 maggio 2008

PROGRAMMA

  9:30 - Antonio Molfese medico giornalista
  9:45 - Domenico Esposito sindaco di S.- Arcangelo
10:00 - Rosanna Mabilia – CNR – Istituto per lo Studio dell’Inquinamento di Roma. ‘Illustrazione del progetto da realizzare’.
10:15 - On. Domenico Pappaterra Presidente Ente Parco del Pollino-Rotonda (Pz). ‘Sviluppi del progetto ed aspettative’.
10:30 - Alessandro Ciammaichella Università di Roma -‘Inquinamento ambientale ed effetti nocivi sull’uomo’.
10:45 - Salvatore Lambiase – Dip. Ambiente, Terr. Regione Basilicata, Potenza. ‘Il ruolo delle istituzioni della Basilicata nella realizzazione dell’opera’.
11:00 - Giuseppe Graziano – Dip. Politiche dell’Ambiente Regione Calabria, Catanzaro. ‘Il ruolo delle istituzioni della Calabria nella realizzazione dell’opera’.
11:15 - Decio Scardaccione- Presidente Pro Loco S. Arcangelo. ‘Inquinamento ambientale e territorio’.
11:30 - Luciano Criscuoli – Direttore Generale MIUR – “Inquinamento ambientale e proposte per il futuro”.
12:30 - Rinfresco refettorio S. Maria d’Orsoleo.

Il problema dell’inquinamento atmosferico suscita attualmente un grande interesse presso enti nazionali ed internazionali, a causa delle alterazioni chimiche dell’aria, causate da emissioni nocive che ne deteriorano la qualità provocando, ovviamente, danni, non solo all’ecosistema ma anche, quel che è peggio, alla salute umana. L’epidemiologia ambientale è la scienza che cerca, con l’aiuto dei numeri, ma anche delle tecnologie avanzate, di dare un volto ai nemici della salute che si nascondono nell’aria che noi respiriamo. Le attività antropiche producono, com’è noto, la maggior parte dell’inquinamento atmosferico e pertanto si può affermare che la loro influenza venga maggiormente avvertita in prossimità di aree urbane; nonostante ciò, gli effetti delle emissioni inquinanti vengono rilevati anche a distanza di centinaia o migliaia di chilometri dal punto di emissione, spesso in Paesi diversi da quelli in cui sono stati prodotti: per questo il problema dell’inquinamento transfrontaliero non può essere risolto solo su scala nazionale. È molto importante accertare quale sia la composizione chimica dell’atmosfera di ampie zone del pianeta, specie in alta quota: questo perché, una volta che gli inquinanti vengono emessi dalla sorgente, sono soggetti ad una serie di trasformazioni chimiche in quanto reagiscono tra loro o con altri composti già presenti nell’atmosfera stessa formandone dei nuovi. Per risolvere, o almeno ridurre, i problemi causati dall’inquinamento, sono previsti dei controlli, connessi con lo studio della qualità dell’aria, effettuati anche con la costruzione di opportune stazioni di monitoraggio. Le stazioni, poste in aree urbane, sono rappresentative solo di un certo tipo di inquinamento, che è quello più vicino alle sorgenti di emissione; accanto ad esse, le stazioni in aree remote, specie ad alta quota, sono in grado di fornire informazioni sui cambiamenti della composizione atmosferica in seguito a trasformazioni chimiche intervenute successivamente. Quindi, accanto al monitoraggio in aree urbane, si colloca un altro tipo di controllo della qualità dell’aria, strettamente legato all’inquinamento di fondo nelle aree più alte dell’atmosfera e la sua misurazione potrà fornire dati idonei per studiarlo più a fondo su scala locale, europea e mondiale.


ANNO 2009

CENTRO REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA CENTRO STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE
SAN BRANCATO DI S. ARCANGELO

“SPORT E SALUTE”
Mens sana in corpore sano

Complesso monumentale S. Maria d’Orsoleo Sant’Arcangelo - 23 Maggio 2009

PROGRAMMA

  9.30 - Antonio Molfese medico giornalista.
  9.45 - Domenico Esposito Sindaco di Sant’Arcangelo.
10.00 - Dott. Domenico Benedetto Otorino Laringoiatra, Sesto San Giovanni (Mi) “Le vie respiratorie superiori nello sport”.
10.15 - Prof. Alessandro Ciammaichella Università di Roma “Organi ed apparati nello sport agonistico”.
10.30 - Prof. Carlo Fabbriciani Direttore Ortopedia Università Cattolica Roma “La spalla e lo sport”.
10.45 - Dottor Vincenzo Russo Presidente Associazione Medico Sportiva di Napoli “La Medicina dello Sport e la cultura del benessere”.
11.00 - Dottor Decio Scardaccione Presidente Pro Loco di Sant’Arcangelo “Lo sport sul territorio”.
11.15 - Prof. Alberto Fidenza, Presidente Centro Internazionale di Vitaminologia, Roma “Le vitamine e lo Sport”.
11.30 - Dottor Bruno Tucci, Presidente Ordine dei Giornalisti del Lazio. Roma “I mezzi di Comunicazione e lo sport”. Interverrà il Presidente della Regione Basilicata, Dottor Vito De Filippo.
12.30 - Rinfresco alla Torre Molfese

Carlo Molfese racconta “Le memorie di un impresario” sabato ore 17.30 Torre Molfese

La celebre massima di Giovenale (poeta romano del I secolo d. C.) mantiene a tutt’oggi la sua attualità. Negli ultimi decenni la nostra salute è molto migliorata ed i mass media hanno amplificato l’importanza del fare sport attraverso la scelta dell’attività che più si addice alle diverse età della vita e alle attitudini personali, prendendo in considerazione gli aspetti sociologici, psicologici e tecnici applicativi, quali l’allenamento. Lo stile di vita sempre più sedentario, unito all’uso massivo delle tecnologie, determina livelli crescenti di inattività fisica tra le persone di ogni età, sia nei Paesi industrializzati sia in quelli in via di sviluppo. Il convegno al quale partecipiamo desidera illustrare in termini accessibili, quali benefici effetti esplica l’attività fisica e lo sport in particolare. Il ruolo dell’attività fisica, nella prevenzione delle malattie e nella promozione di uno stile di vita più attiva (active living), è stato ben definito e riconosciuto anche dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). L’epoca in cui viviamo è sempre più ricca di attività intellettuali e sempre meno di attività fisiche, mentre un’attività fisica regolare, sviluppata insieme a una sana alimentazione, aiuta a creare una condizione di equilibrio tra il corpo e la mente, condizione necessaria per una salute sia fisica che mentale. Sono sempre più numerose le ricerche scientifiche che confermano come un’attività fisica regolare offra alle persone di ogni età, maschi e femmine, benefici sostanziali in termini di salute fisica e mentale e del benessere in generale; è opinione comune che l’attività fisica di massa sia quindi un ottimo investimento per la salute pubblica, rappresentando un sistema a basso costo per mantenere un migliore stato di salute della popolazione e per la prevenzione delle malattie; tali benefici possono essere ottenuti per mezzo di attività moderatamente impegnative in termini di tempo ed energia, facili da eseguire e con rischio minimo per la salute. Le istituzioni scientifiche, consapevoli dei benefici che l’attività fisica esplica sulla salute, del singolo e della comunità, ritengono necessario suggerire lo sviluppo di politiche e programmi che mirino a favorirne l’introduzione nella vita quotidiana delle persone di ogni età, anche di quelle con esigenze particolari, come gli anziani e i disabili e soprattutto nelle scuole, negli ambienti di lavoro e all’interno delle singole comunità. Un’attività fisica regolare è infatti efficace nel ridurre - il rischio di mortalità prematura; - lo sviluppo di malattie croniche quali: patologie cardiache, l’ipertensione, il tumore al colon, il diabete mellito, l’osteoporosi, nonché la sindrome metabolica; - la diffusione dell’obesità, dell’alcolismo e di altre forme di dipendenza, nonché dello stress, dell’ansia e della depressione.


ANNO 2010

CENTRO REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA CENTRO STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE
SAN BRANCATO DI S. ARCANGELO

“L’ANZIANO IN FAMIGLIA L’ASSISTENZA SANITARIA INTEGRATA SUL TERRITORIO”. UNA ESISTENZA MIGLIORE AD OGNI ETÀ DELLA VITA

Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Sant’Arcangelo - 29 Maggio 2010

PROGRAMMA

  9.30 - Antonio Molfese, Medico Giornalista Apertura dei lavori.
  9.45 – Domenico Esposito, Sindaco di Sant’Arcangelo.
10.00 – Prof. Vincenzo Marigliano, Direttore Dipartimento di Geriatria Università: “ La Sapienza” di Roma: “ Qualità della vita ed autosufficienza dell’anziano”.
10.15 – Prof. Alessandro Ciammaichella, Primario Medico – Roma: “Problemi medici nell’anziano: aterotrombosi”.
10.30 – Prof. Antonio Martino, Chirurgo Ospedale Pineta Grande, Castelvolturno (CE): “Problemi chirurgici nell’anziano”.
10.45 – Dottor Donato Disalvo, Primario Medico Ospedale Villa d’Agri: “Percorsi Assistenziali Geriatrici in Ospedale”.
11.00 – Prof. Pierpaolo Visentin, Direttore Hospice Roma: “L’hospice e l’assistenza integrata sul Territorio”.
11.15 – Dottor Ciro Romano, Responsabile Cure Domiciliari e Palliative ASP Potenza: “Assistenza dell’anziano sul territorio”.
11:30 – Dibattito.
12:30 – Rinfresco alla Torre Molfese.

Il problema degli anziani, visto in una dimensione globale, è il più scottante del nostro tempo e della nostra realtà sociale in Europa e anche nel mondo. Vivere a lungo è la speranza di ognuno di noi. Le migliori condizioni di vita e, soprattutto, le maggiori conoscenze mediche in campo diagnostico e terapeutico hanno permesso di allungare notevolmente la durata media della vita; priorità della medicina è dunque non tanto l’obiettivo di far vivere più a lungo, quanto quello di far vivere meglio. Quando l’anziano si ammala, la risposta ai suoi bisogni è in primo luogo l'attivazione dei reparti ospedalieri di degenza geriatrica, limitati allo stretto indispensabile per evitare che si trasformino in cronicari, dove egli resta recluso in attesa della morte (purtroppo in alcune aree i reparti di geriatria sono gli unici disponibili per la sua cura).Soluzione alternativa nel periodo cronico della malattia è poter rimanere a casa propria da anziani anche quando si ha più bisogno e non ce la si fa da soli; tutti vorremmo trascorrere la vecchiaia in mezzo alle persone che conosciamo nei luoghi e nella casa che amiamo. Occorre quindi in questi casi una fattiva collaborazione da parte di tutti i cittadini e soprattutto delle famiglie; la conservazione e il ripristino del nucleo familiare in cui debbono coesistere giovani ed anziani è infatti un requisito fondamentale ed indispensabile. Continuare ad assistere a domicilio e a far vivere a casa propria chi è avanti negli anni e con gli aiuti necessari è possibile, in quanto sia i servizi pubblici che privati cominciano a rispondere alle domande di sostegno. Infatti una equipe multidisciplinare coordinata dal medico di famiglia permette all’anziano malato di essere assistito a domicilio con notevole risparmio economico per lo stato e di peso per le famiglie non idonee ad assisterlo. È importante anche che la vecchiaia venga vissuta nei termini di “accettazione del cambiamento”. Ovviamente molto possiamo fare affinché il cambiamento, il passaggio da una situazione esistenziale all’altra, avvenga in maniera meno brusca e meno traumatica. Ieri la vecchiaia era saggezza, esperienza, custodia della memoria storica di un popolo; oggi, invece, l’uomo fa a meno della tradizione, fa a meno della memoria, in nome dell’efficienza, della rapidità consentita dagli strumenti tecnici, seguendo i miti del progresso, della scienza. In alcune regioni italiane e specie nelle grandi città, nonostante l'incremento degli anziani, è evidente la carenza di strutture sanitarie specificamente rivolte ad essi; nasce dunque l'esigenza di una programmazione in grado di rispondere alle necessità della popolazione anziana in crescente aumento. Appare quindi di fondamentale importanza intervenire sul piano della prevenzione, oltre che dell’assistenza, attraverso l'utilizzo di moderne tecniche informatiche, per valutare lo stato di salute dei cittadini in fase presenile e senile, al fine di perseguire una puntigliosa programmazione per migliorare ed adeguare i servizi sociali, assistenziali e sanitari in modo da raggiungere un miglioramento della qualità di vita ed una riduzione dei rischi di malattia tra cui predominano gli incidenti domestici. L’Unione Europea sostiene attivamente una politica a favore della terza età, nell’intento di uniformare le iniziative nelle varie regioni europee, in modo che i traguardi raggiunti da alcune più all’avanguardia vengano trasmessi e messi in opera da quelle ancora all’inizio.


ANNO 2011

CENTRO REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DEL’ARTE SANITARIA CENTRO STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE
SAN BRANCATO DI SANT’ARCANGELO
“L’incidenza dei tumori sul territorio in Basilicata . Quale prevenzione e cura?”

Complesso Monumentale S.Maria d’Orsoleo Sant’Arcangelo - 28 maggio 2011

Antonio Molfese, Medico Giornalista Apertura dei lavori
Domenico Esposito Sindaco di Sant’Arcangelo
Prof. Alessandro Ciammaichella Primario Medico Roma “Tabagismo patologia neoplastica e non solo”
Prof. Clemente Crisci Direttore Clinica toracica e polmonare Università Careggi, Firenze “La chirurgia moderna nella cura dei tumori”
Prof. Michele Gallucci, Direttore Reparto Urologia I.F.O. – Ist. Regina Elena Roma “La chirurgia nella cura dell’apparato urinario”
Dott. Carmine Pizza, Primario Oncologo Ospedale Civile di Nola “Le grandi tappe nella cura dei tumori”
Dott.ssa Raffaella Pannuti, Segretario Generale ANT Bologna Progetto Eubiosia: valori etici ed esperienza assistenziale
Dott. Rocco Galasso Registro Tumori della Basilicata Rionero in Vulture “L’incidenza dei tumori sul territorio”
Dibattito Rinfresco alla Torre Molfese

Un tempo chiamato cancro, ora tumore, la malattia per la sua dimensione ed estensione acquisita è considerata malattia sociale. Le grandi tappe della storia della medicina ed i progressi ad essa connessi hanno sempre coinciso con i perfezionamenti della tecnica o con la scoperta di nuovi metodi di investigazione; anche la storia del cancro passa attraverso queste tappe. E’una malattia antica, anche se alcuni pensano che il tumore sia una malattia moderna e che le sue cause siano connesse alla vita di oggi.
Ai nostri giorni vengono diagnosticati e scoperti più cancri, perché la gente vive più a lungo, per questo sembra che la sua frequenza aumenti.
La scienza ancora non è in grado di spiegare per quale motivo si formi un tumore e quale ne sia la causa determinante, ma si può, però, affermare che alla base ci sono numerosi fattori di rischio che bisogna ricercare e combattere.
La prevenzione resta ancora oggi il mezzo più valido per difendersi dalla malattia neoplastica, cosi come è determinante la sua cura con mezzi chirurgici, chimici e fisici.
Quando si arriverà a trovare la cura definitiva per i tumori? La risposta che viene data dagli oncologi è che non esiste una cura bensì sono numerose le cure dei tumori. E' già stata scoperta una lista di geni le cui anomalie predispongono a vari tipi di tumori, alcuni molto frequenti.
Tutto questo permette di identificare i soggetti a rischio, una diagnosi più raffinata ed anche ad una terapia personalizzata pensata su misura per il profilo genetico del tumore da curare. Infatti l’oncologia molecolare possiede gli strumenti per comprendere quali geni sono coinvolti nella trasformazione maligna di una cellula ed ha aperto ormai l’era ai nuovi farmaci biologici o farmaci mirati.
L’oncologo del futuro sarà quindi “ il clinico molecolare”, che saprà assicurare un impiego appropriato del nuovo armamentario terapeutico.
L’efficacia dei nuovi farmaci è strettamente legata alla presenza della molecola che si vuole colpire, presente obbligatoriamente su quel piccolo gruppo di cellule - le staminali del cancro - responsabili del fenomeno metastatico e che sono le cellule pericolose da eliminare.
Per sconfiggere un determinato tumore, il clinico molecolare dovrà analizzare il paziente nel suo complesso ed eseguire con l’aiuto di altri esperti una seria di indagini cliniche e molecolari, per stabilire il farmaco più adeguato per quel tumore e per quel paziente.
In attesa della vittoria finale, quando non si riesce a guarirlo, ci accontentiamo,in alcuni casi, di rendere il cancro una malattia cronica che si cura per tutta la vita. Partendo dal presupposto che molti tipi di tumori, di differenti organi ed apparati, sono aumentati nella regione, è necessario scoprire le cause che hanno determinato e sostenuto il fenomeno, per cui bisogna che questo venga studiato, approfondito e possibilmente risolto. Uomini politici e di scienza debbono coalizzarsi e creare una forza comune per portare a soluzione il problema, coinvolgendo organismi sanitari anche internazionali, istituzioni centrali, organismi tecnici del territorio per studiare il fenomeno e scoprirne le cause.
Questo è il modo di far crescere anche l’altra Italia, quella del sud, dal momento che ancora esistono due sanità in Italia e solo di recente, anche nel meridione, le conoscenze e le tecnologie hanno iniziato un cammino per migliorare e raggiungere gli standard del nord dell’Italia e delle nazioni europee all’avanguardia nel settore. Il 28 Maggio 2011 - presso il complesso monumentale di Santa Maria di Orsoleo, Sant’Arcangelo (Pz) - in un suggestivo scenario si è tenuto il convegno dal titolo ”L’INCIDENZA DEI TUMORI SUL TERRITORIO DELLA BASILICATA. QUALE PREVENZIONE E CURA? organizzato dal Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria TORRE MOLFESE S. Arcangelo (PZ), al quale sono intervenute Autorità, sindaci dei comuni limitrofi ed un pubblico qualificato, che ha seguito con interesse gli oratori che si sono succeduti.

La magnifica sala messa a disposizione dal Comune di Sant’Arcangelo, attrezzata con le più sofisticate tecnologie audio e video, ha contribuito alla riuscita della manifestazione.
Ha aperto il convegno Antonio Molfese, medico giornalista e direttore del Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, al suo XVI anno di attività, che ha brevemente illustrato gli argomenti oggetto del convegno e presentato i relatori partecipanti.
È poi intervenuto Domenico Esposito, sindaco di S. Arcangelo, da poco rieletto, il quale ha manifestato il suo apprezzamento per una così importante iniziativa e per la scelta di tenere il convegno a Santa Maria d’Orsoleo, dove quanto prima sarà allestito un museo multi scenografico d’Europa.
È seguito l’intervento del Prof. Ciammaichella, il quale ha illustrato con un linguaggio semplice i danni che il tabacco provoca nelle persone.
Il Prof. Crisci ha illustrato l’importanza della chirurgia toracica nella cura dei tumori e in modo particolare delle nuove tecnologie rappresentate dalla robotica.
Ha preso poi la parola il Prof. Gallucci, che ha passato in breve rassegna i percorsi assistenziali chirurgici tradizionali relativi alla branca di urologia, comparandoli con le moderne tecniche per nulla invasive che prevedono l’impiego di computer ed apparecchi robotici di sempre nuova generazione.
Il Dottor Pizza, dopo alcuni accenni di storia della medicina sui tumori, ha illustrato le moderne cure farmacologiche impiegate nella cura delle differenti patologie.
È poi seguita la relazione del Dottor Glisci, che ha sostituito la Dott.ssa Pannuti, segretaria generale dell’ANT, il quale ha illustrato il progetto “eubiosia” che si pone l’obiettivo di assistere sul territorio coloro che sono affetti da tumore.
Ha chiuso il convegno il Dottor Galasso, che ha fatto il punto sull’incidenza dei tumori nella regione ed ha confermato i dati riportati circa l’aumento di essi sul territorio. Ha chiesto poi la parola il Dott. Murgia, il quale ha posto il problema circa la elevata incidenza dei tumori nei lavoratori esposti negli anni passati all’uso dell’amianto - che ha causato e continua a provocare le numerose “morti bianche “.
Il Dottor Mele ha sollevato anch’egli il problema relativo alla cause di insorgenza dei tumori nei lavoratori impiegati nelle industrie petrolifere.

* * *

Sulla base di quanto è emerso dal convegno, avvalorato da dati confermati dall’ISTAT, dall’Istituto Tumori di Milano e dall’Istituto Superiore di Sanità, è necessario e doveroso che la Regione Basilicata organizzi una indagine epidemiologica su tutto il territorio, alla quale dovranno partecipare epidemiologi dell’OMS di Ginevra, dello IARC di Lione, dell’Istituto Superiore di Sanità, che dovranno affiancare le autorità locali nell’espletare l’ indagine non più procrastinabile. Le risorse economiche le possediamo, mettiamole a frutto per tutelare la salute dei cittadini, che è un bene che occorre conservare quando lo si ha e non cercare di riacquistarlo quando lo si perde.
Alla Torre Molfese, imbandierata per il tradizionale rinfresco a base di prodotti tipici lucani, offerto dalla Pro Loco di S. Arcangelo, è stata consegnata ai relatori e ad altre autorità presenti una riproduzione in argento raffigurante la Torre Molfese, sede del Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria.


ANNO 2012

CENTRO REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DEL’ARTE SANITARIA CENTRO STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE
SAN BRANCATO DI SANT’ARCANGELO

“L’emigrazione a 150 anni dall’unità d’Italia. Dalla Basilicata sotto tutti i cieli”

Complesso Monumentale S.Maria d’Orsoleo Sant’Arcangelo - 26 maggio 2012

  9.30 Antonio Molfese Medico Giornalista Apertura dei lavori
  9.45 Domenico Esposito Sindaco di Sant’Arcangel
10.00 Prof. Antonio Martino Primario Chirurgo, “Emigrazione e malattie” Castel Volturno (CE).
10.15 Dott.ssa Catia Monacelli, Direttore Museo dell’Emigrazione di Gualdo Tadino, “Il museo tempio della memoria” .
10.30 Dott.ssa Valeria Verrastro, Direttore Archivio di Stato Potenza, “Le fonti dell’Archivio di Stato di Potenza per la storia della emigrazione lucana”.
10.45 Dott. Nino Martino, Direttore Cineteca Lucana, “L’emigrazione raccontata da filmati”.
11.00 Padre Vincenzo Rosato, Direttore Centro Studi Emigrazione di Roma, “La Chiesa come sostegno all’emigrazione”.
11.15 Dott. Antonio Di Sanza, Presidente Commissione Regione Basilicata dei “Lucani all’estero”, “La Regione e le associazioni dei lucani nel mondo.”
11.30 Carlo Molfese, Attore-regista, “Il canto popolare e la canzone nell’emigrazione”.
11.45 Dott. Decio Scardaccione, Presidente Pro Loco S.Arcangelo “L’emigrazione come fenomeno sociale”.
12.00 Dibattito. 13.00 Rinfresco alla Torre Molfese, dove Carlo Molfese e Toni Cosenza (ore 17.00) presenteranno “Voci, Canti e suoni dell’Emigrazione”

Il fenomeno emigrazione dall’Italia verso le Americhe è iniziato dopo l’unità d’Italia, favorito dalla propaganda tra quella parte della popolazione non contenta della vita che conduceva. È solo dal 1880, quando, emanate le prime leggi e compilate le statistiche, il fenomeno fu regolato da norme alle quali tutti gli Stati dovevano sottostare. Il primo grande esodo, specie verso l’America del nord, fu attuato e realizzato prevalentemente dalle regioni del Settentrione. Verso il 1880/primi del ‘900 furono le regioni meridionali, come la Basilicata, a preferire l’emigrazione anche verso il Sud America, attratte forse dalla lingua simile all’italiano e condizionate anche dalla stessa religione. Partirono braccianti, artigiani e massari, e così i paesi cominciarono a spopolarsi; si andarono svuotando i paesi della Basilicata, di braccia, di sentimenti e anche di memoria, ed i piroscafi per anni scaricarono sulle banchine dei porti del Nuovo Mondo una umanità dolente.
L’emigrazione, nel corso di oltre un secolo e mezzo, ha segnato la vita di milioni di uomini e di famiglie. Come non ricordare quei tanti che partirono e neppur misero piede nella “terra promessa”, per i quali quell’oceano divenne una tomba, per pestilenze scoppiate durante il viaggio o per le tanti navi tragicamente naufragate nel corso del viaggio verso l’America. La partenza dal paese era come una veglia di morte, dal momento che tutti i parenti erano presenti per augurare all’emigrante ogni felicità. Il ricordo è segnato dall’immagine di una corriera scassata che sulla piazza del paese caricava capifamiglia con la valigia di cartone, che partivano per trovare sopravvivenza altrove, con le mogli avvinghiate e i figli attaccati ai pantaloni, mentre l’autista della corriera, in quei momenti laceranti, suonava il clacson perché in ritardo.
Intorno alla prima guerra mondiale le partenze si diradarono, anche perché le nazioni riceventi gli emigranti emanarono leggi più restrittive. Gli emigranti, infatti, per espatriare dovevano godere di buona salute, che veniva accertata prima della partenza, durante l’imbarco sul bastimento ed all’arrivo nell’America del nord in una isola, Ellis Island.
In caso di non idoneità, si veniva respinti e rimandati in patria con il primo vapore a spese del consolato. Con il periodo fascista le partenze furono sospese e solo pochi riuscirono a partire clandestinamente (gli atti di chiamata, i matrimoni per procura, furono durante questo periodo gli unici modi per espatriare).
I soldi ferocemente risparmiati ed inviati a casa costituirono per decenni la linfa valutaria, che risanò la quasi inesistente ed agonizzante economia italiana del tempo. Molti, però, non avendo raggiunto i traguardi che si erano prefissati, malinconicamente ritornavano al paese spesso malati nel corpo e nella mente.
È stato quello della emigrazione un evento necessario, che ha portato in molte famiglie serenità e gioia, ma anche dolore e dispiaceri in coloro che non hanno saputo trovare nel nuovo corso della loro vita l’appagamento delle loro aspirazioni, serenità e pace.


ANNO 2013

CENTRO REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DEL’ARTE SANITARIA CENTRO STUDI SULLA POPOLAZIONE
TORRE MOLFESE SANT’ARCANGELO (PZ)

PRO LOCO DI S. ARCANGELO (PZ)

”MALATTIA E FAMIGLIA. LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO A SOSTEGNO DELLA VITA. REALTÀ PRESENTE ED OPERANTE IN ITALIA E ALL’ESTERO”

Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo - Sant’Arcangelo - 25 maggio 2013

  9.30 :Antonio Molfese Medico Giornalista Apertura dei lavori.
  9.45: Domenico Esposito Sindaco di Sant’Arcangelo
10.00: Alessandro Ciammaichella Primario Medico Roma L’assistenza sul territorio nella storia della medicina
10.15: Pier Luigi Nardis Ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta nella Repubblica della Liberia: Lebbra malattia del corpo e dello spirito.
10.30: Direttore Sanitario Avis Basilicata Donare: il sangue è come donare la vita.
10.45: Saverio Glisci ANT Basilicata: Assistenza medica e psicologica nella malattia.
11.00: Popia Fabiano Presidente AIDO Basilicata: Donare un organo è come donare parte della vita.
11.15: Lucia Arcieri AISM Basilicata Associazione Italiana Sclerosi Multipla: Malattia dei giovani tra sofferenze e speranze.
11.30: Fortunato Mastropietro geologo Pama ANPAS: L’assistenza dei pazienti sul territorio.
12.00: Decio Scardaccione, Presidente ProLoco S.Arcangelo: Assistenza ai malati come atto d’amore.
12.15: Antonio Martino Primario Chirurgo Portici (NA) Conclusioni
           DIBATTITO
13.00 Rinfresco alla Torre Molfese

Le associazioni, che assistono in Italia le persone che hanno bisogno di aiuto ed elargiscono anche consigli tecnici sulla cura delle malattie, rappresentano un punto di riferimento essenziale su tutto il territorio. Oltre ad elargire consigli, anche riguardo alle nuove e più recenti terapie, offrono assistenza psicologica sia al malato che alla famiglia, supporto essenziale ed indispensabile per superare i momenti difficili, che si incontrano nel lungo e travagliato iter della patologia in atto.
Alcune volte il sostegno psicologico aiuta le famiglie scoraggiate a non abbattersi e a lottare, per seguire l’andamento delle malattie, specie quelle croniche a lenta evoluzione, e per fare sì che vengano messe in atto tutte le cure mediche e le assistenze psicologiche necessarie a convivere con il male. Mentre per alcune patologie, e sono le più, si intravede in lontananza la fine del tunnel, per altre, inesorabilmente progressive, è particolarmente necessaria la presenza delle associazioni di volontariato, con presidi medici e psicologici, a continua disposizione dei malati e delle loro famiglie. Ci sono associazioni che svolgono il loro lavoro in Italia e all’estero per assistere i malati, altre invece, per le caratteristiche del male in trattamento, elargiscono suggerimenti, consigli pratici e qualche volta anche prestazioni ed assistenza in centri specializzati alla loro cura. L’importante è che sia la persona che ha bisogno di aiuto, sia la sua famiglia, in momenti così difficili non si sentano abbandonati, ma siano certi di essere assistiti dal punto di vista medico e psicologico da personale qualificato.
Per poter operare sul territorio queste associazioni, senza fini di lucro, hanno bisogno di essere sostenute dal punto di vista finanziario da parte dei cittadini, ed è questo anche il motivo che mi ha spinto ad organizzare un convegno, per ringraziare tali associazioni benemerite e nello stesso tempo rendere ancora più evidente l’opera svolta da centinaia di organizzazioni sparse sul territorio, dove ognuna svolge un ruolo indispensabile nel prendersi cura delle miriadi di patologie fisiche, psichiche e comportamentali. Fortunatamente queste sono tante sul territorio e svolgono tutte un servizio altamente meritorio, ma solo alcune di esse abbiamo potuto invitare e riguardo a queste poche possiamo spendere qualche parola in più, data la esiguità del tempo a disposizione. Alle altre centinaia di associazioni, che non hanno, per ragione di spazio, potuto partecipare a questo evento, va tutta la nostra ammirazione e il nostro plauso per l’opera svolta. Il ringraziamento è esteso al Sovrano Militare Ordine di Malta, che, tramite il suo ambasciatore nella repubblica della Liberia, aiuta questo popolo colà a curare una delle malattie più diffuse: la lebbra. La presenza, poi, di un pubblico qualificato ci rende ancora più felici, dal momento che il messaggio raggiunge coloro che nel gioco della partita (malattia, paziente, famiglia) sono i dominus, consapevoli di impiegare tutte le loro energie disponibili. Almeno ce lo auguriamo.


ANNO 2014

CENTRO REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA CENTRO STUDI SULLA POPOLAZIONE
TORRE MOLFESE SANT’ARCANGELO (PZ)

PRO LOCO DI S. ARCANGELO (PZ)

”MALATTIA E FAMIGLIA. LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO A SOSTEGNO DELLA VITA. REALTÀ PRESENTE ED OPERANTE IN ITALIA E ALL’ESTERO” “Aiutatevi gli uni e gli altri con amore, e sentirete la presenza consolante di Dio” [Papa Francesco]

Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo - Sant’Arcangelo - 31 maggio 2014

  9.30: Antonio Molfese Medico Giornalista Apertura dei lavori.
  9.45: Domenico Esposito Sindaco di Sant’Arcangelo
10.00 :Alessandro Ciammaichella Primario Medico Roma L’obesità tra storia e scienza.
10.15:Alcolisti Anonimi di Basilicata. Testimonianza e recupero con il programma degli Anonimi Alcolisti
10.30 : Giovanni Ballarani Vice Presidente ANGOLA ONLUS. Un sorriso per l’Angola.
10.45: Raffaele Paradiso Presidente Provinciale LILT Basilicata “La prevenzione possibile sul territorio”
11.00 : Giulio Francesco Bagnale Presidente. AIAS Melfi: Assistenza Capillare sul Territorio. Scelta Ottimale.
11.15:Manlio Matera Presidente AIMA Firenze. I bisogni dei malati e delle famiglie.
11.30: Vittorio Case Presidente Pro Loco S. Arcangelo Assistenza ai malati come atto d’amore
12.00: Antonio Martino Primario Chirurgo Portici (NA) Conclusioni .
13.00 Rinfresco alla Torre Molfese


”MALATTIA E FAMIGLIA. LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO A SOSTEGNO DELLA VITA. REALTÀ PRESENTE ED OPERANTE IN ITALIA E ALL’ESTERO”
31 Maggio 2014

Si è tenuto sabato 31 maggio 2014, nel Complesso Monumentale Santa Maria d’Orsoleo, organizzato dal Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, dal Centro Studi sulla Popolazione “Torre Molfese” e dalla Proloco Sant’Arcangelo un convegno dal titolo “Malattia e famiglia. Le associazioni di volontariato a sostegno della vita. Realtà presente ed operante in Italia e all’estero”.
Ha aperto i lavori Antonio Molfese, che con molto piacere ha informato il qualificato pubblico che si è giunti al XIX Convegno organizzato da questo Ente,ha presentato i vari partecipanti e l’argomento trattato. Ha poi passato la parola al Sindaco, Domenico Esposito, che ha illustrato le varie attività svolte dal Comune e dalla Regione; ha proseguito i lavori il Professor A. Ciammaichella, il quale ha illustrato il problema dell’assunzione del cibo in eccesso che provoca tra l’altro obesità specie negli adolescenti in Italia. La rappresentante degli Alcolisti Anonimi ha illustrato il programma per la cura e la prevenzione di questa patologia molto diffusa sul territorio. Ha poi preso la parola il Dott. Giovanni Ballarani, dell’ ANGOLA ONLUS, che ha parlato della difficile situazione sanitaria di questa nazione, relativa anche a problemi dentali. E’ intervenuto poi il Dott. Raffaele Paradiso, Presidente Provinciale della LILT Basilicata, che ha illustrato il programma di prevenzione messo in atto nella nostra Regione per la prevenzione dei tumori. A seguire il Dott. Giulio Francesco Bagnale, Presidente dell’ AIAS Melfi, il quale ci ha parlato dell’opera meritoria svolta dall’ AIAS a favore di persone disabili. Il dott. Manlio Matera, Presidente dell’ AIMA di Firenze, ha illustrato con dovizia di particolari l’attività svolta dall’ Associazione sul territorio ed ha fornito preziosi consigli sull’istituendo centro di ascolto per malattie neurologiche (Parkinson, Alzheimer) presso la Torre Molfese. La Pro Loco di Sant’ Arcangelo è stata presentata da Nicola Infantino, che ha sostituito il Presidente Vittorio Case, il quale ha confermato la sua disponibilità a continuare l’ottima collaborazione finora realizzata. Infine il Professor Martino ha fatto una sintesi conclusiva dei lavori che si sono succeduti nel convegno. Agli oratori è stata offerta una riproduzione della Torre Molfese, del XVI secolo, nonché un manufatto in ceramica a ricordo del Convegno. Il tempo inclemente non ha permesso di tenere alla Torre Molfese, tutta imbandierata, il rinfresco che è stato allestito presso il Monastero di Santa Maria d’Orsoleo, dove i partecipanti hanno gustato i prodotti locali appositamente cucinati per l’occasione dall’ Agriturismo di Vito Nigro.

Roma 28/10/2014 Antonio Molfese

 

ANNO 2015

CENTRO REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA CENTRO STUDI SULLA POPOLAZIONE
TORRE MOLFESE SANT’ARCANGELO (PZ)

PRO LOCO DI S. ARCANGELO (PZ)

XX ANNO DI ATTIVITA’
“MALATTIA E FAMIGLIA LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO A SOSTEGNO DELLA VITA IN ITALIA E ALL’ESTERO.L’IMPORTANZA DEI CENTRI DI ASCOLTO”
“Aiutatevi gli uni e gli altri con amore, e sentirete la presenza consolante di Dio” [Papa Francesco]

Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo - Sant’Arcangelo - 30 maggio 2015

  9.30: Antonio Molfese Medico Giornalista Apertura dei lavori
  9.45: Sindaco di Sant’Arcangelo
10.00 :Alessandro Ciammaichella; Primario Medico Roma. “Le sindromi cardio-cerebrali”
10.15:Valeria Martano; Comunità di S.Egidio ROMA L’assistenza dei bisognosi sul territorio
10:30 Vincenzo Costigliola; Presidente.European Medical Association Bruxelles. I centri d’ascolto nella Comunità Europea
10.45: Domenico Santomauro; Dir. Dip. Riabilitazione e Lungodegenze A.O. San Carlo Potenza “La Sclerosi Laterale Amiotrofica e la presa in carico della persona con SLA in Basilicata:”
11.00 Nicola. Paciello; Neurologo A.O.San CarloPotenza. La Telemedicina nelle valutazioni geriatriche comportamentali
11.15: Andrea Barra; Psichiatria A.S.P L’importanza dei centri di ascolto nell’assistenza alle famiglie
11.30 Achille Foggetti; Cons. Naz. AISM Genova Assistenza ed aiuto al malato sul territorio
11.45 Vittorio Case; Presidente ProLoco S.Arcangelo Aiutare i malati come atto d’amore
12.00: Antonio Martino, Primario Chirurgo Portici (NA)
            Presentazione filmato FORETERRE .
           Conclusioni .
13.00 Rinfresco alla Torre Molfese con pomeriggio musicale

Anche quest’anno all’apertura del XX convegno che tratta dell’assistenza ai malati e alle famiglie da parte di organizzazioni senza fini di lucro da noi organizzato con tanta fatica desideriamo rivolgere un ringraziamento alle tante persone presenti che hanno preso parte a questi eventi e ci auguriamo di aver portato una ventata di tranquillità nelle famiglie e benefici ai malati. Abbiamo in questi 20 anni passato in rassegna i problemi sociali più emergenti riguardanti gli anziani,la loro assistenza integrata in famiglia e mediante anche tecnologie moderne come la telemedicina. Abbiamo parlato di alcolismo,di dieta mediterranea, di malattie prevalenti sul territorio , di inquinamenti ambientali e di malattie prevalenti in agricoltura. Abbiamo trattato di salute e natura e come le piante officinali entrano a far parte della medicina popolare. Abbiamo approfondito il problema dei tumori,della emigrazione ed in questi ultimi tre anni di come le associazioni di volontariato in Italia ed all’estero aiutano le famiglie che hanno in casa malati a dare loro assistenza e cura. Abbiamo svolto, con tanto impegno mentale e finanziario questo compito anche se la cittadinanza specie la più evoluta, è stata assente per motivi da noi non conosciuti. Abbiamo in questi anni solo portare alle classe più deboli un aiuto,un sostegno,un segnale che non erano stati dimenticati. Il convegno sarà aperto dal prof Ciammaichella,ormai decano della manifestazione che ci parlerà della sindrome cardio cerebrale che è molto grave per il paziente affetto e che si manifesta in seguito ad un cedimento del cuore-arresto cardiaco- per gravi cause(aritmia atriale,fibrillazione ventricolare) e che si ripercuote pesantemente sulla circolazione cerebrale per cui al ripristino del battito cardiaco residuano deficienze cerebrali a volte difficilmente superabili dal paziente. Sarà illustrata di come viene assistito un paziente con scleroso amiotrofica laterale in ospedale già di per se impegnativo e come alcune famiglie nei primi tempi di insorgenza della malattia assiste con enormi difficoltà il paziente al proprio domicilio. Recenti contributi della scienza ha dato qualche speranza su una delle cause della malattia ed è stata avanzata anche una probabile cura. Sarà anche mostrato come vengono assistiti persone bisognose sul territorio, sia dal punto di vista fisico che psichico dalla Comunità di S. Egidio e di come questa assistenza è diffusa capillarmente su tutto il territorio italiano ma anche all’estero. Sarà illustrata di come lo specialista neurologo interviene a valutare le condizioni fisiche , psichiche e comportamentali dell’anziano così come le conclusioni cliniche necessarie per poter così cogliere in tempo utili le prime deficienze cognitive per le quali è necessario fornire un aiuto. Sara mostrata l’importanza dello psichiatria nei centri di ascolto nell’aiutare le famiglie a comprendere la persona affetta da declino cognitivo che non è in grado di esprimere i propri bisogni,dal momento che chi assiste il malato deve imparare modi nuovi per comunicare ed esprimere la propria attenzione al soggetto bisognoso di aiuto. Il problema in discussione sarà illustrato come viene affrontato e risolto nella comunità europea.
Sarà illustrata come vengono assistiti i pazienti affetti da sclerosi multipla sul territorio ed anche per questa malattia i ricercatori hanno dato qualche speranza mediante l’uso di cellule staminale nella risoluzione di alcuni sintomi e speriamo nella cura della malattia. Le più importanti sono state realizzate dal European Brain Council, dipartimento di scienze farmaceutiche, Università di Milano e che hanno messo a punto importanti ricerche circa lo stato della biologia molecolare nelle malattie neurodegenerative; in particolare lo studio del cervello e della plasticità delle sinapsi sia in condizioni fisiologiche che patologiche con lo scopo di curare le malattie neurodegenerative.

Più approfondite notizie sui convegni tenuti nei venti anni di attività potranno essere richiesti al Centro Studi sulla Popolazione, Torre Molfese, ([email protected]) che potrà fornire la raccolta dettagliata degli interventi dei vari autori partecipanti nei venti anni di attività, raccolta degli atti a stampa, nonché copia dei filmati inerenti le varie manifestazioni,quando l’immagine digitale ha sostituito la carta.

Per maggiori informazioni: [email protected]

 

http://torremolfese.altervista.org

    

 

 

 

 

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