Pasquale
Totaro-Ziella
Luciana Gravina
da "Il segno e Dintorni" Percorsi intertestuali, pag. 32 - 33 in Supplemento al Bollettino della Biblioteca Provinciale di Matera, a. VIII, n°13, 1987
Due Modalità oltre il cliché Il testo che «mi sceglie»15 in questo momento è «Solamente questo paese», di Pasquale Totaro-Ziella dove la patria-terra è esplicitamente denotata col nome proprio (Senise), e attiva un impianto anaforico con la utilizzazione degli shifters deittici16 (2, queste; 6, questo; 11, questo; 11, queste; 21, questo;), dove il sentimento del disfacimento, accomunato all'indice della geografia franosa della Basilicata, è reso con effetto di erlebnis17 traslato nella coscienza del paesaggio.
Solamente questo paese
Ottobre. Senise si sgretola in queste giornate di noia gli serpeggia dentro un sonno che lo lascia senza pazienza e senza tempo. Questo vespero già antico di voli lo sfibra a orde di vento dopo l'ultimo finito amore e come argilla scivola casa su casa. Questo paese si sfa lentamente come le trecce che mia madre scioglie lungamente allo specchio nelle piccole albe al focolare. Così queste vie s'intrecciano in un farsi e disfarsi d'annullamenti e di creazioni che già nei gesti dell'aria senti per tutto il paese senza rancore e senza odio. Questo piccolo paese presepe che solamente a natale si compone nella sua fissità di donna dalle braccia nel grembo ha liquefatto le case bianche in lava di cenere di cielo nei silenzi tristi dei vicoli che già si fissano indifferenti in uno sguardo immutabile senza intesa e senza amore.
Il paese opera, infatti, il suo disfacimento in una sorta di fissità atemporale, secondo una sequenza di azioni automatiche e involontarie (1, si sgretola; 4, si sfa; 23, si compone;) e di sensazioni (3, e segg. gli serpeggia dentro un sonno/che lo lascia senza pazienza/e senza tempo; 16 e segg. in un farsi e disfarsi/d'annullamenti e creazioni; 20, senza rancore e senza odio; 30, senza intesa e senza amore). Una modalità singolare, mi pare, non allineata, dove il paesaggio non è vissuto come altro da sé, ma opera con sentimenti umani, quelli del poeta, la propria lenta distruzione, che non è poi indifferenza, ma un ben camuffato «cupio dissolvi».
Luciana Gravina |
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