Pasquale Totaro-Ziella

 

 

Alla Stalla Carluccio

Come posso scordare la mia fanciullezza

con i miei compagni passavamo alla Stalla Carluccio

al freddo accavallati la paglia calda all'acqua

gettavamo alla mangiatoia i muli in fila a biada

al sentore del fiato smanavamo la conta a tondo.

Lanciavamo alle mosche verminose le papaline all'aria

alla pietra ingegnavamo la squadra al segno lontano

spaccavamo ai tiri i mattoni di mano al loggiato

alla briglia strigliavamo i garresi alla striglia

galoppavamo a Ciclone le corse sfiatate ai nitriti.

Ai sacchi colmi gabbavamo il cieco vecchio al buio

infornavamo al suolo la canna insaziabile a castagne

a Sciascione scantavamo la mezzaluna ferrata al vino

disamoravamo alle femmine i mostri al ferrovivo

a Pinocchietto imbastivamo la pelle all'ago mucoso.

Saltavamo a cavaliere la fila appoggiati al muro

alla groppa alta cadevamo il turno al fazzoletto

battevamo al palmo teso la mazza forte a sangue

ai chiodidicristo avvolgevamo la pietra al cavo

segnavamo agli occhi lucidi la mossa al battitore.

 

 

(da: A canne a pietre a posti fatati)

 

 

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