BELLA: cenni storici
Il centro storico di Bella, caratterizzato da urbanizzazione a cinte
concentriche servite da numerose porte, ha origine medioevale.
Il territorio dell’attuale Comune, abitato anticamente da gente osca, nel
XII secolo comprendeva il vasto feudo di Santa Sofia, quello più piccolo
delle Caldane e altri 16 minuscoli feudi, unificati, sotto Federico 20, in
unico feudo denominato di Bella. C’era allora, alle falde del monte
Castelluccio, un piccolo villaggio, detto, appunto, Castelluccio, scomparso,
poi, nel XVI secolo. Passando da feudatario, la popolazione di Bella non
patì in quei tempi vicende di rilievo.
Nel 1405 Re LADISLAO di Napoli le abbonò parte delle imposte dovute,
commiserando i danni subiti per la guerra allora in atto. Nel 1560 il
popolo, stanco dell’oppressione feudale, deliberò in pubblico parlamento di
passare sotto il diretto dominio del Re. Ottenne l’assenso regio nel 1562 e
pagò 14.700 ducati.
In quell’occasione il Re approvò, su richiesta dell’Università bellese, uno
Statuto in 26 Capitoli per garanzie autonomistiche in relazione ad un buon
governo comunale.
Nel 1564, però, il popolo, prostrato dal dominio regio, deliberò di
riportarsi sotto il dominio feudale.
Si offerse al barone Agostino Rondone di Melfi e gli prestò anche i 14.700
ducati necessari per il deliberato riscatto.
Nel 1591 Saba Rondone vendette Bella, insieme a Santa Sofia, Caldane,
Platano e Baragiano, a Camillo Caracciolo per 110.000 ducati. Da quel tempo
i Caracciolo di Torella, che nel 1598 ottennero il titolo di “Marchesi di
Bella”, tennero questo feudo fino all’eversione della feudalità (primo
decennio del XIX secolo).
La peste del 1656 mietè molte vittime fra i Bellesi e il disastroso
terremoto del 1694 apportò loro gravissimi danni e numerosi morti.
Nel 1799, sotto l’impulso ed il pretesto delle idee della Rivoluzione
francese, scoppiarono in Bella feroci lotte tra famiglie, gruppi sociali e
attacchi di popolazioni circonvicine, e culminarono nell’uccisione violenta
e feroce di 28 cittadini.
I successivi moti risorgimentali registrarono la presenza attiva di molti
Bellesi per la causa della liberazione del Sud dai Borboni.
Nel 1861 il paese subì l’obbrobrio e i danni dell’invasione di un’armata di
700 briganti circa, comandati da Crocco.
Nel 1846 i Caracciolo vendettero al Principe di Sant’Antimo le vaste
proprietà terriere che ancora tenevano in Bella, nelle vaste contrade rurali
di San Cataldo, Sant’Antonio Casalini e Castelluccio del Principe. Esse,
dopo la seconda guerra mondiale, furono requisite da un apposito Ente
governativo di Riforma Fondiaria e distribuite in quote a centinaia di
contadini delle contrade citate.
Il Comune comprò dal Principe di Sant’Antimo, verso gli inizi del secolo
scorso, il vecchio castello feudale e lo trasformò in edificio scolastico.
Attualmente lo si sta riportando quasi al suo stato originario.
La prima e la seconda guerra mondiale registrarono molti caduti fra i
Bellesi chiamati alle armi.
Il terremoto del 23 novembre 1980 ha apportato gravi danni al patrimonio
urbanistico di Bella. Attualmente l’opera di ricostruzione è quasi
completata.
Rinnovato del tutto, il paese risulta ammodernato in ampiezza di strade
interne, in miglioramento abitativo, in diffusione di comodità sanitarie e
civili, in possibilità di istruzione e di cultura.
In tutta la storia di BELLA i secoli XV e XVI sono stati i più esaltanti e i
più utili al bene sociale.
Allora le numerose Cappelle comunali, ricche di animali da reddito e di
grano, garantivano coi lori Monti Frumentani grano e altri semi a chi ne
aveva bisogno e, in una con la Cassa Sacra del Clero locale, prestiti in
denaro ad interesse legale a chiunque ne richiedesse.
In quel tempo anche l’Amministrazione comunale garantiva efficienti servizi
di scuola pubblica, di condotta medica e di esequie gratuite per tutti i
cittadini, e, nei periodo allora più che ricorrenti di malannata,
distribuiva gratuitamente pane ai poveri e controllava il prezzo del grano
per tutti.
Non ebbe successo l’iniziativa di salvaguardare i cittadini dalle cause
civili e penali da celebrare fuori del territorio comunale e
l’Amministrazione fu truffata dai Caracciolo nell’iniziativa di “camera
riservata”, cioè di esonero dal fornire viveri ed altro alle truppe di
passaggio.
Questa politica di ampia apertura sociale nei secoli sopra citati ebbe molto
successo. Richiamò genti dai paesi vicini e spronò molti privati a istituire
Monti di prestiti per bisognosi e Monti di Maritaggio per fanciulle povere.
Nel 1564 ancora dei privati istituirono una scuola gratuita dilatino aperta
gratuitamente a tuffi. Un altro privato, Bonaventura Cavallaro, aveva una
biblioteca eccezionalmente fornita, rispetto ai tempi.
prof. Mario Martone
..è il paese nel quale, in
tempi antichissimi, 25 baroni avevano i loro feudi, e nel quale il 3 marzo
del 1799, l'Arciprete Sansone, che aveva pubblicamente difeso la causa della
libertà contro la dura oppressione borbonica, fu ucciso da un colpo di
fucile, mentre dall'Altare della Chiesa parrocchiale levava al Signore voci
di preghiera per il bene del suo popolo ed invocava perdono per tutte le
colpe.
Tragica Chiesa quella che, nello stesso giorno in cui l'aveva tinta di
sangue l'Arciprete Sansone, accolse le dilaniate salme dei cittadini
trucidati nel castello, e, più tardi, si ornò al cornicione del campanile,
di un macabro trofeo: la testa della baronessa Anna De Falco, che aveva
resistito all'ira furibonda degli assassini.
- da un libretto dei
primi del '900 -
Repertorio artistico-turistico
- Resti di un castello medievale.
- Nella Chiesa de le Madonne delle Grazie
sono conservati un dipinto ed un trittico di Gian Lorenzo Cardone di Bella
(sec. XVIII) e quadri del Pittore Andrea Sabatino da Salerno, riferibili aI
1520-25.
- Nella Chiesa dell’Assunta sono custodite
altre pregevoli tele del Cardone raffiguranti la Madonna del Carmine e la
Madonna Addolorata. Nella chiesa parrocchiale vi è un dipinto
dell’Immacolata, Sant’Antonio e San Francesco, della fine del ‘500,
attribuito al pittore Cristiano Danona di Anversa.
- Nell’abitato si trovano vari edifici con
portali del ‘600 e ‘700.
- Nei dintorni: In contrada
Sant’Antonio dei Carlini si trovano avanzi di costruzioni del primo
medioevo.
- Sul Monte Croce, in un folto bosco d’assedio soprattutto nei giorni di
calura estiva, vi è una grotta eremitica.
- A. San Cataldo, le rinomate fonti minerali solfuree.