Il paese sorge sulla dorsale fra i fiumi Sinni e Serrapotamo, nell’Appennino Lucano e
su di un’altura chiamata Catarozzolo (etimo di origini greche). Il nome primario non è
noto, ma il primo agglomerato d’insediamento, risalirebbe all’età del ferro come alcuni
documenti ed enciclopedie affermano, e come testimoniano molti reperti rinvenuti ove
ora sorge l’abitato. Ebbe rapporti con città greche della costa ionica ma molti pregevoli
reperti si trovano ad oggi nei Musei di Taranto, Policoro e Metaponto. Cittadina fortificata
fin dal VII° sec. a. C. la fortezza principale fu distrutta dal console Crasso durante le guerra
servile guidata da Spartaco dal 73 al 71 a.C.; il paese vanta i resti di accurate fortificazioni,
che attestano la sua trascorsa potenza. Fu presa dai Longobardi e poi dai Bizantini. Nel
sec. fu distrutta da un terremoto e poi ricostruita dai Normanni. Poco distante dall’abitato,
intorno al 1165, visse Sant’Euplo (evolutosi nel tempo in Sant’Uopo), che aveva il dono
di provocare la pioggia. Fu eretta una cappella nella piccola frazione che porta lo stesso
nome (sede di fiera verso la fine di maggio). Il paese divenne feudo dei Chiaromonte (da
cui prese nome) e dei Principi Sanseverino-Bisignano. Nel fiorente periodo feudale, “Clarus
Mons” era anche definito “il signore delle valli”, dominando in senso orografico ed
economico le due aree. Nel 1300 ospitò il Beato Giovanni da Caramola , un mistico
originario di Tolosa, che visse nell’eremo di San Saba presso il fiume Sinni, su una rupe
inaccessibile. Nel XIII° secolo fu edificata una cappella, poi distrutta e riedificata nel
1700. Grande centro religioso, Chiaromonte nel 1200 fu sede estiva della Diocesi di
Anglona. Nel suo contado ospitò molti conventi: Battifarano fondato dai
Basiliani, S. Pasquale fondato dai Pasqualini, l’Eremo dei Torchiaruoli, l’Abbazia di
S. Anastasio a Carbone, ed altri conventi nel tenimento di Francavilla, Sicileo e Sanseverino. Il centro
storico mantiene la struttura medievale composta da tre cinte, di cui restano tracce risalenti
al XIII sec.. I resti delle Torri della Spiga dominano l’altura del paese; il Portello segna
invece la cinta muraria esterna. Nel 1800 il paese diede i natali al poeta e patriota Domenico
di Giura. Altre più approfondite ed interessanti notizie, si possono trovare su ‘Storia di
Chiaromonte’ (Francesco Elefante ed. Reggiani Salerno 1965); altre, d’interesse sociologico
sul paese e sui suoi abitanti, è possibile trovarle su ‘Le basi morali di una società arretrata’
di Eduard Banfield (ed. Il Mulino 1962), che proprio su Chiaromonte, da lui denominato
"Montegrano" elaborò una tesi sociologica. Il testo ampiamente dibattuto e contestato negli
anni settanta è adottato in università americane: a distanza di cinquant’anni, dimostra la
sua attualità. Il paese conserva in modo anche inquietante, un ethos strutturato.
Alcuni vicoli hanno scorci panoramici di ineguagliabile bellezza. Caratteristiche sono
le cantine scavate nella roccia, dislocate lungo tutta la cinta del paese e ben distribuite a
varie esposizioni di luce ed umidità (possibili visite guidate nei periodo estivo). In molte
di esse, ancora si produce un ottimo vino i cui proprietari a volte sono orgogliosi di far
degustare. Chiaromonte ha numerose fontanelle e vari archi.
Da vedere: il Palazzo Sanseverino (1319), la Torre del Castello di Giura
(XVIII sec.), il Palazzo Vescovile (1609); la Chiesa di S. Tommaso sul Catarozzolo
(XIV sec.), ora inagibile, ospitava tele della scuola di Luca Giordano. La Chiesa di
S. Giovanni Battista in piazza Garibaldi, purtroppo dal marzo ‘98 è stata depauperata dei marmi dell’altare
maggiore con vile saccheggio. Attualmente in restauro, mostra tracce romaniche e barocche.
Da vedere anche la porta più antica, il Portello ed il rione sottostante al livello della piazza.
Il panorama è poi impareggiabile dalle torri della Spiga vi si accede con percorsi interni o esterni al centro storico, così come per gli itinerari
delle cantine. Nei dintorni: in c/da San Nicola i ruderi della Certosa di Chiaromonte (1395),
i resti della torre dell’Abbazia di S. Maria del Sagittario, i resti del Convento dei Cistercensi
in c/da Ventrile, il vecchio mulino in c/da Pietrapica e il bosco in c/da Conocchiella e
Magnano.
da Coordinamento delle Pro-Loco
del Parco Nazionale del Pollino