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AVIGLIANO


STEMMA

"Di rosso all'albero di avellano, piantato sopra un monte ed accostato da due leoni controrampanti d'oro" (Giuseppe Gattini)

 

NOME

"Dal gentilizio Avillius o Avilius. Un Fundus avillianus è nelle Tavole alimentarie de' Bebiani e un altro in quella di Velleia in Flechia" (Giacomo Racioppi).

 

PROFILO STORICO

"Avigliano in Provincia di Basilicata, in Diocesi di Potenza...è situata sopra un colle e dista da Matera, capitale della Provincia di circa miglia 50 e 8 da Potenza. ... Gli Aviglianesi soni industriosi ed hanno commercio con Salerno, ove trasportano i loro grani, e con Barletta, dalle cui saline estraggono il sale e lo vendono poi in molti luoghi della lo provincia....Il monte Carmine compreso nella sua regione ha molte sorgive d'acqua. Tra i confini di questa città e Ruoti vi è una miniera di di pietra marmorea, che lavorata fa la figura di persichino.

In Avigliano non si lavora alcuna cosa di particolare, eccetto de' tabacchi, che sono veramente pregievoli.

Nel 1530 si possedeva da Girolamo Caracciolo. La perdè poi per delitto di fellonia, e fu data a Giovanni Zunica, e a Stefanicca de Requesens sua moglie nel 1537, ma poi ne venne aggiudicata la metà a Scipione Caracciolo figlio di esso Girolamo, e data a detti coniugi in cambio Piponi e Arbustoli. Nel 1538 Scipione Caracciolo la vendè a Francesco Raimo, col patto de retrovendendo. Nel dì 2 Ottobre del 1538 Cornelio Caracciolo fratello, ed erede di Scipione, vendè a  Beatrice Torella il jus, che gli competea di ricomprare da Francesco de Raimo la terra di Avigliano, come venduta da detto Scipione per ducati 4500. Nello stesso anno 1538 nell'ultimo di Aprile Lucrezia Caracciolo asserì che avea la metà della rendita di detta terra, stantechè l'altra metà era di pertinenza all'eredità del defunto Scipione, onde cedè la detta sua metà ad esso Cornelio.  Nel dì 2 Luglio 1540 Cornelio Caracciolo per ricomprare Avigliano da Beatrice Torella la vendè a Margaritonno di Loffredo per duc. 10.000. Nell'anno 1541 Margaritonno la vendè a Giovan Battista Caracciolo. Nel 1542 Gio. Battista Caracciolo la permutò con Lucrezia Arcella e n'ebbe in iscambio la baronia di Tiriolo. Nel 1543 a 24 Agosto si trova che Giovanni di Zunica  e sua moglie asserirono che possedendo detta terra in comune ed indivisa colla predetta Lucrezia Arcella venderono perciò alla medesima quella parte, ch'era di di loro spettanza. Nel 1549 a 14 Gennaio esssa Lucrezia Arcellla vendè detta terra ad Antonio Caracciolo per ducati 17.000. Nel 1550 esso Antonio la vendè a Cola di Sommma per duc. 7.000, col patto de retrovendendo, ma con annui ducati 750. Nel 1559 il detto Antonio Caracciolo cedè il suo diritto con annui ducati 700 di sue rendite a Gio. Antonio della Marra, il quale la donò poi a Luigi suo figlio. Fu di nuovo de' Caraccioli e nel 1610 Giuseppe Antonio Carcciolo la vendè al dottor Ferrante Rovito per ducati 63.000. In oggi si possiede dal Principe Doria" (Lorenzo Giustiniani).

 

"...la prima menzione di esso, conforme il Racioppi, trovasi in una carta greca del 1127. All'epoca angioina fu Feudo di Ambaldo de Annibaldo da Roma, indi di Landolfo di Pietro, anche romano e poi del messinese  Bello di Bello. In seguito fu posseduto dalla famiglia Caracciolo, ma con vendite e retrovendite si vede pur passato successivamente nelle mani dei Zunica, Raimo, Torella, Loffredo, Arcella, Di Somma, Della Marra, e Rovito sin quando non pervenne alla Casa Doria del Principe di Melfi col titolo di Duca, titolo che nel 1882 fu acquisito ai Doria-Panfili-Landi.

Circ. Civ. Ed Eccl.- Questo Comune ch'è sede di Mandamento nel Circondario e Diocesi di Potenza è il più popoloso della Provincia, contandon 18481 abitanti, quantunque divisi in altri 8 casali....Ha Chiesa Collegiata con Clero insignito, 4 Confraternite laicali e Opere Pie riunite per la beneficenza ed il Monte Frumentario, oltre un legato Gianturco per maritaggi, e l'Ospizio Provinciale della Pace per ricovero maschile ed istruzione. V'erano pure un Monistero di Clarisse con 25 suore e 7 coriste, un Convento di Riformati con 13 Padri e 4 laici, ed un altro di Domenicani espulsi alla prima soppressione" (Giuseppe Gattini).

 

(Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di Vincenzo Falasca, Presidente I.R.S.A.B. <Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata> sede: 85050 Grumento Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis. Copyright riservato.  E-mail: [email protected]

 


 

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