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NICOLA MATTURRI

tratto da  "la Basilicata nel Mondo" - 1924 / 1927
 

Nato fra le rocce scoscese e selvagge del suo paesetto silvestre, Baragiano, Nicola Matturri portava nel cuore la lealtà e l'infinita bontà degli schietti montanari, dal cuore sempre bambino, e la signorilità da perfetto gentiluomo del suo antico casato.

Chi lo conobbe studente, in quell’età, cioè, in cui la parte migliore di ogni uomo si rivela pienamente, ammirò in lui l' ingegno forte e precocemente maturo chi lo conobbe padre, lodò in lui il grande amore verso i suoi figliuoli di cui fu "custos incorruptissimus" e severo ammonitore; chi lo conobbe professionista e patriota non poté che guardare con riverente ammirazione un uomo, che, pur lontano da ben 24 anni dalla sua Patria, serbò verso questa un culto degno dei martiri del nostro Risorgimento al punto da rinunziare alla cittadinanza americana e da piangere, nei giorni terribili di Caporetto, sulla disgrazia,che sembrava irreparabile, d’ Italia.

E a questi sentimenti altamente italiani volle educare i suoi figli.

Chi lo conobbe, infine, professionista notò la sua profonda cultura e l’amò nelle conversazioni multiformi, in cui, con spigliata eleganza, parlava di tutto, e di medicina e di letteratura e di arte: di quest’ultima specialmente era un appassionato — e che sapeva rendere interessanti e scoppiettanti del suo spirito arguto e vivace.

Ecco in pochi tratti l'uomo che ora non è più.

Il dottor Nicola Matturri nacque a Baragiano il 12 settembre 1866. Laureatosi giovanissimo in medicina e chirurgia nell’Università di Napoli, esercitò per qualche anno la professione a Laviano.

Fra la pace di questo paesello poté dedicarsi ai suoi studi preferiti, ed è appunto di questi anni la formazione della sua cultura, che doveva farlo ammirare nelle terre d’oltre Oceano.

Il suo spirito pugnace, infatti, ed aspirante a grandi trionfi lo spinse a cercare lontano l’avvenire che sognava radioso, ed eccolo salpare alla volta di Newark portando come unica ricchezza la sua cultura, la sua brama di eccellere. Ed in pochi anni riuscì ad affermarsi e ad esplicare la sua missione di medico sapiente e confortatore.

Al capezzale degli ammalati sapeva versare tutta la piena d’affetto e di bontà che tanto lo distingueva moveva con rapidità e sicurezza alle diagnosi, curava il sofferente con dolcezza fraterna e per tutti aveva una parola di conforto, per tutti serbava la eguale affabilità gioviale.

Nella sua casa ospitale gli piaceva intrattenersi con tutti intorno ai suoi studi, rendendo piacevoli anche le discussioni che sembravano un pò ostiche, e mostrando con limpida semplicità le sue idee, in torma piana, come di persona indotta, ravvivandole sempre di episodi, lepidi e scherzosi.

E, quando tornava a casa, stanco pel suo lavoro giornaliero, sapeva ancora trovare la forza per essere giulivo, per scherzare coi suoi figliuoli.

Dopo la patria, la famiglia era per lui assillante pensiero: pochi hanno amato e sofferto come lui per dare ai figli tutte le gioie!

Ma ora nella ricca casa di Newark regna il pianto!

Nicola Matturri si è spento nella piena vitalità dei suoi robusti anni, quando, si può dire, la sua vita, non era ancora che cominciata per le più alte idealità cui Egli aspirava.

Ai figli, specialmente, che avevano ancora bisogno della carezza paterna, sia di conforto il pensiero di poter, con la loro opera, far rivivere all’ammirazione di tutti il padre scomparso, alto, come da secoli, il cognome avito.

Che essi non si addolorino di più; il loro padre è vissuto per essi, vive in essi.

So che le parole servono piuttosto a suscitare i dolorosi ricordi che a cancellarli: so che il confortarli e un illusione.

Ma forse, ricordando loro il passato doloroso, la loro anima bruciandosi al fuoco di quel triste ricordo, sarà capace di sostenere più aspre battaglie per essere degni di quel santo uomo.

Il   Dottor Nicola Matturri è morto come un santo: col volto sereno e giulivo come sempre, col pensiero ai suoi cari genitori, sepolti nella terra alpestre dei suoi monti nativi.

Gl’imponenti onori resi alla salma furono una riprova del grande amore che tutti nutrivano verso quest’uomo, esempio di più alti sentimenti, di lavoro indefesso e di onestà scrupolosa.

Il   popolo tutto di Newark e moltissimi di New York seguirono in commosso silenzio la bara del caro estinto.

Il carro, sepolto fra i fiori, fu accompagnato sino all’estrema dimora da una folla di amici: e accanto a signore dell’alta società si notavano umili popolane in lagrime.

Parlarono di lui il Rev. Oneill, il Dottor Sturchio e il farmacista Castrataro.

La memoria di quest’Uomo insigne, che tanta luce ha saputo in vita spargere intorno a sé per onorare la sua terra di origine, sia sacra ai cittadini di Basilicata che nell’esempio di Lui dovrebbero inspirarsi per i migliori destini della loro regione.

 

LUIGI MATTURRI


 tratto da  "
la Basilicata nel Mondo" - 1924 / 1927

 

 

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