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MOLITERNO
 

da un volume dei primi del '900
(Francesco Di Sanza)      


MOLITERNO
Nelle vicinanze di Sarconi, dove si chiude la valle in cui ebbe luogo la battaglia fra Annibale e Claudio Nerone, a 880 metri di altezza sul livello del mare, sorge Moliterno che una vecchia tradizione vuole costruita dai cittadini di Grumento, quando, dopo la distruzione della loro città, andarono a rifugiarsi sulle alture vicine.
Indipendentemente dalla bellezza del castello, della maestà austera della chiesa che fu cominciata a costruire da un discepolo del Vanvitelli nel 1747, dal teatro, dalle case belle, pulite e in gran parte signorili, questo è davvero uno dei più importanti paesi della provincia per la tenacia operosa dei suoi cittadini, che, negli studi e nelle lotte a favore della libertà, nella fecondità alacre del lavoro incessante, hanno onorato il paese, anche oltre i monti e oltre i mari della Patria.

Ma più che dei suoi scrittori e dei suoi patrioti, Moliterno è orgogliosa della tenacia operosità del suo popolo instancabile nella fatica e sempre fervido nelle sue iniziative. L'industria del latte ha qui una importanza che è semplicemente grandiosa. Il formaggio di Moliterno che, ogni anno, va a miglia di quintali sui mercati di Napoli e d'America, ha conquistato un posto d'onore, che trova sostegno soltanto nella bontà squisita della produzione, oggetto della cura vigile ed assidua di centinaia di lavoratori, i quali non conoscono né ostacoli alle loro iniziative, né stanchezza nella loro fatica.


FERDINANDO PETRUCCELLI DELLA GATTINA
Primo fra essi, Ferdinando Petruccelli della Gattina, cospiratore e due volte deputato, storico, romanziere, giornalista assai stimato in Italia, in Francia, in Inghilterra.
Il suo amore per la Patria non fu fatto di lamenti, di sdolcinature e di pianti. Flagellò i tiranni con parola che ebbe vivi bagliori di rovenza; ma non risparmiò la sua parola aspra di rimprovero agli italiani, che, premuti dall'artiglio dei dominatori, invece di scattare in un moto violento di ribellione, apparivano a lui troppo rassegnati e troppo tolleranti.
Nei suoi numerosi romanzi, spesso parla della Basilicata. In uno di essi che ha un titolo bizzarro: "Il sorbetto della regina", i personaggi principali sono di Moliterno.
Forse allo spirito irrequieto del grande scrittore, nelle ore tristi della nostalgia dei suoi monti, fu unico sollievo la descrizione viva della sua terra lontana, confondendo, in accorata onda di spasimo solitario, il ricordo di essa e la santità degli affetti più puri.


GIACOMO RACIOPPI
Altro grande cittadino di Moliterno fu Giacomo Racioppi, scrittore di opere pregevolissime, fra le quali quella "storia dei popoli della Lucania e della Basilicata", che molti invidiano alla letteratura della Basilicata.
Arrestato a Napoli nel 1849 sotto l'accusa di liberalismo, fu, per quattro lunghissimi anni, nel carcere di S. Maria Apparente. Liberato nel 1853, non rinunziò alle sue idee, sebbene la polizia borbonica lo tenesse d'occhio, sotto la più rigorosa sorveglianza.
Negli uffici altissimi che gli furono conferiti, dopo il 1860, portò il contributo prezioso della sua dottrina ed il senso alto della più squisita responsabilità. Nominato senatore del Regno, non trasse dalle elevata condizione politica né motivi di orgoglio né ragioni di disinteresse per la sua Basilicata, che amò fin che visse, con immutata devozione di figlio.
 


da un volume dei primi del '900
(Francesco Di Sanza)     


 

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