Chiesa della Madonna del SS. Rosario
I domenicani, fin da quando dimoravano a San Nicola in
Pantanellis, avevano costruito a Moliterno, sulle mura del paese, si
suppone intorno al 1510, una cappella dedicata alla Madonna del Rosario ed
un convento conosciuto con il nome di grancia della Serra, che usavano
come punto d'appoggio quando, venivano a Moliterno, per svolgere il
ministero religioso o per affari. La chiesa attuale del Rosario non è
altro che la vecchia cappella che fu ricostruita più grande nel 1616, a
tre navate, come si vede ancora oggi: la centrale è sormontata da una
volta a botte, mentre quelle laterali da volte a crociera. Da un atto
pubblico rogato dal notaio Nicola Dalessandri nel 1762, si rileva che i
Domenicani comprarono buona parte del palazzo di Oronzo Petrocelli,
adiacente alla chiesa. Poi, su progetto di Gaetano Azzolini, diedero
inizio ai lavori di ristrutturazione, per ampliare la vecchia grancia e
procedere alla costruzione di un più vasto locale da adibire a noviziato.
Nella chiesa vi sono tre altari di legno scolpiti con dorature in oro
zecchino, un pregevole coro ligneo, che risale al 1543 ed un organo a
canne della rinomata ditta Carelli, ristrutturato nel 1992.
Numerosi sono i dipinti molto antichi, trai quali ricordiamo una Madonna
circondata da quindici medaglioni, che rappresentano i quindici misteri
del Rosario, trafugati negli ultimi tempi, due tele del '500 in una delle
quali si ammira il ritorno della Sacra Famiglia a Nazareth e nell'altra è
rappresentata la figura di San Domenico. Un'altra tela interessante risale
al 1700 ed in essa è raffigurata la Madonna con il Bambino Gesù,
vezzeggiato da Santa Rosa da Lima. Come abbiamo precisato, l'antica
cappella era dedicata alla Madonna del Rosario, però, i Domenicani
ottennero dalla Santa Sede che il nuovo patrono di Moliterno fosse San
Domenico di Guzman. Il convento possedeva una ricca biblioteca corredata
di mobili dorati del secolo XV e XVI. La facciata della Chiesa del Rosario
è esposta a nordovest. Su di essa vi sono tre entrate, delle quali quella
centrale è la più alta ed ampia. La porta centrale è sormontata da una
volta, mentre quelle laterali da due finestre. Al centro della facciata vi
è un rosone in pietra e sopra emerge il campanile. In seguito alla
soppressione degli ordini religiosi, il convento insieme all'orto murato
fu venduto all'asta e finì nelle mani di Giuseppe Albano. In seguito, fu
acquistato dagli eredi di mastro Gerardo Gianpietro, che, con poche
modifiche, lo adattarono ad abitazione. Il locale dove risiedevano i
novizi, prima fu usato dal Governo, come magazzino dei generi di
monopolio, ma, in seguito, fu acquistato dalla famiglia Gianpietro che vi
apportò profonde trasformazioni. Ancora oggi si può ammirare il chiostro
con al centro un pozzo del 1614, un lavatoio in pietra ed una loggetta a
tre archi. I libri ed i mobili della ricca biblioteca sono andati,
purtroppo, dispersi e buona parte dei beni immobili posseduti dai
Domenicani furono venduti all'asta e finirono nelle mani del demanio. Dopo
il concordato stipulato nel 1815 tra il re di Napoli e la Santa Sede, la
chiesa fu assegnata al vescovo diocesano di Marsico Nuovo dal quale dipese
la parrocchia fino al 1882, poiché la Chiesa Madre non era stata ancora
aperta al culto. Negli ultimi tempi la chiesa è stata ristrutturata ed
attualmente, essendo chiusa la Chiesa Madre, per lavori di restauro, le
funzioni religiosi vengono celebrate nella Chiesa del Rosario.
Testo
tratto da "Moliterno: un paese da scoprire" del Gruppo Animazione Estate
1995
Pubblicazione autorizzata |