Chiesa della SS.
Trinità
Via Pretoria - Due importanti indicazioni
cronologiche a supporto delle coordinate storiche: la ricostruzione
dell'edificio nella seconda metà dell'Ottocento ed i lavori di restauro
del 1930. Per il periodo precedente, invece, un terzo riferimento è
costituito da una descrizione del tempio esistente prima del terremoto del
1857. Si tratta dei verbali relativi a due visite pastorali di mons.
Tiberio Carrafa, svoltesi a Potenza negli anni 1566-7, e nel 1571. In tali
documenti la Chiesa non viene descritta nella sua struttura
architettonica, ma sono indicate le singole cappelle con i relativi altari
e le dediche. Finora sono state formulate due ipotesi circa la
configurazione che la Chiesa aveva prima del terremoto del 1857: la prima,
sostiene che fosse romanica e a tre navate; l'altra, più debole, sostiene
l'esistenza di tracce d'una fabbrica non anteriore al XIV secolo. Prima
del 1061, esisteva nel centro storico un collegio di preti che officiava
una Chiesa intitolata alla SS. Trinità. La conferma viene anche da un
documento del gennaio del 1178 con il quale i chierici delle chiese di S.
Michele e della Trinità, site nel "castrum vetus", chiedevano al vescovo
Giovanni Sola di confermare gli ordinamenti regolanti la vita, i doveri e
i diritti dei due collegi presbiteriali, già emanati dal re Ruggero.
Oggi la Chiesa si presenta esternamente come un edificio di gusto
Neoclassico, con pareti in pietra "a vista" e con facciata principale
caratterizzata da un portale inserito tra due nicchie vuote ritmate da
lesene con basi e capitelli compositi. La medesima ripartizione si
conserva anche nelle facciate laterali.
Su Via Pretoria si apre l'ingresso laterale della Chiesa, il cui portale è
sormontato da una lunetta contenete una tempera su tavola rappresentante
l'Annunciazione. L'opera, di un ignoto artista meridionale, risale al XVI
secolo e proviene dal soppresso monastero di S. Luca. All'interno della
Chiesa sono stati rinvenuti un frammento di affresco del XIII secolo
raffigurante la parte inferiore di una Maestà in trono, ed una lapide
sepolcrale del 1666. Di pregevole fattura il cassettonato, realizzato
durante i lavori di ricostruzione del 1930, che presenta lacunari
intarsiati in oro zecchino, con al centro una tela raffigurante la S.S.
Trinità, opera dell'artista romano Mario Barberis. Varcato il portale
principale, a destra, si può ammirare un primo altare, del XIX secolo,
sormontato da una scultura in legno policromo raffigurante S. Vincenzo
Ferrer, opera di ignoto artista. Segue un secondo altare con la statua di
S. Gaetano. All'altezza dell'ingresso laterale si conserva una lunetta con
un dipinto dell'Annunciazione, attribuita ad Antonio Stabile, ed
un'acquasantiera in pietra calcarea, del XVIII secolo, di artista ignoto.
Proseguendo lungo la navata è possibile ammirare un terzo altare, in marmi
policromi di bottega napoletana del XVIII secolo, sormontato da una
nicchia in cui è alloggiata una statua lignea della Madonna delle Grazie
con Bambino vestito con un abito di broccato ricamato in fili d'oro. Sul
presbiterio si può ammirare l'altare maggiore realizzato con tarsie
marmoree policrome non diversamente dagli altri collocati nelle cappelle
laterali. Nel braccio destro del transetto si possono ammirare due tele di
pregevole fattura. Un olio su tavola del 1606 raffigurante la Madonna
della Sanità, detta anche "Madonna dei Mali", è attribuito a Giovanni De
Gregorio, meglio noto come "Il Pietrafesa". Accanto, si conserva un olio
su tela raffigurante la Madonna e Santi, opera di un ignoto artista
locale. Nel braccio sinistro del transetto sono altri due oli su tela di
pregevole fattura, provenienti dal soppresso monastero di S. Luca. Il
primo, accompagnato da un'iscrizione che ricorda la data di esecuzione
(1738), raffigura la Madonna di S. Luca, opera del pittore napoletano
Cacciapuoti, attivo nella prima metà del XVIII secolo.L'altro ripropone il
motivo iconografico di Madonna con Bambino e Santi, opera di ignoto
napoletano, forse attribuibile alla bottega di Girolamo Imparato, attivo
tra il 1550 ed il 1621. I santi rappresentati sono Pietro e Paolo. Dietro
ciascuno, figurano rispettivamente S. Leonardo e S. Agostino, aggiunti
successivamente. Il dipinto, databile al XVIII secolo, sembra essere una
copia assai modesta di un'altra tela con Madonna e Bambino tra i SS.
Pietro e Paolo, appartenente alla Chiesa di S. Michele a Potenza.
Proseguendo lungo la parete sinistra della navata, si incontrano quattro
cappelle. Nella prima è custodita una grande lapide che ricorda i caduti
della prima guerra mondiale; nella seconda, al di sopra di un altare, è
posto un crocifisso in legno policromo, opera di ignoto artista
meridionale databile al XVIII secolo, anche se per il modellato della
parte superiore sembra essere anche più antico. Nella terza cappella si
conserva un altare risalente alla seconda metà del Settecento, sormontato
da una nicchia con scultura lignea del XIX secolo raffigurante S. Anna.
Della stessa epoca è la statua, in legno policromo, di S. Francesco
Saverio in legno policromo, che si trova nella nicchia dell'ultima
cappella.
pubblicazione autorizzata:
Comune di Potenza - unità di direzione
cultura, politiche giovanili, promoz. immagine
( testo: D. Mancusi - C. Serra )
|