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LA MADONNA DI LORETO E LE CHIESE LUCANE DEL SEC. XVI

Uno stemma inciso su marmo al cui centro è scolpita una mano che regge un ramoscello di alloro, fiancheggiato ai rispettivi lati da una stella, risulta murato sulla navata laterale destra della chiesa dell'Annunziata in Cancellara, un tempo annessa al convento (1) prima dei Frati Minori dell'Osservanza (1604), poi dei Frati Riformati (1613). Sotto scorre la seguente iscrizione: "VIRGINI-D-L LoRETo PIE/DICAVIT lo-COLA-POLI/ CHISIo- ANNO-1.5.5.7. = Giovanni Nicola Polichisio devotamente dedicò alla Vergine del Loreto nell'anno 1557".
Segue un'altra iscrizione commemorativa che esplicita le vicende della piccola cappella gentilizia fatta costruire da Giovanni Nicola Polichisio e dedicata alla Vergine di Loreto. "HOC IDEM) DE LORETO SACRV(M) IN PLATEA CO(N)ST/RUCTV(M) ERAT HVI(VS) DVCALIS CVRI(A)E PROPE/ IARDENV(M) IN VIA QV(A)E AD(E)S(T) PRI(V)S TEND(IT) FON/TEM RVENS. VERO MATTE(V)S IO(HANN)IS NICOLAI P(RIMO)GE/NIT(VS) REPARAVIT AN(N)O 1610: EXINDE EI(VS) DENVO/ VNDIq(ue) APERTIS M(O)ENYS NOT(ARIV)S ANG(ELVS) MATTEI NA/TVS, ANTISTITE SPINOLA PERMITTENTE, HVC/ TRAN(S)TVLIT AN(N)O 1652 MENSIS MARTY/ 25 DIE SVB INNOCENTIO PE X. = Questo stesso sacello (dedicato alla Vergine) di Loreto era stato costruito nella platea di questa corte ducale nei pressi del giardino sulla strada che vi è (e che) prima, scorrendo rapidamente, dirige verso una fonte. In verità Matteo, primogenito di Giovanni Nicola (lo) restaurò nell'anno 1610: in seguito, apertesi di nuovo le mura per la seconda volta, il notaio Angelo, figlio di Matteo, con l'autorizzazione dell'arcivescovo Spinola, trasferì (il culto di famiglia) in questo luogo nell'anno 1652, il giorno 25 del mese di marzo, sotto il pontificato del papa Innocenzo X".
Risulta documentata in tal modo l'esistenza a Cancellara di una cappella appartenente alla famiglia Polichisio dal 1557 al 1652. Fu eretta nella "platea" di quella "corte ducale" di cui, all'epoca, era signore quel Fabrizio Sanbasile che alcuni anni prima aveva fatto ristrutturare ed affrescare la chiesa matrice di S. Caterina d'Alessandria (2). Attesta l'ulteriore radicarsi in quel centro del culto mariano diramatosi dalla chiesa di S. Maria de Ursana (Rossano), sita in territorio di Cancellara, un tempo soggetta agli arcivescovi di Nazareth (3) e fatto proprio da quella comunità nel 1520 con la dedica della nuova Chiesa Madre di Cancellara a S. Maria del Carmelo, durante l'episcopato di Andrea Matteo Palmieri (1518-1528), poi cardinale.
Va ribadito, comunque, come un rinnovato impulso religioso percorse la diocesi di Acerenza e Matera nel periodo in cui fu arcivescovo Giovanni Michele Saraceno (1531-1556, cardinale dal 1551) attivo sostenitore, fra l'altro, dell'obbligo della residenza dei vescovi nelle diocesi per un pieno e concreto esercizio della pastorale spirituale (4), mentre la Chiesa ancora una volta ribadiva la propria devozione alla Vergine Maria, "ancilla Domini", contro le ricorrenti eresie di quel tempo ed il dilagare del libero arbitrio.
Quando a Loreto fervevano i lavori per ampliare, ornare e fortificare il santuario della Santa Casa di Nazareth, la basilica a tre navate che ingloba il piccolo edificio con la statua della Vergine, e continuavano incessanti i pellegrinaggi pur fra differenti giudizi (5), a Cancellara il devoto Giovanni Nicola Polichisio erigeva e dedicava la cappella di famiglia in onore della Santa Vergine di Loreto.
Un sommario "excursus" sulle chiese o cappelle dedicate in Lucania a Santa Maria di Loreto svela la presenza di altre chiese di più antica costruzione, per lo più inglobate, nel corso del Cinquecento in conventi appartenuti ai Frati Minori Osservanti, che ebbero un ruolo significativo nel rinnovare la tradizione dei fedeli verso i Luoghi Santi, tra cui Loreto.
A Lavello, ad esempio, esisteva "extra moenia" un'antica chiesa medievale posta sotto la protezione di S. Maria di Loreto, il cui impianto originario "a tre navate concluse da tre absidi orientate ad est" venne "trasformato a partire dal 1504, per iniziativa di un nobile locale, tale Ioannes de Tusso" per essere poi inglobata nel convento dei Frati Minori dell'Osservanza, la cui presenza è documentata in quel centro nel 1581 (6).
Quel devoto di Lavello aveva fatto coniare una medaglia ovale lauretana con la scritta "S. Maria di Loreto della cita (sic!) di Lavello", che reca inciso nel mezzo "il tempio trasportato dagli Angeli con sopra la Madonna e il Bambino" ed è conservata nel Museo Nazionale di Napoli, come G. Consoli Fiego e G. Solimene documentano (7). Ma in quella città la Madonna di Loreto era stata già affrescata nella chiesa di S. Maria in Principibus tra la fine del XV sec. e gli inizi del XVI sec.
A Episcopia il convento appartenuto ai Frati Minori Osservanti risulta dedicato a S. Maria di Loreto o del Piano (8), mentre a Tricarico nella attuale, ma antica chiesa annessa al convento degli Osservanti, ultimato intorno al 1491, in una nicchia laterale della navata destra della chiesa è ancora affrescata una Madonna con il Bambino, sotto cui scorre frammentaria l'iscrizione "...de LORETO".
L'affresco, che richiama i modi di Giovanni Luca da Eboli, raffigura S. Maria di Loreto, con Gesù Bambino ignudo che poggia sul grembo materno. La Santa Vergine siede statuaria sulle mura della Santa Casa di Nazareth, mentre due angeli le sorreggono la corona sul capo, riproponendosi al culto ed alla devozione dei fedeli di Tricarico. Ma anche nel convento di San Chirico Raparo un Crocifisso tra la Madonna di Loreto e S. Caterina d'Alessandria risulta affrescato nel 1550 da un pittore che si richiama ai modi di Simone da Firenze e di Giovanni Luca da Eboli. Anche a Tito, nel convento degli Osservanti (1514), un affresco del XVI sec. raffigura la Madonna di Loreto tra S. Antonio e una santa domenicana. A Calciano nella chiesa della Rocca l'affresco del Cristo in Pietà con la Madonna di Loreto tra S. Michele e un santo vescovo è stato attribuito ad Antonello Palumbo (1498-1517), così come quello già menzionato di Lavello. Anche a Moliterno, nella chiesa di S. Maria Vetere, un affresco del 1597 raffigura la Madonna di Loreto tra S. Barbara, S. Vito, S. Maria di Costantinopoli e S. Leonardo (10). A Cancellara - come l'iscrizione esplicita - la piccola cappella della famiglia Polichisio, venne restaurata nel 1610 da Matteo, primogenito di Giovanni Nicola, per ripararne i danni subiti.
Quella piccola chiesa o cappella privata, sotto il titolo di Santa Maria di Loreto, fu visitata nel 1640 durante l'episcopato del teatino Simone Carafa Roccella, arcivescovo di Acerenza e Matera dal 1638 al 1647, poi cardinale.
Vi si celebrava all'occasione la messa per le anime dei compatroni della famiglia Polichisio e un'elemosina veniva versata dal notaio Angelo Polichisio al Capitolo della Chiesa Madre di Cancellara intitolata a S. Maria del Carmelo.
Aveva un "altare munitum decentis iconae" che risultava provvisto di tutte le cose necessarie per la celebrazione (11).
Quando arcivescovo di Acerenza e Matera era Giovanni Battista Spinola (dal 1648 al 1655, poi cardinale), quel "sacrum sacellum sub titulo S(ancta)e Mariae de Loreto" appartenente ai Polichisio fu visitato nel novembre del 1650. Al Capitolo venivano erogati "a notario Angelo Polichisio" cinque ducati per l'onere di celebrare messa nella cappella, che aveva una "iconam decentem in tela depicta".
Minacciava, però, di crollare, per cui fu ingiunto di far riparare la cappella entro due mesi, "sub poena privationis" (12). Ma, come ricorda l'iscrizione, "apertesi di nuovo le mura per la seconda volta", il notaio Angelo, figlio di Matteo, con il consenso dell'arcivescovo Spinola, ne trasferì il culto all'interno della Chiesa del Convento SS. Maria Annunziata dei Frati francescani della Riforma.
Sin qui i documenti lapidei murati nell'attuale chiesa dell'Annunziata e le notizie contenute nelle Visite pastorali degli arcivescovi, Simone Carafa Roccella e Giovanni Battista Spinola, conservate nell'Archivio della Curia Vescovile di Acerenza.
Quanto alla chiesa dell'Annunziata, documentata sin dal maggio 1544 nella visita pastorale dell'arcivescovo di Acerenza e Matera Giovanni Michele Saraceno (13), occorre precisare che nel 1604 il duca di Brienza e Cancellara, Marino Caracciolo e la moglie Ippolita Pappacoda de la Noy avevano donato quella cappella gentilizia dedicata a Maria SS. dell'Annunciazione "con gli annessi fabbricati e con tutti i bei quadri ivi esistenti" al Ministro provinciale dei Frati Minori Osservanti, padre Ilario da Picerno, autorizzato dal vicario generale della diocesi di Acerenza e Matera a fondare a Cancellara un monastero dei Frati zoccolanti di S. Francesco.
Nel rogito stipulato presso la Camera nuova dell'antico castello di quel centro con licenza del capitano Vincenzo Pellegrini, maestro di cerimonia di casa Caracciolo, firmato dai religiosi per le sante messe da celebrare, veniva previsto anche il diritto di sepoltura nel convento per coloro i quali avessero nominato eredi dei loro beni i monaci. In quell'atto veniva stabilito, inoltre, che spettasse a padre Cesare Gravina, provinciale della Cappella vescovile SS. Madre di Dio del Soccorso, l'obbligo di far redarre gli atti testamentari dal notaio designato "Pascoribus di Pietragalla" (14).
Negli anni compresi fra il 1604 ed il 1612 quell'antica chiesa fu "accresciuta" dagli Osservanti del coro, della sacrestia e di altre dodici stanze.
Nel 1613 il pontefice Paolo V (1605-1621), con un Breve Speciale affidò il "Conventus Sanctae Mariae Annunciationis" di Cancellava ai Frati francescani Riformati, nell'ambito della notevole importanza assunta dai Frati Cappuccini nella Riforma interna in molti paesi europei.
Nel 1694, il giorno 8 del mese di settembre, quel "vetus sacrarium" di Maria SS. dell'Annunziata fu "quasi distrutto" da un terribile terremoto (15), che a Cancellara provocò ulteriori danni ad altre chiese e al castello, mentre in diversi centri della Basilicata vi furono anche numerosi morti e feriti (16).
Nel mese di novembre del 1723, come risulta dallo Stato di tutti i conventi della Riformata Provincia di Basilicata (17), erano ancora in corso i lavori per fabbricare un'altra ala del convento, in modo da ricavare "altre quattro stanze" per il superiore provinciale ed i suoi compagni, per libreria, così pure "una loggia coperta ed una stanza per riscaldarsi i frati dopo il mattutino".
La circonferenza del convento misurava "palmi 490 oltre il giardino tutto murato di due tomoli e mezzo, fuorché una parte dove v'è la siepe con sotto un vallo essendo incapace il luogo a fondarsi muraglie".
Vi dimoravano venti religiosi, che vivevano "di quotidiana mendicazione e laborizio onesto" ed ai quali veniva "assegnata la carità di 104 ducati e mezzo l'anno per pietanza e medicamenti per religiosi infermi" assistiti dai "medici per pura carità". Nei dormitori superiori vi erano "28 celle tutte abbellite di suppellettili, sedie e buffettini". In quelle antiche celle era stato "sistemato il professorio secondo le Costituzioni Apostoliche", con "libri sufficientissimi per formare una buona e comoda libreria". In una di quelle celle si conservavano "oltre gli abiti e i mantelli usati tutto (occorrente per gli infermi".
Nel chiostro inferiore erano "il refettorio, la cucina e dispensa con la cannava" ed altre sette stanze: "una per il fuoco comune, un'altra per refettorio dei terziarii, un'altra per conservare la legna, un'altra per carpenteria e l'altra per foresteria".
L'antica chiesa dell'Annunziata, accresciuta dai Frati Riformati del coro con la sacrestia, conteneva "in una nave sei altari oltre l'altare maggiore".
Il beneficio dell'altare della Vergine di Loreto risultava ancora a quella data di patronato dei Polichisio. Quella famiglia, finché non si estinse, aveva anche il beneficio dell'altare dedicato a S. Maria delle Grazie (18) nell'antico convento dei Riformati (prima degli Osservanti) di Santa Maria del Gesù, in Oppido Lucano.


Note

1 AA.VV., Insediamenti francescani in Basilicata. Un repertorio per la conoscenza, tutela e conservazione, Basilicata editrice, Matera 1988, voi. II, pp. 48-53.

2 C. COLELLA, G. SETTEMBRINO, La chiesa di S. Caterina d'Alessandria in Cancellara, Lavello 2001.

3 C. COLELLA, G. SETTEMBRINO, Le chiese di Vaglio soggette a Nazareth, in Basilicata Regione, a. XXVI (2001) n. 98, pp. 113-122.

4 M. MORANO, Un vescovo meridionale tra riforma cattolica e controriforma: Giovanni Michele Saraceno, in, II Concilio di Trento nella vita spirituale e culturale del Mezzogiorno tra XVI e XVII secolo. Atti del convegno di Maratea, 1921 giugno 1986, a cura di G. De Rosa, A. Cestaro, edizioni Osanna, Venosa 1988. Voi. I, pp. 43-56.

5 F. GRIMALDI, Pellegrini e pellegrinaggi a Loreto nei secc. XIV-XVIII, Supplemento n. 2 al "Bollettino Storico della Città di Foligno", Tecnostampa, Loreto 2001, pp. 1-25. Per i visitatori pellegrini nel corso del sec. XVI, pp. 648-654.

6 AA.VV., Insediamenti francescani..., cit., pp. 97-100.

7 G. CONSOLI FIEGO, Un sigillo di Lavello, in Napoli Nobilissima, Nuova serie, vol. II, fasc. V, maggio 1921, pp. 75-76; G. SOLIMENE, La chiesa vescovile di Lavello, Tipografia Editrice Mario Del Secolo, Melfi 1925, pp. 129-134.

8 AA.VV., Insediamenti francescani..., cit., pp. 62-64.

9 C. BISCAGLIA, Gli Osservanti a Tricarico tra storia municipale e religiosa nei secc. XV-XVI, in Basilicata Regione, n. 3, 1988, pp. 141-152.

10 Arte in Basilicata, a cura di Anna Grelle lusco, ed. De Luca 1981. Ristampa, Regione Basilicata, Comitato Esecutivo Giubileo 2000 - De Luca 2001, con Note di aggiornamento di Anna Grelle e Sabino lusco, p. 258 e pp. 271-273, 299, 302 (85/2).

11 ARCHIVIO DIOCESANO ACERENZA, Visite Pastorali, Cart. 1. Visite a Cancellara, 1640.

12 Ivi, novembre 1650.

13 Acerenza e Matera. La Visita Pastorale nella Diocesi 1543-1544, a cura di padre Antonio Grillo, Lavello 1994, pp. 74-78.

14 L. GUGLIELMUCCI, Cancellara, Tip. De Santo, Potenza, 1971, pp. 24-25.

15 R. SCARFIELLO, Cancellara: le sue chiese ed i suoi culti, Anzi 2001, pp. 1718 ed a p. 79 nota n. 18.

16 M. LEGGIERI, I terremoti della Basilicata, ed. Ermes, Potenza 1997, pp. 33-37.

17 AA.VV., Insediamenti francescani..., cit., pp. 48-53.

18 Ivi, pp. 153-160.

Autore: Testo di Giuseppe Settembrino - tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 2002

 

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