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LA TORRE NORMANNA DI GROTTOLE

La città di Grottole, in provincia di Matera, dista dal capoluogo 39 km. Si estende sull'altopiano delle murge materane, a ridosso della Diga di San Giuliano, lungo un rialzo collinare che funge da spartiacque tra i corsi medi dei fiumi Bradano e Basento. L'insediamento si presenta, quindi, come elemento-cerniera essenziale per comprendere l'evoluzione storico-insediativa dell'area immediatamente retrostante la Murgia Barese, ovvero della fascia caratterizzata dal fenomeno della civiltà rupestre, di cui Matera è l'emblema internazionale.
A significare l'essenzialità di questi cenni storico-architettonici sta anche la questione che Grottole rientra, assieme a numerose località della Basilicata, tra quei siti che non conservano una "preponderante" memoria storica dal punto di vista bibliografico, anche se presenta diverse peculiarità che meritano di essere opportunamente indagate.
Grottole si eleva a 481 metri s.l.m. e conta poco più di 3000 abitanti. Della storia di Grottole, mai scientificamente ricostruita, conosciamo solo alcuni riferimenti. Il toponimo, per esempio, deriverebbe da Cryptulae, ovvero dalle numerose grotte che fecero sviluppare, per molto tempo, un artigianato locale legato alla realizzazione di terrecotte; oggi, invece, si sta sviluppando anche un tipo di produzione dovuto allo sfruttamento dei giacimenti di metano della zona e all'inizio della realizzazione delle opere più vistose del Nucleo di Industrializzazione della Valle del Basento.
L'antica Grottole rientra tra quegli insediamenti fortificati dai Longobardi del Gastaldato di Salerno e, intorno all'XI secolo, appartenuti alla Signoria di Romano da Matera. Conquistata da Guglielmo Braccio di Ferro intorno al 1061, alla fine dello stesso secolo risulta in possesso dei Loffredo di Matera.
Documenti più certi risalgono ad età normanna, quando nel 1133 divenne feudo di Adamo Avenello e, tra il 1150 e il 1168, di Carbone di Belmonte.
Ad essi successero i Marchesano, sino a giungere nelle mani di Ruggero di Lauria ed ai Monteforte, ai Del Balzo Orsini e agli Zurlo. Nel XVI sec. passò definitivamente agli Orsini sino ai Caracciolo e agli Spinelli; sappiamo che dal 1738 sino a tutto il XIX sec. Il feudo fu tenuto dai Sanseverino di Bisignano.
In tutto il periodo intercorso fu probabilmente rimaneggiata la prima dimora storica di Grottole, mai schedata e di cui non si conosce ancora la grande portata architettonica.
Si tratta del cosiddetto torrione quadrangolare, che si collega ad una imponente struttura palaziale di rilievo, il cosiddetto Palazzo Baronale.
Ad essa si accede dopo aver superato l'intero centro storico vero e proprio ed un "ponte" o passaggio stretto che indica, forse, che l'abitato era in parte diviso dalla fortificazione per mezzo di un fossato. L'impianto centrale è visibile dall'esterno, dove il torrione conserva la planimetria quadrangolare, con uno spessore che raggiunge quasi gli 1,90-2,00 metri. Nel castello vi è un passaggio obbligato ottenuto da un ingresso con architrave che probabilmente distrusse l'originaria scala che guadagnava il vero ingresso posto al primo piano, in corrispondenza di quello odierno.
Ci si immette in un corridoio breve e suggestivo di circa 6 metri sino a quando questo
non si apre in un cortile semicoperto di circa 4x4 metri che dovrebbe corrispondere al cortile centrale di una fase svevo-angioina in cui il castello prese una fisionomia quadrangolare con appendici rinforzate, ma le cui tracce e fasi non sono del tutto rintracciabili. Il notevole degrado dell'impianto, corroso e ricco di numerosi strati di intonaco, non permette di individuare nelle murature l'estensione delle appendici che, almeno in planimetria, corrispondono nelle due ali antistanti il nucleo seriore, quello databile al XV-XVI secolo.
A quest'ultimo periodo, infatti, corrisponde un raddoppiamento della volumetria del castello che invase il fondo roccioso in cui furono realizzati dei laboratori. Non è da escludere, quindi, che il castello si pose anticamente come un nucleo a sé rispetto all'abitato di Grottole. Solo quando iniziò a decadere l'impianto castellare, in quanto centro del potere, il borgo si sviluppò relegando la fortezza ad un semplice palazzo.
La torre centrale, che rientra nella tipologia delle costruzioni dell'XI sec., come Brindisi di Montagna, Craco, Monteserico e Satriano, è un ennesimo monumento di età normanna di particolare valore, di cui la Basilicata è ricca in modo singolare rispetto al altre regioni vicine.
In effetti, sappiamo che in contrada Pescara furono effettuati dei ritrovamenti archeologici riferibili ad epoca indigena, intorno all'VIII-VII sec. a.C., come anche in contrada Bastone la Carta ed Opilo sembra insista un insediamento romano: nell'ultimo furono rintracciate anche delle strutture pertinenti ad un castellum aquae, cioè a dei serbatoi.
Grottole, trovandosi nei pressi dell'antica via Appia verso Taranto, non fu certamente lontana dai traffici antichi, per cui sarebbe necessaria un'attenta indagine topografica a riguardo.
L'insediamento attuale vero e proprio, dunque, si disloca su due rialzi collinari distinti: quello più meridionale, congiunto con la strada di Matera, dove si erge il grande torrione dell'XI-XII sec. con parte delle fortificazioni di età angioina visibili lungo il corso principale e la seicentesca chiesa di San Rocco; l'altro, maggiormente esteso, coincide con la presenza di un edificio diruto, ovvero la chiesa incompiuta, e la chiesa di San Domenico, cioè la Chiesa Madre, e con l'abitato vero e proprio.
Interessante è proprio la struttura urbanistica del territorio che, a differenza di tantissime realtà lucane, si conserva pressochè intatta e merita ulteriori attenzioni per valutare un concreto recupero. Le inedite notizie storiche, attestano una popolazione che nel 1277 contava circa 82 fuochi, ovvero quasi 350 abitanti. Nel sec. XVI giunse a 1.300 anime ed oggi a 3000. Anche i quartieri presentano un habitat interessante di sviluppo. Per ipotesi, sembra che il nucleo più antico, ad esclusione del torrione normanno e del circuito murario presso San Rocco, sia il versante settentrionale dell'abitato, che si trova contrapposto all'area "marchesale" e che integra la Chiesa Madre.
Le abitazioni presentano una tipologia "contadina", cioè un sottano in parte ricavato in grotta, su cui si eleva una scala e vani sovrapposti, in genere due, massimo tre livelli, a pianta quadrangolare, con coperture a semplici soppalchi o a falde e coppi.
Il quartiere antico che si sviluppò a partire dall'XI sec. comprende circa 30 grandi complessi palaziali, creando una densità di 25 abitanti per kmq; formano delle piccole corti con unico ingresso che ricordano una struttura di tradizione musulmana, raffrontabile con quelle non lontane di Tricarico e Pietrapertosa. Il quartiere moderno, invece, composto da edifici disposti a schiera, che hanno invaso parte del paesaggio, un tempo era dominato soltanto dal convento abbandonato dei Cappuccini.
Sulla parte più settentrionale del complesso abitato si erge, isolato, il Convento dei Cappuccini, edificato nel 1601 per iniziativa della Civica Università e del Re Filippo III. Il suo impianto planimetrico si articola intorno ad un chiostro a pianta quadrangolare circondata da quattordici pilastri arcuati a tutto sesto, con un'area pavimentata entro la quale è collocato un pozzo. La chiesa è dedicata alla SS.ma Trinità ed è disposta lungo un lato dell'edificio; costituisce, con il refettorio, la parte collettiva della struttura.
L'intero edificio presenta la caratteristica di un complesso articolato di strutture in costruito e grotte tipico della coesistenza rupestre-subdivo, che probabilmente si sviluppò proprio con la presenza normanna, anche se non si esclude che il centro di Grottole risalga anche ad età longobarda, come riportano certe leggende su un signore di nome Arduino. Un esempio simile di fortificazione e civiltà rupestre è rintracciabile anche sulle Murge Tarantine, nel casale abbandonato di Petruscio in agro di Mottola, per cui sarebbe interessante conoscere la funzione insediativa del manufatto nell'interezza dell'habitat per poterne ricostituire i caratteri insediativi specifici.
Per ironia della sorte, sembra che il castello di Grottole, un tempo centro aggregativo nel Medioevo, si trova isolato, mentre l'area un tempo extra muros del Convento dei Cappuccini risulta l'area di espansione urbana della città moderna.

tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 2001

Autore: Testo di Pierfrancesco Rescio

 

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