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Tito

STEMMA

“D'azzurro ad un T d'oro accostato da due stelle d'argento e sormontato da un sole parimenti d'oro”. (Giuseppe Gattini)



NOME

“Il toponirno è attestato in Catalogus Baronum (aa. 1150- 1168) «Matheus de Tito tenet de eodem Comite Titum quod est feudum ...» n. 67, poi anche in Rationes Decimarum APULIA-LUCANA (Potenza) a. 1310 «Clerus Titi» n. 2159 e passim; il nome potrebbe essere, oltre che un ríflesso di un personale antico Titus, una retroformazíone dal latino titulus, continuata come appellativo geografico in Lucania, nel senso di “cippo di pietra”, opportunamente sagomato, che segnalava il confine di un terreno dato in concessione (Arena 1979, 133).

Fantasioso l'etimo proposto da Racioppi 1876, 482: da una «lenta trasformazione del greco Teiodes, che significò appunto: solforoso, o putente di zolfo». (Carla Marcato-Utet)



PROFILO STORICO

“Tra le diverse opinioni circa l’origine del nome è da preferire la lenta trasformazione da theiodes ( solforoso e putente di zolfo ) divenuto indi theidoes e thei –dos, col mutamento della d in t, ed è giustificata dalle scaturigini d’acqua sulfurea ch’abbonda nei suoi pressi. Pria casale di Satriano, e poi ricovero dei costei abitanti, dopo la distruzione della città, che vuolsi avvenuta circa il 1420, furono entrambi negli ultimi tempi di Re Manfredi in potere di Soldogerio de Tocco; ma morto costui e ritenuto ribelle da Carlo d’Angiò i feudi devoluti al Fisco nel 1269, l’anno seguenti in parte vennero concessi a Giacoma Filangieri vedova di Gentile de Pretura. Poscia Tito pervenne in dominio di Druetto d’Anchy, e morto questi senza figliuoli, nel 1315 passava per grafiticazione al celebre giureconsulto Bartolomeo di Capua, ma entrambi riunivansi in seguito nelle mani della famiglia Pietrafesa. Senonchè due anni dopo la predetta distruzione di Satriano, Tito con Pietrafesa istessa trovasi donata dalla Regina Giovanna II a Goffredo Palagano; e nel 1494 poi col territorio di Satriano, insieme a Calvello, infeudato a Giulio de Scortiatis per vendita fattagli da Alfonso II d’Aragona. All’epoca viceregnale cadde in soggezione della Duchessa di Medina-Sidonia forse per trasmissione della famiglia Carafa-Gusman; indi dei Colonna di Stigliano, infine dei Laviano con titolo di Marchese”. (Giuseppe Gattini-1910)



“Abitata fin da epoche molto antiche, come testimoniato dal rinvenimento nella parte vecchia del centro di alcuni vasi risalenti all'età del ferro, deriva il toponimo dal nome latino di persona titus o dal termine titulus, usato nel senso di 'cippo di pietra posto a confine di un fondo dato in concessione'. Non manca però chi si richiama alla trasforrnazione subita nel ternpo dal greco 'Teiodes', che significa 'solforoso o putente di zolfo', con riferimento alle sorgenti di acqua sulfurea presenti nella zona. Nel Medioevo fu un casale di Satriano, di cui seguì le vicende: infeudata a più signori, tra cui figurano nel XIV secolo il giureconsulto Bartolomeo di Capua e i Pietrafesa, accolse i profughi satrianesi dopo la distruzione del loro abitato, ordinata dalla regina Giovanna II nella prima metà del Quattrocento. Oggetto di ripetuti passaggi di proprietà anche nei secoli seguenti, ebbe tra i suoi ultimi feudatari i Colonna di Stigliano e i Laviano, che assunsero il titolo di marchese. La storia successiva all'abolizione dei diritti feudali, sancita da Napoleone, e all'annessione al Regno d'Italia, ha seguito quella del resto della regione. Gravi sono stati i danni provocati dal terrernoto del 1980.

Tra i monumenti del suo patrimonio storico-architettonico spiccano il convento e la chiesa di Sant’Antonio, con pregevoli affreschi del Pietrafesa (nato nella vicina Satriano)”. (Paolo Sparaci-1998)



CARATTERISTICHE TERRITORIALI E SOCIO-ECONOMICHE

Centro di montagna, di antiche origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha notevolmente sviluppato il tessuto industriale. I Títesi sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, numerosissime case sparse e le località Stazione di Tito, Serra e Tora. Il territorio disegna un profilo geometrico vario e irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, e offre un panorama molto suggestivo, con fitti boschi, sorgenti termali e una fiurnara. L’abitato, interessato da una forte espansione edilizia, ha un andamento piano-altimetrico tipico rnontano.

Si estende nella parte centro-occidentale della provincia, nelle vicinanze del lago Pantano di Pignola, tra Potenza, Pignola, Abriola, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Savoia di Lucania e Picerno. Da questa sua posizione trae intuibili vantaggi: ad appena 5 chilometri dal proprio casello sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. Fa parte della Comunità montana del Melandro. Inserita nei circuiti turistici della zona, fa capo prevalentemente a Potenza per il commercio, i servizi e le strutture burocratico-amministrative non disponibili sul posto.

Nell'economia locale l'agricoltura conserva un ruolo importante: si coltivano cereali (in particolare frurnento), foraggi, ortaggi, frutteti, oliveti e vigneti. Diffuso è l'allevamento di ovini, bovini e avicoli seguito da quello di caprini, suini ed equini. Sviluppata è l'industria metalmeccanica, affiancata da fabbriche di macchine e apparecchiatura elettriche; numerose sono anche le aziende che operano nei comparti alimentare, calzaturiero, edile, del legno, e dei materiali da costruzione.

Meta di un significativo movimento di turisti, a quali offre la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, godendo delle bellezze dell'ambiente naturale e gustando i semplici ma genuini piatti della cucina locale, è abbastanza frequentata anche per lavoro, grazie alle sue attività produttive e in particolare alla presenza della zona industriale che consente un buon assorbimento di manodopera. I suoi rapporti, alquanto rilevanti, con comuni vicini si intensificano in occasione di alcuni eventi ricorrenti, quali la festa in onore di Sant'Antonio del 13 giugno e le rappresentazioni teatrali che hanno luogo in agosto nel centro storico.

Il Patrono, San Laviero, si celebra il 17 novembre, altri festeggiamenti in suo onore si svolgono il 6 il 7 settembre.



- Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di Vincenzo Falasca, Presidente I.R.S.A.B.
(Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata) sede: 85050 Grumento Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis.
Copyright riservato. E-mail: [email protected]

Autore: Vincenzo Falasca

 

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