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TRA LE ANTICHE MURA DI TRICARICO

Non sono molti i centri della Basilicata a disporre di una guida turistica che accompagni in modo ragionato il visitatore tra le strade e gli edifici degli abitati e dei loro territori, delineando itinerari e percorsi di una memoria che rischia di perdersi tra le nuove generazioni o nel consumo di un soggiorno sempre più frettoloso. Non a caso la Regione ha posto tra i propri obiettivi culturali un articolato progetto "Conoscere la Basilicata" rivolto soprattutto al mondo della scuola, per fornire stimoli nei "curricula" scolastici a ricerche conoscitive più ravvicinate per recuperare un senso di appartenenza e di radicamento alla propria terra in grado di trasformarsi in un condivisibile patrimonio di valori.
II ricco patrimonio archeologico, monumentale, architettonico, storico, archivistico presente sul territorio regionale e nel tessuto dei centri urbani ha bisogno di essere continuamente rivitalizzato, contestualizzato e fruito, a partire dal recupero e dalla tutela di beni in cui si riconosce e si disegna la composita storia sociale, economica e religiosa che ha caratterizzato epoche e periodi della storia antica, moderna e contemporanea.
Un'area archeologica con i suoi reperti, i templi, le epigrafi, le strade, le mura, gli anfiteatri, le terme, le tombe, i monili, i quartieri, apre uno squarcio sulla vita passata di popoli e genti giunti da altre nazioni del Mediterraneo o migrati da diversi luoghi della penisola italica, documentando riti, costumi, modi di vita, uso della lingua, attività quotidiane e produttive, modalità e forme di coltivazione e di insediamento.
Un castello o una torre, nelle loro modalità costruttive, abitative e difensive, segnalano le politiche strategico-militari e di presidio di determinati territori. Le tecniche e le tipologie adottate nella costruzione richiamano inoltre l'esigenza di individuare i progettisti, i fabbricatori, le botteghe e la provenienza dei materiali costruttivi assieme alle modalità di utilizzazione dei singoli manufatti e di amministrazione di beni e risorse.
Per la sua pregnanza strategica un castello rinvia a fatti ed episodi storici riferiti a guerre, battaglie, riunioni, trattati, editti, congiure, politiche matrimoniali, incontri, amori ed odi di famiglie reali, di principati, ducati e marchesati. Insomma è necessario dipanare tutto il groviglio di una storia agìta da re e regine, da dame e cavalieri, da padri e figli, da nipoti e cugini, nel succedersi di dinastie, di imperi, di dominazioni, di invasioni, di trattati di pace, di dichiarazioni di guerra tra stati di diversa organizzazione politica, amministrativa e religiosa.
Una laura, un cenobio, una chiesa rupestre, una cattedrale, un'abbazia, un monastero, un convento, una certosa, la dislocazione delle stesse chiese in un centro abitato o nel territorio campestre segnalano la diversità di presenza, diffusione e organizzazzione dei vari ordini monastico-religiosi e della Chiesa in determinate aree e la persistenza o meno nel tempo di luoghi di culto in relazione all'utilizzo di quei territori.
La presenza di residenze e palazzi signorili all'interno di un centro abitato o nel suo entroterra attesta, anche nella sua dislocazione, l'esistenza di ceti nobili e colti e il formarsi di un ceto sociale borghese diverso da quello nobiliare prima attestato attorno alle corti.
La diversità insediativa dei centri urbani, in relazione ai luoghi prescelti, e il determinarsi al proprio interno di quartieri abitativi e produttivi documentano non solo una articolazione delle funzioni proprie dei singoli centri ma anche l'accoglienza e l'assimilazione tra le proprie mura di nuovi coloni, alcuni di etnia diversa, piegati all'amministrazione di un modificato tessuto urbano e sociale.
La stessa specificità geologica, fisica, naturale e agronomica di un determinato territorio evidenzia la storia antropica ed economica di un'area nella visibilità della sua conformazione e nei reperti e ritrovamenti fossili attestanti la sua storia, la presenza e l'utilizzazione di quelle aree da parte dell'uomo.
La conoscenza del territorio della Basilicata, diversamente aggregato nel tempo a porzioni di territorio della Puglia, della Campania e della Calabria, ha subito a livello pubblicistico la stessa sorte.
AI di là degli studi di fine Ottocento-inizi del Novecento, si può dire che la Basilicata, in pubblicazioni a più ampia diffusione e divulgazione come ad esempio quelle del Touring Club, è stata aggregata di volta in volta alla regione calabra o pugliese.
Soltanto negli anni più recenti, con la istituzione delle Regioni, ha conquistato un proprio spazio unitario di trattazione e approfondimenti tematici. Sono aumentate così le pubblicazioni di guide dedicate alla regione lucana con l'indicazione di itinerari tematici attenti alle peculiarità dei diversi beni presenti sul territorio.
Ci si è sintonizzati di pari passo con strategie e politiche territoriali di recupero e valorizzazione dei beni culturali, archeologici, architettonici e con quelle di tutela dei beni paesaggistici e naturali.
Sono state prodotte a livello comprensoriale diverse guide su circondari e comunità montane, altre su tematismi specifici (natura, archeologia, agriturismo) e su centri significativi per la consistenza del loro patrimonio storico, monumentale, architettonico, religioso ed urbanistico (Matera, Venosa, Maratea).
Si sono moltiplicate le iniziative di studio e di approfondimento su singole tematiche (ad esempio l'arte), su monumenti storici (castelli, cattedrali, abbazie, conventi).
Sulla scia della istituzione della Università degli Studi della Basilicata sono aumentate le ricerche storico-linguistiche, antropologiche, religiose, finalizzate allo studio e al recupero di lingua, usi, costumi, tradizioni e all'approfondimento della storia religiosa e sociale della regione.
Non è possibile qui riepilogare una panoramica sulle diverse guide sinora edite, avendo badato a cogliere essenzialmente il dato della conoscenza dei molteplici aspetti che concorrono alla lettura complessiva del territorio regionale.
Possiamo tuttavia segnalare, per la compiutezza della proposta e degli itinerari, la guida '?ricarico. Storia, Arte, Architettura", delle edizioni 129, curata da Carmela Biscaglia e Sabrina Lauria. Vi si delinea e tratteggia in modo incisivo la composita storia sociale, economica e religiosa di quel territorio e di quel centro. Vi sono enucleati diversi percorsi di visita interni al centro storico (Civita, Saracena e Rabata, Orti, Fornaci ed Antiche Fontane, il Piano e il Monte, Conventi, Chiese extra-moenia e cicli pittorici).
Nella guida sono presenti anche piante e schede sulla Torre e il Castello Normanno, sulla Chiesa di Santa Chiara, sulla Cattedrale di Santa Maria Assunta, su case e residenze di ricche famiglie del Seggio della Nobiltà e del ceto più colto (1500-1600), su palazzi della borghesia agraria (1700-1800), sui conventi di San Francesco, Sant'Antonio di Padova, Santa Maria del Carmine e delle Grazie. Viene fornita inoltre una panoramica sul patrimonio artistico presente in quel centro e sugli affreschi di Pietro Antonio Ferro e dei suoi figli.
L'edizione, a cui è acclusa una cartina riepilogativa curata dalla Pro Loco di Tricarico con il contributo della Regione Basilicata, è arricchita da ulteriori indicazioni sui siti archeologici, sui monasteri medioevali, sui santuari campestri, sull'archeologia, sulle masserie e sull'agriturismo praticabile in quel territorio, di cui si forniscono cenni sul paesaggio e sul suo utilizzo, sulla popolazione, sulle risorse e i servizi, sull'evoluzione urbanistica, sulla diocesi di Tricarico. Un antico centro della Basilicata, ricco di un variegato e composito patrimonio artistico, architettonico e storico ancora visibile e fruibile, che bisognerà continuare a proteggere con una fattiva ed intelligente politica di restauro e di conservazione perchè l'immagine' urbana di Tricarico, raffigurata nella nota incisione di G. Braun e F. Hogemberg pubblicata nel 1618, possa continuare ad essere degnamente rappresentata, con l'arricchimento successivo della sua storia, tra i centri significativi del Mezzogiorno d'Europa.


tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 1995"

Autore: Paola Scotellaro

 

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