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ho portato questo cuore sull'amata collina

Ho portato questo cuore sull’amata collina..

Ho portato questo cuore sull’amata collina
Era gonfio di dolore come una pietra angolare;
Sono entrata da atea davanti alla tua statua
Parlava il mio silenzio
E tu che mi ascoltavi..
Il mio essere non sentiva più
Nessuna commozione
Ma una lacrima mi è tornata pensando a lui
Che mi rubato l’anima..
Sono rimasta solo pochi istanti
E lei già mi consolava
Con il suo viso che era un canto,
Come fumo nero usciva il mio dolore..
Allora ho capito che io ero soltanto una pedina
E mi è tornata la brina dell’Inverno
Portandoti la Rosa che avevo partorito,
Poi mi sono voltata indietro
E sono scesa dall’altare
La chiesa mi è tornata
Come il riverbero di Pascoli
E l’Inno di Mameli..
E mi sono chiesta
Che cosa centrasse.. li Bramante
Che dipingeva quelle pietre
Come Storia antica e nuova… nell’Universo!


Il vento cambia

Il vento cambia..
Fianco a fianco con Bramante
Pietre ed archi
In prospettive del cuore.
L’apice si colora di rime,
Apogeo e Infinito
Finalmente si incontrano alla pari
E qui anche le pietre diventano rose.
Anche la neve fitta e copiosa
Si scalda nelle nostre mani,
Mani che si incontrano,
Mani che accarezzano,
E mani che aspettano
Un abbraccio.
Il timbro della voce
Diventa fiume
E gli occhi i nostri fari puntati sul mare.
Arriverà di nuovo la Primavera
Nella Cattedrale del bambino Gesù ..
E tutto sarà meta lontana
Tra Bramante e Leonardo.
Nel contemplare l’arazzo dell’ultima cena
Tra i filari di pesco
Io tanto non ci sarò,
Sarò mandorlo in fiore
Ad aspettarti nella terra ricca
Dei palazzi in arte povera
Dove sonnecchiano le nostre anime.
E qui abbandonati dai nostri antenati..
Riprenderò a seguire la stella dei re Magi
Sotto l’alcova delle nostre case in fiore!


Sugli argini antichi ho mescolato i profumi

Sugli argini antichi
Ho mescolato i profumi
Con la fragranza del tempo
Smarrita nel mare;
Con l’attesa soffusa
Della battigia azzurra,
Musica e parole
Sono annegate nel fiume.
Eppure basterebbe il tuo eco
Che uscisse dai boschi
A richiamare la mia attesa
Al tuo firmamento..
Muti restano i sentieri
Dell’Inverno infreddolito
Dove l’anima non ha più cavernicoli d’amore..
E ghiaccio tra le mani
I tuoi fiori di pensieri.
Sto sgranando i grani del rosario
Da tempo appeso al muro del camino
Neppure una lacrima
Si cimenta a credere ancora
Che tu fossi quel ceppo di quercia sempre acceso
Nel mio cammino d’amore!


Viottoli e vie …

Viottoli e vie
Mi mostrano ancora tanta poesia
Nei gesti incompiuti dell’anima;

Ed ho udito quei suoni
Che nella terra del mistero
Si incamminano verso l’etere.

Ho attraversato il ponte dei sospiri
Anima mia.. la passione infinita
Aspettava bocche da sfamare…

Palpitavano le anime
Come farfalle nel libero cielo
E la lunga scia aerea era note di arcobaleni .

Ricamerò il cielo se la vita
Fosse il suono del ritorno
Al nostro nido di alveolari in fiore
E la valigia della partenza
Il libro di poesie
Della nostra storia dimenticata in un cassetto
Ove giace taciturno
Il ripostiglio dei timori e del rifiuto..

Come un orologio antico resterò appesa a
Quella melodia delle odi del vivere futuro…
Vibrante ed evanescente
Come una cornice ad una parete celestiale.

Vedranno i viottoli e vie ingoiare
Le mie forme dentro la tua anima
E la nostra Resurrezione
Nel calice del Graal!


Sono i segni del destino

Sono i segni del destino
Lungo i viale del Natale
Con te che sei albero
Ed io che sono neve

Sono le luci della vita
Davanti alla capanna
Con te che sei pastore
Ed io che sono pecora.

Conducimi all’ovile
E mordimi la pelle
Tanto all’anima ci pensa
Già una stella..

Vorrei che fossi tu il primo a vederla
E donassi il tuo infinito
Agli attimi della nascita
E la notte al freddo e al buoi
Regnasse nell’alcova come i segni del destino!

Ho comprato una stella di Natale
Ma quasi non respiravo più dal ricordare..
Ho comprato
Anche un’ albero da addobbare
Ma il pino che volevo
Era l’albero pregiato
Su per la montagna..
Ho pensato di restare
Vicino al mio camino
Presepe di nuovo personaggio
E la notte affondava
Soltanto come mare.
Volevo ripartire
Ma per dove..
Salendo su per le città
Tutto è addobbo di Natale
E a nessuno viene da pensare di vedere
..Tutti sono intenti a guardare..
Allora ho venduto il mio cuore disperato
Ad un Barbone addormentato
E così mi sono svegliata davanti alla capanna
Nell’ attesa della notte di Natale.

La sera che denuda

La sera che denuda
Lascia tanto freddo dentro l’anima..

La sera che raccoglie i tuoi silenzi
Lascia il vento a spifferare
Bionde emozioni..

Sentivo di essere linfa persino
Nell’ultima radice di una foglia:-
Eppure dicevi di essere
L’ultima foglia attaccata ad un picciolo!

La sera che mi torna
Ha il suono magico di uno spiffero
E il cerchio delle mani
Sopra al cuore.. ti accarezza dolcemente.

Si sente persino il rantolo del pianto
Come ruscello che non piange
Apre soltanto la visione al Paradiso
Di montagne che partono da lontano
Vicino al tuo paese!

Autore: Giusi Pontillo

 

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