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IL PROGETTO LIFE-NATURA PER L'ABETINA DI LAURENZANA

I boschi di Abies alba, puri o misti con il faggio sono considerati tra gli ambienti forestali più importanti su tutto il territorio nazionale. La tendenza a realizzare negli abieti-faggete, soprattutto degli Appennini, un'azione selettiva mediante forme di governo a ceduo, ha favorito sempre di più il faggio a scapito dell'abete bianco mentre il declino biologico (fenomeno del Tannesterben) in gran parte del suo areale più settentrionale ha contribuito alla riduzione ulteriore dei siti.
Per questi motivi i boschi di Abies alba puri o misti con Fagus sylvatica rappresentano associazioni vegetali prioritarie in base alla Direttiva Habitat 92/43.
Il primo progetto approvato dall' Unione Europea per il Life-Natura in Basilicata vedrà il WWF Italia impegnato, assieme ad altri Enti ed Organismi, per l'attivazione di interventi sull'habitat prioritario con Abete bianco. Il principale obiettivo perseguito dal progetto è rappresentato dalla creazione dei presupposti per la gestione con criteri naturalistici delle foreste pure ed in associazione di Abete bianco esistenti in alcune regioni dell'area del Mediterraneo ed in Basilicata.
L'Abetina di Laurenzana rappresenta uno dei boschi relitti di ecosistemi forestali un tempo molto più estesi di Abies alba ( Miller). Oltre a Laurenzana, abetaie di origine naturale sono presenti anche a Ruoti e sul massiccio montuoso del Pollino.
La presenza di molti toponimi attesta inoltre come anche nella regione ed in specifico nell'area posta tra i bacini fluviali dell'Agri e del Serrapotamo le abetine fossero in passato, come del resto lungo tutto l'Appennino, più estese e poste tra loro in continuità forestale. Documentazioni cartografiche e fonti storiche più o meno recenti attestano come la specie fosse abbastanza diffusa in Basilicata ed alla riduzione dell'areale abbia contribuito in maniera non irrilevante l'attività antropica. Ricerche storiche (Mancasi, 1990) riportano la controversia tra l'Università di Laurenzana ed il Duca di Belgioioso per il taglio di 7.600 abeti di "grosso diametro" in località Elignara oggi priva di alberi mentre fonti cartografiche esaminate (Bavusi, Settembrino, 1989) attestano la presenza di boschi di Abeti bianchi in Lucania in diversi comuni montani sino al secolo scorso i quali venivano intensamente sfruttati per il loro legname.
La particolarità dell'Abetina di Laurenzana di proprietà comunale (800 ettari nel territorio di Laurenzana), è stata segnalata dalla Società Botanica Italiana come biotopo da proteggere nel 1971. Individuata in parte come Riserva naturale regionale nel 1984 per un estensione di 330 ettari, è attualmente gestita in base alla L.R. n.28/94 dall'Amministrazione Provinciale di Potenza.
La cenosi dell'Abetina di Laurenzana è diversa dalle altre, dal momento che l'Abete bianco si colloca sia nella fascia vegetazionale caratterizzata dal faggio che in quella del querceto. Sono presenti esemplari di abete bianco di oltre 4 metri di circonferenza.
Lo sfruttamento arboreo con l'utilizzazione di alberi di età medio-piccola per travature e materiali per costruzioni e gli incendi (1920) furono la causa della diradazione con il conseguente sopravvento del Cerro, Quercus cerris, lasciando alberi residui, oggi di grande dimensione, come "matricine".
Secondo alcuni autori (Susmel, 1957) la consociazione dell'abete con il cerro e con il faggio sporadico, permette di non considerare l'abete locale come componente tipico del Fagetum. Infatti l'Abetina di Laurenzana si colloca nell'Aquifolio-Fagetum ( Gentile, 1969) nella fascia inferiore del faggio a differenza delle faggete-abetine del Massiccio del Pollino che sono situate nella fascia fito sociologica dell'Asyneumati-Fagetum. L'Abetina di Laurenzana andrebbe quindi considerata come una cenosi con caratteri diversi ed unici da quelli delle abetine più settentrionali. Tale caratteristica unica non sfuggì al botanico potentino Orazio Gavioli che definì le Abetine di Laurenzana e di Ruoti veri relitti caratterizzanti localmente la specie a seguito dell'adattamento climatico del faggio a vantaggio del meno esigente Abete bianco in zone altimetriche comprese sino agli 800 metri (Ruoti) e con condizioni favorevoli per esposizione, composizione e freschezza del suolo.
L'Abete bianco colonizza l a parte più fresca della Riserva naturale, compresa tra il torrente Cerrito e l'Acqua della Pietra dove la specie è presente in diversi nuclei puri.
L' Abete bianco è qui rappresentato dalla specie meridionale che possiede aghi più arrotondati e di colore chiaro rispetto alla specie settentrionale. Può raggiungere la ragguardevole altezza di oltre 40 metri; le pigne si formano sui rami superiori ed hanno il loro apice rivolto verso l'alto e presentano squame seminali coriacee che a maturazione si staccano lasciando lo stelo della pigna nudo.
Oltre all'Abete bianco, al faggio ed al cerro sono presenti nel bosco diverse altre specie quali l'Acero, Acer campestre, Pero selvatico, Pirus communis e Agrifoglio, Ilex aquifolium.
La continuità ed integrità dei boschi facenti parte del complesso montuoso Sellata-Volturino-Madonna di Viggiano tra i quali è situata l'Abetina di Laurenzana permettono la presenza di specie oggi ritenute rare quali il Lupo mentre tra gli altri mammiferi sono da annoverare il Gatto selvatico, la cui presenza è attestata anche dal toponimo locale Lago dei Gatti e la Faina.
La famiglia dei picchi annovera il raro e localizzato picchio nero, vero e proprio relitto glaciale che avvalora l'importanza di tutelare la continuità dei boschi disetanei in cui sono presenti alberi di notevole dimensioni.
Tra i rapaci diurni sono da segnalare il Nibbio reale, Milvus milvus, Nibbio bruno, Milvus migrans e la Poiana, Buteo buteo mentre tra i rapaci notturni Civetta, Allocco e Gufo comune.
Gli interventi di conservazione degli habitat prioritari previsti dal Life-Natura approvato dall' Unione Europea riguardano oltre l'Abetina di Laurenzana (330 ettari in Basilicata), le abetine di Castiglione Messer Marino (800 ettari in Abruzzo), Cascate e Alto Corso del Rio Verde (200 ettari in Abruzzo), Rosello (200 ettari circa in Abruzzo- Molise) e per un totale di poco più di 1.500 ettari.
Il Life-Natura impegna risorse economiche equamente divise tra Unione Europea e WWF Italia per un importo complessivo di poco più di un miliardo per le quattro aree spendibili nel triennio 1997-99.
Sono previsti servizi adeguati di sorveglianza dei siti attraverso la creazione di nuova occupazione, la formazione del personale tecnico per la gestione ordinaria e la fruizione naturalistica, l'approfondimento del livello di conoscenza delle specie e degli habitat prioritari attraverso specifiche indagini finalizzate alla redazione di un piano di gestione delle aree. A ciò si aggiunge l'attuazione di misure di gestione per favorire la presenza e l'espansione di specie vegetali ed animali tipiche di questi ecosistemi forestali. E proprio all'ecosistema dell'abete bianco il progetto Life dedica particolare importanza in modo da sperimentare la possibilità di reintroduzioni di specie laddove le condizioni (storiche, biologiche, climatiche) lo consentano. Infatti l'Abete bianco non va considerato un elemento estraneo al paesaggio e all'ecologia della montagna lucana. I vari tentativi e gli insuccessi di reintroduzione della specie a mezzo semina ed impianto diretto effettuati in passato nella provincia di Potenza a partire dall'inizio del secolo (Viggiano, 1987) vanno soprattutto ricollegati alla scarsa conoscenza dei parametri ecologici e stazionali dove l'influenza del regime climatico mediterraneo rappresenta un elemento decisivo.
Tra gli obiettivi trasversali a tutte le azioni, il Progetto Life per l'Abetina di Laurenzana individua un'idonea campagna di sensibilizzazione e divulgazione attraverso pubblicazioni scientifiche, tecniche e divulgative con studi generali degli elementi faunistici e vegetazionali con il supporto del Centro Italiani di Studi e Documentazione Abeti Mediterranei (CIS-DAM) con riferimento anche alla realizzazione di progetti esecutivi per interventi di gestione forestale. È prevista inoltre l'installazione di centraline meteorologiche che permetteranno il monitoraggio costante delle condizioni ambientali al fine di effettuare importanti correlazioni con i dati biologici.
L'iniziativa sarà integrata con le altre attività in favore delle foreste italiane condotte dal WWF Italia nell'ambito della "Campagna Foreste" con il logo "Life Natura 1996" dell'Unione Europea.
Saranno opportunamente veicolate e pubblicizzate le informazioni raccolte e le iniziative relative ai quattro siti di importanza comunitaria. Al Progetto del WWF Italia hanno dato l'adesione il Comune di Laurenzana, l'Amministrazione Provinciale di Potenza ed il C.F.S. provinciale mentre sarà ufficiale a partire dai primi mesi del 1997.
Parte dell'attività del Progetto riguarderà la struttura affidata in convenzione dal Comune di Laurenzana al WWF Italia per la realizzazione di un Centro Ambientale- Ecomuseo dell'Abete bianco per il quale l'Amministrazione Provinciale di Potenza, in collaborazione con il WWF Italia, ha redatto e reso esecutivo il relativo progetto finanziato dal Ministero dell'Ambiente, nell'ambito del P.T.T.A (Programma Triennale di Tutela Ambientale 1994-96).
L'iniziativa promossa dai diversi organismi, grazie all'Amministrazione Comunale di Laurenzana, porrà in essere interessanti scambi tra le diverse realtà che partecipano al Life-Natura 96 delle regioni Abruzzo, Molise e Basilicata con incontri, seminari culturali e scientifici sui vari aspetti legati alla conservazione degli habitat Abies alba, specie prioritaria da salvaguardare e proteggere per la CEE.

Autore: Testo di Antonio Bavusi - tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 1996

 

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