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IL MUSEO DI PALAZZO LANFRANCHI

Apre al pubblico nella sede di Palazzo Lanfranchi a Matera il Museo Nazionale d'Arte Medioevale e Moderna della Basilicata.
Il Museo Nazionale è un Museo povero di opere d'arte: di proprietà dello Stato sono solo alcune sculture e pochi dipinti, oltre a un nucleo di circa 200 oggetti di arte popolare, che non viene per il momento esposto al pubblico.
Ciò nonostante al piano nobile del Palazzo vengono presentati tre nuclei fondamentali di opere: in primo luogo una ricca scelta di opere d'arte provenienti dal territorio della Regione in deposito a Matera di proprietà di diverse Diocesi e di diverse Parrocchie.
È possibile ricostruire così con alcuni eccezionali capolavori la storia dell'arte in Basilicata dal Medioevo al Settecento: opere che dialogano alla pari con quanto ancora conservano sul territorio e che suggeriscono di fatto al visitatore diversi e articolati percorsi quasi in tutti i comuni della Regione.
Accanto ad opere di scultura (in legno e in pietra) e di pittura (su tavola, su tela e ad affresco) sono presenti anche opere di arte decorativa (argenti, tessili, manufatti lignei).
La seconda sezione del Museo è dedicata alla Collezione d'Errico, della quale si espone una settantina di dipinti per gentile concessione dell'Ente Morale D'Errico di Palazzo San Gervasio proprietario di tutte le opere.
Si tratta di una prima selezione, da confrontare con quanto sarà possibile esporre a Palazzo San Gervasio, in attesa di poter far conoscere al pubblico l'intera collezione in tutta la sua ricchezza e in tutta la sua importanza.
La terza sezione del Museo presenta una scelta di 44 dipinti di Carlo Levi; un piccolo ma fondamentale nucleo di una ben più fornita e articolata raccolta, depositata in comodato presso la Soprintendenza, formata da 199 dipinti più 1 scultura.
Queste tre sezioni e il nucleo di oggetti di arte popolare evidenziano di fatto la vocazione del Museo Nazionale di Palazzo Lanfranchi.
In primo luogo il Museo ospiterà a rotazione una serie di mostre dedicate all'arte in Basilicata. La Soprintendenza sta già lavorando ad una mostra dedicata alla "Scultura lignea in Basilicata dal Medioevo alla prima metà del Cinquecento", organizzata in collaborazione con l'Università della Basilicata. In secondo luogo Palazzo Lanfranchi dedicherà una serie di mostre alla collezione D'Errico in accordo con l'Ente Morale di Palazzo San Gervasio e ospiterà altre mostre relative alla storia del collezionismo.
In terzo luogo partendo dalla raccolta delle opere di Carlo Levi, il Museo Nazionale si apre al contemporaneo, sia presentando al pubblico l'intera raccolta delle opere del pittore torinese sia organizzando mostre finalizzate ad illustrare particolari momenti dell'arte italiana del Novecento. Un primo significativo appuntamento sarà dedicato al "Neorealismo italiano dal 1948 al 1956".
Ovviamente non si esclude di chiamare a Matera artisti contemporanei (da Kounellis ad Anselmo, da Kapoor a Long) che possano eseguire appositamente per la città opere "nuove" da esporre nel "Salone delle Arcate" al secondo piano di Palazzo Lanfranchi.
Infine Palazzo Lanfranchi presenterà una serie di iniziative dedicate allo studio e alla valorizzazione del patrimonio demoetnoantropologico della Basilicata non solo esponendo la propria raccolta di arte popolare, ma presentando anche opere di proprietà di altri enti e di privati. Per il mese di luglio del 2003 è infatti prevista una mostra ("Cultura materiale e collezionismo etnografico in Basilicata") organizzata in collaborazione sempre con l'Università degli Studi della Basilicata.
L'attività espositiva dei diversi nuclei di opere e la presentazione di mostre temporanee non esauriscono il progetto culturale di valorizzazione del Museo Nazionale che prevede una serrata attività di incontri, convegni, conferenze, esposizioni temporanee da organizzare in accordo col Comune di Matera e con la Diocesi di Matera nelle sale dedicate a Carlo Levi e nella chiesa del Carmine al piano terreno di Palazzo Lanfranchi.


tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 2002"

Autore: Testo di PAOLO VENTURELLI

 

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