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GLI ABITATI FORTIFICATI DI TRICARICO

Il territorio del comune di Tricarico conserva un enorme patrimonio archeologico ancora in gran parte da esplorare. In particolare di grandissimo rilievo scientifico sono le due città fortificate ubicate nelle località "Serra del Cedro" e "Civita".
L'attività di tutela e ricognizione sistematica del territorio comunale, svolta dal 1980 dalla Sede Operativa della Soprintendenza Archeologica ha portato all'elaborazione di una carta archeologica che, con i necessari e continui aggiornamenti, fornisce una serie di informazioni utili alla conoscenza del popolamento dell'area in età antica.
I rinvenimenti nel territorio risalgono ai primi decenni del secolo con le ricerche di Eleonora Bracco a Calle (proseguite da Giuliana Tocco) e dopo il 1964 dal soprintendente Dinu Adamesteanu.
Dal 1° marzo 1980 è stata istituita una sede operativa della Soprintendenza, coordinata fino al 1987 da R. Caruso, dal 1983 da Maria Giuseppina Canosa e dal 1994 dalla scrivente.
Gli interventi di scavo hanno interessato in particolare le località di Serra del Cedro, S. Agata, Civita e sono stati eseguiti sia con i finanziamenti del Ministero per i Beni Culturali che con l'intervento della Snam, della Comunità Montana del Medio Basento e sempre in collaborazione attiva con l'Amministrazione comunale ed il Centro Servizi Beni Culturali, sensibili alla valorizzazione del territorio e della sua storia.
L'insediamento di Serra del Cedro, la cui importanza è sottolineata dalla ricchezza e complessità del sistema viario in cui è inserito, posto in posizione strategica su un terrazzo dominante le vallate del Basento e del Bradano, ha vissuto le stesse vicende storiche dei vicini centri fortificati di Croccia-Cognato e Serra di Vaglio.
Nel 1986 lo scavo del metanodotto ha messo in luce un vasto settore dell'abitato antico, frequentato dal VI sec. a. C. alla fine del IV sec. a.C. o agli inizi del successivo, in collegamento con gli eventi bellici svoltisi nel territorio lucano, relativi alla conquista romana.
Allo stesso periodo risalgono le sepolture rinvenute nella estesa necropoli che occupa la collina più meridionale e che ha restituito corredi di grande interesse.
Il grande abitato fortificato di "Piano della Civita", noto fin dal secolo scorso, è stato indagato negli ultimi anni ed ha fornito risultati di grande importanza.
L'area è sottoposta a vincolo archeologico ed i terreni, in parte di proprietà comunale, sono concessi in comodato alla Soprintendenza archeologica.
Il pianoro è circondato dal Bosco di Fonti, oggetto di una serie di iniziative da parte dell'Amministrazione comunale di Tricarico finalizzate alla valorizzazione turistica, attraverso la realizzazione di aree di verde attrezzato, un'oasi faunistica, un orto botanico.
In tale contesto paesaggistico si sta cercando di creare, con finanziamento della Comunità Montana, un parco archeologico di grande interesse sia scientifico che turistico.
L'imponente impianto difensivo, individuato già da Dinu Adamesteanu attraverso lo studio delle foto aeree, è costituito da tre linee di fortificazione, la più estesa delle quali circonda tutto il pianoro, degradante con vasti terrazzi verso il Basento, ed è stato messo in luce per circa 1 Km.
La cinta è interrotta da una porta monumentale e una postierla ed è databile intorno alla fine del IV sec. a. C. La più interna delimita l'area più elevata del terrazzo, dove è ubicata l'acropoli. Nel 1973 vi è stato riportato in luce un tempietto di tipo italico su podio con rampa di accesso, databile fra il II ed il I sec. a. C. Nel 1985-86 è stato scavato a pochi metri e parallelo al tempietto, un edificio, individuato da Maria Giuseppina Canosa come hestiatorion, di grande interesse perché sarebbe il primo edificio pubblico di età romana scoperto in Basilicata.
Dal 1988, in collaborazione con il Centro Jean Bèrard e l'Ecole Francaise de Rome sotto la responsabilità di Olivier de Cazanove, si è indagato anche il quartiere di abitazione ubicato immediatamente a ridosso della cinta muraria intermedia, raccogliendo dati sulle fasi di vita dell'abitato, sulla struttura dell'impianto urbanistico e i suoi rapporti con la cinta muraria munita di torri.
Le strutture del tempietto e dell'edificio costituiscono il nucleo intorno al quale dovrebbe realizzarsi il parco. Sono state recentemente restaurate e consolidate e ne viene curata periodicamente la manutenzione.


tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 1996"

Autore: Anna Maria Patrone

 

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