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La Porta delle Beccarie

La Porta delle Beccarie è ampiamente documentata per il '400-'500 anche come Porta Bucciaria e non si esclude che possa identificarsi con la -Porta d'oriente- attestata nelle fonti normanne. Costituiva una delle principali porte d'accesso all'abitato fortificato alto-medievale di Tricarico assieme a Porta del Monte, Porta della Fontana, Porta della Saracina, Porta della Ravita e Porta Vecchia, attraverso le quali si accedeva nei quartieri cittadini e da cui si diramava la viabilità extra moenia diretta verso le contrade del territorio comunale. L'immagine cinquecentesca di Porta delle Beccarie, sovrastata da una torretta in linea con le muraglie merlate della città che chiudevano lo spazio della piazza, compare per la prima volta nella veduta tardo rinascimentale Tricaricum Basilicatae civitas, inserita come Tav. 57 del liber VI della monumentale opera Theatrum urbiunt praecipuarum mundi, pubblicata a Colonia nel 1618 da George Braun e Franz Hogenberg. La stessa porta si ritrova nelle successive raffigurazioni pro-spettiche pubblicate da Joannes Janssonius (1657), da Joan Blaeu (1663), da Pierre Mortier (1704), dallo spagnolo Francesco Cassiano de Silva (2° metà del '600) dal Salmon (sec. XVIII) e spicca pure nel ciclo di affreschi dell'Episcopio di Matera (1709). In tutte le antiche vedute di Tricarico questo importante elemento urbano con ingresso ad arco acuto, presenta alla sua sinistra il -Seggio della nobiltà- e la mole del -Palazzo del Principe (di Bisignano)- (oggi Palazzo Ducale), alla destra la chiesa di S. Sebastiano e più in alto il convento di S. Francesco dell'ordine dei Calzati; tutt'intorno un denso articolarsi di-case-e-palaggi- nobiliari che definiscono l'architettura più nobile della piazza. Di qui si dipartiva il fitto reticolato viario diretto verso i quartieri del Piano e del Monte e, percorrendo la strada del campanaro, raggiungeva l'Ospedale, il Seminario, il Duomo, il Palazzo Vescovile, per proseguire verso la Civita, la Saracena e la Rabata.
La Porta delle Beccarie permetteva l'accesso alla piazza, cioè al cuore della vita economica e civile della città. Si inseriva in un contesto artigianal-commerciale di grande respiro avvalorato da un concentrato di botteghe dislocate nella piazza e nelle aree limitrofe, come la -potega della beccaria- e la -spetiaria delli Aulari-, le botteghe di bardai e dei -cauzolari- le -ferrarle- o -forge-, i fondaci per -forastieri vandarellari-, i forni e le osterie, la -taverna di basso- (o -taverna grande-) e la -taverna dì sopra- con stalla e pagliera per i cavalli con ingresso proprio di fronte alla porta cittadina. Gli Statuti municipali di Tricarico del '400 -'500 avevano regolamentato minuziosamente tutte te attività economiche che si svolgevano nella piazza ed in particolare quelle che ruotavano attorno alle -buccerie-, per cui: -il grassiero deve far tagliare le carni molatine appartate dalle buccierie delle carni bone cioè alle buccierie, che darà l'Università, sotto pena di carini 15 a metà, ut sopra- -Il grassiero deve far tagliare, e acchiancare la carne il sabbato, cominciando dalli 22 hore, e non tardare più, e non devono tagliar la notte, né la domenica mattina,...-

Autore: Cartello affisso nei pressi

 

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