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Santa Maria della Neve in Laurenzana

"antiquissime pitture a fresco" del "corrituretto"

"L'eternità, il tempo ed il nostro stupore"

L'affresco del "corrituretto" è un documento solenne predisposto su due origini. La parte narrativa dell'atto viene riportata nell'ordine superiore e viene raccontata in tre tempi scenici: il primo tempo (al centro) è quello della Narrativa, proposto attraverso un presepe francescano che aggiunge, alla Sacra Famiglia, le figure di San Francesco e Sant'Antonio più i due intervenuti di sinistra (per chi guarda); il secondo tempo (a destra del presepe) è quello della storia degli umili rimessa in moto dall'evento in direzione diversa; il terzo tempo è quello della grande storia "convertita" e rappresentata dalla feudalità locale, nelle vesti di "magi" inconsueti (a sinistra del presepe).
L'ordine superiore descritto viene incluso nell'universalità metatemporale affidata alla supervisione di quattro testimoni, spartiti in due gruppi: quello di destra (per chi guarda) "scomoda" due personaggi del mondo antico (Isacco e Davide); quello di sinistra (sempre per chi guarda) chiama in causa, simmetricamente, due personaggi della cristianità imperante (forse Innocenzo IV e San Pietro).
L'ordine inferiore è costituito dai sette arcangeli, (di cui uno scomparso in seguito ad apertura nella parete), un tantino malridotti, concepiti a mo' di custodi, o di guardie, o di supporti, che del resto sembrano aver assolto bene il loro compito, rimettendoci di persona e difendendo, come si conviene a dei soldati, il loro "superiore".
Insomma, il documento sembra avere tutte le parti in regola: oggetto dell'atto, testimoni, sigilli ... Manca, è vero, il nome del redattore, ma non del tutto o non per colpa sua.
Questa, naturalmente, è la "struttura", secondo noi, del documento, onde, considerata la sua organicità e la sua sostanziale unità, essa lascia credere che l'affresco sia giunto fino a noi pressoché integro o, meglio, con semplici ammanchi marginali.
Ma non si tratta di struttura scarna (questo anche il lettore più semplice può vederlo), tutt'altro: ogni pagina è affollatissima di cose e di personaggi, puntualissima nello sforzo di suggerire l'identificazione inequivocabile di tutto da parte dello spettatore.
L'obbiettivo dell'artista e del committente non sembra il solo (innegabile) messaggio estetico, bensì anche (o sopratutto) il suo (dell'affresco) attestato storico e fors'anche giuridico.
Tutto sarebbe stato facile da spiegare se il "miniaturista" fosse stato risparmiato e la scritta fosse emersa limpida. Invece, le cose non sono andate così: "Mesa honora..." ha la terza parola (o le altre parole) irrimediabilmente cancellata.
Infine, ci sono le ragioni del nostro stupore dettate da quel complesso gioco temporale che possiede la capacità di trasmettere emozioni ancor prima della comprensione.
C'è, nella storia registrata sull'affresco, un ordine temporale, come si può vedere, non lineare, ma convergente; c'è poi, nell'universale metastorico, un ordine lineare, ma senza soluzione di continuità. E' il tempo dettato dalla visione cristiana della storia, convergente nella nascita di Cristo, vista come un'irruzione dell'eternità nel tempo, il quale ultimo non viene annullato, ma solo corretto.
E' interessante, almeno per noi, scoprire anche come il Pittore del Corrituretto risolva liricamente il tema del futuro: egli manda sempre avanti la nuove generazioni e lascia indietro i testimoni anziani col peso della storia. Un segno questo di speranza per un presente che ritiene di aver molto sofferto. Così fa coi politici (i magi), così fa con lo stesso Sant'Antonio in chiave metastorica. Il tempo futuro ed il Santo "nuovo" vengono cristianamente risolti come il tempo della speranza ed il segno costante della presenza divina nella storia.
L'affresco è anche programma, ma questo aspetto sarà chiaro man mano che ci addentreremo nella lettura della parte narrativa dell'atto.
A noi, quindi, com'è facile dedurre, l'affresco non è parso cosa banale e semplice, ma cosa che ha destato, in un primo tempo, stupore fanciullesco e, in un secondo tempo, bisogna capirlo.
Per questo abbiamo deciso di studiarlo e di offrire il nostro contributo alla sua comprensione nel convegno del 27 settembre 1998, alla presenza degli intervenuti in quella circostanza. A prescindere dai ridimensionamenti o dalle diverse interpretazioni che altri più qualificati di noi potranno fare o dare negli anni o nei giorni a venire, la nostra resterà sempre una testimonianza di stupore prima che un saggio di storia dell'arte. Se poi sapesse essere anche questo, ne saremmo felici.

Autore: da: storia e metastoria nelle "antiquissime pitture a fresco" del "corrituretto"

 

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