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UN OSPITE AFRICANO NEL MATERANO

Percorrendo le strade lucane è molto facile avvistare uccelli rapaci. Peccato che la Basilicata sia studiata poco dal punto di vista faunistico perché sicuramente la densità di alcune specie potrebbe far invidia a diverse regioni. La scarsa densità della popolazione lucana, la persistenza di aree integre e l'isolamento di alcune zone favoriscono forse tali presenze.
I rapaci che si incontrano più di frequente nella regione sono il Nibbio reale, la Poiana e il Gheppio tra i rapaci diurni; tra quelli notturni, il Barbagianni, l'Allocco, la Civetta e, in estate, l'Assiolo. Tutte queste specie sono distribuite uniformemente in tutta la regione; c'è invece una specie che è strettamente localizzata e che presenta caratteristiche davvero interessanti e uniche nel patrimonio faunistico italiano; si tratta del Grillaio (Falco naumanni) il cui nome suggerisce inequivocabilmente le abitudini alimentari di questo raro rapace.
Il Grillaio è un piccolo falco migratore somigliante al più comune Gheppio ma che, a differenza di questo, frequenta le nostre regioni solo durante il periodo di nidificazione e cioè tra la primavera e l'inizio dell'autunno. Questa specie presenta un notevole dicromismo ses-suale; il maschio ha il dorso rosso mattone uniforme, la testa grigia così come la coda che termina con una banda nera; scure anche le remiganti; la parte inferiore è molto più chiara. La femmina ha le parti superiori rossiccio chiaro con striature scure e le parti inferiori color crema con macchiettature scure; le remiganti sono scure. I giovani sono molto simili alle femmine.
II mio primo incontro con il Grillaio è avvenuto in Sardegna nella primavera di molti anni fa; lungo un sentiero vicino ad una falesia c'era un via vai di falchetti, più di una trentina, che a prima vista sembravano Gheppi; non avevo però mai visto tanti Gheppi tutti insieme! Dopo l'osservazione con il binocolo riconosco queste piccole frecce volanti: sono Grillai. Avrei dovuto comunque immaginarlo poiché il Grillaio, a differenza del Gheppio, nidifica in colonie anche di molti individui.
Il Grillaio ama gli ambienti collinari o pianeggianti aridi e pietrosi, i pascoli e le aree scarsamente alberate; nidifica nelle spaccature delle falesie o delle pareti rocciose ma la sua particolarità è che si riproduce anche nelle aree urbane e questo interessa da vicino noi lucani perché Matera in particolare e in minor misura anche alcuni comuni della provincia, ospitano alcune tra le popolazioni urbane più popolose.
Nei nostri paesi siamo abituati ad avere come condomini Balestrucci, Rondini e Rondoni che costruiscono il nido sotto i tetti, nelle masserie abbandonate, nei cassettoni delle serrande; i loro voli riempiono i cieli estivi. Matera ha però una peculiarità; negli spazi tra le tegole dei tetti, nelle soffitte inutilizzate, nei buchi dei muri, sulle finestre di campanili e qualche volta anche su sporgenze e cornicioni, costruiscono il nido e allevano i loro piccoli anche i Grillai.
Questi falchetti provengono dalle lontane savane africane e ritrovano a Matera e nelle steppe erbose che sovrastano le gravine qualcosa che ricorda i loro aridi siti di provenienza. Con un volo senza scalo i Grillai arrivano tra gli inizi di marzo e la fine di aprile nei quartieri di riproduzione. Essi sono tra i primi migratori ad arrivare da noi dopo il lungo volo trans-sahariano, distribuendosi nell'Europa mediterranea e centro-orientale; nidificano soprattutto in Spagna, Italia, Grecia, Turchia, Ucraina e repubbliche caucasiche.
In Italia si stima che la popolazione nidificante di Grillaio sia costituita da poco più di un migliaio di coppie distribuite in Sicilia, Sardegna, Puglia, Basilicata e Calabria (la popolazione europea è stimata in circa 15-19.000 coppie) ma, come si può osservare dalla cartina, il contingente più numeroso si riproduce in Sicilia e a cavallo tra Puglia e Basilicata
La migrazione primaverile è spettacolare poiché avviene in stormi di migliaia di individui che spesso poi si concentrano sullo stretto di Gibilterra, su quello di Messina, sul Bosforo e sui Dardanelli. In realtà durante le migrazioni questi stretti rappresentano punti privilegiati di passaggio per molte specie, soprattutto rapaci, cicogne e uccelli a volo planato che preferiscono evitare larghi tratti di mare aperto.
Dopo la riproduzione, a partire dal mese di agosto, ma soprattutto in settembre e ottobre, i Grillai lasciano i siti di nidificazione per svernare in Africa, a sud del Sahara, nelle savane e nelle steppe alberate presenti dal Sahel al Sudafrica. In Italia sono stati osservati con una certa regolarità individui svernanti solo in Sicilia.
Le prede dei Grillai sono costituite essenzialmente da insetti, soprattutto grilli, cavallette, farfalle e coleotteri di varie famiglie. I dati italiani, per quanto scarsi, non si discostano da quelli spagnoli e indicano le seguenti percentuali (Massa, 1981): 80% artropodi, 10% micromammiferi, 8% piccoli rettili e 2% uccelli; ulteriori e approfonditi studi sull'alimentazione di questa specie sono in corso all'Università di Bari (M. Bux, G. Palumbo e N. Pantone, in preparazione). I territori di caccia sono quasi sempre nelle vicinanze dei nidi ed è quindi facile vedere nelle zone aperte intorno a Matera decine di Grillai a caccia di insetti.
Pur nidificando in colonie in aree urbane, e quindi facilmente osservabile, il Grillaio è una specie poco studiata in Italia. Solo da poco è iniziato uno studio sistematico della popolazione italiana grazie all'impegno del giovane ornitologo lucano Gianni Palumbo che da tre anni, ancora senza specifici finanziamenti a riguardo, sta effettuando interessanti ricerche coadiuvato dal prof. Giorgio Malacarne, zoologo dell'Università di Torino.
Purtroppo il Grillaio è in netta diminuzione in tutto l'areale europeo; in Spagna, dove le colonie di questo piccolo rapace sono più abbondanti e più studiate, si è potuto constatare negli ultimi trent'anni un declino costante nel numero di coppie di questo rapace che ogni anno torna dall'Africa per nidificare.
Le cause di questa diminuzione sono da imputare a diversi fattori: nelle aree di svernamento può aver avuto un ruolo determinante la siccità, che da diversi anni sta interessando alcune regioni africane mentre nelle aree di riproduzione, l'aumento delle Taccole e dei Piccioni potrebbe aver innescato delle competizioni per i siti riproduttivi.
Purtroppo anche i fitofarmaci usati in agricoltura, accumulandosi attraverso le catene alimentari e agendo in maniera indiscriminata sulle popolazioni di insetti, diventano responsabili della rarefazione di specie insettivore come il Grillaio.
Per quanto riguarda Matera e le colonie urbane in generale, il pericolo maggiore è costituito dal fatto che durante i lavori di ristrutturazione dei fabbricati vengono chiuse tutte le fessure nei muri, i buchi e le aperture delle soffitte, precludendo gradualmente al Grillaio la possibilità di trovare siti idonei alla deposizione delle uova e all'allevamento dei piccoli. A titolo di esempio si può citare il caso di Oriolo. Questo paese calabro alle falde del Pollino, fino a qualche anno fa ospitava una ricca colonia di Grillai che annualmente nidificava sui tetti e sui campanili del suo bel centro storico; dopo la ristrutturazione di gran parte delle case il Grillaio è presente solo con poche coppie residue.
I Grillai, come tutti i migratori a lungo raggio, mostrano una notevole fedeltà ai siti riproduttivi e, se si considera che il flusso migratorio si è evoluto in milioni di anni, si può forse immaginare qual è il rischio che questa specie corre.
Per neutralizzare almeno in parte questo rischio, potrebbe essere sufficiente modificare, ad esempio, il regolamento edilizio del Comune di Matera; si potrebbero cioè inserire delle prescrizioni che impongano ai proprietari dei fabbricati di mantenere, nel corso delle ristrutturazioni, le tipologie edilizie che hanno consentito finora la nidificazione del Grillaio. Com'è evidente, si tratta di un provvedimento che non comporta aggravio di costi.
Questo passo diventerebbe il proseguimento naturale dell'impegno alla tutela del Grillaio proposto dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) e già sottoscritto nell'aprile 1996 dalle Amministrazioni Comunali di Matera, Montescaglioso e Pomarico e dall'Amministrazione Provinciale di Matera. Gli stessi comuni hanno approvato, nei rispettivi Consigli Comunali, altrettanti O.d.G. con all'oggetto la conservazione del Grillaio.
Un ulteriore passo potrebbe essere fatto iniziando a studiare la possibilità, dove siano già stati operati interventi distruttivi, di utilizzare siti di nidificazione alternativi. A questo proposito la LIPU mette gratuitamente a disposizione delle Amministrazioni che hanno sottoscritto il documento di tutela, nidi artificiali in legno e in terracotta già adoperati con successo in Spagna.
Solo così potremo offrire a questo ospite africano una reale opportunità di sopravvivenza.



Bibliografia

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GUSTIN, M., 1989. La migrazione dei rapaci nel Salento. Bracciano
PELLEGRINI, M et AI., 1988. Rivista Italiana di Ornitologia (58): 208
PALUMBO G., 1996. Note sulla osservazione invernale di Grillaio (Falco naumanni) nella provincia di Matera. Avocetta (in stampa).
PALUMBO G., RIZZI V. e MALACARNE G., 1996. Distribuzione e consistenza della popolazione di una specie dalle caratteristiche coloniali e sinantropiche in provincia di Matera: il Grillaio (Falco naumanni Fleischer 1818). Atti del Convegno Territorio e Società nelle Aree Meridionali. Univ. Di Bari (in stampa).
SIGISMONDI A., CASSIZZI G., CILLO N., LATERZA M., RIZZI V., VENTURA T., 1995. Distribuzione e consistenza delle popolazioni di Accipitriformi e Falconiformi nidificanti nelle regioni Puglia e Basilicata. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina XXII: 707-710.


tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 1996"

Autore: Testo di CATERINA COPPOLA

 

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