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LUNGO IL VOLO DEGLI UCCELLI L'OASI DI SAN GIULIANO

La costruzione dell'invaso artificiale del Lago di San Giuliano risale agli anni cinquanta all'interno dl una serie di opere programmate dal Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto per l'utilizzo delle acque del fiume Bradano per esigenze agricole e produttive della collina materana (1),
L'invaso, progettato per ospitare un volume complessivo di acqua di 107 Milioni di mc. su una superficie originaria di 1.000 ettari, presenta, a distanza di tempo, una ridotta capacità volumetrica d'accumulo (circa 50 Milioni di mc.) per I' interramento progressivo del bacino determinatosi a seguito del trasporto di materiali fluidi e solidi operato dal fiume immissario.
La variazione delle quote massime e minime del livello idrico dell'invaso, sulla base dell'andamento stagionale dell'afflusso delle acque, ha portato al determinarsi di una varietà di ambienti nell'area iniziale dell'invaso,
contribuendo al determinarsi di un habitat particolarmente significativo quale zona umida adatta alla sosta ed olia nidificazione di uccelli stanziali e migratori; un fatto questo favorito anche dalla collocazione dell'invaso in una delle poche aree interne a ridosso del vasto altipiano murgico, che, come è noto, non presenta ulteriori zone umide se non sulla costa adriatica:
L'area che circonda l'invaso di San Giuliano. rivestita sulle sponde da cipressi, eucalipti e pini d'Aleppo, risulta particolarmente vacata da un punto di vista naturalistico; le sue potenzialità potrebbero essere ulteriormente accresciute ove si addivenisse, ad esempio, ad un ricollegamento dei boschi storici esistenti sui crinali che costeggiano il fiume Bradano con forestazioni di essenze autoctone, determinando, in questo modo, un legame ed una continuità naturalistico ambientale tra l'area di San Giuliano. il bosco della Collina Timmari, i boschi della Gravina. il bosco di Picciano ed il bosco di Santa Maria d'Irsi.
La Regione Basilicata, con provvedimento amministrativo del 1976 (2) ha costituito sull'area dell'invaso di San Giuliano un'oasi di protezione e rifugio per la fauna stanziale e migratoria della estensione di 1.000 ettari circa, a seguito di una richiesta formulata in tal senso dal WWF Italia.
L'area individuata coree oasi, ai fini della legislazione sulla caccia, posta a confine del territorio dei Comuni di Matera, Miglionico e Grottole, è caratterizzata, nella sostanza, da tre ambienti principali, costituiti dal fiume Bradano immissario dell'invaso, dal bacino artificiale e dalla Gravina in cui si incunea lo stesso fiume Bradano, emissario del lago, in un canyon posto a valle dello sbarramento costituito dalla diga.
Lungo il tratto di immissione del fiume nel logo è presente la vegetazione igrofíla costituita da salici. pioppi e tamerici.
Diversa è la caratteristica geomorfologica delle sue sponde; pianeggianti nel versante Nord di Matera, ripide e scoscese verso Miglionico, sulla sponda Sud (3),
II paesaggio che circonda l'invaso muta con il variare delle stagioni e della diversa disponibilità idrica dell'invaso.
In primavera il livello del lago raggiunge le aree spondali rimboschite, stante l'apporto di una maggiore disponibilità idrica: d'estate il livello dell'acqua scende a causa del minore apporto idrico del fiume e del maggiore utilizzo dell'invaso per scopi agricoli. Le ampie distese di fango depositate dal fiume Bradano presto si trasformano in ricchi pascoli erbosi per pecore e mucche e per la gioia degli uccelli che ivi trovano maggiore nutrimento.
Laddove il fiume si immerge ricompare la vegetazione igrofila, mentre nell'ampia distesa d'acqua trovano vita, varie specie della fauna ittica, a volte insidiate da improvvise magre stagionali (come quella dell'estate del 1987 che ha causato un'improvvisa moria di pesci) (4).
A valle dello sbarramento costituito dalla diga (raggiunge un'altezza di 50 metri) il fiume Bradano riconquista il suo alveo In una gravina ricca dl notevole bellezza, in un canyon scavato nell'arco dei millenni dal fiume tra il terreno calcareo, su cui insistono grotte ed anfratti scavati dall'uomo e dagli agenti atmosferici.
Sulle pareti della gravina si Insedia la caratteristica vegetazione xerofila (resistente all'aridità), annidandosi tra i calcari mentre a ridosso del letto del fiume, che scorre sul fondo del canyon, ricompare la vegetazione igrofila. Pur in assenza di una sistematica rilevazione sulla natura e la consistenza della avifauna stanziale e migratoria presente nelle diverse aree della regione lucana ed In quella dell'oasi di San Giuliano, una serie di segnalazioni, spedizioni di rilevamento e studi, condotti da naturalisti, ricercatori e studiosi (5) hanno contribuito in questi ultimi tempi ad iniziare a colmare quel vuoto d) conoscenze ornitologiche che ancora caratterizza la regione lucana. Le ricerche ornitologiche nell'area di San Giuliano (antico santo dalmata protettore dei boschi il cui richiamo nella toponomastica indicativo ed importante in quanto segnalatore di una diversa configurazione territoriale in tempi più remoti), hanno evidenziato la presenza di numerose coppie nidificanti, dl Svasso Maggiore, Folaghe, Gallinelle d'acqua, mentre l'area è frequentata anche da coppie di Nibbio Bruno. Nibbio Reale, Poiana e Gheppio (tutti nidificanti). Interessata dal transito migratorio di numerosi individui di ardeidi e di migliaia di anatidi, nell'area sono stati avvistati; Mignattaio, Cavaliere d' Italia, Upupa, Airone Cenerino ed Airone Bianco, Sgarza, Garzetta, Mignattino, diversi Corvidi, Piro-piro piccolo, Cappellucce, limicoli vari, pavoncella, Alzavola, stormi di Cormorani, Martin Pescatore, innumerevoli Gabbiani, Fischione, Volpoca, Sterna; più rari sono invece il Falco di Palude, e le Oche; tra i mammiferi si segnalano: Donnola, Istrice e Moscardino.
La presenza più caratterizzante della fauna del lago è data dal rilevamento della frequenza nell'oasi di San Giuliane di una colonia nidificante di 15 coppie di Nitticora (simbolo dell'oasi); la colonia più meridionale d'Italia sinora osservata, che rappresenta un autentico preziosismo naturalistico.
Vi è da ricordare infine come per quest'area sia stata avanzata a livello regionale dai consiglieri socialisti Franco Adamo, Antonio Bianco e Fernando Schettini una proposta di legge per l'istituzione nell'area di una riserva naturale regionale di popolamento animale (6).
Un fatto questo che farebbe compiere un ulteriore passo avanti alla stessa gestione dell'oasi affidata al WWF-Italia, dal momento che resta sempre aperta a livello regionale la necessità di creare un sistema integrato di parchi, riserve ed aree protette su cui pure la Giunta regionale ha candidato al finanziamento un apposito progetto C7), all'interno del Piano triennale per l'ambiente.

POSIZIONE GEOGRAFICA L'Oasi è in provincia di Matera: Comuni di Matera, Miglionico e Grottole, raggiungibile dalla Matera Ferrandina svincolo San Giuliano.

DATA DI CREAZIONE 1988

ESTENSIONE 1.000 ettari all'interno della strada circumlacuale dell'invaso di San Giuliano.

PROPRIETÀ Demanio dello Stato, in concessione al Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto. L'Oasi si estende anche su terreni di proprietà privata.

VINCOLI DI PROTEZIONE Oasi di protezione con D.P.G.R. n. 1 137 del 1976. Vincolo paesistico del 1977.

GESTIONE Curata dal W.W.F. Italia - Fondo Mondiale per la Natura sulla base di una convenzione con il Consorzío di Bonifica di Bradano e Metaponto.



NOTE

1) Lo sbarramento è stato ultimato nel 1957.
2) D.P.R.G. 6 settembre 1976, n. 3137 "Costituzione dell'oasi San Giuliano di protezione rifugio della selvaggina stanziale migratoria nel Comuni di Matera. Grottole, Miglionico- (B.U. 1.11.1976, n. 25).
3) Cfr. Uccio Montemurro e Ciccia Cecere "San Giuliano Lake" In "Teleobiettivo", n. 41-42/ 1986. Anno XI.
4) Cfr, Emilio Oliva "Nel lago di S. Giuliano una strage di pesci", in "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 27.9.1987; Domenico Lenge "II disastro ecologico nell'Invaso di San Giuliano" in "Cronache Lucane" del 15.10.1987, n. 33.
5) Per le segnalazioni cfr. il già citato Uccio Montemurro e C. Cecere "San Giuliano Lake"; per gli studi cfr. quelli dei naturalista J. Goordes e quelli di Bano G., Brichetti P., Cambi D., Meschini E., Mingozzi T., Pazzucconi A., "Contributo alla conoscenza dell'avifauna della Basilicata", "Quaderno" n. 7511985 dell'I.N.B.S.; quelli di M. Kalby, M. Grotta, L Fusco, G. De Filippo, M. P. Rizzo, M. Milone Possibile analisi dell'impatto umano in alcune aree fluviali dell'Italia Meridionale utilizzate o destinate come invasi", Boll. Mus. St. Nat. Lunigiana, 6-7; 363-3ó7, Aulla (1986-1987) 1988; per gli aspetti divulgativi cfr. R. Massa. "Dove come e quando osservare gli uccelli in Italia", ed, Mondadori, Milano, 1988.
6) Proposta di legge n. 237. 1988, di iniziativa dei consiglieri regionali del gruppo Psi, Franco Adamo, Antonio Bianco e Fernando Schettini. relativa alla istituzione allo riserva naturale "Lago di San Giuliano ed aree contermini", Gruppo consiliare Psi Regione Basilicata, Per una politica dell'ambiente, Tip. Alfagrafica Volonnino, Lavello, 1988, pp. 1-78.


tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 1989"

Autore: Testo di GIUSEPPE SETTEMBRINO

 

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