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LE CHIESE DI MELFI

Cattedrale di S. Maria Assunta

Fondato tra il 1073 ed il 1076 da Roberto il Guiscardo, Duca di Puglia e di Calabria e, secondo altre fonti, da Guglielmo il Malo nel 1 155; il campanile, ancora originale,venne costruito nel 1153 da Noslo di Remerio secondo una iscrizione murata alla base dello stesso; ha una pianta a base quadrata con un'altezza di 49 metri; agli ultimi due piani ha bifore romaniche con decorazioni geometriche in lava chiara e scura; ai lati di quella più alta,verso la piazza, si vedono due grifi in pietra lavica scura, simbolo della dinastia normanna di Sicilia. Un documento angioino del 1373 attesta lasciti testamentari a favore della cattedrale; nel 1472 viene costruito il transetto e, nel 1526, il vescovo Rufino fa realizzare le arcate interne. Dopo l'evento sismico del 1694 furono necessari interventi radicali che, ad opera del vescovo Spinelli e dei suoi successori, tra la fine del XVII e la prima metà del XVIII secolo, costruirono l'attuale facciata barocca ed il rinnovato palazzo del vescovado. L'interno ha una pianta a croce latina, divisa in tre navate; la centrale è coperta da un interessante soffitto a cassettoni, mentre le laterali sono coperte con volte a botte. Conserva un coro ligneo del 1557, mentre l'organo, il trono vescovile ed il pulpito sono pregevoli opere della prima metà del XVIII secolo. I muri perimetrali del monumento hanno archi ogivali e, nel corso di restauri, si sono trovate antiche fondazioni ed è venuto alla luce un affresco di -Madonna di Nazareth con Bambino-.
Il contiguo palazzo vescovile ha un bel prospetto, del XVIII secolo, con ringhiere in ferro battuto coeve. L'interno si sviluppa attorno ad un cortile con portici e logge ad archi ribassati; al centro del medesimo si trova una bella fontana di epoca barocca.



Chiesa di Sant'Antonio e Convento

Fondata, secondo tradizione, nel 1222 al passaggio di San Francesco; si trova nella via omonima e le fonti documentario datano la costruzione al 1423, cui seguirono successivi, profondi restauri dopo il 1851. La chiesa più antica corrisponde alla grande aula, adibita a sacrestia, dietro il transetto dell'impianto attuale.
Durante lavori di restauro sono venute alla luce due varchi finestra in stile gotico; sull'arco trionfale è scolpita la data di ricostruzione 1523,dopo il terremoto del XV secolo; venne decorata con stucchi tardo-rinascimentali al finestrone ed al sottostante altare; ai lati sono due sepolture, anche in stucco, con un giovane disteso su un giaciglio ed una figura orante superiore e, sul lato destro, un secondo personaggio, pure disteso,vestito da guerriero con lorica, e la mano sinistra sull'elmo. Al centro del pavimento davanti all'altare è la sepoltura di Francesco Di Stasio Portinari che, nel 1374, fece un lascito a tale scopo. A sinistra è visibile un lavabo con stemma gentilizio del 1654 e a destra, sotto il sarcofago, è un affresco con -San Francesco di Paola-. La chiesa fu gravemente
danneggiata dall'esercito del Lautrec nel 1528 e subì la sottrazione delle campane per ordine del viceré di Napoli. Nel 1557 fu costruita la nuova chiesa con navata unica, semicappelle laterali e transetto; sul lato sinistro entrando si trova una bella acquasantiera in granito rosso, sostenuta da una statua del XVI secolo. La nuova chiesa superò bene i terremoti del 1731 e del 1752, ma venne danneggiata dal sisma del 1851. Dal XVII al XVIII secolo, per l'accresciuta devozione a Sant'Antonio, la chiesa viene dedicata a quest'ultimo e si restaura il cappellone a fianco del campanile, dove sono affreschi dell'epoca ed una statua lignea di Sant'Antonio con Bambino dipinto in oro; conserva anche un dipinto su tavola del XVI secolo napoletano. La facciata a timpano ha un portale ogivale con rosone romanico tra due finestre rettangolari; a sinistra si eleva la torre campanaria con la parte basamentale in pietra scura vulcanica ed una finestra oculare; la cornice del timpano è sottolineata con archetti gotici.



Chiesa di Sant'Antonio e Convento

Fondata, secondo tradizione, nel 1222 al passaggio di San Francesco; si trova nella via omonima e le fonti documentario datano la costruzione al 1423, cui seguirono successivi, profondi restauri dopo il 1851. La chiesa più antica corrisponde alla grande aula, adibita a sacrestia, dietro il transetto dell'impianto attuale.
Durante lavori di restauro sono venute alla luce due varchi finestra in stile gotico; sull'arco trionfale è scolpita la data di ricostruzione 1523,dopo il terremoto del XV secolo; venne decorata con stucchi tardo-rinascimentali al finestrone ed al sottostante altare; ai lati sono due sepolture, anche in stucco, con un giovane disteso su un giaciglio ed una figura orante superiore e, sul lato destro, un secondo personaggio, pure disteso,vestito da guerriero con lorica, e la mano sinistra sull'elmo. Al centro del pavimento davanti all'altare è la sepoltura di Francesco Di Stasio Portinari che, nel 1374, fece un lascito a tale scopo. A sinistra è visibile un lavabo con stemma gentilizio del 1654 e a destra, sotto il sarcofago, è un affresco con -San Francesco di Paola-. La chiesa fu gravemente
danneggiata dall'esercito del Lautrec nel 1528 e subì la sottrazione delle campane per ordine del viceré di Napoli. Nel 1557 fu costruita la nuova chiesa con navata unica, semicappelle laterali e transetto; sul lato sinistro entrando si trova una bella acquasantiera in granito rosso, sostenuta da una statua del XVI secolo. La nuova chiesa superò bene i terremoti del 1731 e del 1752, ma venne danneggiata dal sisma del 1851. Dal XVII al XVIII secolo, per l'accresciuta devozione a Sant'Antonio, la chiesa viene dedicata a quest'ultimo e si restaura il cappellone a fianco del campanile, dove sono affreschi dell'epoca ed una statua lignea di Sant'Antonio con Bambino dipinto in oro; conserva anche un dipinto su tavola del XVI secolo napoletano. La facciata a timpano ha un portale ogivale con rosone romanico tra due finestre rettangolari; a sinistra si eleva la torre campanaria con la parte basamentale in pietra scura vulcanica ed una finestra oculare; la cornice del timpano è sottolineata con archetti gotici.



Chiesa dei Cappuccini e Convento

Chiesa e Convento della Trasfigurazione del Cristo sul Monte Sacro detto Convento dei Cappuccini
Viene costruito nel 1528, a spese dei cittadini, per ospitare una comunità di Cappuccini, su una collina prossima al centro abitato. Il convento a pianta quadrangolare è su due piani, con ambienti comuni al piano terra; una cisterna nel chiostro raccoglie le acque piovane utilizzate per uso domestico dai religiosi e vi sono ventiquattro celle al piano superiore. Tra fine XVII ed inizi XVIII secolo è ampliato con l'aggiunta di tre celle a prosecuzione della navata laterale. Convento molto importante per la Provincia Lucana dei Cappuccini in quanto fu casa di noviziato, studentato, e studio teologico del celebre Padre Arcangelo d'Auletta. La chiesa con navata centrale e laterale destra ha perduto la sua originaria identità in seguito ai restauri dopo gli eventi sismici del 1851 e del 1930; conserva dipinti ad olio di pregevole fattura. Nel 1815 il convento passa agli Osservanti, in seguito all'abbandono da parte dei Cappuccini per il decreto napoleonico del 1810.



Chiesa di S. Maria ad Nives

Costruita nell'anno 1570 dall'albanese Giorgino Lapazzaia stabilitosi in Melfi nel 1534 al seguito di una colonia guidata dal capitano Chiucchiera, da cui il nome al rione Chiucchiari. In essa si celebrano due antiche tradizioni: quello dello Spirito Santo e quella delle -panedduzze-. Istituita dagli albanesi e legata al rito arbreshe.



Chiesa di S. Maria la Nova (ex)

Portale di S. Maria La Nova: Antico portale duecentesco a zig-zag che faceva parte dell'ingresso principale della vecchia Chiesa di S. Maria La Nova o dei Longobardi.



Chiesa rupestre di S. Margherita

Sulla statale per Rapolla, a 2 km da Melfi, si incontra la strada per il cimitero e, da un sentiero a sinistra, si arriva all'ingresso della chiesa con varco a sesto acuto; ha una navata con volte ogivali e due cappelle per lato, con abside rettangolare e piccola sagrestia, tutto interamente scavato nella roccia.
Il monumento è decorato da un ciclo di affreschi, del XII sec., di grande interesse nel quale sono rappresentati: San Michele, tra San Giovanni Battista e Santa Margherita nella prima cappella a sinistra; Cristo benedicente ed una Danza Macabra, con scheletri che ammoniscono i gaudenti del tempo, a destra; San Giovanni Evangelista, la Madonna con Bambino e San Michele a sinistra; il martirio di San Lorenzo a destra.
Nell'arco trionfale tondi affrescati contengono il Cristo ed i simboli degli Evangelisti; dietro l'altare è un Cristo benedicente con i Santi Basilio, Guglielmo, Elisabetta, Vito, Nicola, Pietro e Paolo.



Chiesa dei Cappuccini e Convento della Trasfigurazione del Cristo

Chiesa e Convento della Trasfigurazione del Cristo sul Monte Sacro detto Convento dei Cappuccini
Viene costruito nel 1528, a spese dei cittadini, per ospitare una comunità di Cappuccini, su una collina prossima al centro abitato. Il convento a pianta quadrangolare è su due piani, con ambienti comuni al piano terra; una cisterna nel chiostro raccoglie le acque piovane utilizzate per uso domestico dai religiosi e vi sono ventiquattro celle al piano superiore. Tra fine XVII ed inizi XVIII secolo è ampliato con l'aggiunta di tre celle a prosecuzione della navata laterale. Convento molto importante per la Provincia Lucana dei Cappuccini in quanto fu casa di noviziato, studentato, e studio teologico del celebre Padre Arcangelo d'Auletta. La chiesa con navata centrale e laterale destra ha perduto la sua originaria identità in seguito ai restauri dopo gli eventi sismici del 1851 e del 1930; conserva dipinti ad olio di pregevole fattura. Nel 1815 il convento passa agli Osservanti, in seguito all'abbandono da parte dei Cappuccini per il decreto napoleonico del 1810.

Autore: Testi tratti da -Itinerari di Federico II - A. Borghini, 2000 - Pubblicazione au

 

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