INDICE

Avanti >>

.

Donato Gruosso - Storia di un Brigante

Dall'autobiografia di Donato Gruosso: Brevissimo cenno dell'istoria mia "Sappiano dunque i signori lettori che io nacqui in Avigliano, uno dei principali Comuni del Regno d'Italia, il 17 giugno del 1846, i miei genitori di professione contadini mi morirono amendue prima che io compissi l'anno ottavo d'età. Vissi per qualche tempo sotto la cura del maggiore dei fratelli miei, e quindi la indigenza, più che altre circostanze, mi costrinsero ad andare al servizio d'un agricoltore ove scorsi cinque anni. Poscia insinuato dai superstiti della reazione che avvenne nel regno di Napoli pel cambiamento di bandiera (1861), ma più istigato dalla passione di maneggiare armi mi detti a scorrere la campagna onde mi resi colpevole, oltre il reato politico, di complicità in reati comuni. Arrestato pertanto condotto nelle carceri di Potenza laddove invece, come uso dei carcerati, passare il tempo inquerelando la fortuna per la sventura avvenutami, di detti subito ad apprendere le lettere perché molto desideroso di sapere come si potesse parlare in iscritto, non solo, ma anche come avvenissero i fenomeni che mi cadevano sotto ai sensi: credendo i dotti avessero trovato questa verità e l'avessero registrata nei loro libri. Per una tale impresa, non essendovi scuola governativa nel carcere mi raccomandai a persone stesse detenute che sapevano leggere, dalle quali appresi a sillabario e qualche libro di lettura. Dopo un anno poco piu' fui trasferito nel bagno penale di Trapani (Sicilia) per espiarvi la pena di 20 anni di lavori forzati. E quivi frequentai, quasi sempre, la scuola dello stabilimento; ebbi l'un dopo l'altro per maestri Sig. Michele Agnese e Sig. Michele Ancona ambidue monaci Cappuccini. Ha siccome in questa scuola non per difetto del Maestro ma per regolamento Ministeriale, non erano istruzioni superiori, così cominciai ad arrampicarmi da me alla storia sacra, alla storia politica, alla geografia, alle matematiche ed alla filosofia. Spesso, e quasi sempre, eseguivo calcoli sul pavimento della mia prigione in quanto il regolamento carcerario non permetteva altro. Finalmente poi quando piacette a Dio venne colà a dirigere lo stabilimento penale un certo Sig. Giacomo Caselli piemontese, e questi mi fece ottenere di andare a scrivere in uno stanzino appartato. Ma ciò avvenne solo quando era in fine di pena, tanto che appena ebbi tempo a fare l'abbozzo del libro che si legge. Il giorno 26 febbraio dell'anno 1887, grazie alla misericordia di Dio che mi fece superare tante sofferenze; e grazie alla bontà di sua Maestà Umberto I° che in occasione della sua ascenzione al trono, mi concedeva un anno di indulto io cambiava l'abito del condannato con quel del cittadino. Ritornato in patria, trovai morti tutti i miei piu' prossimi, come i fratelli, i zii e le zie. Scorsi circa 4 mesi, poi sia per procacciarmi la giornaliera sussistenza sia per altra cagione che qui non è dovuto parlarne mi trasferii in Cirigliano in qualità di vigilatore su d'una lavorazione di strada rotabile. Oui poi dopo pochi mesi a richiesta di tanti padri di famiglia aprii una scuola privata serale e diurna e questo è l'ufficio che attualmente occupo".

Autore: cartello affisso nei pressi della Madonna della Grotta

 

[ Home ]  [Scrivici]