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Nicolò Siggillino - da: "La Basilicata nel Mondo" (1924-1927)

È nato a Grassano soltanto venticinque anni or sono, poco più poco meno, e già gode di una larga notorietà nel campo delle lettere. Riviste accreditate e giornali d'avanguardia, quali “La Rassegna Nazionale,, la “ Rivista di Cultura,, il “Giornale di critica,, “Le fonti,, “Il Compendio,, “Il lavoro d’Italia,, “Le parti e le smorfie,, la “Bibliografica,,.

Le lettere “ Fantasma ,, gli hanno pubblicato versi e saggi critici.

In quest’anno Carabba darà alla luce un suo romanzo: “ Il personaggio fallo di nulla,,. L’A. P. E. di Roma pubblicherà la “Donna stupida,, (storie d’ amori) e la “Voce,, di Firenze le sue novelle. Egli promette un altro romanzo: “L’uomo che mendicava l'amore,, e un lavoro teatrale “Il paradiso degli asceti,, che sarà dato dallo Stabile di Roma.

La difesa di Poesia di Milano pubblicherà Il morto; la Rassegna nazionale di Firenze Ombra, e La Lucerna di Ancona uno studio su Mario Venditti.

Nella nuova antologia dei “Poeti d’oggi,, che sarà pubblicata a cura di Olindo Giacobbe, in vari volumi del Carabba, compariranno varie sue liriche presentate da Adriano Tilgher, tra le quali una bellissima “Il paese del silenzio,,, che rende a meraviglia l'assonnata solitudine dei nostri borghi alpestri nell’afa dei pomeriggi estivi.

Ha partecipato anche al Concorso Mondadori di Pavia per il 1926 e la sua raccolta “Il Dio perduto è stata giudicata ottima dalla Commissione esaminatrice. Di essa fa parte la lirica qui pubblicata.

E stata richiesta la sua adesione al movimento centrista che parte da Ancona come movimento letterario ed all’Universalizzazione dei poeti italiani.

Di lui in varie riprese ha scritto nel Giornale di Basilicata quell’assiduo, vigile, acuto e geniale notatore delle cose nostre che è Sergio De Pilato, fonte inesauribile, a cui lo storico futuro della Basilicata dovrà necessariamente ricorrere e da cui prendo di peso presso che tutte le notizie surriferite, e si occuperà prossimamente Luciano Folgore nella Rassegna Nazionale.

Volendo fissare all’ingrosso i caratteri della sua arte, diremo ch’essa ha le spensierate e baldanzose esuberanze della giovinezza. Una giovinezza inquieta e ardente, fatta d’impeti e d’abbandoni, avida di conquiste e godimenti, corsa da baleni e brividi, iridata di sogni, ma tutt’ancora impigliata nella pania d’un sensualismo integrale (presa, s’intende, la parola, in senso filosofico, come visione del mondo e della vita, che non varca i confini della realtà sensibile). Tuttavia non così solido e opaco che non lasci già intravedere l'ora vittoriosa della catarsi, e non tanto per certe rare squisitezze, che vorrebbero apparire e non sono tormenti spirituali, quanto per una sottile vena d’amaro che qua e là l'attraversa e per impercettibili segni di un’ansia inespressa che segretamente lo macera. Per ora il mio amico poeta non è che un lucido specchio che riflette le cose nel fantasioso gioco di luci e di ombre, nella policroma varietà dei loro atteggiamenti, passandole attraverso il filtro d’una sensibilità acutissima, ricca di fremiti nuovi e larga di risonanze inconsuete. Egli è un puro intuitivo, vive alla deriva, non domina ma si lascia dominare dalla realtà, s’abbandona alla corrente in un’orgia di sensualità irrefrenata, come un fanciullo ignaro che s’inebria della felicità del canto. Panismo naturalistico il suo, nascente da una visione lineare e frammentaria, che non riesce ancora a chiudersi nel cerchio di una sintesi estetica.

Ma negli ondeggiamenti di questa visione, che personalissimo tono di meravigliata curiosità, che impeti travolgenti di barbara verginità, che sorprendente vividezza d’espressione e sopratutto che abbagliante ricchezza di tavolozza! Colori scoccanti, spesso sgargianti, che folleggiano in intrecci bizzarri, stridono in contrasti crudi, si fondono in accordi teneri e suggestivi. Immagini che fioriscono con la freschezza di un’alba, si piegano con la dolcezza d’un abbandono femmineo, s’innalzano nell’ aria con la gioia d’uno zampillo e talvolta crescono su di loro stesse e s’accavallano le une sulle altre, come le nuvole di questi “ Tre motivi pittorici ,,.

Quel che è sopratutto notevole nell’ rte del Sigillino e ne costituisce anzi l'impronta personale è la fresca e talora potente immediatezza dell’espressione. Il più delle volte colori e immagini non sono per lui modi approssimativi e analogici di rappresentare il reale, ma dirette trasfigurazioni di questo, la realtà stessa trasportata per incanto nell’atmosfera del lirismo puro. Sembra a volte che tra lui e il mondo non ci siano più ostacoli e veli, ch’egli sia tutt’uno e vibri all’unisono con la materia germinale della realtà.

La stessa ricchezza della sua sensibilità lo trascina talora a gonfiezze verbali ed a colorazioni che deformano la sua chiara visione della realtà e danno colpi d’arresto al suo puro trasporto lirico. Non v’ha dubbio che, s’egli riuscirà a dominare la sua natura esuberante, a disciplinare l'impeto straripante delle sue qualità espressive, componendole nei limiti di una linea più armonica e riposante, e sopratutto se riuscirà a ripiegarsi su di sé stesso per cercare le vie dello spirito, che soltanto conducono alla grande arte, perverrà presto a più limpide e significative affermazioni.


da: "La Basilicata nel Mondo" (1924-1927)

Autore: GIUSEPPE BRONZINI

 

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