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Storia di SIRIS ed HERAKLEIA

Nel territorio di Policoro si eleva la collina del Castello che, per la posizione, per le vicine sorgenti d'acqua e un possibile collegamento al corso del fiume Agri, deve essere stato un importante riferimento topografico nell'ambito delle frequentazioni protostoriche e delle fasi preprotocoloniali. In quest'ultimo orizzonte rientra la fondazione di SIRIS, che le fonti antiche, vaghe ed incerte, attribuiscono a profughi troi-ani, identificabili con il sottogruppo enotrio del Chones. Questi ultimi dovettero soccombere alla violenza degli Ioni, provenienti da Colofone in Asia minore, in fuga dalla dominazione Lidia di Gige (metà del VII secolo). Archiloco di Paro, poeta greco contemporaneo alla fondazione colofonia della città, riferisce che Siris in breve tempo avrebbe raggiunto grande prosperità; altre fonti (Giustino,XX,2, 3-9) riportano la distruzione della città ad opera di una coalizione achea di metapontini, crotoniati e sibariti. Siris, dopo questo episodio dovette comunque sopravvivere sebbene in un tono minore e nell'orbita dell'impero sibarita.
La presenza greca influenza anche le vallate interne dell'Agri e del Sinni, non solo con l'esportazione di manufatti, ma anche con la nascita di quel fondamentale itinerario di collegamento fra le coste ionica e tirrenica che cinvoge popolazioni greche, indigene ed etrusche. Santa Maria d'Anglona, fiorente centro della prima età del Ferro, si estingue intorno alla metà del VII secolo, forse con difficoltà di coesistenza con la vicina colonia di Siris. Al declino di Santa Maria d'Anglona, si contrappone la fioritura di centri indigeni situati all'interno, nella media valle dell'Agri (Alianello, Armento e Grumento), nella valle del Sinni (Latronico, Chiaromonte e Senise), nelle valli minori del Sarmento (Noepoli) e del Sauro (Guardia Perticara).
Dopo la Fine di Siris, nell'area di Policoro, viene fondato da Taranto e Thourtoi, l'insediamento di Heracleia (434-433 a.C.). La nuova città assume subito un ruolo di primo piano, divenendo all'inizio del IV secolo sede della Lega Italiota, costituita con lo scopo di fronteggiare la minaccia dei Lucani, la cui origine è da ricercarsi in popolazioni provenienti dall'Italia centrale. Nel primo decennio del III secolo a.C. si susseguono importanti avvenimenti collegati alla conquista militare e politica della Magna Grecia da parte di Roma e destinati a provocare un profondo mutamento nell'organizzazione del mondo italico ed italiota anche della Basilicata. Si ricordano i trionfi sui lucani descritti dalla storiografia romana (297-272 a.C.), la fondazione della colonia latina di Venusio, la stipula di un trattato di amicizia (foedus propre singulare) tra Roma ed Heracleia, la fine degli insediamenti italici e delle forme di popolamento rurale diffuse specialmente nella media vallata dell'Agri e del Potentino, il rapido sviluppo urbano di Grumentum e l'occupazione militare di Metaponto. Durante il conflitto tra Pirro, Romani e Lucani, culminato dalla famosa battaglia del 280 a.C., Heracleia ha una grande importanza, come dimostrano l'attività edilizia, la monumentalizzazione delle aree sacre o l'estensione delle ricche necropoli. Nonostante gli sconvolgimenti causati in Italia meridionale dallo scontro tra Roma ed Annibale, nel corso della seconda guerra punica, sembra che il II secolo corrisponda ad un periodo economicamente fiorente sia per le città (Grumentum, Heracleia e Venusio) che per il territorio.
Nella tarda età repubblicana Heracleia è sconvolta dalla guerra sociale (91-89 a.C.) e ancora nel 72 a.C. nel passaggio di Spartaco. Solo in età augustea e nel corso del I secolo a.C. si ha un'ultima ripresa economica. Nel III e IV secolo d.C. la presenza di una piccola necropoli nei quartieri occidentali della città alta è prova della crisi e dell'abbandono di gran parte dell'antica area urbana. In età tardo-imperiale, la città è ormai decaduta.

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