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PALOMBARO LUNGO

A seguito della urbanizzazione della zona del Piano, iniziata verso la fine dcl XVI secolo e conclusasi con la realizzazione dell'asse urbano Sette-Ottocentesco di via Ridola, via del Corso, Piazza V. Veneto e via XX Settembre, si presenta la necessità di approvvigionamento idrico della area a servizio dei residenti. Variata anche la tipologia edilizia rispetto ai Rioni Sassi, costituiti da unità minime di residenze, ognuna provvista di cisterna di raccolta delle acque piovane, con la costruzione di fabbricati a più piani, si realizza un sistema idrico pubblico costituito da più contenitori di acqua. Non dimenticando le due cisterne esistenti nelle immediate vicinanze del luogo ove sorgeva la Fontana pubblica, ai piedi della collina del Castello, nella piazza V. Veneto si provvede ad attuare un ampio serbatoio utilizzando cisterne e cavità già esistenti che danno vita al cosidetto -Palombaro Lungo- il quale si amplia sempre più in funzione dell'aumento di popolazione residente: l'ultimo ampliamento documentato risale intorno al 1870. La particolare articolazione planimetrica e volumetrica scaturisce dalla aggregazione, sia in orizzontale che in verticale, di cavità ipogee e cisterne preesistenti. Nel punto più profondo ha una altezza di circa quindici metri ed è stato stimato che al massimo livello, potesse contenere circa cinquemila metri cubi di acqua. Tutta la superficie delle pareti, sulle quali sono evidenti i vari livelli raggiunti dall'acqua, è intonacata con il classico intonaco coccio-pesto. Non si è riusciti a capire in che modo fosse alimentato ed è ancora alimentato: all'infuori della raccolta dell'acqua di una piccola porzione del vicinato, non sono state rintracciate ulteriori bocche di adduzione. Si è costatato, però, in questi ultimi anni, che l'acqua della falda naturale che, nonostante le numerose deviazioni subite, continua ancora oggi ad essere attiva, anche se non confluisce direttamente nel Palombaro, sgorga in un locale attiguo ad esso, è assorbita dalla roccia e fuoriesce nella cisterna attraverso le pareti e il fondo. Nella zona di ingresso si possono osservare i fori, nella superficie rocciosa di copertura, che corrispondevano ai pozzi presenti in piazza attraverso cui l'acqua veniva prelevata con i classici secchi in alluminio.

Autore: Cartello affisso nei pressi

 

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