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La cappella perduta

Nei tempi che furono, il legame della popolazione chiaromontese con la religione è manifestata dalla presenza di numerosi luoghi di culto, ed ancora oggi, anche se in tono minore, dalla partecipazione alle messe domenicali e alle commemorazioni dei santi protettori del nostro paese, di quel legame ve n’è ancora una forte traccia, soprattutto nei giovani.
Mentre la povera gente non poteva far altro che pregare e ricevere qualche miracolo, e di questo ne parleremo più in là, qualche uomo o donna potente ricevendo anch’egli miracoli, o anche solamente per devozione, innalzava dei grandi o dei piccoli “templi” in onore del suo pregato, e ne è testimonianza la chiesa di san Tommaso Apostolo sita nell’omonimo rione.
Nella millenaria storia di chiaromonte vi è scritta in una pagina anche quella di un luogo di culto che oggi non esiste più, ma che per alcuni centenari, quel luogo aveva forte significato.
Una croce di legno, messa in sostituzione di una croce di ferro distrutta dal “progresso”, pare essere solamente un simbolo piantato per devozione, vista anche la sua locazione. Tale croce è posta su un’isola pedonale che divide un incrocio nel rione di “grotta dell’acqua”, lì dove oggi ha luogo la scuola media Santa Lucia, e dove si svolge la fiera del catarozzolo, e chi non ha conoscenza della sua storia, quel simbolo ha come significato solo quello votivo, e non significativo.
La croce lignea, oltre a rappresentare la spiritualità e la devozione dei cittadini, è stata piantata in quel preciso luogo per una sostituzione. Sacra.
Fino agli anni sessanta-settanta al posto della croce di legno, si ereggeva la cappella della Santissima Annunziata.
La struttura sacra, eretta nel primo decennio del 1700 da Ruggero Perpignano, apparteneva al territorio della matrice della chiesa di San Giovanni Battista. Fu abbattuta già nel 1753. Ricostruita in data sconosciuta, la cappella, con il passare del tempo finì nel diventare un rudere, cadendo nel dimenticatoio, per poi essere definitivamente abbattuta e ricordata con quel simbolo religioso.
Riportare in vita oggi la cappella della Santissima sarebbe impossibile. La zona, che fino agli anni settanta era semideserta, oggi è popolata e piena di costruzioni.
Basta anche solo la croce a farci capire il significato del bene, e ad aiutarci a capire che il mantenere vivo il nostro paese aiuta a tenere vivi tutti noi.


Fonte: luoghi sacri, casali e feudi nella storia di Chiaromonte - Francesco Elefante – 1988

Autore: Francesco Elefante

 

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