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MONTESCAGLIOSO, LOTTE CONTADINE

December 1949, 50 years ago.
The worker Giuseppe Novello died shut by a policeman during the class conflict for the land. Many farmers were arrested in Matera and Potenza. They still remember and tell stories about war, plenty and hard works.
Pietro Rossetti says: we went to Tre Confini, then to Dogana. We worked a land that nobody worked before, to survive. But during the december night police arrested us. That is the reason for our women and sons to come to set us free. So the land was gained, says Mariannina Menzano, and offered to the farmers in a legal way.

Montescaglioso-Dicembre1949, cinquanta anni fa . La notte del 14, Montescaglioso scriveva una delle pagine più drammatiche delle lotte contadine in Basilicata.
L'operaio Giuseppe Novello moriva colpito da una scarica di mitra sparata da un poliziotto motociclista, mentre decine di protagonisti delle lotte venivano arrestati. A distanza di tanti anni quegli avvenimenti, che riguardano un periodo della storia della Basilicata e il movimento di lotte sviluppatesi a partire dal 1943 che investirono tanti comuni del materano e del potentino, sono ancora vivi in alcuni superstiti, protagonisti di quelle giornate memorabili. Ogni giorno i contadini, dopo essersi riuniti in piazza all'alba, quando era ancora buio si recavano su terreni sempre nuovi, li occupavano, aravano e seminavano, per tornare la sera alle loro case, non senza essersi riuniti nella Camera del Lavoro per prendere accordi sulla lotta del mattino successivo. Una storia di lotte ma anche di lavoro minuzioso e di pazienti trattative tra i contadini e la Prefettura.
Il 10 dicembre sembra profilarsi un accordo, ma tutto precipita quanto un Ispettore dell'Agricoltura fa sapere ai rappresentanti dei lavoratori, appositamente nominati, che l'accordo poteva essere valido per il momento solo per il Comune di Irsina. Al diniego della delegazione si tentava un'altra riunione il 13 dicembre presso l'Ispettorato dell'Agricoltura con i rappresentanti dell'Associazione degli agricoltori i quali si dichiaravano disposti a cedere una minima parte di terreno mentre il resto poteva essere dato dopo un tempo lungo, per cui chiedevano di avere pazienza. L'apparente disponibilità doveva purtroppo nascondere la violenta repressione messa in atto il giorno dopo. La notte del 14 partirono, infatti, da Matera cinque camion di carabinieri con l'intento di impedire il corteo che si stava formando e diretto ancora una volta sulle terre.
Venne tolta l'energia elettrica, il paese piombò nel buio ed i carabinieri iniziarono le perquisizioni. Montescaglioso fu svegliata di soprassalto da un pesante rumore di passi nelle strade e da un bussare agli usci a cui rispondevano dall'interno delle case voci ancora assonnate che chiedevano chi fosse a picchiare a quell'ora. Poi parecchie porte si aprirono e da quelle si riversavano sulle strade uomini, donne e bambini che ancora non si erano resi conto di che si trattasse e che nel buio si chiamavano l'un l'altro cercando di capirci qualcosa. Terrorizzati s'incolon-narono verso la Camera del Lavoro chiedendo a gran voce di liberare i loro familiari che erano stati presi dai carabinieri e condotti in caserma. Una folla immensa che preme, grida, ed il tentativo di disperderla si fa vano.
Ma ecco i racconti di chi ha vissuto quelle giornate, i ricordi dei superstiti. Raccontano ancora con lucidità, con commozione e con rabbia. Riaffiorano episodi collegati alla guerra, al ritorno alle proprie case, alla miseria, alle aspirazioni ad una vita migliore. Pietro Rossetti, Mariannina Menzano traggono dai magazzini della loro memoria quei momenti.
Dice Pietro Rossetti: "Andammo ai tre Confini, poi nella Dogana del conte Galante ed anche all'Imperatore nel demanio del Comune. Lavorammo tutto quel terreno incolto". "Per trentasei giorni consecutivi andammo sulle terre - aggiunge Mariannina Menzano- quando tornavamo la sera dalla campagna facevamo il giro della villa comunale e poi riunione in piazza grande. La miseria era tanta ed i terreni erano tutti nelle mani dei grossi agrari che chiamati in Comune si erano rifiutati di concedere un po' di terra ai reduci e ai combattenti tornati a casa. Così incominciammo la grande lotta per la terra a Montescaglioso".
Ricorda ancora Pietro Rossetti, mentre gli occhi tradiscono l'emozione: "Una mattina arrivò la polizia, eravamo ai tre Confini - spiega - venne il maresciallo dei carabinieri ed un commissario di polizia che ci dissero di andare via altrimenti ci avrebbero arrestato. Noi restammo a zappare e loro andarono a chiamare rinforzi. La notizia si sparse rapidamente in paese".
"Noi donne - aggiunge Mariannina - quel giorno non eravamo con i nostri uomini. Una donna venne a dirmi concitata che la polizia era andata in campagna per arrestare gli occupanti. Andiamo - dissi - prendete anche i bambini. Una marea umana in poco tempo, bambini avanti e donne dietro, circondò la masseria e non facemmo passare le camionette dei carabinieri".
Ma non finì lì. " La notte del 13 dicembre - prosegue Pietro mentre il ricordo si fa più intenso - c'era tanta nebbia, udii bussare la porta. Aprii una finestra, era la polizia. Mi presero e mi condussero nella caserma dei carabinieri dove trovai altri braccianti, altre donne; Castellaneta, Menzano, Avena, Cicorella, Suglia, Padula, Garbellano... quelli che ricordo. Più tardi ci portarono con un camion nelle carceri di Matera. Quando in mattinata si sparse la voce dei nostri arresti una folla enorme, convinta che noi fossimo ancora nella caserma, si radunò sotto l'edificio gridando e tumultuando. Fu allora che Giuseppe Novello fu ferito a morte. Un poliziotto in motocicletta voleva passare tra la folla per raggiungere la caserma. Alcuni esasperati tentarono di disarmarlo, nella colluttazione partirono alcuni colpi di mitra che finirono tra la folla".
Sono passati circa cinquanta anni, tanti altri fatti sono accaduti da allora. I terreni espropriati con la legge di riforma, sono condotti oggi dai figli di quei braccianti che oggi godono i frutti di quelle lotte che i loro genitori intrapresero sfidando i grossi latifondisti e l'incomprensione di buona parte dell'opinione pubblica. Oggi riparlandone con i protagonisti ancora in vita si coglie quasi come allora, quanto fosse grande l'anelito ed il senso di giustizia che sino a quel momento era stato calpestato.


tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 1999

Autore: Testo di Giovanna Parisi

 

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