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PESCOPAGANO (STORIA)

Le sue origini sono molto antiche. I primi segni d'agglomerati umani si collocano intorno alle antichissime laure di questo territorio, vicino alle acque dei fiumi e dei ruscelli. Queste zone furono per molto tempo tormentate dalle guerre sannitiche, dalle spedizioni di Pirro e dalla guerra di Roma contro Annibale che aveva trovato a Conza un importante punto d’appoggio. Il territorio, nel 555 d.c., fu occupato dai Goti e poi dai Longobardi e tra il IX e X secolo fu più volte attaccato dai Saraceni. A causa loro, gli abitanti di Conza e dei casali vicini si rifugiarono sulla rocca più alta, ideale dal punto di vista strategico.

Il paese si chiamò Petra (macigno) Pagana (per la persistenza di un culto pagano documentato archeologicamente da idoli e iscrizioni dedicate al dio Silvano). Nell’867 i Saraceni costruirono un fortilizio. Nell’età normanno-sveva appartenne alla contea di Balvano. Nel 1278 il feudo fu dato da Carlo I d'Angiò a Raynaldo de Panzellis Gallico e nel 1331 passò a Filippo Stendardo. Successivamente fu donato alla regina Sancha d'Aragona, che a sua volta lo vendette a Mattia Gesualdo. Nel 1697 fu acquistato dai marchesi d’Andrea che lo mantennero fino all’eversione della feudalità.

Con la proclamazione della Repubblica Partenopea del 1799, Pescopagano divenne uno dei 14 cantoni del Dipartimento dell’Ofanto.

1861 - Brigantaggio. L’avventura iniziata nei primi giorni del novembre 1861 da parte delle formazioni capitanate da Carmine Crocco, e da José Borjès per conquistare Potenza, si esaurì il 26 novembre a Pescopagano dove la resistenza opposta dalla guardia nazionale e dai cittadini ebbe ragione degli assalitori che subirono pesanti perdite. Come in altre occasioni non fu possibile evitare il parziale saccheggio del paese, ma i gregari di Crocco preoccupati sull’approssimarsi di truppe regolari e milizie mobili cercarono di disimpegnarsi e raggiungere a gruppi il bosco di Monticchio[4-. Qui Crocco, inseguito dalla truppa, decise di dividere le sue formazioni in piccoli nuclei autonomi. Il Borjés ormai esautorato lasciò la Basilicata tentando di raggiungere Roma. L'11 gennaio 1862 il Consiglio Provinciale della Basilicata con apposita delibera dichiarò: -Benemeriti della Patria…anche i cittadini di Pescopagano …che con tanto coraggio e tanto patriottismo seppero difendere le mura dei padri loro.- Questo “storico” riconoscimento fu rilasciato anche a Pietragalla, Avigliano e Bella.

Nel 1945 Pescopagano fu attaccato dalle truppe naziste in ritirata e dagli stessi alleati che cercavano di ostacolarne il ritorno verso il nord Italia. I bombardamenti fecero molte vittime civili e anche la Badia di San Lorenzo in Tufara e la località di Montecalvo, dove si erano rifugiato i pescopaganesi, subirono molti danni.

Fu il primo paese tra quelli dell'immediato circondario ad avere l'illuminazione pubblica sin dai primi del '900 (inoltre la centrale idroelettrica forniva energia ai comuni di Rapone, Ruvo del Monte, San Fele e altri paesi limitrofi) e l'ospedale (uno dei soli 4 centri di pronto soccorso presenti in Basilicata).

Un aspetto che ha sempre condizionato fortemente la storia di Pescopagano è la elevata sismicità dell'area in cui ricade il suo territorio. I terremoti storicamente più rilevanti furono quelli del 1466, quello dell'8 settembre 1694 (che distrusse quasi interamente l'abitato e fece rimaner sepolte sotto le macerie più di seicento persone) e quello più recente dell'Irpinia del 1980 (che qui provocò una ventina di vittime).

Autore: tratto da: it.wikipedia.org/wiki/Pescopagano

 

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