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PICERNO: Gastronomia, Tradizioni, Superstizioni ecc.

Legende, superstizioni, curiosità: Una delle superstizioni in cui si crede è che il “malocchio” provoca il mal di testa. Una curiosità è -l’anno picernese-, basato sull’agricoltura, e che comincia a gennaio con l’uccisione del maiale.
A febbraio si preparano le “chiacchiere’ (dolcetti) per il Carnevale.
A marzo c’è il fuoco di S. Giuseppe e della Madonna dell’Annunziata. Questa festa si svolge con un fuoco che si accende verso le 19 e dura fino al mattino seguente, e intorno ad esso si mangia e si canta.
In aprile si festeggia la Pasqua in famiglia e si mangia l’agnello. Il Venerdì Santo c’è la via Crucis con i personaggi viventi.
Maggio: si raccoglie il fieno.
Giugno: si miete il grano per fare la farina.
Luglio: si coltiva l’orto e le terre per frutta e ortaggi.
Agosto: si fa la conserva dei pomodori.
Settembre: ci si prepara per la vendemmia.
Ottobre-Novembre: si vendemmia e si fa il vino.
A dicembre fa freddo e si sta in casa. Ci si prepara a festeggiare l’anno che sta arrivando.

Altre tradizioni: Nei tempi passati i picernesi mangiavano le patate cotte verso la mattina. A mezzogiorno si preparava la pasta di casa e la pelle di maiale ripiena. Poi la sera, quando i mariti tornavano dal lavoro, le donne preparavano la minestra con la salsiccia e qualche bicchiere di vino. Si usava preparare il pane in casa. Gli ingredienti erano: farina, acqua, lievito e sale. Il tutto veniva lavorato nella “fazzatora”, cioè la madia e poi portato nel forno a legna. Insieme al pane si faceva anche la pizza o focaccia. Gli abitanti erano molto modesti: la donna vestiva una larga gonna a pieghe, una camicetta bianca ricamata e un copricapo di cotone. Gli uomini vestivano pantaloni di velluto con una camicetta di flanella colorata.

Altre tradizioni: l'uccisione del maiale
Ogni anno nei nostri paesini c’è il massacro dei maiali, cioè vengono uccisi in maniera molto brutale. Questo accade nel mese di dicembre. La sera prima il padrone che deve svolgere questo rito si fa un giro in paese per chiamare i parenti e i vicini ad aiutarlo. La mattina si prende un gran pentolone in cui si fa bollire l’acqua; alcuni intanto vanno nel porcile e trascinano fuori la povera bestia, per ucciderla, c’è chi mantiene il maiale e chi lo infilza in modo violento con un coltello in gola. In quei momenti l’animale emette degli urli molto forti e reagisce, ma dopo un po’ perde le forze e dà gli ultimi sospiri. Allora viene messo su un tavolo dove viene pulito con l’acqua calda e pelato. Viene quindi appeso e tagliato in due, cioè aperto. A questo punto gli uomini hanno finito e possono tornare a casa a mangiare e a divertirsi. Il giorno dopo al maiale vengono tolte tutte le parti utilizzabili; le donne fanno il salame e gli uomini preparano il prosciutto.



da -Istituto Alberghiero di Pz-
(Prof. M. Schirone)

Autore: da -Istituto Alberghiero di Pz- (Prof. M. Schirone)

 

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