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GLI AFFRESCHI DEL CHIOSTRO DEL CONVENTO DI S. ANTONIO DI PADOVA

The paintings of the cloister of S. Antonius of Padova convent in Tricarico (MT) were made between 1643 and 1648 by Ilario da Montalbano and Giuseppe Sciarra. It shows episodes of the old testament, of Christ's Passion, of Vìrgin's Life and of Miracles by S. Francis of Assisi and S. Antonius of Padova. There are, moreover paintings of Saints of all the most important monks who lived in the convent.

Il ciclo pittorico che decora le pareti e la volta a crociera del portico che corre lungo i lati del chiostro del convento dedicato a S. Antonio di Padova a Tricarico (1) costituisce il frutto della collaborazione tra Ilario da Montalbano, frate e lettore generale del convento (2) e Giuseppe Sciarra (3), frescante e pittore tricaricense formatosi, probabilmente, alla bottega di Pietro Antonio Ferro.
Stando alla iscrizione ed alla data apposte intorno all'autoritratto di Ilario da Montalbano è possibile ritenere che lo schema decorativo della volta sia stato completato nel 1643.
La narrazione ingloba nella crociera scene ed episodi dell'Antico Testamento, della passione di Cristo, della vita della Madonna, della vita di S. Francesco d'Assisi, ritratti di santi, di sante martiri, di padri francescani, alcuni succedutisi nello stesso convento.
In un repertorio scenico barocco, fastoso e ricco d'inventiva festoni con mele, pesche, melanzane, fiori legati da nastri multicolori sottolineano le nervature della volta, decorata da arabeschi su fondo bianco e rosa.
In riquadri lobati, nei medaglioni e nei quadrilobi superiori delle vele si succedono scene residue dell'Antico Testamento raffiguranti: Sansone (4) e Tre personaggi (5) (nei riquadri lobati del lato nord); Mosè (6), lacerti di una figura illeggibile (7) e il sacrificio di Isacco (8) (nei medaglioni del lato ovest); una scena frammentaria (9), Sedecia percuote il profeta Michea (10), frammenti della creazione di Eva dalla costola di Adamo, il peccato di Adamo ed Eva (11) (nei medaglioni del lato sud); Elia sul carro di fuoco (12), Sansone che reca sulle spalle la porta scardinata (13), la balena di Giona (14), la Croce con il serpente di bronzo (15), l'Apparizione degli angeli che promettono la discendenza ad Abramo (nei quadrilobi del lato est).
Sempre in riquadri lobati, nei medaglioni e nei quadrilobi inferiori delle vele sono alcune scene della Passione di Gesù: Cristo flagellato, nell'orto (16) alla colonna (17), catturato (18) (sul lato nord); nel deserto (19), eucaristico (20) e la Veronica (nei medaglioni del lato ovest); Cristo coronato di spine, con altri due personaggi, percosso da un soldato (21), che porta la croce (nei medaglioni del lato sud); Cristo trasfigurato (22) risorto (23) nel sepolcro (24), crocifisso (25), davanti a Pilato (26), senza una precisa successione logica nei quadrilobi del lato est, ove è affrescata anche, in un riquadro con lati a compasso, la Maddalena orante e dai lunghi capelli sciolti.
Nei tondi delle chiave di volta della crociera, al lato Sud, sono affrescati episodi della vita della Vergine, la Visitazione e la Nascita di Gesù, mentre in medaglioni sono raffigurati la Madonna del Latte che nutre un bambino (27) e la Madonna che allatta Gesù Bambino (28).
Sempre sulla crociera, in riquadri lobati su due lati, scorrono episodi della vita di S. Francesco d'Assisi.
Dopo alcuni lacerti (sul lato nord) di una scena illeggibile e di un'altra ormai persa che nell'iscrizione (29) sembra richiamare l'episodio della ricerca delle pietre da parte di S. Francesco per riparare le chiese d'Assisi, di altre tre frammentarie come le relative epigrafi (30) che rinviano rispettivamente agli episodi della divisione del mantello con il povero, a quello della guarigione di uno storpio e di un altro dalla lebbra; sul lato ovest è affrescata l'Estasi di S. Francesco d'Assisi (31).
Seguono sul lato sud le raffigurazioni di: S. Francesco che libera la città di Arezzo dai demoni, la Visione del Serafino (32), una scena illeggibile la cui epigrafe allude all'approvazione delle Regola francescana da parte di Onorio III, la Visione di S. Francesco nella piccola cappella di S. Damiano (34), con un'iscrizione nel cartiglio sulla figura del santo in ginocchio (35).
Dopo un semplice accenno di riquadro ed una scena ormai persa la narrazione pittorica degli episodi della vita del santo d'Assisi continua sul lato est con: la morte di S. Francesco d'Assisi (36), l'apparizione del santo ad un vescovo che dubitava della veridicità delle sue stimmate(37), S. Francesco tentato da una donna (38), mostra le stimmate (39) e le riceve (40), episodi, questi ultimi, come si può facilmente arguire, senza una successione logica.
Sempre in tondi e medaglioni della crociera, si succedono figure a mezzo busto di santi e sante dell'Ordine francescano dei Frati Minori dell'Osservanza.
Sul lato nord si succedono: un santo con mantello e mani sul petto, un altro senza volto con un libro in mano, S. Ludovico (41) privo del volto ma con la mano destra sul petto ed il pastorale nella mano sinistra, S. Bernardino da Siena (42) aureolato con il pastorale sullo sfondo e un libro tra le mani su cui campeggia la scritta JHS, S. Ludovico (43) vescovo di Tolosa.
Sul lato ovest, dopo una figura dal volto leggibile solo in parte, a mani aperte e in abito monacale, quella orante di cui non si intravede il volto, sono affrescati il ritratto di S. Bernardo martire (44) trafitto da una spada, mani giunte sul petto e sanguinante e quello di S. Daniele martire (45).
Sul lato sud sono i ritratti di: S. Leone martire(46), S. Donnolo martire (47) con un coltello infisso sulla testa, altri due santi privi di volto e dalla figurazione frammentaria, S. Angelo martire (48), cui segue un altro santo del quale si intravede soltanto l'abito monacale.
Sul lato est della crociera, dopo un medaglione con S. Antonio di Padova che prega in ginocchio innanzi all'ostensorio, si succedono nei tondi delle vele le raffigurazioni di beate e sante dell'Ordine francescano: la beata Sancia (49), S. Elisabetta regina del Portogallo (50), S. Agnese d'Assisi (51), una santa a mani giunte con libro, quasi in meditazione, S. Elisabetta d'Ungheria, libro tra le mani e corona sulla destra, una santa che regge con la mano destra l'ostensorio. Nei tondi della chiave di volta della crociera sono: S. Dorotea vergine e martire(52), S. Agata vergine e martire (53) e S. Agnese con l'agnello e la palma del martirio, posta tra il tondo che raffigura lo stemma di Tricarico e quello che affresca un re con lo stendardo crociato.
Sempre nei tondi delle vele della crociera che volgono verso le arcate interne, ora chiuse a vetrate, del chiostro (con un pozzo che reca sulla vera la data 1535) sono gli affreschi, in genere a mezza figura, di frati, predicatori e rettori del convento edificato nel 1479 sui resti di una chiesa preesistente.
Sul lato nord, dopo i frammenti di un volto di frate e di quelli di una mano in due rispettivi tondi, un frate indica con la mano sinistra alcuni passi su un libro aperto (54) e precede il ritratto del frate lettore Andrea da Pisticci (55).
Sul lato ovest, dopo un ritratto frammentario di cui sono leggibili solo l'abito monacale ed una mano, compare frate Nicodemo da Craco (56) predicatore, datato 1761, a testimonianza della continuità della vita conventuale e di un successivo intervento sul ciclo affrescato.
Sulla parete sud sono, inoltre, i ritratti del frate predicatore e ministro Clemente da Pisticci (57) seguito da un altro ormai perso, prima di quello del frate predicatore Serafino da Pisticci (58), di un frate con libro aperto fra le mani (59) e che reca la data 1588 e di quello raffigurante il padre francescano ministro Arcangelo da Albano (60).
Sul lato est, frammentario è il tondo con il ritratto del frate, rettore generale e ministro Geronimo da Viggiano (61), cui segue l'autoritratto del frate, ministro e lettore generale del convento, Ilario da Montalbano (62), frescante di gran parte degli affreschi che compaiono sulla volta della crociera del portico. Seguono poi un tondo in cui compare raffigurata soltanto la testa, quello di un frate che legge un libro ed un altro con epigrafe frammentaria che lo indica originario di Rivello (63).
Gli affreschi che decorano le lunette delle pareti dei diversi lati del chiostro sono attribuibili, in gran parte, al pittore e frescante di Tricarico, Giuseppe Sciarra, sulla base di un'iscrizione trascritta sul finire del sec. XIX, che ne riportava il nome e la data di esecuzione (64).
Le scene, tratte da edizioni illustrate del sec. XVII, illustrano episodi della vita e miracoli compiuti da S. Antonio di Padova, accompagnato dal suo inseparabile confratello, il beato Luca Belludi.
Sul lato nord si succedono le scene raffiguranti: S. Antonio di Padova, con il beato Luca Belludi sotto un colonnato, che libera dai demoni un giovane trattenuto da una donna che rivolge lo sguardo ad un vegliardo benedicente; S. Antonio di Padova appare a due giovani in fuga da un luogo in fiamme, salvandoli; libera un giovane eretico assediato dai demoni del dubbio e gli appare; ridona la vista ad un cieco e gli appare; il santo, con alle spalle un nobile, tiene un foglio tra le mani e libera una città dai demoni; con il beato Belludi assiste un giovane condotto all'impiccagione fuori città da cavalieri e boia.
Le narrazioni dei residui affreschi sul lato ovest esplicitano i seguenti episodi: S. Antonio di Padova con il beato Belludi in un vicolo di una città aiuta un giovane paralitico ad alzarsi; sempre con il beato Belludi fa parlare con il padre un neonato in braccio alla madre affiancata da un'altra figura femminile supplice e in ginocchio; induce, con la preghiera, un novizio, inseguito da un demone su un ponte che attraversa un fiume, a restituire il breviario rubato. Segue la raffigurazione della scena della predica di S. Antonio ai pesci nei pressi di Rimini, con il beato Luca Belludi. Dalle acque guizzano leoni marini, pescispada, delfini ed altri pesci tra lo stupore di alcuni nobili che assistono alla scena. Sullo sfondo si intravedono tre barche ed un centro abitato sulla costa. In un'altra scena è l'apparizione di S. Antonio di Padova a due personaggi seduti ad una tavola bandita, di cui uno ha un tralcio di vite in mano. Il santo che giunge in volo riversa da un cesto grappoli d'uva che vanno ad innestarsi sul tralcio. Sullo sfondo della scena compare un paesaggio con un albero in primo piano ed una città ai piedi di una montagna. Conclude gli affreschi della parete il miracolo della mula che si inginocchia in adorazione innanzi all'ostensorio. In primo piano su un lato sono S. Antonio di Padova con il beato Luca Belludi e il mulattiere che offre da mangiare alla mula e sull'altro alcuni personaggi che commentano l'avvenimento. Sullo sfondo un centro urbano con torri e chiese.
Gli affreschi della parete sud sono introdotti da residui di una scena raffigurante S. Antonio di Padova e il beato Luca Belludi che legge in ginocchio dei passi da un testo sacro. Il santo, sui gradini di una chiesa, benedice una figura, probabilmente in ginocchio, di cui compare il viso di profilo. Sulla destra si staglia un paesaggio collinare. Segue la raffigurazione, in due distinti episodi, dell'intervento del santo e del beato di Padova in favore di due naufraghi, il primo moribondo tra le braccia della madre sul pontile, con la prua di una barca a vela sullo sfondo; l'altro, esangue ai piedi della madre e del padre che invocano l'intervento del santo dopo il naufragio della barca in mare. In un'altra scena è il miracolo del vino che il santo, invitato con il beato Belludi alla mensa di un nobile, fa sgorgare da una botticella riempendo la botte di casa prima vuota. In un'altra scena è la narrazione del ravvedimento di un'infanticida tentata dal demone che salva il suo bambino dalla pentola di acqua bollente in cui l'aveva immerso. In quella successiva il santo che predica dal pulpito al funerale di un avaro fa ritrovare ai famigliari il suo cuore in uno scrigno. Nell'ultima scena del lato sud è la raffigurazione di santi, sante e papi appartenenti all'Ordine Francescano nelle sue diverse ramificazioni. L'albero genealogico reca al centro l'immagine dello Spirito Santo sotto forma di colomba, preannunciato da una testina alata di cherubino.
Sul lato est in una scena S. Antonio da Padova sottrae in volo al boia un giovane condannato alla ghigliottina, mentre alcuni personaggi in primo piano sul lato destro alzano le mani al cielo e spalancano le braccia in segno di ringraziamento e di preghiera. Segue la raffigurazione della conversione di un curato da parte di S. Antonio di Padova cui si rivolgono dei personaggi, alcuni con armi in pugno. In un'altra scena il beato Luca Belludi ed il santo bussano alla porta di una donna che sta per impiccarsi, apparendo in sonno al marito per invitarlo a non maltrattarla. In un'altra ancora soccorrono. Segue poi l'apparizione di S. Antonio di Padova. Di nuovo il santo appare ad una donna addormentata nei pressi di una sorgente, mentre un demone sembra insidiare il Crocifisso cui si rivolge una figura maschile a braccia spalancata. Sul grembo della donna addormentata verso cui converge un'altra figura femminile in un cartiglio è l'iscrizione dell'esorcismo di S. Antonio (65). Chiude la narrazione iconografica la raffigurazione dell'Immacolata con i simboli mariani desunti dalle Litanie con gli attributi del Sulamita del Cantico dei Cantici (66).

Note

1 L. BUBBICO, F. CAPUTO, Tricarico (Mt), S. Antonio da Padova (scheda), in AA. VV., Insediamenti Francescani in Basilicata. Un repertorio per la conoscenza, tutela e conservazione, voi. II, pp. 250252; C. MUSCOLINO, Chiostro del convento di S. Antonio di Tricarico, affreschi (scheda), op. cit., pp. 252255; C. BISCAGLIA, Gli osservanti a Tricarico tra storia municipale e religiosa. Secc. XV-XVI, in "Basilicata Regione" n. 3, 1998, pp. 1 41 152;
2 Non si hanno notizie sul frate frescante Ilario da Montalbano, di cui si ignorano i dati anagrafici, in difetto di studi sulla vita dei frati nei conventi dei vari ordini presenti in Basilicata;
3 Gli affreschi di Tricarico sono gli unici noti del trescante Giuseppe Sciarra, che potrebbe anche essere quell'ignoto meridionale "P. Tricaricens" dell'iscrizione sottostante segni illeggibili di una probabile firma d'autore della tela datata 1616 raffigurante la Vergine del Carmelo con il Bambino ed i santi carmelitani Angelo e Alberto, che sicuramente operò come pittore nella stessa Tricarico e in altri centri della Basilicata. Ma le ricerche fervono. Cfr. scheda di B.D.M. (Benedetta Di Mase) in, Percorsi d'arte. Tra luoghi di culto la diocesi di Acerenza (a cura di Vittorio Savona, Maria Francione), ed. Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici della Basilicata-Matera, Osanna, Venosa 1997, pp. 59-60;
4 Sansone: FECERV(N)TQ(u)e/ SA(N)SON (---) RE(---) AS(---) COLV(M)NAS;
5 Tre personaggi: LL (---) ASTI (---)E AMICVM ET P(---) IMV;
6 Mosè: MOISES ORAVIT AD DOMINVM;
7 Figura illeggibile: (---) LAVDAVIT, ET EVA( ---)VIT(---) ORDAREM;
8 Sacrificio di Isacco: OFFERES ARIETEM SVPER ALTARE. exod. 28;
9 Scena frammentaria: COTICA IOSEPH. (---);
10 Sedecia percuote il profeta Michea: REX SEDECIAS PERCVSSIT MICHEAM (PRO)PH(E)TA(M) Ry 22;
11 II Peccato di Adamo ed Eva: AVTRIX PECCATI EVA (---);
12 Elia sul carro di fuoco: ASCE(N)DIT ELIAS PER TVRBINEM IN COELV(M)I 4 Ry rg;
13 Sansone con la porta scardinata: Dormivit ante Sanson usque ad novem noctis, et inde appreendit ambas aurate foras cum portibus innishasque;
14 La Balena di Giona: ET ERAT JONAS IN VE(N)TRE PISCIS TRIBVS DIEB(VS) ET TRIB(VS) NOCTIB(VS);
15 Croce con il serpente di bronzo: FAC SERPE(N)TE(M) ET PONE EV(M) PRO SIGNO (QUIBVS) PERCV(S)SIS FVERI(NT) FERITA (SANABVNTVR);
16 Cristo nell'orto: PATER MI SI POSSIBILE EST TRANSEAT A ME CALIX ISTVD CALICEM);
17 Cristo alla colonna: NT( ---) VO (---) AL(---)TI COLV(M)NA(S) LEGA (---)T EV(M);
18 La cattura di Cristo: ET RELICTO EO OMNES FVGERVNT;
19 Cristo nel deserto (---) TRANS. (---)TORRE LE(---);
20 Cristo eucaristico: HOC EST CORPVS MEVM;
21 Cristo innanzi a Caifa: SIC RESPODES PONTIFICI;
22 Cristo trasfigurato: VIDENTIB(VS) (---);
23 Cristo risorto: SVRGE(T) AVTE(M) IESVS MANE PRIMA SABATI APPARVIT ENIM MARI(AE);
24 Cristo nel sepolcro: ERAT AVTE(M) (IN LOCO VBI CRVCIFIXVS EST, HORTVS, ET IN HORTO, MONVME(N)TV(M) NOVV(M), IN QVO POSVERV(N)T JESVM.;
25 Cristo sulla croce: ET POSQUAM VENERV(N)T IN LOCVM QUI VOCATVR CALVARIA VBI CROCIFIXERVNT EVM.;
26 Cristo davanti a Pilato: VERE EGO SVM;
27 Madonna dei latte: MARIA SANAVIT;
28 La Madonna allatta Gesù Bambino: ALTRIX (---) MARIA;
29 Scena persa: Q(ua)ndo si fece donare la (--) pl(---) off(--) no;
30 Tre scene frammentarie con relative epigrafi: Q(ua)ndo donò (---) la (---) butto ter volte; Q(ua)ndo ero Quello (--) con le gamme; Q(ua)ndo sanò la lebr(---);
31 Q(ua)ndo fu visto da' suoi compa(---) tranfigurato e parlare con Christo;
32 Visione del Serafino: Q(ua)ndo l'Angelo (h)uld (--) e La(---) AS;
33 Scena illeggibile: con allusione nell'epigrafe: Q(ua)ndo Has(-) Regola;
34 Visione di S. Francesco nella cappellina di S. Damiano: Q(ua)ndo fu spirato dal (--)fiso in (---) la sua Chiesa;
35 Nel cartiglio: (REPARA) DOMV(M) ME(AM) QV(A)E LAB(IT)VR;
36 Morte di S. Francesco: Q(ua)ndo dopo morto uno di Assisi li toccò la piaga, et si tolse il dubio dall cuore;
37 S. Francesco appare in sogno ad un vescovo che dubitava sulla veridicità delle sue stimmate: Q(ua)ndo tagliò la testa al Vescovo che perseguitava li suoi frati;
38 S. Francesco tentato da una donna: Q(ua)ndo fu tentato dalla donna lasciva et se buttò nella brascia;
39 S. Francesco mostra le stimmate: Q(ua)ndo mostrò le stigmate ai tre frati et senò ogni dubbio;
40 S. Francesco riceve le stimmate: Q(ua)ndo prese le sacrate (s)tigm(---);
41 S. Ludovico: S. LVDOVICVS (---)ISCI;
42 S. Bernardino da Siena: (--) ENENS(IS);
43 S. Ludovico vescovo di Tolosa: S. LVDOVICVS EP(ISCOP)VS TOLOSANV(-) AL(---) MIROR (-) PI(-------) R(---) IID(---) ER(---);
44 San Bernardo martire: S (--) E (---) RDVS (---);
45 S. Daniele martire: (---) DANIEL(---) M(---);
46 San Leone martire: S. LEONIS M.;
47 San Donnolo martire: S. DO(N)NVLVS M.;
48 S. Angelo martire: S. ANGELVS M.;
49 Beata Sancia: B. SANCHIA RV(---);
50 S. Elisabetta, regina del Portogallo: S. ELISABETTA. REGINA PORTVGALLIAE;
51 S. Agnese d'Assisi: S. AGNES SOROR CLARAE;
52 S. Dorotea: S. DOROTHEA V. M.;
53 S. Agata vergine e martire: S. AGATA V. M.;
54 Frate che indica passi sacri: A.D.R.P.F. (A Devozione del Reverendo Padre);
55 Padre Andrea da Pisticci, A.D.R.P.(F.): ANDREAS A PISTIC(CLON) LECTOR ET MI(NISTER);
56 Padre Nicodemo da Craco: A.D.R.P.F. NICOD. A CRAC. PRED. L. B(---) 1761;
57 Padre Clemente da Pisticci: A.D.R.P.F. CLEMENS A PIST(---) PRE(DIC)ATOR. ET MIN. PLS;
58 Padre Serafino: A.D.R.P.F. SERAPHINVS. MIN( ---)CC/ PRED. ET Min. PLS;
59 Padre con breviario tra le mani: A.D.R.P.F./1588;
60 Padre Arcangelo da Albano: A.D.R.P.F. ARCHA(N)G(E)LVS AB ALBANO MINISTER, PLS ET D. ERGAS 21 / A. 1582;
61 Padre Geronimo da Viggiano: (A.)D.R.P.F. (IE)ERONIMVS A VIGIANO. LECT. GENERALIS ET MIN. ATTVALIS. ;
62 Padre Ilario da Montalbano: A.D.R.P.F. HILARIVS A. MO(N)TEALBANO. Min. ET LECT. GENERALIS, ET HVIVS PICTVRAE AV(C)TOR/1643;
63 Frate con libro tra le mani: A RIVEL(---) MF(---);
64 PICTOR IOSEPH SCIARRA TRICARICANVS PINGEBAT A.D. 1648 trascrive V. DI CICCO, 11 Convento di S. Antonio. Arte e Storia, XV, 1896, n. 3, pag. 22;
65 Esorcismo di S. Antonio di Padova: Ecce Croce Domini fugit partes adverse vincit Deo De Trib(u)s in(feri). Alleluia alleluia.
66 Gli attributi della Madonna: nel cartiglio, MVLIER AMICTA SOLE; vicino ai simboli mariani, a destra della raffigurazione: PORTA COELI, SPECVLVM SINE MACVLA, STELLA MARIS, QVASI CIPRESSVS; a sinistra: SCALA COELI, TVRRIS DAVIDICA, VNVM LILIVM CONVALIVM, QVASI PALMA, SIZILA MONTIS, (HORTVS CONCLVSVS).


tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 1999"

Autore: Cataldo Colella Giuseppe Settembrino

 

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