La Socieà Cooperativa
'Oltre l'Arte'
Col patrocinio gratuito della
Federazione Maestri del Lavoro
d'Italia
Consolato Regionale Basilicata
P r e s e n t a
"Sassi
nello stagno con riflessi
di
rocce ancestrali
e chiese rupestri"
Matera - Chiesa del Purgatorio
dal 2 al 19 settembre 2019
ore
10.00 - 13.00 / 16.00 - 22.00
inaugurazione 2 sett. ore 19.00
Le onde emerse in
superficie
sono state provocate
dalla modestia
l'umiltà e
la riservatezza
di
Michele Ascoli
con la pittura
Rocco Di Perna
con le immagini
Rocco Saracino
con la poesia
Visionare le ansie pittoriche e mettere in risalto la nouvelle vogue di
taglio impressionista, appare come un collage di difficile montaggio in cui
Michele ASCOLI si cimenta, in questo vernissage dedicato al
paesaggio antico di Matera.
Gli aspetti dello scenario che suscitano particolari suggestioni nei lavori
dell'artista non hanno epoca: una pittura che ferma il tempo, che richiede
sguardi velati di memorie stratificate, per mostrare luoghi dove la linea di
demarcazione dell'orizzonte è un segno morbido, carico di metafore e
lirismo.
Una pittura filosofica ed interiore, ma sempre vicina alla natura.
I silenzi trasmessi come impulsi subliminali-retori di una tecnica
consumata e raffinata- parlano di un microcosmo semplice, scandito dalla
spatola e dai paesaggi rurali che si raccontano con immediatezza.
Con visione plastica, umile e strutturata sui tanti ricordi, lo studio del
pittore assurge al ruolo di ideazione del progetto che gli consente di far
confluire sulla tela gli elementi dettati dalla natura, con decisi
riferimenti ancestrali di un paesaggio arcaico proposti agli occhi e all'anima.
Le esplorazioni pittoriche con un fine di miglioramento continuo, hanno
prodotto, grazie alle mature experties, una evoluzione sfociata in un
mondo colorato, fresco di natura, anche se dormiente da secoli.
Un osservatore smaliziato come me, scevro da condizionamenti di avanguardia,
con lo sguardo indagatore ha sezionato la sua arte intrisa di neoclassicismo
in evoluzione, frutto di una way of life greve ad ampio respiro,
proiettata in una svolta decisiva.
L'impianto non più il consueto dei vecchi ruderi o della montagna si evolve
cercando di colmare il gap tra il vecchio ed il nuovo, arricchendosi di
glamour con afflati innovativi.
In tal modo il processo creativo dell'artista diventa un work in progress,
una filosofia di vita: lo sviluppo dell'idea avviene attraverso intere
sessioni e periodi di improvvisazione, sollecitando la capacità di
sperimentare e di inventare, peculiare di ogni performer.
La naturale e istintiva resistenza al cambiamento, visibile nei suoi lavori,
nell'istanza di rigenerazione lascia il noto ( o quasi noto) per affrontare
un ignoto che probabilmente sarà il tema centrale della produzione artistica
futura.
In breve, lungo una linea di collegamento tra passato e futuro, l'artista da
una scossa intellettuale alla produzione in progress; la struttura
innovativa inventa un nuovo modo di fagocitare lo spettatore: ipnotico,
immaginario.
Come certe fiabe.
La vernice si compone di tutti questi elementi e si colloca come in un
mosaico è con le tessere in movimento-per spingere oltre lo sguardo,
distoglierlo dal conformismo e guardare nella giusta direzione.
Rocco DI PERNA
nasce come self made man, nel momento in cui il suo hobby preferito,
la fotografia, diventa la genesi di una passione embrionale.
I nuclei abitativi, spesso ipogei dalla modesta tecnica edilizia, non privi
di dignità architettonica, comunicano l'evoluzione delle vicende
urbanistiche, affascinando lo spettatore voglioso di meraviglie
paesaggistiche.
L'archetipo delle immagini fotografiche ha come principio ispiratore la
configurazione geografica del territorio lucano, in quanto inserito nell'ecumene mediterraneo ha da sempre predisposto quest'area all'incontro
di culture differenti ed alla coesistenza di etnie delle civiltà succedutesi
nei secoli.
Con tono avvincente si snodano le figure, i luoghi e le grotte trascinando
il desiderio di conoscenza in sincronia con lo svolgimento del rullino
fotografico: una prima parte tratteggiata da immagini del paesaggio
materano, intervallate con fusione senza sbavature dai ceselli dell'Ascoli è
seguita da quadri riguardanti la lucanità con i suoi insediamenti proposti
come gioielli di una architettura sia antica che moderna.
Con visione plastica e raffinata, l'autore mostra al pubblico la produzione
artistica in tutta la sua linearità e semplicità.
Gli scritti di Rocco SARACINO hanno le radici nella temporalità della
vita odierna, con momenti di pathos introspettivo, espressione di una
cultura antica e di una società aperta ad un ciclo universale di messaggio
poetico.
Si tratta, in verità di una grandiosa narrativa di stati d'animo che con il
tempo sono mutati come rappresentazione del personaggio e dell'azione: la
componente lirica, il che è quanto dire poetica è sempre presente come
partecipazione soggettiva alla realtà fantastica vissuta.
La complessità dei racconti si concentra su un dato reale o di immaginazione
a cui il pensiero in versi tesse la sua aerea tela su un'estensione cosi
vasta e concreta che vincola lo spirito artistico a nuove esigenze
linguistiche imperiose.
Il dialogo si sviluppa lungo l'arco di tutte le connotazioni umane oggetto dell'indagine universale del maitre a penser: la trasformazione
poetica si attua in un linguaggio che si conforma a tutti i gradi di tale
gamma, dalle rime aspre di una sezione interiore alla rappresentazione
della luce nelle sue inesauribili variazioni; la forma prescelta e già
poetica nella 'fabula', chiamata a significare negli eventi e nelle cose
figurative l'ordine ideale, come una dottrina.
Giuseppe Pugliese