Secondo antica consuetudine la sera del 16 gennaio, vigilia della festa di
Sant'Antonio Abate, ritenuto dalla credenza popolare protettore degli
animali, veniva eretta una grande catasta di legna dinanzi alla chiesa
omonima (sita al rione Casale), e in ogni rione del paese, Tempone,
Pulmunara, Coste, Furnacett, Pozzo Fetente e gli abitanti gareggiavano nel
preparare il fuoco più ricco.
La raccolta della legna, pur essendo un
divertimento fanciullesco, conservava un suo primitivo carattere sacro,
sia nella formula di richiesta "Ntuon Ntuon damm na leuna p' Sant'Antuon,
s' num n' vuol da' t' puoz' ard' e appzca'" che traducono un antico
diritto al dono, sia nell'obbligo che ciascuna famiglia sentiva di
contribuire alla confezione del fuoco. Questa partecipazione della
comunità indica che l' accensione del fuoco era una cerimonia organizzata
alla quale era interessato l'intero gruppo sociale e lo viveva come un
dovere religioso.
Una funzione rituale notevolissima aveva il
raccogliersi degli abitanti di ogni rione attorno ai fuochi per vivere un
importante evento di comunicazione diretta in cui bambini, vecchi, giovani
si scambiavano burle, facezie, motti di spirito, ricordavano i fatti
antichi e narravano leggende bellissime, consumando leccornie tradizionali
( salsiccia arrostita , patate cotte sotto la cenere, ceci , fave
abbrustolite ecc.) e abbondante vino e tutti si sentivano protagonisti del
magico rito.
Allo spegnersi della fiamma veniva e
viene ancora eseguito il rito di raccogliere in appositi recipienti i
carboni ardenti, che portati a casa sono di buon augurio, e la cenere dei
falò, che sparsa nei campi, nei voti dei contadini, avrebbe dovuto
assicurare un raccolto abbondante.
Con le mutate condizioni
economico-sociali e la scarsa presenza di abitanti la collettività, nel
rispetto della tradizione, oltre al fuoco acceso dinanzi alla Chiesa di
Sant'Antuono, prepara un fuoco molto grande con legna, messa a
disposizione dall'Amministrazione Comunale, in piazza Plebiscito
(Portlaterra), dove la Pro-loco provvede a fare imbandire tavole su cui
sono in bella mostra per la gioia degli occhi e del palato i piatti
rustici tradizionali salsiccia arrostita, focacce con le frittole, con il
pomodoro, con l'origano, spaghetti fumanti, penne all'arrabbiata ecc. e
vino in abbondanza. Tutti i presenti, previo un modesto contributo,
possono gustare le prelibatezze approntate.
Talvolta vengono accesi fuochi in piazza IV Novembre e nelle vicinanze
della piazza F. Padula (alla punta di 'cas').
Questa cerimonia d'inizio d'anno, oltre ad
essere un fatto folkloristico, conserva in se' un profondo significato
magico-propiziatorio, che trova la sua ragione d'essere negli antichi riti
e credenze popolari, ed esercita in una società segnatamente
individualistica ancora il fascino dello stare insieme e fa ritrovare nei
presenti il rassicurante senso dell'appartenenza ; in tale modo il passato
si salda con il presente in un gioco bizzarro e irripetibile.
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