Visita la Lucania

Home Abriola

Guestbook

INDIETRO

HOME

AVANTI

  Per vedere l'immagine ingrandita e la didascalia, cliccare sopra

    

 

Abriola

Santuario di Monteforte

 

HOME

 

 

Escursione al Santuario di Monteforte

Il Santuario di Monteforte costituisce un elemento importante per storia e tradizione nella vita della comunità di Abriola. Esso domina il paese dalle pendici del monte omonimo, rappresentando un significativo riferimento visivo nel contesto paesaggistico, ma specialmente costituendo un luogo amato e venerato dai cittadini quale meta della più sentita manifestazione religiosa e popolare che anima e scandisce i ritmi della vita della comunità: la festa della Madonna di Monteforte. Si può raggiungere il Santuario compiendo una piacevole passeggiata della durata di circa 40 minuti partendo dalla S.P. Abriola-S. Donato di Anzi, in prossimità del cimitero; qui si imbocca la scalinata sottostante il ponte in pietra della vecchia ferrovia e si procede tralasciando, in sinistra, la stradina che conduce al vecchio casello ferroviario; attraversato un rimboschimento di conifere ancora a ridosso dell'abitato, si trovano due cancelli a circa cinque minuti di distanza, oltrepassati i quali si scorge, sulla destra, l'abitato di Anzi e, ancora proseguendo, la cima del M. Pierfaone. Salendo ancora per circa 15 minuti si giunge al Santuario, a 1300 m di altitudine, nelle cui adiacenze è stata ubicata un'area attrezzata con panchine; notevolissima da questo punto l'apertura visuale, che consente di spaziare con lo sguardo a 180° dal sottostante abitato di Abriola al M. Pierfaone, al Volturino, alla Montagna di Viggiano, fino alle Dolomiti Lucane.
Il percorso, della lunghezza complessiva di circa 2 km, si snoda in decisa salita su fondo pietroso e a tratti gradonato; se ne sconsiglia pertanto la percorrenza in bicicletta.
Proprio seguendo l'itinerario descritto due volte l'anno si svolge il rito del trasferimento della statua della Madonna che, custodita durante i mesi invernali nella Chiesa Madre, nella prima domenica di giugno viene portata al Santuario, meta in estate di numerosi pellegrinaggi; il 15 di agosto, giorno dell'Assunta, i fedeli salgono in processione per prendere la statua e riportarla in paese. L'evento è celebrato con festeggiamenti in piazza che si protraggono fino a notte alta.
Le origini del Santuario di Monteforte sono incerte; il primo nucleo risale probabilmente al XI secolo e sorge, secondo una delle ipotesi avanzate, su una fortezza naturale (da cui il toponimo Monte-Forte) quale eremo prima di monaci italo-greci, poi benedettini. Secondo altri, non esistendo documentazione certa della presenza di un cenobio sul luogo, in origine il Santuario non era che una piccola cappella ad uso dei fedeli di Abriola, nel corso dei secoli ampliata ed arricchita di affreschi e di elementi di un certo rilievo artistico.
In ogni caso l'epoca del primo impianto (XI sec.) è confermata dalla presenza, nell'abside del piccolo vano originario, di un affresco risalente al 1000, raffigurante il Pantocrator (Onnipotente), considerato l'elemento più antico ed attendibile da cui trarre indicazioni circa l'origine dell'impianto architettonico: lo stile, i colori spenti e l'assenza di prospettiva che caratterizzano l'insieme delle figure (il Cristo che sorregge un libro e due Santi ai lati in posizione di adorazione) rendono l'opera databile con sufficiente sicurezza. Coevo è probabilmente l'altare in pietra antistante l'abside.
Nei secoli XV e XVI la cappella, costituita da soli tre vani, aperta al culto pubblico si arricchisce degli affreschi e dei controsoffitti lignei riportati alla luce dopo i recenti restauri sulle pareti laterali e sulla volta a botte; in questo periodo, divenuto luogo di grande fervore religioso, grazie al contributo di numerose famiglie notabili del luogo, di cui rimane traccia in iscrizioni e nella riproduzione di alcuni stemmi nobiliari, la struttura viene ampliata con la realizzazione del corpo di fabbrica antistante il nucleo originario. Nel 1679 la cappella è affidata alla confraternita di S. Maria di Monteforte, legata al terzo Ordine laicale dei Minori, così come si legge nella relazione "ad limina", assumendo numerosi beni ed una rendita cospicua, documentata fino al 1810 nelle relazioni delle varie commissioni incaricate dai Francesi della verifica dei beni delle Confraternite. Da tali documenti si evince che il Santuario, centro di un fervore religioso che lo rende meta di pellegrinaggi a di due processioni l'anno, nella domenica in Albis e nel giorno dell'Assunta, nel 1812 risulta ricco di beni in quanto titolare di rendite provenienti da terreni e da bestiame di sua proprietà, nonché dalle offerte delle famiglie benestanti.
Ma con l'applicazione delle leggi antifeudali ed anticlericali, che esigono la riscossione dell'imposta fondiaria anche dalle Confraternite religiose, comincia il declino dell'intensa attività che ha caratterizzato la vita della cappella nei secoli precedenti, che passa alle dipendenze dell'Amministrazione di beneficenza del Comune di Abriola.
Negli anni del brigantaggio Monteforte diventa luogo di appostamento della Guardia Nazionale, intenta al controllo delle azioni eversive dei briganti annidati nei boschi vicini; si affievolisce la pratica del culto e le rendite si riducono drasticamente fino al 1937 quando, in pieno regime fascista esse vengono completamente incamerate dall'Ente Comunale di Assistenza.

L'impianto architettonico del santuario di Monteforte

Ubicato a 1316 m di altitudine, il santuario di Monteforte è costituito da un insieme di vani aggregati in epoche successive, ai quali si accede da un ampio cortile quadrangolare chiuso da un alto muro. I recenti restauri, portando alla luce affreschi, decorazioni ed iscrizioni hanno permesso di ricostruire per grandi linee l'evoluzione architettonica ed artistica del manufatto, che si sviluppa attorno al nucleo originario, risalente al XI secolo, costituito dalla cappella rettangolare con soffitto a volta a sesto acuto che termina con il piccolo abside affrescato, in adiacenza al quale si trovano due piccole sale tra loro comunicanti, probabilmente adibite a sacrestia; qui da notare tre affreschi di epoca quattro-cinquecentesca (L'Annunciazione, Lo Sposalizio della Vergine, La Generazione di Cristo) attribuiti a Giovanni e Girolamo Todisco, pittori murali nativi di Abriola la cui opera domina la scena artistica locale di quegli anni.
AI XVI secolo risale probabilmente la sala rettangolare antistante la cappella, ampliamento realizzato nel periodo di massimo auge della storia del Santuario. Tale circostanza è confermata da un'iscrizione in pietra nella quale sono citate opere eseguite nel 152¢ da un certo Anse Niger con frate Giovanni Arnone. Tale vano comunica con la cappella originaria per mezzo di un arco affrescato dal Todisco, tagliato da un cassettone in legno dorato, dove sorgeva un crocifisso in legno, datato 1606, attualmente custodito nella Chiesa Madre di Abriola. Si pensa che originariamente in corrispondenza di questo arco fosse ubicato un cancello in legno con la funzione di impedire ai fedeli l'accesso alla cappella. Anche questo vano di ampliamento è ornato da un affresco, datato 1612, e raffigurante la Madonna con S. Giuseppe e S. Domenico. Accanto ad esso un piccolo altare collocato in una nicchia ospita la statua lignea della Madonna Assunta, opera di particolare rilievo artistico, portata in processione due volte l'anno dalla chiesa Madre di Abriola.
Alle spalle della cappella originaria tre piccoli vani trapezoidali, realizzati tra il XVII e il XIX secolo, si affacciano sul cortile esterno, caratterizzato dal campanile a copertura inclinata.

                     Testo tratto da "Sellata-Volturino: itinerari potentini" di A. Borghini -C. Coppola, 1999                                                                               Pubblicazione autorizzata da APT BASILICATA

 

[Mailing List] [ Home ] [Scrivici]