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La Chiesa del Purgatorio
“Quella del Purgatorio, ad una sola
aula, porta incisa sul frontale la data: 1717.
Alle pareti laterali interne sono
addossati seggi simili agli stalli dei cori capitolari. Accoglievano i
soci della confraternita per la salmodia in suffragio dei morti. Non vi è
un leggio centrale, e il tutto è rozzo e ingombrante. Ora la congrega non
esiste più.
Vi fu un tentativo di ricostituirla
verso il 1946, più per nostalgia che per convinzione. I promotori non
diedero segni di serietà e di vero comportamento religioso. Nelle poche
riunioni effettuate i nuovi confratelli berciavano il canto dei salmi, e
intercalavano, tra un versetto e un asterisco, lunghi sorsi di vino,
contenuti in capaci ‘iasconi’ nascosti sotto gli scanni. Alticci e quasi
ebbri chiudevano l'adunanza recandosi al cimitero, ove asciugavano del
tutto i fiaschi, sicuri di aver felicemente ricordati e suffragati i
trapassati al tintinnio dei bicchieri e al gorgoglio dei festosi
‘canniedd’.
Naturalmente vennero spazzati via
dal Sacro Tempio, al modo del comportamento di Cristo coi profanatori del
Tempio di Gerusalemme. Nell'interno si conserva una statua raffigurante la
Vergine Assunta in Cielo. È una scultura lignea finissima, alquanto
degradata dal tarlo che la consuma.
Nel volto atteggiato verso l'alto,
sembra di intravedere i cieli stellati, in una visione di sogno. Esprime
perfettamente l'anelito verso il Figlio e l'Eterno. La veste riccamente
pieghettata l'avvolge lieve, svolazzante verso l'infinito; le braccia
aperte danno la spinta verso i cieli, come ali d'angeli.
Al centro dell'altare maggiore è
posta una grossa tela raffigurante la Vergine del Suffragio. È rozzamente
dipinta; è fredda e ferma; non suscita alcuna emozione.
Particolare interesse invece merita
il portale, con al sommo il timpano snello e ben proporzionato, con al
centro una grossa pietra squadrata a rettangolo. Vi è scolpito un
bassorilievo raffigurante un macabro e pauroso teschio dalle occhiaie
vuote, i denti atteggiati ad una rabbiosa smorfia, e gli stinchi
incrociati. “ Testi tratti da
"Calvello: storia- arte- tradizioni |
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