LA FAUNA
Alla
pari della flora, interessante risulta la fauna. Il complesso del
Pollino costituisce nel suo insieme un ambiente tipico dell'Appennino
Meridionale comprendente una gamma faunistica tra le più varie ed
estese.
Il territorio, sul
piano generale, offre una fauna eterogenea e composita in cui si
incontrano elementi di fauna calda, fauna temperata e fauna fredda.
Normalmente è stratificata secondo i piani altitudinali, anche se ciò
non ha valore assoluto poiché essa è talvolta soggetta a notevoli
variazioni di carattere stagionale. La fauna attuale risulta di grande
valore. Tra i mammiferi predatori un posto di primo piano occupa il lupo
(Canis lupus italicus), che nonostante la caccia indiscriminata cui era
soggetto fino a qualche decennio fa, è presente nell'area del Parco con
20/30 esemplari.
Si nutre di solito di piccoli mammiferi e in rari casi si avvicina alle
greggi; d'inverno è possibile trovare le sue impronte sulla neve, ma è
difficilissimo incontrarlo. In circa 50 esemplari è stimato il numero di
caprioli (Capreolus capreolus), specie di estremo interesse, che
costituisce una delle ultime popolazioni autoctone dell'Appennino
Meridionale. Il suo areale attuale si colloca sui Monti di Orsomarso e
speriamo che presto colonizzi anche il Pollino. Tra la fine
dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, il taglio indiscriminato dei
boschi, per consentire l'apertura di strade, ha fatto sì che il
capriolo, prima molto più diffuso, fosse decimato e il cervo addirittura
estinto. Ma il mammifero più raro all'interno dell'area del Parco
risulta la lontra (Lutra lutra). Questo animale legato esclusivamente
agli ambienti acquatici sopravvive lungo i corsi del fiume Lao,
Argentino e del torrente Peschiera (dove è stata avvistata). Oltre a
queste preziosità faunistiche, sono molti gli altri mammiferi presenti
nell'area del Parco. Molto diffusa è la volpe (Vulpes vulpes) che
facilmente si incrocia sulle strade o lungo i sentieri presso i centri
abitati. L'istrice (Hystrix cristata) e il tasso (Meles meles) sono
abbastanza diffusi ma difficili da vedere, mentre è più probabile
incrociare il riccio (Erinaceus europaeus). Sui prati alle alte quote è
possibile
avvistare la lepre (Lepus europaeus) anche nella caratteristica livrea
invernale. Sono presenti anche la faina (Martes foina), la donnola
(Mustela nivalis), il ghiro (Glis glis) e il raro driomio calabrese
(Dryomys nitedula). Lo scoiattolo, sottospecie meridionale (Sciurus
meridionalis), negli ultimi anni ha avuto un significativo incremento ed
è facile incontrarlo, con il suo singolare manto molto scuro, nei boschi
di faggio, abete e nelle pinete di rimboschimento.
Ricca è anche
l'avifauna con due presenze di spicco: l'aquila reale (Aquila
chrysaetus) e il capovaccaio (Neophron percnopterus). Si pensava, prima
dei recenti avvistamenti, che queste due specie non fossero più presenti
nel Parco. Tra i rapaci che si vedono sfrecciare nel cielo troviamo:
l'astore, il biancone, il falco pellegrino, il gheppio, il nibbio bruno,
la poiana e lo sparviere. Tra i rapaci notturni: l'allocco, il
barbagianni, il gufo comune ed è confermata la presenza del gufo reale
(Bubo bubo).
La presenza di tante varietà di rapaci, attestata anche mediante
l'avvistamento di specie supposte estinte dal Pollino, è stata possibile
grazie ad una politica di tutela della fauna e della flora, e più in
generale del territorio, attuata soprattutto nell'ultimo quindicennio.
Tra i volatili merita una menzione particolare il picchio nero (Prycopus
martius) che è presente solo in Basilicata, Calabria e sulle Alpi; è
possibile sentire, più difficile avvistarlo, il suo peculiare ticchettio
sui tronchi dei grandi alberi nel più profondo del bosco, lontano dalla
presenza di eventuali molestatori. Diffusa anche una grande varietà di
altre specie di uccelli, dalla coturnice alla quaglia, dal beccaccino
alla pernice, dal cardellino alla cornacchia, dalla
gazza alla ghiandaia. Infine
citiamo il corvo imperiale, presente in poche decine di coppie, che si
può veder volare con la sua sagoma scura. Interessante la presenza di
anfibi, rettili e insetti. Tra gli anfibi presenti meritano di essere
citati la salamandra pezzata (Salamandra salamandra) la salamandrina
dagli occhiali (Salamandrina tergitidata) e l'ululone dal ventre giallo
(Bombina variegata) che hanno stabile residenza nei tumultuosi torrenti
che scendono dalle falde del Massiccio per sfociare nel grande letto del
Sinni e degli altri fiumi. Tra i rettili più comuni troviamo il biacco
(Coluber viridiflavus) con la sua nera livrea, il cervone (Elaphe
quatuorlineata), il colubro leopardiano (Elaphe situla), la natrice dal
collare (Natrix natrix) e il ramarro (Lacerta viridis) con la
particolare colorazione verde smeraldo; presente anche la vipera nella
varietà dell'Hugyi (Vipera aspis hugyi) a cui bisogna stare attenti. Si
segnalano anche più specie di pesci che vivono negli incontaminati fiumi
e negli invasi artificiali, così come è diffusa la presenza di alcune
popolazioni di trota fario. In conclusione citiamo la notevole varietà
di insetti presenti sul Massiccio con migliaia di specie. Sui tronchi di
maturi faggi si può scorgere la rosalia alpina dalle appariscenti
colorazioni. Inoltre, tra i coleotteri curculionidi, è stata segnalata
una specie endemica del Pollino (Othiorhynchus calabrolucanus Lona).
Testo di Lucio Marino
tratto da "www.cooproloco.pollino.net" |