PASSEGGIANDO
ALLA "CATUSA"
Itinerari
ecologici, angoli di casa nostra da scoprire? Ne abbiamo dappertutto ed
il Pollino lucano ne presenta tanti. Un esempio, tra i più sconosciuti,
è quello della "Catusa" di S. Giorgio Lucano di cui costituisce una
isola territorialmente lontana. e che si raggiunge da Terranova di
Pollino o da S. Costantino Albanese dopo aver superato le belle
testimonianze erosive, prima di Noepoli, sulla Statale 92, che fanno da
"porta" alla Val Sarmento.
Da S. Costantino Albanese, a quota 650, la strada si inerpica e sale su un
lungo crinale che fa spaziare su nuovi orizzonti specie dopo aver
superato Acquafredda, fa ammirare la Timpa di Pietrasasso, una delle
attrattive geologiche del Pollino, per sfociare in prossimità del
piazzale antistante il recente Rifugio di S. Giorgio da cui, proseguendo
per un ultimo breve tratto di strada, si giunge alla radura prospiciente
la sorgente Catusa.
Tutta la zona è geograficamente compresa nella valle del Sinni ma comodità
di accesso, o per S. Costantino o per Terranova, la fanno comprendere
nella Val Sarmento.
Terranova di Pollino, a quota 920 slm, alle falde nordorientali del
massiccio da cui prende il nome, è il terminal della statale 92 e si
raggiunge dopo le derivazioni per Noepoli, Cersosimo, S. Paolo e S.
Costantino Albanese.
L'intero percorso - di gran lunga agevolato rispetto ad uno o due decenni
fa per lo presenza della Sinnica e di un tratto della Sarmentana - è già
di per se un itinerario turistico di notevole pregio che agevola chi va
alla ricerca di brani di storia poco noti: quella di Noepoli, I'antica
Noia capitale dello stato omonimo, di Cersosimo dalle chiare origini
basiliane, delle comunità arbreshe di S. Paolo Albanese e di S.
Costantino Albanese, le due oasi etniche caratteristiche della estrema
periferia lucana.
Come itinerario è l'ideale per un week-end per quanti vogliono coniugare
il tempo libero con le esigenze culturali, anche per comprendere gli
sviluppi delle attività umane di quelle comunità, e con esigenze
gastronomiche in specie per la genuinità dei prodotti delle cucine
caserecce dei vari microcosmi abitativi.
Ma occorre superare la SS. 92 ed il centro abitato di Terranova,
raggiungere la pittoresca zona di "casa del conte" e proseguire sulla
strada sterrata, nei boschi, tra le rocce di Tempa delle Murge che
creano un paesaggio immediato del tutto particolare, ed il verde intenso
di cespugli ed alberi, verso la Catusa a quota 1300 metri slm.
Si entra in una zona fittamente boscata dove tutto è caratterizzato dalla
armonia degli elementi e la strada di accesso, dopo aver superato il
nuovo rifugio con bar, ristorante e posti letto, porta direttamente alla
radura che è proprio di fronte alla sorgente. Come dire che poco prima
di giungere alla meta i due itinerari, di S. Costantino e di Terranova,
si allacciano e diventano un tutt'uno.
Nei giorni di punta il territorio della Catusa è meta di numerose comitive
che con automezzi e masserizie occupano ogni spazio disponibile.
Canti, suoni di strumenti musicali tra cui organetto e zampogna, odori di
arrosto che emanano da camini improvvisati, autovetture sistemate
ovunque e possibile, allegria godereccia dal sapore, spesso, di buone
libagioni, balli alla buona tanto per fare quattro salti: sono alcuni
degli elementi che caratterizzano la zona della Catusa e danno il senso
dell'evasione a tutti i costi dai centri abitati, sia pure per una sola
giornata.
Spesso si ha l'impressione che la folla dei gitanti sia sproporzionata
rispetto alla naturale capacità ricettiva della zona si fa la fila per
poter bere alla sorgente - o che quanto meno sarebbe necessario un
diverso modo di intendere e di fruire di un bene che la natura
gratuitamente pone a disposizione di tutti. La Catusa che dà il nome
alla zona è una sorgente: un getto violento, continuo, abbondante, di
acqua fredda ma leggera, cristallina, da bersi a sorsi, fuoriesce da una
montagna di massi coperti di muschio formatasi chissà in quale epoca. La
sorgente stessa e sovrastata da un bosco di altissimi faggi, rigogliosi
e superbi, che si innalzano sempre di più con esemplari che sembrano
uscire dai grandi massi. Il sole, per i rami frondosi dei faggi che si
intersecano, non riesce a penetrarvi, si crea un'ombra perenne e la zona
appare come addormentata ed a sera, vicino alla sorgente, sembra che
nulla sia cambiato. Al cospetto della sorgente, per come si presenta,
con l'ombra perenne che la circonda. si avverte un qualcosa di strano,
di misterioso, che invita ai silenzio ed alla contemplazione. Si
sprigiona una serenità particolare che prende e avviluppa, che fa
sentire come estraneo qualsiasi altro contatto o altro rumore: la mente
e il cuore vorrebbero penetrare nel senso di mistero che circonda e che
solleva tanti interrogativi tra cui... non stenta a far capolino quello
del perché non si eseguano lavori per migliorare la zona circostante la
sorgente.
In tutta la zona si respira un'aria frizzantina specie a pomeriggio
inoltrato, non è quella rarefatta delle alte quote, un'aria di montagna
comunque, un'aria-natura che tonifica ed inebria e che fa allignare una
vegetazione particolare, notevole potenziale erboristico. Morbidi manti
erbosi, zone di bosco del tutto ombrate si sviluppano dappertutto e non
è raro incontrare placide mucche che si annunziano da lontano con il
loro campano al collo.
Sentieri e piste tracciate nel bosco dal passaggio dell'uomo e dagli
zoccoli di mandrie e animali, più dai secondi che dai primi, si
irradiano un pò dappertutto e sono un invito per comode e brevi
passeggiate, per scoprire altri angoli di bosco dove sempre la natura si
dimostra In tutta la sua bellezza e dove i raggi del sole fanno via via
cambiare colore agli alberi, ai fiori, agli arbusti, all'erba.
E un lembo di terra, quello della Catusa, che scompare quasi nel più vasto
spazio del Pollino e si caratterizza proprio per le sue limitate
dimensioni che lo rendono più vivibile, più a misura d'uomo, sia per le
distanze che per le possibilità di fruizione che offre. Fa parte del
"quotidiano" dell'intero gruppo montano, delle cose più semplici ma non
meno attraenti del Pollino: è una dimensione nuova che va scoperta.
L'animo vi si inebria tra l'armonia di una natura incontaminata e
l'immensità del cielo, con le sue trasparenze, che sembra di poter
prendere con le mani.
Ma spetta a noi conservare l'armonia e l'equilibrio anche della zona della
Catusa in un rapporto uomo-natura che sia davvero un atto di amore.
Testo di Vincenzo Fucci
tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie", 1991
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