Potenza città della Basilicata (già Lucania) capoluogo di Regione e
di provincia,domina l'alta valle del fiume Basento, che nasce a pochi
chilometri di distanza per sfociare nel golfo di Taranto (Metaponto) dopo un
percorso di 149 Km. Si estende su ampio colle dell'Appennino lucano
interamente circoscritto da una catena di monti che fanno da cornice. E' il
capoluogo di Regione più alto d'Italia. Con molta attendibilità gli storici
ritengono che il primo agglomerato urbano (Potentia) si costruì nella zona
di Serra di Vaglio (10 Km. dall'attuale capoluogo) intorno al IV°
sec. a.C.
Potenza è certamente città di origine romana (II° sec. a.C.). Tra le
testimonianze del suo antico passato è opportuno segnalare il ponte
romano, sito ai piedi della città, sul fiume Basento e precisamente
nell'area dell'attuale zona industriale. L'opera, di epoca diocleziana (280
a.C.) a tre luci e con interessante architettura basamentale, è stata
recentemente ristrutturata ma non gode ancora dell'ammirazione dei
visitatori, perché mancano del tutto gli elementi che ne indicano la sua
secolare presenza. Altra presenza degna di citazione è la villa romana
di età imperiale con pavimentazione di pregevole mosaico, rinvenuta nella
seconda metà del secolo scorso in località Malvaccaro. Ad est, e
precisamente alla punta più estrema del colle su cui sorge la vecchia città,
v'è la Torre d'un antico castello di probabile epoca longobarda. Gli
ultimi colpi di piccone furono inferti ai resti del Castello intorno al
1950. Sulla stessa area, accuratamente ripulita, fu edificata una scuola
pubblica che è servita e serve ancora a mascherare totalmente l'antica torre
che, strano a dirsi ma lode ai promotori, è stata totalmente ed
accuratamente restaurata. Oggi è sede di incontri culturali. Stretta e
sinuosa, sobria ed elegante, ma sopratutto dignitosa ed accogliente è
Via Pretoria che si estende da est ad ovest del margine alto del
colle ove sorge la città vecchia. Lungo il suo corso trovano spazio
Piazza Mario Pagano e Piazza Matteotti e su ambedue i lati vivono ancora
vicoli e vicoletti che custodiscono il gusto della memoria, il sapore del
tempo. A partire dal Parco di Montereale e percorrendo un itinerario
pedonale in direzione ovest-est si possono apprezzare gli ambienti urbani e
gli edifici più significativi del centro storico potentino ed in
particolare: Rione Santa Lucia, Via Albini, Via Rosica, Via IV Novembre,
Via O. Flacco, Corso Umberto I°.
Nel corso della sua millenaria storia, Potenza ha pagato alti tributi a
causa dei terremoti che per secoli l'hanno perseguitata, ma sempre ne è
uscita fiera e dignitosa. All'occhio attento del visitatore non possono
sfuggire angoli, portali, strettoie, scale e scalette, vicoli e gradini che
testimoniano l'architettura spontanea di un tempo che appartenne alla sola
pietra modellata dalla mano dell'uomo.
Ancora più alto, invece il prezzo che ha pagato al "progresso", la
sconsiderata costruzione di palazzi altissimi, sparsi qua e là senza il
rispetto di un preciso piano urbanistico, l'ha seriamente colpita ai fianchi
e poi ... mortificata. Persino il verde, che non manca, si è adattato a
vivere, per generosità della natura, sulle scarpate, nei fossi dove il
cemento non ha trovato spazio per poggiare il suo piede.
Oggi potenza vive il periodo post-terremoto/80 rivolto alla sempre ansiosa
ricerca della sua vera autenticità.
La presenza dell'Università degli studi della Basilicata nella sua
nuova sede di Macchia Romana, poco distante dall'Ospedale Regionale,
il Conservatorio di Musica Gesualdo da Venosa, la Biblioteca
Nazionale, il ponte Musumeci (pregevole architettura moderna,
priva dei consueti pilastri di sostegno, perché sorretta da elementi sinuosi
ispirati alle foglie), il teatro Francesco Stabile, le scale
mobili, il Museo Archeologico e tanti circoli ed associazioni
culturali fanno da sostegno morale alla sua gente, ai suoi numerosi pittori
ed artisti di ogni genere.
"Sfilata dei Turchi": la leggenda vuole
che proprio un miracolo di San Gerardo permise ai potentini di respingere
l'attacco dei Turchi che avevano risalito il fiume Basento fino a Potenza.
Per tale motivo nel mese di maggio si tiene la rievocazione di tale episodio
con una sfilata in costume. La festa si svolge la sera del 29 maggio,
precedente alla giornata dedicata alla celebrazione di San Gerardo e
rappresenta un evento esemplificativo della forte commistione in Basilicata
tra il sacro e il profano. La sfilata prende le mosse dalla Cattedrale e, al
seguito di araldi e bambini vestiti da angeli, ci sono gli schiavi turchi
che trainano la galea sulla quale ci sono tre bambini, uno dei quali
rappresenta il Santo. Il corteo è seguito da giannizzeri e da saraceni che
scortano, a loro volta, la carrozza in cui si trova sdraiato il Gran Turco.
Chiude la sfilata, dopo il passaggio dei nobili, degli arcieri e degli
sbandieratori, il tempietto di San Gerardo.
Testo di: Michele Ascoli
Repertorio artistico-turistico
Museo archeologico provinciale che conserva armi e
vasi dell’età della pietra, sculture, terrecotte, ceramiche e monete
dell’età greco-romana e pitture medioevali nonché oggetti dell’artigianato
lucano.
Maestosa Torre dell’ex castello, anteriore al 1000,
di probabile origine longobarda.
Duomo o chiesa cattedrale di San Gerardo da
Potenza, costruito nel 1200, originariamente gotica e rifatta da Andrea
Negri, discepolo del Vanvitelli, in stile neoclassico. Conserva anche un
sarcofago di epoca romana in cui sono deposti i resti di San Gerardo da
Potenza ed un interessante tabernacolo di alabastro del ‘500.
Chiesa della Trinità del secolo XIII, con
meravigliosa abside decorata da rosse fiammelle e, nella sagrestia,
pregevoli dipinti del ‘600 e del ‘700.
Chiesa di San Francesco, del secolo XIII, con
facciata monocuspide, grandioso portale durazzesco che incornicia
un’artistica porta in legno, finemente intagliata, del 1499. Nell’interno
custodisce un mausoleo in marmo, sepolcro di Donato De Grassis, del 1543 ed
un affresco di Giovanni Tovino di Abriola, del secolo XVI, raffigurante il
Martirio di San Sebastiano.
Chiesa di San Michele Arcangelo, costruzione
romanica dei secoli XI-XII, attribuita al Maestro Sarolo di Muro
Lucano. Nell’interno sono conservati pregevoli dipinti tra cui un polittico
del 1592, raffigurante la Madonna del Carmine, attribuito a fra’ Simone da
Firenze, una Madonna del Rosario, tele dipinte dal pittore potentino
Francesco Stabile (secolo XVI) ed una Annunciazione di Giovanni De Gregorio,
detto il Pietrafesa, del 1612.
Chiesa di Santa Maria del Sepolcro, costruita nel
1266, con soffitta a cassettoni ottagonali in legno policromo, con altare
monumentale del 1600 e notevoli opere d’arte fra cui un bassorilievo,
raffigurante la Madonna, attribuito ad un maestro di Napoli, del 1519; un
dipinto, raffigurante la Madonna delle Grazie, attribuito ad Antonio
Stabile, del 1582; una Adorazione dei pastori di Onofrio Palumbo, della
prima metà del settecento.