CHIESA DI SANTA
MARIA DEL SEPOLCRO - POTENZA
La chiesa di S. Maria del Sepolcro
venne fatta costruire con tutta probabilità dal potente ordine dei
Cavalieri del Santo Sepolcro, meglio noti come Templari, il cui compito
era quello di assistere i pellegrini diretti in Terra Santa. La zona
scelta per costruirla, all'incrocio tra la via Herculia con quella che
seguiva il Basento fino allo Jonio, conobbe una rilevante estensione che
cominciò nella seconda metà del XII secolo; durante il periodo
normanno-svevo venne edificato un vero e proprio borgo e la chiesa fu
certamente sede parrocchiale. L'ondata epidemica di peste che a più
riprese decimò la popolazione nel primo trentennio del XV secolo lasciò
in uno stato di abbandono l'intero territorio. Quando Alfonso d'Aragona
assegnò il feudo di Potenza ai De Guevara, questi cambiarono
radicalmente volto all'intero territorio e intrapresero nel 1488 la
ristrutturazione dell'antica chiesa alla quale affiancarono un convento,
affidato all'Ordine dei Francescani. La denominazione relativa al S.
Sepolcro associata dapprima all'Ordine dei Templari si collega quindi
anche alla profonda devozione dei frati verso i Luoghi Santi. Nei secoli
successivi, va inoltre registrata una visita a Grumento del Vescovo di
Potenza, Claverio, per conto di Papa Innocenzo I ( 1644 - 1655); il
Vescovo ottenne dai canonici del posto un'importante reliquia del Sangue
di Cristo. Infine nel XIX secolo, all'epoca dell'unità d'Italia, i
religiosi lasciarono il convento in seguito alla soppressione delle
congregazioni religiose. Dal 1938 ai giorni nostri, l'Ordine Francescano
dei Frati Minori ha però ripreso possesso dell'antica sede conventuale.
Esternamente la chiesa è preceduta da un portico con tre archi, ciascuno
con stipiti, capitelli e archivolto in pietra lavorata. La facciata vera
e propria presenta un grande oculo centrale, di restauro, e in origine
era affiancata da un campanile, demolito nel 1959. Entrando nel portico,
l'ingresso principale è costituito da un bel porticato con semplici mondanature in pietra, sormontato da una lunetta con affresco
seicentesco rappresentante la Deposizione, racchiuso in una cornice di
gusto gotico-catalano. L'interno è a due navate, quella laterale
sinistra fa parte però di un successivo ampliamento del XVII secolo, a
cui risale anche lo splendido soffitto a cassettoni in legno policromo
intagliato e dorato, fatto realizzare dal Vescovo Claverio; questi, nel
1656, fece costruire a sue spese il monumentale altare barocco decorato
a stucco che si trova a destra della navata, dove venne ospitata la
reliquia del Sangue di Cristo. Uno degli aspetti più interessanti della
chiesa di S. Maria è costituito dai caratteristici motivi architettonici
gotico-catalani; è possibile apprezzarli nell'arco trionfale, che
presenta partizioni in pietra acompagnate da motivi floreali e zoomorfi,
e specialmente nell'abside, a pianta poligonale con sottolineature in
pietra agli angoli, all'imposta della volta con lunette, nelle quali si
alternano tre monofore, e nei costoloni della volta stessa. Sulla parete
destra, nei pressi del presbitero, un bassorilievo in pietra attribuito
da alcuni al Maestro di Noepoli (1519), raffigurante la Vergine in Trono
con Bambino e Angeli. Sempre al XVI secolo apparterrebbero: un olio con
Madonna delle Grazie, di scuola veneta (1582) situato nella facciata
interna dell'ingresso, un'Apparizione della Vergine tra i Santi
Francesco e Rocco, tavola di scuola raffaellesca, custodita nel secondo
altare della navata sinistra; al terzo altare della stessa navata, un
olio di scuola napoletana del Seicento, l'Adozione dei Pastori,
attribuito dagli studiosi allo Stabile, ma anche al Novelli o a Jusepe
de Ribera.
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