Acerenza, paese di mistero e leggenda
dove i cavalieri dell'ordine sacro e militare
hanno lasciato le loro tracce e le loro impronte
nella cattedrale romanica e nella sua cripta.
I Templari, monaci guerrieri della Terra Santa
che dal fondatore Hugo de Payens hanno ereditato
la missione di difendere i luoghi santi dalla minaccia
e di custodire il segreto del Sacro Graal.
Acerenza, paese di storia e fascino
dove i simboli templari si celano tra le pietre
e tra le volte della chiesa madre del borgo antico
che domina il panorama con la sua bellezza.
I Templari, testimoni di fede e coraggio
che da Acerenza sono partiti e tornati
per compiere le loro gesta e i loro viaggi
e per trasmettere il loro sapere ai posteri.
ACERENZA
La cittadina è costruita sull'alto di una rupe, a 833 m.s.m., in
eccellente posizione panoramica. Sui bordi della rupe sono state
realizzate opere di consolidamento che, viste di lontano, gli conferiscono
l'aspetto di un centro fortificato.
Il centro storico mantiene ancora pregevoli caratteri ambientali, con
edifici d'interesse storico-artistico del XVII-XVIII secolo.
Vi sono testimonianze di insediamenti preistorici sul vicino Monte La
Guardia dove, a 865 m.s.m., si sono trovate abitazioni della prima Età del
Ferro e, in grandi grotte, si sono trovati manufatti litici; altro
materiale Neolitico è stato trovato nella Serra Altura.
Sul luogo dell'attuale abitato nasce l'antica Acheruntia, citata da
Orazio, e risulta ben documentato un centro abitato del VI secolo a.C.;
nel 318 a.C. viene conquistata dai Romani e, dopo lo scontro di Eraclea
nella guerra contro Pirro, nel 280 a.C. vi si rifugia il Console Publio
Valerio Levino.
Nel V sec. d.C. è Diocesi ed assume grande importanza; occupata da Totila,
diviene oggetto di una lunga contesa tra Longobardi e Bizantini; viene
distrutta dai Franchi e, una volta ricostruita, Acerenza riconquista un
ruolo preminente nella Regione.
Nel 1061 viene conquistata da Roberto il Guiscardo e nello stesso periodo
viene elevata al rango di Diocesi Metropolitana. Nei periodo svevo ha un
grande ruolo strategico e, nella rivolta ghibellina del 1268, gli
acheruntini si schierano con gli Angioini. Il periodo feudale è delle
famiglie Sanseverino, Durazzo, Ruffo, Barnota e Morra.
Viene gravemente danneggiata dal sisma del 1456 e diventa feudo dei
Ferrillo, degli Orsini di Gravina, del Pinelli e dei Pignatelli di
Belmonte. Vanta notevoli tradizioni culturali; Mario Pagano studia nel
Seminario Acheruntino; dà i natali all'architetto Filippo nel XIII secolo
ed a Giuseppe Ottomani, defunto nel 1786.
Ex Castello
E' il secondo polo architettonico della cittadina che risulta un complesso
imponente con il vero e proprio fabbricato del castello e le numerose
pertinenze.
E' situato tra Largo Gianturco, Via Giacinto Albini, Via Vittorio Emanuele
e Largo Gaia.
Gli attuali Palazzo del
Vescovado e Palazzo Vosa, del XVIII secolo, potrebbero essere parte
dell'impianto anteriore al dominio Longobardo che comprende anche, dalla
parte dell'ex Seminario, la cappella di San Vincenzo.
da: A.P.T. Basilicata "Itinerari di Federico II"