Lavello - LUCANIA / BASILICATA - (VISITA LA LUCANIA)

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Lavello

           
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LAVELLO - 1 - CHIESA S. ANTONIO cartolina anni 60
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LAVELLO - 2 - SALUTI DA primi 900
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LAVELLO - 2 - CHIESA S. MAURO anni 60
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LAVELLO - 1 - SALUTI DA anni 40-50
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LAVELLO - 1 - FONTANA - NOTTURNO anni 60
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LAVELLO - VIA ROMA anni 40
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LAVELLO - 1 - ABBEVERATOIO anni 70
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LAVELLO - 2 - CORSO V. EMANUELE CHIESA S. ANTONIO anni 40-50
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LAVELLO - 1 - CHIESA DEL CARMINE - ESTERNO anni 60
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LAVELLO - 1 - CORSO G. FORTUNATO anni 50
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LAVELLO - LARGO XX SETTEMBRE anni 10
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H O M E
LAVELLO


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Lavello sorge sull'antico itinerario di transumanza situato tra l'Ofanto, e le colline venosine.
Il suo nome deriva probabilmente da Labellum, ovvero abbeveratoio.
Fu abitata già nel periodo Neolitico, come testimoniano resti di insediamenti rinvenuti in tutta l'area circostante.
Ebbe il suo periodo di massimo splendore sotto i normanni, che vi edificarono la loro fortezza.
Nel 1298 venne quasi completamente distrutta da un violento incendio provocato da Carlo I d'Angiò.
L'evento è ricordato dallo stemma comunale, in cui è raffigurata una torre a due piani invasa dalle fiamme. Il centro del paese conserva la sua struttura medioevale.
Da visitare il Castello di epoca Sveva, ricostruito nel 1600 ed attualmente sede del Municipio.
Di grande interesse artistico è la chiesa di Sant'Anna che conserva un dipinto su tela del XVI sec., raffigurante l'Annunciazione, del pittore Antonio Stabile.
Antichissime sono la chiesa di Santa Maria delle Rose e la chiesa di Santa Maria ad Martyres del XII sec. restaurata nel 1738.


Il Castello
Fatto edificare molto probabilmente dal conte normanno Umfredo, e classificato come domus negli Statuta Officiorum federiciani (1241-46) (12), assurge al rango di castrum nel successivo periodo angioino.
Nel 1298 Carlo II d'Angiò ordinò l'incendio della città con il conseguente danneggiamento delle opere di difesa (13) .
L'aspetto odierno del castello evidenzia le trasformazioni tardo-quattrocentesche volute dalla famiglia Del Balzo-Orsini, di cui si conserva lo stemma (14) sul portale durazzesco d'ingresso, collegato alla strada adiacente da una rampa, indispensabile per il superamento del dislivello di circa tre metri.
Nel cortile vi è un pozzo recante lo stemma gentilizio dei Del Tufo, feudatari di Lavello per tutto il corso del XVI secolo (15), ed elementi tipici dell'architettura meridionale del periodo a cavallo tra Quattro e Cinquecento, riconoscibili nella loggetta a due archi ribassati separati da un pilastrino a pianta ottagonale, che si rifà al cortile del palazzo napoletano di Antonello Petrucci.
Il carattere difensivo, espresso in particolare dalle torri, non sembra essere stato interessato da interventi di consolidamento in epoca successiva a quella normanno-sveva, come si evince dalle dimensioni di una semitorre a sinistra della cortina principale, denominata Torre normanna.