Moliterno - LUCANIA / BASILICATA - (VISITA LA LUCANIA)

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Moliterno

           
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H O M E
MOLITERNO


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Paesi limitrofi: Castelsaraceno - Grumento Nova - Lagonegro - Lauria - Montesano sulla Marcellana - Sarconi - Tramutola







MOLITERNO

 

Posizione geografica

Situato a mt. 879 s.l.m., ha un territorio di Kmq. 97. 65.

Confina a nord con Grumento Nova, a nord-est con Sarconi, a sud-est con Castelsaraceno, a sud con Lauria e con Lagonegro. Vi si accede tramite la SS 103 che attraversa il centro urbano.

 

Etimologia del nome

Per il Racioppi esso deriverebbe dal radicale Mulctrum da Mulgere (mungere) + il suffisso ernum, che indica il lavoro che si svolge in relazione al radicale. Quindi Moliterno significherebbe "Luogo ove si munge" ovvero "Cascina". Altri intendono, in maniera erronea, da Moles aeterna (con riferimento alla torre) oppure (Valinoti-Latorraca) da Moles terna (in riferimento alle tre cime).

 

Dati demografici

Il più antico (Cedolario 1277): fuochi 72 (ab. 432)

Il più recente (ISTAT 1996): ab. 4.924

 

Frazioni

Fontana Debole, Piano di Maglia, Rizzitiello, Tempo del Conte.

 

Cenni storici.

Nei pressi dell'attuale centro, agli inizi dell'età del bronzo, su Murgia Sant'Angelo, esisteva un insediamento di pastori transumanti, appartenenti allo stesso ceppo di quelli stanziatisi sulla Civita di Paterno.

Quando i Lucani si riversarono dal Sannio, la località di S. Nicola fu interessata dal popolamento di questi nuovi arrivati.

In epoca romana, in località del Vetere e nella conca di Arsieni, si ebbero alcuni sparsi insediamenti, come è dimostrato dal rinvenimento di resti di villae e manufatti edilizi.

Con il progressivo decadimento della colonia romana di Grumento e con l'invasione dei Longobardi, sulla cima ove si scorge il Castello, venne eretta una torre di vedetta, estremo avamposto del Principato longobardo di Salerno.

Distrutta Grumentum dai Saraceni, una parte dei profughi grumentini fondò un casale nei pressi dell'antica torre.

Intorno al 1050 il piccolo centro fu occupato dai Normanni che ampliarono la roccaforte e costruirono solide mura di cinta. Il primo Feudatario documentato fu tale Nicolaus de Moliterno sotto Federico II (1239) che gli affidò la custodia di prigionieri lombardi. Nel 1269 fu donato da Carlo I D'Angiò ad Oddone di Brayda, Generale della sua cavalleria. Saccheggiato più volte da bande di Almugaveri, al servizio degli Aragonesi, Moliterno si spopolò tanto che all'epoca contava meno abitanti di Sarconi.

Il dominio dei Brayda durò sino al 1477, anno in cui venne comperata dai Sanseverino di Salerno per 5.000 ducati. Passato in regio dominio a seguito della congiura dei Baroni, venne restituito nel 1496 ad Alfonso Sanseverino che lo riperdette nel 1504, con assegnazione della rendita ai fratelli Candora ed indi a Giovanni Claver. Nel 1524 il Feudo passò ai Carafa di Stigliano per 39.000 ducati. L'ultimo dei Carafa, Nicola, nel 1682, vendette il Feudo a Giovan Battista Spinelli, Duca di Caivano, che dopo tre anni lo rivendette, per lo stesso prezzo, a Fabrizio Pignatelli, Principe di Marsiconuovo.

L'ultimo discendente di questa famiglia, Girolamo Pignatelli, fu esponente di spicco nella Capitale, durante il 1799, della Rivoluzione Napoletana e a causa di ciò si vide confiscati, nello stesso anno, i Feudi di Moliterno, S. Chirico e Sarconi.

In epoca risorgimentale si segnalarono il prete Francesco Petrocelli, detto Cancherazzo, capo della Loggia massonica "L'Aurora Lucana", il nipote Ferdinando Petruccelli Della Gattina (1815-1890), patriota, storico e giornalista e Tiberio Petruccelli, grande spirito liberale.

Dopo l'Unità d'Italia, anche Moliterno fu teatro di azioni brigantesche che videro protagonisti Armando Francesco (capobanda), De Biase Vincenzo (alias Zocaro) e Valinoti Vito (alias Di Marco).

Tra il 1880 e il 1900 pagò un grosso tributo all'emigrazione, come ebbe a sottolineare il Sindaco Valinoti-Latorraca allo stesso Zanardelli venuto in visita a Moliterno agli inizi del secolo.

 

Itinerario nel centro antico

L'itinerario consigliato ha il suo punto di partenza in piazza Trinità dove si eleva la Chiesa della S.S. Trinità. Sorta nel XVI sec. sotto il nome di Chiesa dell'Addolorata, riporta una lapide, affissa sull'arco della porta principale, e al suo interno una statua settecentesca della Madonna del Carmine.

Alla fine della discesa di via Amendola, prima di giungere in piazza Plebiscito, a destra della cosiddetta Curva ra' zuccarara, si scorge la Chiesetta di S. Biagio, risalente al 1700.

Da Piazza Plebiscito, prendendo via Tempone e salita Chiesa Madre, dopo una lunga scalinata, si giunge alla Chiesa Madre dell'Assunta. E' questa una struttura di grandi dimensioni, degli inizi del XVII sec., sorta su una chiesetta trecentesca. Affiancano la facciata terminata nel 1885, due campanili incompiuti. Opera di Ignazio De Jullis, allievo del Vanvitelli, ha un interno a tre navate con cupola del 1754. In controfacciata grande tela di scuola napoletana del XVII sec. raffigurante l'Ultima cena. Vi si conservano altresì un dipinto su tavola, S. Pietro, opera di Simone da Firenze, una croce in argento del 1611. Interessanti sono: il Battistero del '600 e il Sarcofago del moliternese Mons. Di Maria.

Continuando per via Lovito si possono ammirare  numerosi palazzi e portali; tra questi meritano attenzione Palazzo Bianculli e Palazzo Lovito.

Via Lovito termina davanti alla maestosa struttura del Castello. Risalente all'VIII-IX sec., è stato nelle varie epoche oggetto di molte ristrutturazioni. Lasciando il Castello, il nostro itinerario prosegue per via del Rosario, dove è possibile scorgere la Cappella di S. Pietro, sorta nel XIII sec.

Al suo interno il sarcofago del Vescovo moliternese Ascanio Parisi, 

Poco più avanti sorge la Chiesa del Rosario del 1510, con l'adiacente Convento Domenicano. L'interno, a tre navate, ha volte dipinte nei primi decenni del XVIII sec. Al 2° altare della navata sinistra, riccamente intagliato, è collocato un dipinto di S. Domenico.

Il convento domenicano, di proprietà privata, risale al XVII sec. e conserva al suo interno un suggestivo chiostro, con archi a tutto sesto e pozzo centrale.

Della Chiesa di S. Rocco, costruita poco distante, è nota solo l'epoca di costruzione, il 1700.

Percorrendo via Umberto I si è di nuovo in piazza Plebiscito.

Proseguendo per via Roma, a sinistra si può ammirare il grande Palazzo Racioppi, costruito nel XVIII sec., in corso di ristrutturazione.

Da Piazza Pino una breve scalinata ci porta in piazza Vittorio Emanuele, dove si erge il Palazzo Valinoti, del XVIII sec., anch'esso in corso di ristrutturazione e futura sede della Biblioteca Municipale.

Di fronte, nella stessa piazza, è sito il Palazzo Giliberti, attuale sede municipale. Costruito come convento francescano nel XVI sec. ed appartenuto successivamente alla omonima famiglia nobiliare di Saponara, conserva un notevole portale in pietra con stemma, e il suo interno è ricco di affreschi e decorazioni varie.

A sinistra della struttura, è posta la Chiesa di Santa Croce del 1613, ricca di pregevoli altari lignei, tele e sculture barocche. Sull'altare maggiore si segnala la presenza di una tela  del Pietrafesa, raffigurante la  Deposizione di Gesù dalla Croce.

Fuori dal centro storico, quasi immersa nel verde è  la Chiesa di S. Francesco, situata nell'omonima località Sorta nel XVI sec. è stata ricostruita dopo il terremoto del 1857.
In contrada Muraglie  vi è la trecentesca chiesa di S. Maria del Vetere, con affreschi del 1500 e del 1600 della scuola manieristica napoletana.

 

Escursioni consigliate

Faggeta (S. S. 103 - km 3.00)

Fustaia di faggio con lembi di cerreta di notevole bellezza ed esuberanza. Alcuni esemplari superano anche i 30 mt. di altezza ed hanno un diametro massimo di circa 1 mt.

 

Sorgente Fabbricata.

(Strada comunale - km 6.00)

A pochi Km. dal centro, in località Fabbricata, vi è l'omonima sorgente che scarica in una gola scavata nei calcari triassici. La rideposizione del calcare forma strati di alabastro e fantastici ricami concrezionali.

 

 

 

(Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di Vincenzo Falasca, Presidente I.R.S.A.B.
< Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata > sede: 85050 Grumento Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis.
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