NOEPOLI
STEMMA
"Torre merlata sormontata da croce; col motto Noe. Torre color mattone,
croce nera, fondo cielo". (michele
lacava)
NOME
"Noepoli, dal greco "Nea polis"= Nuova città. Noja dal basso latino
"Noa" che significava "terreno grasso ed umido o palustre per uso
di pascolo" (Giacomo Racioppi).
PROFILO STORICO
"Noja, Terra nella Provincia di Matera, ed in Diocesi di Tursi, ed Anglona,
situata sopra una collina, d'aria buona, e nella distanza di ventiquattro
miglia dal Mar Jonio, e di quarantaquattro in circa dalla Città di Matera,
che si appartiene con titolo di Principato alla Famiglia Pignatelli
d'Aragona, Duca di Monteleone. In essa Terra sono da notarsi una Chiesa
Parrocchiale, ed un Convento de' Padri Minori Conventuali. I prodotti poi
del suo territorio son vettovaglie di varj generi, frutti, vini, olj,
ghiande, ed erbaggi per pascolo di greggi, e d'armenti. Il numero finalmente
de' suoi abitanti ascende a mille quattrocento quarantasei sotto la cura
spirituale d'un Arciprete Curato".
(abate francesco sacco-1795)
"Noja, terra in provincia di Basilicata, in diocesi di Anglona, e Tursi
distante da Matera miglia 44 in circa, e 24 dal mare Jonio. Comprende cinque
altri casali cioè: Terranova, Sangiorgio, Cersosimo, Casalnuovo e
Sancostantino. Questi due ultimi sono abitati da Albanesi. La terra di Noia
è sita in un picciol monte ove respirasi buon'aria. Verso mezzogiorno tiene
il picciolo fiume Sarmento il quale suole talvolta molto gonfiarsi colle
alluvioni. Dall'altro lato tiene un torrente, che va ad imboccarsi nel
Sarmento istesso. Il suo esteso territorio confina con Oriolo, Alessandria,
Chiaromonte, Senise, e feudo di Favale. Le produzioni consistono in grano,
legumi, olio, vino e sonovi de' pascoli per gli animali, de' quali fanno
industria quei naturali al numero di circa 1.500 non compresi però quelli
de' suoi casali. La tassa del 1532 fu di fuochi 361, del 1545 di 431, del
1561 di 216, del 1595 di 79, del 1648 di.... e del 1669 di 90".
(lorenzo giustiniani-1797)
"Noepoli che fino ad alcuni anni addietro era addimandata Noia è << città
nuova >> e così forse intesero dirla con l’innovato Regno per distinguerla
dal paese omonimo in Terra di Bari; << Noa e novium, però dice il Racioppi,
nel basso latino significò terreno grasso ed umido o palustre per uso di
pascolo >>. Da una carta poi riportata dal Syll. Graecar. Membran. Al num.
58, e transuntata in latino, appar col nome di città, leggendosi che
nell’anno 1093 Alessandro Conte di Chiaromonte donava alla Chiesa di S. M.
di Cyr Zozimo ( Cersosimo ) il Monistero di S. Onofrio nei pressi "Civitatis
Nohae" con facoltà "lignandi et sua armenta pascendi sine impedimento in
omnia alia pertinentia agri Nohae". Già Contea all’epoca Argonese dei De
Balzo e poi dei Sanseverini Principi di Salerno, accresciuta in prosieguo di
tempo dei casali di Cersosimo, di Terranova, Casalnuovo (or S. Paolo), S.
Giorgio e S. Costantino, divenne Principato della fam. Pignatelli d’Aragona
dei Duchi di Monteleone.
Circoscr. Civ. ed Eccl. – Al presente è sede di Mandamento nel
Circondario di Lagonegro e Diocesi di Anglona e Tursi con 1665 abitanti. Ha
Chiesa Parrocchiale sotto la cura di un Arciprete con opere pie riunite per
la beneficenza ed istituto di prestiti e risparmi; ed ebbe anche un convento
di Minori Conventuali.
Uomini Illustri – Il giurista e deputato Antonio Rinaldi.
(giuseppe gattini-1910).
SITUAZIONE ATTUALE
"Nel 1863 il Comune di Noja cambiò il nome in Noepoli. Esso sorge su una
collina a 676 metri s.l.m. Il suo territorio si distende, con una superficie
di 55,55 Kmq. dal monte Pollino, lungo la valle del Sarmento, fin quasi al
punto dove questo torrente sfocia nel Sinni. Su entrambi i lati dell’ampia
valle, occupata per 2/3 dal letto del Sarmento, il terreno è tutto
accidentato con colline scoscese e brulle. La vegetazione comprende sulle
alture: il castagno, il leccio, la farnia; nella parte bassa la vite,
l’ulivo, la quercia ed altri alberi che vegetano nei climi temperati.
Nell’ultimo decennio c’è stato un forte decremento della popolazione dovuto
all’emigrazione ed alla carenza delle nascite, difatti oggi il Comune conta
1.217 abitanti. I suoi abitanti sono detti da molti “Noiesi”, da pochi “Noepolesi”.
Il 50% di essi è dedito all’agricoltura e alla pastorizia, il 10% ad altre
attività e il resto è costituito da pensionati, bambini e giovani in attesa
di prima occupazione. L’agricoltura, non certo agevolata da un terreno
arido, ciottoloso e scosceso, produce grano, uva, olive e alcuni frutti. La
maggior parte del territorio è adibito a pascolo. Oltre che all’agricoltura
i Noiesi si dedicano all’artigianato: produzione di merletti e ricami,
lavorazione del ferro, lavorazione del legno, produzione di oggetti di
vimini, lavorazione del cuoio. Ma oggi si guarda con interesse agli
insediamenti produttivi della zona “Pantano” cui sono interessati i sei
Comuni della Valle del Sarmento. Noepoli fa parte del Parco Nazionale del
Pollino e l’Amministrazione punta a sviluppare la sua naturale vocazione
turistica basata su eccezionali risorse naturali (boschi, grotte e
sentieri), sui prodotti tipici locali (olio, insaccati del maiale, formaggi
e dolci) e su molte emergenze storico-monumentali (resti di fortificazioni
del XIV sec., resti del castello feudale Sanseverino, Parrocchiale della
Visitazione, cappella del Rosario, ecc.).
(Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di Vincenzo Falasca,
Presidente I.R.S.A.B. < Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata
> sede: 85050 Grumento Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis. Copyright
riservato. E-mail:
[email protected]
Il Patrimonio Architettonico
Chiesa parrocchiale della Visitazione della Beata Vergine. Edificio del sec.
XVI restaurato nel 1953.
Cappella della Madonna di Costantinopoli. Struttura in forme bizantine sede
di festività il 6 agosto, con manifestazioni di interesse antropologico e
culturale.
Cappella della Madonna del Rosario, la cappella custodisce l’effige della
Madonna del Rosario e di un Crocifisso ligneo del XVI sec.
La Chiesa parrocchiale custodisce: affreschi del sec. XIV, sculture
appartenenti ad un mausoleo di età classica scomposto nel Rinascimento, un
fonte battesimale in pietra, sec. XV.
Resti del Castello feudale, limitatamente al barbacane. Ex palazzo
dell’Archivio del Signore di Noia.
In prossimità del torrente Rubbio, nella località omonima, sono visibili i
resti del monastero baronale di S. Maria della Saectara , sorto
presumibilmente tra il X e il XI sec. Presso di esso trovarono sede in
qualità di vassalli i profughi albanesi provenienti dalla città di Korone in
Morea.
In una casa colonica in località Calorio è conservato un Crocifisso in
pietra, sec. XV.
La pietra tombale del XV sec. È conservata nell’ex (castello) Palazzo
Vitelli, sede del Municipio